13/11/09

Il muro inutile.

Ciò che resta del muro di Berlino ha un aspetto davvero surreale: da quanto ho capito, in un primo momento l'hanno buttato giù tutto quanto. Ma poi, dopo un po', si sono pentiti e ne hanno ricostruiti un paio di chilometri con tanto di graffiti ri-disegnati, solo per far contenti i turisti.

Il bello è che dall'altra parte c'è una specie di spiaggia finta, con tanto di sabbia (questa vera) e sedie a sdraio. Così uno può provare l'ebrezza di sfuggire al tetro grigiore di questa enorme città tedesca, passando oltre il muro per sbucare nella libertà di un paesaggio caraibico. Peccato solo che il freddo fottuto che fa a Berlino resti sempre lo stesso, da una parte e dall'altra, e che per scappare davvero ci vorrebbe solo un aereo.

Ancora più surreale è il cosiddetto Check Point Charlie, il punto dove una volta si entrava e si usciva da uno e dall'altro mondo. Adesso da un verso è esposta la foto di un soldato ex-tedesco dell'est, dall'altro lato vediamo la foto di un altro soldato pure lui ex-tedesco, ma dell'ovest. Sulla destra ci sono delle croci dedicate a chi è morto cercando di scappare, e sulla sinistra altre croci ancora. Così uno pensa: ah vabbe', ma in fondo non sono tantissime e poi si gira e rimane fregato.

E in mezzo a tutto questo, appena un dieci metri più avanti, l'invitante Snack (non Check) Point Charlie può venderci un bel Wurstel formato gigante, da mangiucchiare passeggiando tra croci e lapidi commemorative.

Mentre ero a Berlino, Mark, Paul e Anna erano i miei insegnanti di Tedesco. Avevano la mia stessa età, i miei stessi interessi, e si vestivano uguali a me. Solo che loro erano nati dall'altra parte, oltre il muro. Nella parte sfigata, direbbe qualcuno.

E i miei insegnanti mi hanno raccontato un po' della loro vita di ragazzini di Berlino Est. Per dirne una, la TV dell'ex DDR non doveva essere tutto questo gran che, perché era un'usanza piuttosto comune quella di seguire i programmi che arrivavano dalla parte occidentale. Il muro e i proiettili fermavano le persone, ma certo non un'onda trasmessa nell'etere.

Soltanto che era una cosa illegale, per cui - anche se lo facevano tutti - non potevi andare in giro a parlarne: Mark, Anna, Paul e un altro paio di milioni di persone guardavano la TV tutte le sere, ma poi il giorno dopo a scuola non potevano dire: hai visto che figo il film di ieri? Perché, se no, passavi i guai.

Ancora: se avevi dei parenti dall'altra parte, di tanto in tanto poteva capitare che ti spedissero qualche regalo. Ma non è che la cosa fosse vista così di buon occhio: una volta Paul è andato a scuola con le carte di un gioco che andava tanto di moda in occidente, e un professore gliele ha sequestrate. Poi la polizia ha chiamato i genitori, e si è fatta spiegare come e perché il loro ragazzino andasse in giro con un pericoloso e sovversivo gioco americano.

La cosa che più mi ha lasciato perplesso era che i miei coetanei dell'ex-DDR studiavano Inglese e Francese, anche se andare in Inghilterra e in Francia era vietato. Ma non avrebbe avuto più senso insegnargli il Russo e il Cinese? Anche se poi, per come sono andate le cose, gli è decisamente convenuto così.

Una volta gli ho chiesto che cosa avessero provato, quando il muro è venuto giù. Ci siete andati? Avete dato qualche picconata pure voi? Vi siete riabbracciati col vostro amore segreto scappato con un tunnel 15 anni prima, come si vede nei film? Ma loro non hanno fatto nulla: il giorno che il muro è caduto io, Mark, Anna e Paul avevamo sempre la stessa età. 14 anni. E a 14 anni non è che esci di casa a fare la rivoluzione, ed è già tanto se guardi il telegiornale e ci capisci almeno qualcosa.

Mi hanno spiegato che non c'è stato un tempo effettivo nel corso del quale si è svolta la cosa. Un attimo prima qualcuno ha detto: adesso abbattono il muro, e l'attimo dopo già non c'era più. Altro che lasciare 2 chilometri: nel giro di una notte il muro si è come vaporizzato, e tutto ciò che ne restava era una montagna di sassolini da rivendere ai turisti.

E insomma, ne avevamo di cose in comune io e i ragazzini della DDR: guardavamo gli stessi programmi alla TV, ci piacevano i giochi che arrivavano dagli Stati Uniti, e le astruse vicende del mondo non ci coinvolgevano ancora troppo concretamente, e le seguivamo un po' da lontano.

Alla fine c'era questo muro in mezzo, protetto da soldati che ti tiravano una fucilata come solo ti avvicinavi, ma non è che ci avesse separati davvero.

A questo punto, tanto valeva non costruirlo per niente.

Simone

3 commenti:

Ariano Geta ha detto...

E' incredibile la quantità di cose assurde che l'uomo é riuscito a fare nel corso dei millenni...

Simone ha detto...

In effetti... si potrebbe fare una specie di libo/manuale per elencarle tutte. E troppe di sicuro ce ne scorderemmo.

Simone

Dama Arwen ha detto...

Ricordo i miei professori delle medie (ero in 2a quando cadde il muro) che da quel momento i libri di storia sarebbero stati riscritti.

Non ho mai capito fino in fondo cosa significasse quel muro.

A livello teorico me lo spiegò un mio amico tedesco di Monaco di Baviera, di cosa accadde un po' in tutta la Germania e dei prob e vantaggi che ne conseguirono.

Io compresi appena qosa di questi regimi quando andai, qualche anno fa, in Bulgaria a fare un campo di lavoro con la Caritas, in paesi dove c'era stato lo stesso regime con le stesse imposizioni e cultura.