30/04/12

Riflessione su questo blog.

Spero che ciò che scrivo sul mio blog non faccia lo stesso effetto!
Questo blog è nato, quando ho smesso di scrivere e di fare l'ingegnere, per parlare del mio percorso e della mia nuova "carriera" da studente di Medicina.

L'idea era - come già fatto con altri miei vecchi progetti - di scrivere le mie esperienze per poi, a un certo punto, riportare tutto in una sorta di libro/raccolta.

Non che poi mi aspetti che i libri che nascono così abbiano un qualche appeal o interesse, ma nel mio modo di vedere le cose da ex-scrittore che ero, il libro come oggetto "conclusivo" era sempre una sorta di traguardo a cui puntare.

Ecco: io credo che questo percorso di cambiamento sia terminato già da tempo. Penso che lo scorso anno, tra la semeiotica e la prima volta in sala operatoria, ho sentito chiaramente che ero lontano da ciò che ero e che facevo prima, e che il mio percorso per quanto ancora lungo si era in un certo senso già concluso.

Credo che da quel momento in poi questo blog abbia perso un po' di senso: lo so che ora è importante capire se mi laureereò davvero, e cosa eventualmente vorrò fare dopo. Però quel bisogno di cambiamento, quella ricerca di un me stesso diverso da quello che scriveva tutto il giorno e che timbrava e firmava qualche pratica quando era il momento, è terminata già da un bel po'.

E ora continuo a portare avanti con piacere il racconto dei miei esami, e sono assolutamente felice nel pubblicare le esperienze di altre persone e di dare un consiglio a qualcuno, quando capita. Ma in questo cambiamento è stato coinvolto anche il mio modo di approcciarmi alla scrittura e a Internet, e se devo essere sincero non do più a questo spazio l'importanza che gli davo prima.

Sui blog di vecchi amici o di persone che incrocio online noto alle volte la ricerca di ricaclare - in piccolo - una sorta di modello televisivo o giornalistico o comunque comunicativo. Articoli scanditi settimanalmente, pubblicità e iniziative ben presentate. Interviste, twitter, facebook e tutte le pubbliche relazioni di questo mondo.

E sono cose che faccio pure io (twitter l'ho appena messo!) ma devo dire senza un vero entusiasmo: che se pure avessi 20 commenti a post, invece di 10, cambierebbe in ogni caso veramente poco. Non è che stiamo sul Messaggero o su Repubblica, dove mi leggono 500mila persone e devo propormi con un certo stile e in un certo modo, non so se rendo bene l'idea.

Per me il blog ha senso se c'è un qualcosa da raccontare. Cioè io svolgo una certa attività fuori di qui (nel mio caso, parliamo dell'università) e poi torno qui e ve lo racconto. Tenere il blog per il blog e iniziare e finire ogni percorso esclusivamente nello stesso posto non mi pare interessante, o almeno credo che lo fosse a suo tempo quando Internet pareva essere l'alternativa a giornali ed editori tradizionali ma adesso - per me - non lo è più. Internet si è diluito in infinite possibilità, e se nel suo complesso la rete è una cosa fantastica e per certi versi più importante del libro, non è però neppure la stessa cosa.

Insomma questo studio, questo aver tagliato i ponti con cose che mi pesavano e non mi davano soddisfazione, alla fine mi ha cambiato davvero e - credo - per il meglio. Oggi mi sento una persona più serena. C'era una sensazione che provavo ogni tanto e che mi trascinava giù come un macigno, e anche se può capitarmi di stare incazzato o di passare qualche momentaccio anche adesso, quella sensazione non la provo più da anni.

Soprattutto oggi i miei "bisogni" sono diversi e molto più concreti e realizzabili. E se per stare così ho dovuto tagliare un bel po' anche di questo spazio, be' sono convinto che ne sia valsa la pena.

Simone

27/04/12

Questo ve lo segnalo pure io: un libro da scrivere in 6 giorni!

Chuck Norris scrive romanzi coi calci rotanti.
A me il mondo dei blog letterari ormai mi sta pure sinceramente un po' sulle palle. Ma non sono qui per parlarvi di questo o di quello o quell'altro... ma di quest'altro fatto ancora:

Davide Mana, uno scrittore online che assumo sia uno scrittore che scrive online, sta provando a fare quella cosa di cui spesso ho sentito parlare ma che nella realtà non succede quasi mai: scrivere un libro.

Ma scrivere un libro non solo mettendosi lì e a scriverlo come so' buoni tutti, ma scrivendolo tutto di un fiato in una 6 giorni di "chiusa" totale senza fare altro.

Ora trovate tutti i dettagli sul blog del suddetto sig. Mana, all'indirizzo linkato qui sopra la scritta che state leggendo.

Io aggiungo un paio di mie considerazioni:

Questa cosa credo sia fattibilissima, e sono anche convinto che molti autori professionisti scrivano in questo modo. Stephen King, per fare un solo esempio, si impone di scrivere 50 cartelle al giorno. Cioè, lo so, è da malati: però se contate che con 50 cartelle magari guadagna un miliardo delle vecchie lire, o anche due... insomma poverino è na' vitaccia, ma alla fine si consola col bagno nei dobloni tipo Zio Paperone.

Io stesso scrivevo anche 10 ore al giorno ai tempi di Primo Mazzini, però non ho superato mai le 10-15 cartelle. Ero proprio un dilettante, lo so!

Scrivere 8 ore al giorno è poco. Secondo me dovrebbero essere 10 - 12 ore, con un po' di tempo dedicato a una prima correzione e riscrittura o a un surplus di testo destinato a tagli vari.

Non penso che il sig. Mana sia allenato a scrivere così tanto, per cui non mi aspetto che ce la faccia. Ci riuscirà sicuramente se prenderà il giusto ritmo, ma non penso che la capacità di scrivere continuativamente per 6 giorni consecutivi sia innata e che sia piuttosto necessaria una tecnica da sviluppare nel tempo. Poi magari lui è allenatissimo eh, che ne so io?!

Avevo altre considerazioni, ma un rompicoglioni di amico mio mi ha chiamato al telefono e adesso non so più di che stavo parlando. Ma adesso aspettiamo qualche giorno e vediamo se il libro arriva davvero... o se per terminarlo l'autore ci dovrà impegnare BEN due tre giorni in più.

Simone

24/04/12

Seconda laurea in Medicina: la fatica di studiare.

La ruota del dolore: in alternativa, potete studiare Biochimica.
La medicina di laboratorio non mi piace per niente.

Non proprio la medicina di laboratorio in generale, ma così come la stiamo facendo noi. Dalla fine del terzo anno e per tutto questo quarto anno di università abbiamo fatto esami di patologia integrata: gastroenterologia, urologia, cardiologia... e insomma quelle cose lì.

E ogni integrata ha la sua parte di medicina di laboratorio che - ovviamente - già dovevi studiarti perché all'esame potevano chiederti cose come l'emocromo, anemie, metabolismo del ferro, markers tumorali, epatiti... e poi ecco che - alla fine del quarto anno - arriva l'esame vero e proprio e devo ristudiarmi le stesse cose che già sapevo, solo con un dettaglio maggiore.

Alla fine poi ci sarà la solita rottura delle crocette con le domandine pignole su nozioni che - tutto sommato - nella clinica vera e propria tante volte nemmeno si trovano più. E insomma: certe cose saranno pure di un'importanza a dir poco estrema (visto che non puoi diventare medico senza studiarle almeno due volte) ma in questo quadrimestre più che andare avanti sembra di girare in tondo come nella ruota di Conan il barbaro... senza però nemmeno ritrovarsi alla fine con un fisico lontanamente paragonabile.

E mi viene in mente la storia di un ragazzino di 12-13 anni di cui ho sentito parlare: fa le scuole medie, ed è un genio del disegno (o così mi dicono). Disegna così bene che gli insegnanti non sanno quasi correggerlo o dargli indicazioni, e quando consegna un compito prende regolarmente 10.

Il guaio è che a scuola ci stanno anche altri ragazzi che magari 10 a disegno non lo prenderebbero mai, tipo come ero io alle medie che quando andava di lusso prendevo 6 meno meno e a casa si incavolavano perché pensavano che avessi copiato. E per questi qui il ragazzino/genio è solo un secchione da evitare e prendere per il culo.

Insomma, capite? Questo poveraccio da un lato deve sgobbare per niente (visto che i compiti li fa meglio degli insegnanti) e dall'altro si ritrova in una situazione in cui la sua dote diventa uno svantaggio, e quasi era meglio che fosse un mezzo idiota anche lui, così almeno a scuola non perdeva tempo e aveva pure un sacco di amici in più.

Ecco. Ora non siamo tutti geni e i corsi non sono sempre ripetizioni di altri esami. Però un po' alle volte lo studio lo vedo non tanto come il mezzo per raggiungere quello che vorremmo essere, ma come l'ostacolo che dobbiamo in qualche modo superare.

Ma forse scrivo queste cose solo perché - in 2 settimane di corso - mi hanno già caricato di libri, slide e altre cose che nemmeno ho ancora bene identificato, e non c'ho mica tutta questa gran voglia di studiare per niente. Ma sì: alla fine l'università mi piace sempre, e sono solo un po' sfinito da questa serie di corsi ed esami e poi di nuovo corsi e tra poco ancora esami, tutti ravvicinati.

L'ha detto pure Albert Schweitzer che quello in cui studiava medicina lo ricorda come un periodo di grande stanchezza...e certo di Albert non sarò nemmeno l'ombra, ma alla fine mi sa che quest'anno me lo ricorderò come una bella ammazzata pure io.

Per fortuna che, ormai, è quasi finito.

Simone

20/04/12

Metodo di studio per studenti non troppo secchioni.

Questo era un unico esame: stranamente, non mi ha alzato la media.
Ammetto che mi pare strano, e anzi strano tanto, stare qui io a spiegare come studiare agli altri.

Cioè a Ingegneria ero famoso per essere quello che andava a provare tutti gli esami senza sapere niente, e poi io li passavo e gli altri no e li prendevo tutti per il culo e loro mi odiavano.

A Medicina invece studio sul serio e vado molto meglio ma - negli standard dei supersecchionissimi studenti odierni - la mia media del 25 virgola un po' è estremamente al di sotto di qualsiasi valore minimo indispensabile sine qua non grazie al quale sia quantomeno possibile anche solo sognare di ambire a una qualunque realizzazione professionale nella vita, e forse pure nell'aldilà.

Però sono più volte che me lo chiedono (non so se sempre la stessa persona, o più d'una) per cui magari c'è chi sta peggio di me e studia tanto ma gli esami manco riesce a passarli e il mio metodo di studi potrebbe illuminarli (c'è un negozio dove vendono UN LIBRO PER OGNI ESAME?!).

Cioè insomma questo potrebbe essere un compendio di studi per non secchioni, o per persone normali. O per quelli come me insomma, che non è che c'hanno voglia di rifiutare i VENTINOVE come ho visto aver voglia di fare a qualcuno.

Il fatto è che ho già scritto un corso di scrittura. Ho già dato, ne ho avuto abbastanza e di stare qui a fare cento post idioti sugli esami universitari per poi metterli tutti insieme... in realtà... sarebbe pure un'idea: potrei anche pensare di smettere di fare quello che sto facendo in questo momento per ri-dedicarmi a tempo pieno alla scrittura di minchiate (qualcuno direbbe che è quella figura retorica dove ripeti una cosa già detta, scrivere e minchiate intendo) ma su questa strada mi pare di esserci già passato e - lasciate che sia sincero - non è mica proprio tanto una bella sensazione.

Che poi il libro sull'università già l'ho scritto: è questo blog, e basterebbe mettersi lì ad appiccicare insieme i post migliori e già ce l'avrei bello e fatto. Se solo ne avessi la voglia. Per cui va bene: ora vi descrivo il mio metodo di studi, poi se mi viene da scrivere altro del genere va bene altrimenti leggetevi i post vecchi, che faccio meno fatica.

Il mio metodo di studio:

Il materiale: io studio meglio se ho il libro, o se ho le slide (le dispense, o quello che è) o qualsiasi cosa rappresenti l'esame nella sua interezza. Cioè, stare a saltare tra libri, appunti, computer, fotocopie e altro lo trovo orrendamente lesivo, per cui se posso studio su una cosa unica soltanto.

Dico se posso perché, purtroppo, questo a Medicina è quasi impossibile e ogni esame è spalmato su 2-3 libri, slide, dispense, Wikipedia, lezioni che nessuno ha mai fatto ma però te le chiedono uguale... insomma è una rottura di palle e già mettere tutto insieme e capire cosa studiare è un bel pezzo avanti. Per cui il primo punto è questo: reperite tutto il materiale e cercate di accorpare il più possibile, senza perdervi la roba in giro per strada.

Fregatevene se non ricordate una mazza: alcuni dicono che non dovreste andare avanti se non avete capito un dato argomento prima. Questa cosa per me non è vera, e potrebbe far parte di un altro post dove mi lamento su come nessuno - in tutta la vostra vita di studenti - vi insegna mai come studiare. Ci avete fatto caso? Vi dicono di imparare delle cose, ma nessuno vi spiega come si fa a impararle. Come se studiare fosse facile e memorizzare fosse una dote innata e il cervello funzionasse da sé, in automatico.

Insomma: voi prendete il vostro libro e leggetevelo. Io la prima volta sottolineo a matita, e ovviamente cerco di capire. Se però non capisco niente o non ricordo nulla (cosa che del resto è quasi costante) me ne infischio e vado avanti. L'obiettivo della prima lettura è solo leggere il libro o il materiale, e arrivare alla fine. Non pensate che dovete ricordare le cose, per me personalmente è impossibile.

Seconda e terza lettura: dopo che ho sottolineato a matita, sottolineo con un evidenziatore e poi (al terzo giro) con un pennarellino rosso. Ogni sottolineatura va a sfoltire quella precedente: cioè non è che poi ho 3 sottolineature di 3 colori, ma quello che è rosso è un sunto dell'evidenziatore che è un sunto della matita. Se no fottetevene e sottolineate come vi pare, non è che cambia niente secondo me.

Dalla quarta lettura in poi: ok, dopo aver letto 3 volte ancora in genere non ricordo molto (dipende da quanto è complicato l'esame) ma ho imparato più o meno come è strutturata la materia e come sono divisi i vari argomenti. Pare una cavolata, ma ogni lettura successiva richiede molto meno tempo delle precedenti perché ovviamente le parti degne di nota sono già in evidenza.

Il concetto, comunque, è quello di rileggere tutto un numero indefinito di volte fino a impararti le cose non perché sei stato lì a sforzarti di ricordarle (cosa che a me causa una fatica insostenibile) ma perché ci sei passato sopra tante di quelle volte che alla fine te le ricordi e basta, perchè sì, perché stavano su quel cavolo di libro.

Le cose da imparare a memoria: in tutto questo, sembrerà strano, ma il guaio sono proprio le parti assolutamente mnemoniche (i nomi dei farmaci, i dosaggi, le nozioni controintuitive, le formule empiriche eccetera). Purtroppo le puoi rileggere anche 1000 volte, ma ricordarle richiede uno sforzo attivo di memorizzazione che affatica più di migliaia di pagine più concettuali.

Personalmente - come ex-ingegnere (ma anche come semplice studente) - trovo che memorizzare le nozioni mnemoniche sia stupido, inutile e a tratti controproducente. Ma vabbe': su come imparare le cose a memoria ho già scritto a suo tempo, e magari dirò qualcos'altro in futuro. Intanto vi metto il link al vecchio post, così evito di ripetere i soliti discorsi.

Andare a dare l'esame: e ora sembra una cavolata, ma invece forse è il punto fondamentale.

Sai quanta gente studia mille ore al giorno per mesi interi, ma poi quando c'è l'esame non si presenta? Che poi ai tempi di Ingegneria se andavi male a un esame beccavi il professore cattivo che ti trattava malissimo, ma oggi questi docenti malvagi non esistono più e male che vada ti dicono: sono spiacentissimo e mortificato, ma così dovrei metterti un voto basso (27) e non me la sento proprio.

Cioè, se pure vai male che succede? Al contrario invece può sempre dirti un po' di cuore e l'esame va bene pure se non sapevi una mazza, visto che tanto in genere i voti li assegnano utilizzando un generatore di numeri casuali.

Il modo migliore per studiare, secondo me, è porsi una scadenza. E la scadenza è il giorno dell'esame. Studi quello che puoi (cercando magari di avere un tempo ragionevolmente sufficiente) e il giorno dell'appello vai a dare il tuo benedetto esame, che se no non hai fatto altro che lavorare a vuoto. Conosco persone che hanno impiegato 20mila anni a laurearsi in Ingegneria (qualcuno sta ancora lì, veramente) perché non andavano a dare gli esami. Al contrario, non conosco nessuno che non si sia laureato in tempi umani anche dopo essere stato bocciato un po' di volte.

Certo è che se volete 30 e lode non è che potete andare a fare gli esami senza sapere tutto, o quasi tutto, o una ragionevole percentuale del tutto che potrebbe coprire tutte le domande che vi faranno. Diciamo che in genere se non sapete tutto gli esami non li passate proprio, perché è difficile che vi promuovano se fate scena muta a una domanda. Ma una cosa è sapere tutto più o meno e saper rispondere a una domanda senza sembrare degli idioti, e un'altra cosa è ripetere tutto perfettamente a memoria come la sigla di Dragonball.

Però se tanto a 30 non ci arrivate perché non siete speciali o brillanti o secchioni o geni, ma siete normalmente mediocri, come me, e che cavolo: evitate di rovinarvi la vita per la media, e andate a dare 'sto cavolo di esame! Male che vada vi riempiono di insulti e vi mortificano con giudizi umilianti per 15 minuti, come mi è capitato a Tecnica delle Costruzioni Due ormai 15 anni fa... li mortacci loro. Ma insomma, è improbabile.

E poi, se anche dovesse accadere, potete sempre parlarne sul vostro blog: voi dite che l'esame è andato male e che vi hanno trattato peggio, e noi ci faremo tutti un sacco di risate a prendervi per il c... cioè: e noi tutti ci faremo in quattro e faremo a gara per consolarvi, ecco. Volevo dire così.

Simone

16/04/12

La medicina, e la sperimentazione animale: il problema etico di Giorgio.

Oggi vorrei fare un discorso un po' più serio del solito, e sicuramente molto delicato.

Diciamo che forse - visti i toni che si raggiungono parlando di certe cose - avrei fatto meglio a farmi i fatti miei e a evitare di parlare di animali, test, sperimentazioni e tutto ciò che ne consegue.

Ma sono argomenti sui quali mi è capitato di riflettere spesso, e l'occasione per parlarne sul blog me l'ha data una lettera che ho ricevuto qualche giorno fa, e che vi riporto qui sotto:

Ciao Simone, sono un appassionato lettore delle tue disavventure mediche. Ho una decina di anni meno di te, e anche io tanta voglia di rimettermi in gioco.

Medicina e chirurgia mi intriga, ma una cosa mi frena: l'eventuale sperimentazione animale durante il corso di laurea. Puoi darmi delucidazioni dirette sull'argomento?

La mia motivazione è forte, sarei disposto ad abbandonare il "sogno" medico se dovessi avere la certezza di avere a che fare nel corso degli anni con vivisezione et simili (sia anche solo inoculare non so cosa a un ratto bianco).

Tu in questi anni hai mai dovuto fare qualcosa del genere? Ti sei tutelato firmando l'obiezione di coscienza? O non ti interessa? Dovrai affrontare tutto ciò più avanti, magari quando dovrai fare la tesi? O magari si scampa da tutto ciò nei 6 anni ma lo si deve affrontare nelle specializzazioni?

Il mio è un problema etico (ok lo ammetto: neanche li mangio gli animali per questioni etiche) però cerco di essere realista. La sperimentazione animale ha portato i suoi risultati e progressi, anche se nel mio piccolo non la approvo e non la condivido, ma capisco chi la sostiene per il bene "umano".

Però non sarei in grado di "macchiarmi" le mani con sangue animale, non lo sopporterei. Gli animali continueranno ad essere usati e me ne faccio una ragione, preferirei solo non averne a che fare nel mio "eventualissimo" corso di studi.

Nei 6 anni di magistrale qui a Milano si può fare l'obiezione di coscienza (e non escluderei si debba patire qualche penalizzazione per questa scelta). Il problema sarebbe magari trovarsi durante una specializzazione a dover fare i conti con sperimentazione animale e non avere via d'uscita. Non trovo molte informazioni a riguardo in rete .

Grazie per l'eventuale risposta, Giorgio.


Proseguo con qualche mia considerazione, prima di lasciare magari la parola a chi vorrà commentare:

Durante i 4 anni di Medicina che ho fatto, non ho mai visto un animale nemmeno da lontano. Non credo che si svolga quel tipo di ricerca all'interno dell'università, e se anche così non fosse non avviene certo nei reparti dove stanno anche i medici e gli ammalati.

Io non ne so sinceramente molto, ma credo che gli studi con gli animali si facciano prevalentemente dentro strutture di ricerca e all'interno di istituti e laboratori privati, per cui se non si è espressamente interessati a determinati settori non capiterà di avere a che fare con altri esseri viventi al di fuori degli esseri umani.

Insomma, una risposta breve alla lettera di Giorgio sarebbe: no. Nella facoltà di Medicina non viene fatto nulla a nessun animale, e potrai ranquillamente diventare dottore senza dover andare contro le tue decisioni e i tuoi principi morali. Benvenuto nel gruppo... e adesso con tutta la roba che devi studiare sono cavoli tuoi!

Eppure, il problema etico secondo me rimane: un medico può realmente dirsi contrario ai test sugli animali, quando poi utilizzerà i risultati per i propri pazienti? E lo stesso vale anche per chi non diventerà dottore: la società (o una parte di questa) può condannare lo sfruttamento degli animali, quando però all'occorrenza si giova dei benefici che ne derivano?

Magari la posizione migliore è proprio quella di Giorgio, che si preoccuperà di fare il proprio lavoro secondo i propri principi e preoccupandosi di quello su cui può intervenire direttamente, nel proprio piccolo?

Io una mia - personale - opinione già me la sono fatta... ma mi farebbe piacere ascolare la vostra.

Simone

P.S.

Come dicevo nell'introduzione, trovo che questo sia un tema molto sentito e molto forte. Per questo motivo ognuno dica pure tranquillamente la propria opinione, ma senza accalorarsi troppo e nel rispetto delle idee degli altri. Grazie :)

15/04/12

La fototessera per il reparto.

E adesso chi mi cercherà su Internet troverà questo...
Sono cambiate un po' di regole, e adesso in reparto dovremo portare anche noi studenti un tesserino di riconoscimento con foto, nome e cognome e numero di matricola.

La cosa non mi fa particolarmente impazzire: durante il servizio militare che ho fatto nei Vigili del Fuoco, attaccarsi il nome sulla divisa era una pratica fortemente sconsigliata, e anche in ambulanza o al pronto soccorso potresti non desiderare che chiunque incontri abbia modo di ricordarsi di te e di identificarti in maniera troppo precisa.

Non è ovviamente una questione di voler coprire eventuali miei errori o mancanze (ed essendo uno studente non vedo sinceramente quali potrebbero essere) ma un semplice fatto di sicurezza in ambienti dove non è detto che tutte le persone siano sempre socievoli e rispettose e felici di vederti mentre si sentono male.

Ma va bene, sono le regole e bisogna rispettarle e insomma come avrete visto ho già fatto le due bellissime foto che vedete qui sopra, in allegato.

In quella di sinistra sembra che i farmaci che dovrei prescrivere me li sono presi prima io, mentre in quella a destra ho l'aria di uno che pensa "ma come cavolo ci sono finito, io, qui?". L'alternativa è rifare la foto tagliandomi magari prima la barba... ma quella della barba - come dicevo anche sui vari social network (che blogger professionale, vero? :) - è anche una bellissima scusa per tutti i commenti che mi faranno in futuro, guardando il tesserino.

Cioè - voglio dire - sono venuto veramente, veramente male? Ma certo, è solo perché non mi ero fatto la barba!

Non sono mica sono così brutto davvero.

Simone

12/04/12

Seconda laurea in Medicina: quarto anno, terzo quadrimestre.

E rieccoci qua con le nuove lezioni del nuovo quadrimestre di quest'anno universitario che - invece - non è nuovo per niente visto che siamo ormai a un paio di mesi dalla conclusione dei corsi.

Dopo la faticaccia degli ultimi esami mi sono preso qualche giorno di riposo senza studiare. Ho passato la Pasqua a mangiare, dormire e a inquartarmi sul divano col tablet che mi sono comprato come "regalo" per la sessione andata bene. Eh sì, alla fine ci sono cascato pure io... ma non vi dico che modello ho preso che non c'ho voglia di stare a parlare di questo o quest'altro modello o a fare pubblicità o a dirvi come si vede Youtube o quanto durano le batterie, che sai chissene frega.

Per me, ripeto, sono soltanto dei bei giocattoli anche se il mio l'ho preso per studiare le slide e farne un uso serio e professionale: insomma era pura necessità che non si poteva proprio farne assolutamente a meno. Che poi invece delle slide c'ho messo 10mila giochini ma vabbe', almeno all'inizio le intenzioni erano diverse.

Ma parliamo invece di cose serie e dei nuovi corsi che sono iniziati. In questo quadrimestre, o meglio alla fine di questo quadrimestre, avrò i seguenti esami:

- Patologia integrata cinque: medicina della riproduzione, infettivologia (?) e qualcos'altro che decideremo al momento.
- Medicina di laboratorio (un nome curiosamente breve per un esame di Medicina).
- Metodologia medico scientifica 238mila parte seconda: Igiene e sanità pubblica.

In più, degli esami vecchi, mi rimane da fare Urologia/Nefrologia, sul quale sto già iniziando a mettere un po' le mani in questi giorni. Solo all'idea di rimettermi a studiare mi viene una spondiloartrite sieronegativa (fatemi sfoggiare un po' delle cose che ho studiato, no?) ma mi sa che mi tocca e insomma... mi tocca, ecco. Che palle.

Notevole come la suddivisione di 6 esami su 3 quadrimestri non abbia portato alla logica divisione di 2 esami + 2 + 2, bensì all'inspiegabile 2 + 1 + 3. Ma che ne sappiamo noi di queste cose? E tanto gli esami prima o poi toccava farli, e meglio dopo che prima visto che prima dovevo pure rimettermi in pari.

Comunque sia non sembra che i nuovi esami e quello che mi manca siano niente di insormontabile. Mi pare fattibile l'idea di togliermene 2 a giugno e uno a settembre, ricominciando così al quinto anno di università con solo una materia arretrata da recuperare. Il problema di quest'anno era quell'esame che non voglio più nominare (avrei dovuto mettere un tag apposta, per quanto ne ho parlato) e quello è andato: addio e a mai più rivedere né quelle materie né i relativi reparti.

Ci sono pure i soliti esoneri di Farmacologia da dare, e di quelli ne farò uno a metà Maggio e un altro magari bo' non lo so, magari a Giugno o a Settembre o quando sarà. Per togliersi tutta Farmacologia c'è tempo fino alla laurea, anche se conto di concludere tutti gli esoneri attorno alla seconda metà del quinto anno. Ma facciamo le corna, che non si sa mai.

Altra novità di secondo piano è che ho lasciato il gruppo (musicale): mi piace tantissimo suonare, ma se la musica deve riempire l'ultimo spazio libero che mi resta in una settimana magari strapienissima allora no, non ce la faccio. Alla fine andare regolarmente alle prove stava diventando più un sacrificio che un piacere o una passione, e visto che gli altri componenti sembravano invece voler addirittura aumentare il ritmo per realizzare qualcosa di più concreto mi è parso giusto darci un taglio.

E se ci penso, prima ho sacrificato la professione (che magari era un tantinello più importante) poi la scrittura, poi i fine settimana e le vacanze quando sono sotto esami... e adesso è andato pure il gruppo. Piano piano sembrava niente ma questa seconda laurea si sta mangiando un po' tutto il resto, e non è ancora finita visto che dal prossimo anno dovrei iniziare l'internato per la tesi (devi chiederlo due anni prima!) e le cose potrebbero finire per andare ancora peggio.

Ma insomma, meno male che tra altri 2 o 3 anni va a finire che finisce, e che poi adesso c'ho per lo meno il tablet nuovo. Almeno quello, con tutti i giochini bellissimi che ci gioco tutto il giorno e non mi stacco più... no! Cioè, con le slide.

Volevo dire le slide.

Simone

07/04/12

Gli esami, e la fortuna.

La dea Fortuna mentre abbandona i neo-iscritti a Ingegneria
In alcuni momenti ho temuto che non ne sarei uscito vivo, ma alla fine anche questa sessione di esami si è conclusa... e con risultati decisamente migliori di quella di Dicembre (anche perché ci voleva poco).

Gli ultimi giorni di studio sono stati un massacro, e poi sul finale c'è stato il top della secchionaggine che non avrei mai immaginato di raggiungere: lunedì ho fatto un esame, sono tornato a casa, mi sono rimesso sui libri fino all'una di notte di martedì, e mercoledì mattina alle otto ero già in aula per l'altro esame che - tanto per non farcelo pesare - è durato qualcosa come sei ore. Alla fine ero così stanco che ci ho messo 3 giorni solo a rimettermi in piedi, e meno male che ci sono altri 2-3 giorni di vacanza così magari riesco a risistemarmi un po' prima che ricomincino le lezioni.

Se a qualcuno interessano i risultati: a gastro/endocrino dopo aver superato lo scritto (era la quarta volta) ho preso il primo voto che mi hanno dato e mi sono portato via un 25 sudato come non mai. Chiarisco in ogni caso che non avrei mai rifiutato e mai rifiuterò qualsiasi cosa in qualunque materia, che non è che sono ancora completamente rincoglionito.

Questo cavolo di gastro/endocrino mi ha fatto patire quasi a livelli di Teoria delle infrastrutture viarie o Meccanica Razionale, e alla fine era un po' un terno al Lotto: uno scritto troppo difficile (a certe domande non saprei rispondere nemmeno col libro sotto mano e Google a disposizione) e un orale che con 2 o tre interrogazioni estratte da un pool di 12 professori diversi si traduce in valutazioni completamente personalizzate per ogni singolo studente.

A ematologia/reumatologia - invece - è andata molto meglio. Prima mi ha interrogato un professore col quale sono andato particolarmente d'accordo durante i tirocini (qualcuno direbbe che ci avevo fatto bella figura, ma è sempre un fatto casuale). Poi mi ha interrogato un altro professore che chiamare disponibile è dire poco. Mettiamo pure che la materia tutto sommato non era troppo complicata e insomma: mi ha detto un bel po' di fortuna, e ho preso 29... che per la cronaca reputo il voto più triste del mondo di chi studia studia studia ma - poverino - non rende.

Sono convinto che avrebbe potuto tranquillamente girare tutto al contrario, e mi sarei bruciato un'altra volta tutti e due gli appelli della sessione: metti che ti interroga il professore fissato sulle cose che non entrano in testa a te, magari ti dice male allo scritto oppure ancora con esami e materie così vasti può capitare che ti chiedano un argomento che nemmeno hai guardato perché - semplicemente - te l'eri perso.

Credo insomma che la componente casuale in questi esami sia notevole, e che non bisognerebbe prendersela se i risultati non sono quelli che vorremmo. Solo che può succederti di avere una serie di momenti negativi tutti in fila uno dietro all'altro, e se ti dice male male male e poi ancora male puoi anche decidere che tutto sommato non ti obbliga nessuno a rovinarti la vita in questo modo, e alla fine ecco che tutto il lavoro di anni rischia di vacillare per qualche colpo di sfiga.

Ed è stato un po' questo il rischio che ho corso in questi ultimi mesi: rimanere indietro, scoraggiarmi, e alla fine lasciare che questa seconda laurea cadesse lentamente in secondo piano rispetto a tante altre cose. Perdere tempo, iniziare a occuparsi di altro... e insomma, rimandarla all'infinito o anche non arrivarci mai.

Che poi un po' mi fa anche rabbia, perché se avevo 20 anni e magari già ero insicuro di mio era ancora più facile finire in un loop mentale dove senti che non puoi farcela più, e alla fine lasci perdere o ci metti 10 anni a fare un esame. Il menefreghismo totale dell'ambiente universitario poi ci mette del suo, e capisco chi si scoraggia, ci mette tanto a laurearsi o alla fine nemmeno si laurea più.

C'è stato un momento in particolare, tra il venerdì e il sabato della scorsa settimana, nel quale mi sono detto che non ce l'avrei mai fatta a ripetere tutto e tanto valeva lasciar perdere e puntare sulla sessione di Giugno. Poi però non ho lasciato, e alla fine ci si è messa anche un po' di fortuna e - inaspettatamente - è andato tutto meglio che nelle più speranzose aspettative.

E ho dovuto scrivere tutto questo cavolo di papiro lento, retorico e illeggibile per arrivare al punto del discorso, ma era questo che volevo dire: alla fine la fortuna serve, e ce ne vuole tanta. Però se mollavo già per conto mio potevo anche avere dalla mia parte tutti i santi del Paradiso e tutti gli astri dell'universo, ma non avrei comunque ottenuto niente.

Io penso che non possiamo prevedere tutti gli eventi e non abbiamo il controllo su tutte le variabili in gioco, e ci sono cose dove anche se ci provi 100 volte potrebbe dirti male 100 volte di seguito. Però quando fai un tentativo per lo meno una possibilità te la stai dando, mentre ad arrenderti per conto tuo non ti rimane nemmeno quella.

Molta costanza e un po' di fortuna, ecco. È così che si arriva alla fine di un progetto lungo e complicato, secondo me.

E penso che la vita sia un po' tutta così.

Simone

P.S.

Buona Pasqua a tutti!

E se vi va seguite il mio Twitter, che magari vi dico le cose in tempo reale mentre faccio gli esami o quando vado a lezione!

05/04/12

Entrare a Medicina, fare tutti gli esami... e poi passare a Economia? La storia di Fausto.

J.M.Keynes, noto economista. O così dicono.
Ciao Simone...

Com'è strano il mondo! Ho trovato questo tuo blog cercando su Google queste parole: "cambiare facoltà dopo 3 anni". Sai quale facoltà sto frequentando? Medicina! xD

Al termine del liceo (scientifico) ero molto indeciso sulla scelta universitaria. In particolare il grosso dubbio era tra economia e medicina. Alla fine scelsi medicina attratto dalle migliori prospettive lavorative, ma ahimé questo criterio non poteva essere più sbagliato!

Ora sono al 3° anno, in pari, con una media del 28 spaccato, entrato al primo tentativo tra i primi 30 al famosissimo test eppure... sono mesi che non riesco più a dormire, tormentato da quello che (ormai) ho confermato essere un errore. Perchè? Perchè ormai ne ho le scatole piene di questo studio mnemonico vuoto, che non mi suscita alcuna curiosità. E più si va verso le patologia minore è il mio interesse! Vedere poi tutti i miei colleghi entusiasti ed esaltati per un tirocinio quando io non l'ho neanche completato per quanto poco me ne fregava...

Sin dal 1° anno non ero convinto della bontà della mia scelta, ma non me la sentivo di interrompere subito. Così, trainato da fisiologia (l'unico esame che mi ha veramente interessato) sono arrivato fino al 3° anno.

Dopo essermi messo il paraocchi per 2 anni, è già da diversi mesi che penso di tornare sui miei passi, e iscrivermi a economia. Non riesco però a farmi venire il coraggio. Motivi?

-L'età! Questa maledetta età! Medicina è l'unica facoltà che ti può dare un futuro a prescindere dall'età di iscrizione. Economia è l'ultima! 3 anni di ritardo nella laurea temo siano un fardello molto grosso per le eventuali aziende o banche.

-Mi piacerà veramente? Ora sono molto attratto dai temi di economia: leggo spesso articoli a riguardo sui giornali, ho letto alcuni libri e quando chiacchero con i miei amici laureandi di economia è ormai diventata famosa la loro battuta "ne sai più te di noi!". Eppure, realisticamente, so che immergendosi le cose possono cambiare.

-Il lavoro, posto che riesca a trovarlo: sarà veramente gratificante?

-Il "peso sociale". Mi prenderebbero tutti per pazzo! xD I miei colleghi di università per primi.

Spero di riuscire presto a sciogliere la matassa, in un senso o in un altro...

Dr. Faustus

04/04/12

È andata!

Sono stra a pezzi e non c'ho voglia di aggiornare bene con un post lungo e dettagliato e tanto chissene frega: ho fatto pure endo gastro o reumatologia patologica... o quello che era.

Stavolta mi ha detto di gran lunga troppo bene, ma è una ruota che gira e prima o poi doveva tornare dalla mia parte.

Contento, soddisfatto, stanto, e con un bel peso in meno dietro la nuca che mi sento proprio tanto, tanto sollevato.

Grazie a tutti per il tifo e per gli incoraggiamenti: ho rotto un po' a voi, un po' ad amici, un po' ai parenti, un po' ai colleghi di università, un po' pure a uno che passava qui sotto casa e poraccio: ho attaccato un pippone con l'esame di gastro pure a lui.

Ora  mi riposo un po' e dopo Pasqua si ricominciano i corsi. A studiare si ricomincia un altro bel po' dopo, che sto più fuso dell'altro giorno quando già mi bastava.

A presto!

Simone

02/04/12

Da ingegnere a medico: un periodo di m...

La toilette della contessa. Che una toilette moderna pareva brutto.
Ora non so proprio come descrivervi il mio stato mentale degli ultimi giorni:

Per tre settimane filate ho studiato ematologia e reumatologia qualcosa come dalle 12 alle 14 ore al giorno.

Sarò uscito un paio di volte la sera tanto perché erano uscite obbligate, ho tralasciato terribilmente l'ufficio, nipotini, amici, feste e tutto il resto che c'è di bello al mondo.

Tante volte per non perdere tempo non mi preparavo nemmeno da mangiare e ordinavo pizza o cinese, e studiavo di filato fino all'una di notte.

Sto anche lì lì per mollare il gruppo con cui suono. Cioè: se voglio prendermi una sera libera vorrei passarla con parenti, amici e persone che voglio vedere... e per quanto adori comunque suonare non lo so se vale la pena barattarlo con quel poco di vita sociale che mi resta quando sono sotto esami.

E come avrete notato non ho aggiornato il blog, perché proprio non ne avevo né tempo né voglia. Ero cotto.

Il progetto originale era di studiare 2 settimane, riprendere gastroenterologia per una settimana e poi fare i due esami attaccati: uno oggi (gastro) e l'altro mercoledi. A un certo punto, però, è stato evidente questo: ematologia/reumatologia era troppa roba per farla in 2 settimane soltanto. E gastro/endocrino era troppa roba per ripeterla bene in una settimana sola.

E insomma, dopo tanto studio le possibilità che mi bruciassi anche questo appello si erano fatte piuttosto concrete. Rischiavo di trovarmi a giugno con nessun esame dato e tutte e sei le materie del quarto ancora sul groppone. Rischiavo, in sintesi, il disastro totale.

Già mi ero immaginato a ripetere l'anno. Cambiare canale (all'altro canale hanno più appelli, e a gastro non c'è nemmeno lo scritto!) finire in un corso dove non conosco nessuno. E io tutto questo tempo in più a medicina non voglio passarcelo, che se la devo fare la devo fare subito, e basta. E quasi quasi avevo iniziato a farmi l'idea che fosse il caso di darci un taglio, e di lasciar perdere.

Ecco, alla fine invece la descrizione mi pare di averla fatta bene: in questi ultimi giorni, lo spirito è stato questo. Ho continuato a studiare, ma ero talmente fuso che non capivo quasi più quello che avevo davanti. Ero stressato, nervoso, stanco e incazzato. Insomma, è stato un momento di dubbi, stanchezza e tante, tante perplessità e riflessioni.

Però non ho mollato. Ho retto, ho spinto, ce l'ho messa tutta. Cavolo: ieri ho riletto tutta reumatologia, dopo di che ho preso i vecchi scritti di gastro rimediati alla copisteria e li ho rifatti. E alla fine ho ripetuto endocrinologia ed anatomia patologica fino a mezzanotte e anche un po' dopo, fino a che non ce l'ho fatta proprio più.

Stamattina vado lì che non ero nemmeno troppo teso o preoccupato. Avevo l'atteggiamento di chi se va bene ok, se no altrimenti amen: dopo quattro volte c'è sempre anche la quinta, e prima o poi mi promuoveranno.

E questa volta allo scritto è capitato un compito di endocrinologia veramente facile, ma quello di gastro era ancora peggio del solito. Su quaranta persone ne avranno bocciate 15, e mentre il professore leggeva uno dopo l'altro in ordine rigorosamente NON alfabetico i nomi di chi non era passato credevo che mi sarebbe venuto un colpo.

E stavolta, complice la fortuna in endocrinologia e nonostante la sfiga in gastroenterologia, alla quarta volta che ripetevo quello scritto impossibile, mi hanno ammesso all'orale.

Tre orali, per la precisione: a gastro mi chiedono cose che non vedo come potrei sapere, e va così così ma comunque va. Endocrino meglio, e in qualche modo sopravvivo anche all'anatomia patologica che mi chiede proprio una cosa che avevo deciso di non rivedere, ma che poi in extremis ho fatto tipo all'una di notte.

Alla fine uno specializzando si avvicina col mio fascicolo di scritti, verbali e carte varie e mi fa: hai preso solo 25.

Solo venticinque. Tipo che secondo loro adesso lo rifiuto?! Roba che a Ingegneria un venticinque mi sa che non l'ho visto mai (ho verbalizzato un 7/30, però. E ho preso uno ZERO).

Con venticinque mi sa che a fare lo specialista gastroendocrinolopatologico non mi ci prendono... e forse, visti i trascorsi, per certi versi questo è un fatto anche rassicurante.

E insomma ho preso venticinque. Lo accetto. È andata: sta materia che non ci dormivo più la notte, è andata.

Ora resta da fare ematologia, tra due giorni. Ma tanto se anche andrà male a ripetere questa ci vuole poco, lo scritto è pure facile e - così come sto ora - sono già troppo contento.

Ed è finito sto periodo di merda.

Simone