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06/10/14

Ebook - Simone Maria Navarra - Da ingegnere a medico.

La copertina migliore... di uno che non le sa fare.
Da ingegnere a medico - come penso sia facile intuire - è una raccolta dei post che ho ritenuto più interessanti tra tutti quelli che ho scritto nel corso della mia seconda laurea in Medicina e Chirurgia.

È stato difficile riassumere 6 anni in poche pagine, ed è stato difficile tagliare cose che forse mi sarebbe piaciuto mantenere. Ho puntato però a realizzare un ebook - per quanto possibile - leggero e di veloce lettura, mettendo maggiormente in risalto i racconti dei tirocini e delle esperienze ospedaliere rispetto a quelli dello studio e degli esami veri e propri.

Ho pensato infatti che se trovando il libro qualcuno si scoprirà interessato, potrà sempre seguire il link al suo interno e continuare la lettura sul blog. Annoiare a morte invece dei nuovi lettori con centinaia di pagine di lamentele sullo studio della Biochimica o su quanto fosse stressante avere a che fare con la burocrazia universitaria, non mi pareva al contrario un'impostazione ideale.

Credo inoltre che le esperienze in reparto e - particolarmente - quelle in pronto soccorso siano semplicemente più interessanti di tante altre cose di cui potrei aver parlato nel corso di questi anni, e che valga la pena di sottolineare un pochino di più proprio quelle.

Insomma vi lascio questi due file: uno è il pdf in versione A4 (un normale foglio di carta) che potrà essere un po' più comodo per chi vorrà stamparlo.

Un altro file è lo stesso testo sempre in pdf, ma in un formato più ridotto. Che penso sia più comodo per chi preferirà invece leggere il tutto su un lettore portatile con uno schermo magari piuttosto piccolo.

In futuro magari potrei aggiungere una versione epub, ma per ora non ho troppo tempo per lavorarci e - a essere sincero - dopo tanti anni che non "pubblicavo" (gratuitamente e online) più nulla non mi ricordo nemmeno più tanto come si fa.

Ringrazio anticipatamente chiunque vorrà aiutarmi a diffondere questo piccolo lavoro a cui tengo però tanto, mettendo il link magari sul proprio blog, su facebook, su twitter e dove riterrete più o meno opportuno.

Grazie davvero ancora una volta a tutti per la presenza, i commenti, la collaborazione e tutto quanto il continuo appoggio in questi 6 anni... e - si spera - buona lettura! :)

Da ingegnere a medico - formato A4

Da ingegnere a medico - lettori portatili


Da ingegnere a medico - per dispositivi iOS

Da ingegnere a medico - per Kindle su Amazon

Simone

31/07/14

Grazie!

Prima della discussione: sorrido dal terrore.
Giorni un po' caotici tra lauree degli amici, festeggiamenti e tante piccole cose da sistemare.

Ho anche già ripreso ad andare in reparto. Più che altro tornava il correlatore, e fare un salto per portare almeno due pasticcini era il minimo obbligo sindacale.

Ora sento che ho proprio bisogno di un po' di vacanze. E questa estate speriamo di rilassarci un po'... sempre che la smetta di fare tempeste e maremoti un giorno sì e l'altro pure.

Cosa fare del blog - adesso - visto che me lo chiedono tutti?

Intanto penso di sistemare un pochino i vari post. Sistemare i link, i vari tag e cavolate varie. C'è ancora qualcosa del primo anno che non ho riportato dal blog vecchio e che dovrei trasferire.

Poi penso di rileggermi un pochino e nei limiti del possibile (sono 500 e passa post!) tutto quanto, con l'idea magari se è possibile fare una selezione sensata e razionale per "produrre" un ebook, una raccolta... insomma, un qualcosa di completo e a sé stante.

Più che altro poi l'andazzo generale dei post stava virando sull'un po' troppo serio, ma spero alla fine che i post un pochino più divertenti (quell'uno o due all'anno) siano abbastanza da farne insomma una raccolta che la gente leggerà senza rimpiangere di saper capire l'Italiano scritto.

Qui è quando ho presentato la tesi senza svenire!
Per il resto penso che il blog sia già abbastanza indipendente e completo da solo: il libro stampato oppure l'ebook fa molto figo. Molto "scrittore vero" ed è molto più vendibile, esportabile, prestabile e trasferibile.

Ma il senso reale di questa cosa che ho portato avanti per tanto tempo, ce l'ha solo il blog: con la suddivisione nei vari anni, con i post anche secondari che magari in un libro non avrebbero senso e - soprattutto - con tutti i vostri commenti.

Senza il continuo appoggio esterno di decine di milioni di persone (ho gonfiato i numeri un pochino, lo ammetto) che ho incrociato tra queste pagine, negli anni, sarebbe stato di certo tutto più complicato, difficile, e tutto anche un po' più solitario e triste.

Insomma il blog è più interessante - secondo me - di eventuali opere derivate, copincollature o quello che vi pare che se ne potrebbe trarre, e di certo lo lascerò online e leggibile a tutti.

Per cui, se la vostra paura era che qui sparisse tutto da un giorno all'altro, potete stare tranquilli: almeno finché Google non ci tira giù qualche scherzo, o mi censurano o mi denuncia qualcuno, il "Da ingegnere a medico" blog qui presente qui sta e qui resta, a imperitura memoria di questa cosa un po' folle e un po' autolesionista che mi è capitato di combinare dal 2008 al 2014.


Se invece continuerò a scrivere nel blog, in QUESTO blog, almeno... non lo so.

Da un lato penso che il percorso sia concluso. Che la laurea (mi pare) me la sono presa, e che stare ancora qui a parlare di tirocini, studio, esami e cose da studente sarebbe - semplicemente - poco interessante e forse anche un po' poco sensato.

Dall'altro lato, parlare di un percorso professionale da medico (o ingegnere che sia) in una "cosa" - questo blog - nata e cresciuta per parlare di tutt'altro, mi parrebbe anche questo fuori tema e a rischio di degenerare rapidamente verso la noia.

Cioè: un ingegnere si iscrive a medicina, e ok. Fa i turni in ospedale e gli esami e ok anche qui. Ma poi? Si mette a parlare del suo lavoro o continua a parlare degli affari suoi personali a vita. Ma perché? A chi interessa? Ci sono siti di medicina d'urgenza incredibilmente troppo scritti meglio del mio, tra l'altro.

I miei amici fanno photobombing.
Da un terzo lato (?) la scrittura è sempre stata un po' una parte della mia vita. Una volta scrivevo romanzi, poi ho cambiato e sono diventato un po' più autobiografico. Comunque sia non ricordo un periodo, negli ultimi 10 anni, in cui sia rimasto completamente senza scrivere.

Insomma: non lo so.

Mi serve un po' una pausa. Riposarmi, rifletterci un po' su e poi - a mente più calma - decidere come continuare a scrivere, e su cosa.

Intanto tutto questo testo lungo e inutile era per avere abastanza righe da infilarci dentro un po' di foto e il video della proclamazione.

Non c'è un'immagine che mi pare particolarmente indimenticabile, per cui ne ho messe più d'una così almeno - spero - potreste trovarne magari una che piace a voi :)

Quello che è importante, è che voglio ringraziare ancora una volta tutti voi per l'appoggio, l'affetto, l'amicizia e l'incoraggiamento che mi avete dato.

E se davvero come ha detto qualcuno questo blog vi è servito un po' da ispirazione e vi ha spinto in qualche modo a intraprendere un percorso che sognavate ma che - in qualche modo - vi sembrava troppo difficile o vi spaventava... be', grazie ancora: io sono solo uno che ha fatto un po' di esami all'università, e non penso di meritare tanta considerazione e tanta importanza. 

Grazie per l'ennesima volta, e in bocca al lupo a tutti. E vi auguro che tutto quello che state cercando si realizzi il prima possibile, e nel modo migliore che possiate immaginare.

Simone
Grazie!!!!!!!!

15/12/13

Qualche riflessione sul blog.

È vero: questa foto coi blog non c'entra un...
Una volta, tanto tanto tempo fa, in una galassia lontana, molto tempo prima di iscrivermi a medicina, ho aperto il mio primo blog.

C'era 'sta storia che a un certo punto avevo deciso di fare lo scrittore professionista, e insomma parlare online delle mie cose e mettere i miei romanzi su internet pareva una buona idea... cosa che in effetti è stata: migliaia di ebook scaricati (quanti effettivamente letti non posso saperlo), centinaia di commenti e alla fine anche un libro arrivato in libreria che - per quanto il mio obiettivo fosse sempre quello di pubblicare un romanzo - è stato comunque un po' la ciliegina sulla torta.

Poi insomma col tempo un po' la scrittura non è andata come speravo: nell'editoria semplicemene non ho trovato uno spazio per scrivere quello che mi piaceva, e non credo che scrivere quello che piace agli altri abbia senso. Per me sei quello che scrivi, e se devi sforzarti di essere altro solo per rientrare in uno standard più facilmente vendibile... bè: io non ci riesco. Come scrivevo di mio non ha funzionato, e allora basta.

E insomma piano piano è nata l'idea di cambiare un po' tutto, e alla fine eccomi qui a parlare di università, medicina e quello insomma che trovate nei 5 anni di aggiornamenti passati.

Un solo, ultimo appunto, sulla scrittura: io sono 5 anni che andando in giro su forum, siti, blog, facebook eccetera mi dichiaro - provocatoriamente - ex scrittore. E mai nessuno degli "addetti ai lavori"o esperti letterati che dir si voglia mi ha mai detto che parlare in un blog è comunque scrittura, e che per dichiararmi davvero EX-qualcosa avrei dovuto chiudere in maniera completa e totale.

Io penso che un racconto del genere, dall'inizio alla fine (si spera) di un percorso universitario, si meriti una dignità letteraria non per qualità, contenuti o stile o insomma per qualsiasi valore tecnico o stilistico che di sicuro non ci troverete, ma semplicemente per quello che è: una storia.

Il fatto che mai nessuno me l'abbia fatto notare in 5 anni, sancisce ancora una volta che io ho tutte delle idee miee sulla scrittura, sui libri, sull'editoria e anche diciamo molto sul mondo e sulla vita in generale (temo che valga anche per l'ingegneria e per la medicina!) che per tanta altra gente sono - al contrario - inconcepibili. E insomma, tutto sommato, continuo a dirmi: perché continuare a starci sopra e a rovinarmici la vita? Chi nasce tondo non muore quadrato: passiamo ad altro.

Resta insomma questo blog. Tanti piccoli racconti di tirocinio e vita da studente, che mi piacciono e vorrei in qualche modo risistemare e conservare (magari in un ebook, tanto per non perdere il vizio). Tante riflessioni personali spesso utili, altrettanto spesso no. E tra queste tanti commenti e tanta partecipazione sia qui sul blog che via mail, in privato.

E insomma: tutto sommato, questo blog mi ha tenuto davvero compagnia in questi anni. Mi ha aiutato a sfogarmi nei momenti di merda, mi ha aiutato a metabolizzare meglio tante situazioni, e mi ha concesso di rivedere me stesso anche un po' da lontano fino addirittura a trovare il modo di ridere di tutte le cazzate che ho fatto, e di prendermi in giro un po' da solo.

L'ho già detto tempo addietro - credo - ma lo ripeto: aggiornerò il blog fino al giorno della laurea, e poi penso di smettere.

Un po' perché sono stanco, e penso si noti spesso un po' un calo nel "tono" e nel livello dei post. Un po' per tutto il discorso che ho fatto finora, e un po' anche perché per dare valore a una storia bisogna anche dargli un inizio e una fine prima che diventi un accozzaglia di trame e personaggi senza fine, come una telenovela.

Invece la laurea con - che ne so - la gente che piange, io che chiamo ADRIANAAAAA, il cattivo (?) che mangia rabbiosamente i fogli per la mia interdizione e insomma quella roba lì... mi parrebbe davvero il finale più adatto.

Simone

02/05/12

Ebook: Il gatto che cadde dal Sole.

Non ritrovavo manco la copertina e l'ho rubata a un altro sito.
Rendo nuovamente disponibile, in maniera del tutto gratuita, questo mio romanzo breve.

Il famigerato libro dei gatti che ricorderà chi mi conosceva come scrittore emergente (ma c'è rimasto qualcuno? :) non è complesso come Mozart di Atlantide. Non cerca atmosfere particolarmente inquietanti come Codice Aggiunto e non ha la tramona (vabbe') e l'ironia di Primo Mazzini.

Allo stesso tempo, credo che dei miei tanti lavori come scrittore questo sia il più rifinito e il più romanzo, nel senso classico del termine. E se dovessi scegliere un solo libro per presentarmi a qualcuno che non mi conosce, e andare il più possibile sul sicuro, probabilmente sceglierei questo.

Ve lo ripropongo nella stessa stesura non corretta e non riveduta che avevo messo online ormai cinque anni fa (non ho voglia di lavorare di nuovo su impaginazione e copertina, e non voglio aggiornare decine di link sparsi in rete) e in due formati PDF semplici semplici precedenti all'era degli ebook standardizzati per i diversi lettori:

Il romanzo in formato A4 (per un lettore con lo schermo grande come iPad o il Kindle per quelli ricchi, o per la stampa su carta).

Il romanzo in formato A5 (per un lettore con lo schermo piccolo, come Kindle da poveracci e aggeggi cinesi vari).

Se qualcuno vorrà realizzare un epub o altro può chiedermi i file originali e glieli farò avere. Io di queste cose non mi interesso più, e credo che i formati che ho utilizzato siano un buon compromesso tra la leggibilità sui vari lettori e il mantenimento di immagini e impaginazione corrette.

Concludo dicendo che - forse al pari solo di Primo Mazzini - tra tanti miei personaggi il piccolo Nessuno mi sta particolarmente a cuore, e credo che tutto sommato sia valsa la pena di fare il mio percorso di autore anche solo per dargli vita. E mi sarebbe piaciuto un giorno scriverne un seguito, o anche raccontare la storia di una sua sorella, scampata anche lei alla malvagità degli umani (i gatti parlano così, che vi posso fare?!) in quello sfortunato giorno d'estate.

Ma il destino come dicono gli scrittori fighi che vediamo in TV non vuole sempre quello che vogliamo noi, e se cinque anni fa mi immaginavo a quest'ora davanti alla tastiera a sfornare l'ennesimo best seller, mi rendo conto che la persona che sono adesso è talmente lontana e diversa da quel sogno che non so più nemmeno io se il non aver mai trovato un editore per i miei romanzi sia stata una disdetta o - semplicemente - un bivio che mi ha portato particolarmente in culo alla luna, come diciamo noi artisti altolocati.

Certo io avrei preferito il meglio di entrambe le cose: fare lo scrittore famoso e il medico, come Conan Doyle o qualche altro pazzo che di sicuro ce ne saranno a bizzeffe. Ma non è ancora detto niente, e al prossimo bivio che arriva magari mi ritroverò più vicino a entrambe le cose e con la sensazione di non essermele nemmeno sudate tanto come mi aspettavo di dover fare.

Oppure starò ancora da tutt'altra parte, a fare chissà che e chissà come. Però, insomma: speriamo che sto benedetto destino inizi anche un minimo a chiarirsi le idee... e che alla fine si dia una calmata.

Simone

30/04/12

Riflessione su questo blog.

Spero che ciò che scrivo sul mio blog non faccia lo stesso effetto!
Questo blog è nato, quando ho smesso di scrivere e di fare l'ingegnere, per parlare del mio percorso e della mia nuova "carriera" da studente di Medicina.

L'idea era - come già fatto con altri miei vecchi progetti - di scrivere le mie esperienze per poi, a un certo punto, riportare tutto in una sorta di libro/raccolta.

Non che poi mi aspetti che i libri che nascono così abbiano un qualche appeal o interesse, ma nel mio modo di vedere le cose da ex-scrittore che ero, il libro come oggetto "conclusivo" era sempre una sorta di traguardo a cui puntare.

Ecco: io credo che questo percorso di cambiamento sia terminato già da tempo. Penso che lo scorso anno, tra la semeiotica e la prima volta in sala operatoria, ho sentito chiaramente che ero lontano da ciò che ero e che facevo prima, e che il mio percorso per quanto ancora lungo si era in un certo senso già concluso.

Credo che da quel momento in poi questo blog abbia perso un po' di senso: lo so che ora è importante capire se mi laureereò davvero, e cosa eventualmente vorrò fare dopo. Però quel bisogno di cambiamento, quella ricerca di un me stesso diverso da quello che scriveva tutto il giorno e che timbrava e firmava qualche pratica quando era il momento, è terminata già da un bel po'.

E ora continuo a portare avanti con piacere il racconto dei miei esami, e sono assolutamente felice nel pubblicare le esperienze di altre persone e di dare un consiglio a qualcuno, quando capita. Ma in questo cambiamento è stato coinvolto anche il mio modo di approcciarmi alla scrittura e a Internet, e se devo essere sincero non do più a questo spazio l'importanza che gli davo prima.

Sui blog di vecchi amici o di persone che incrocio online noto alle volte la ricerca di ricaclare - in piccolo - una sorta di modello televisivo o giornalistico o comunque comunicativo. Articoli scanditi settimanalmente, pubblicità e iniziative ben presentate. Interviste, twitter, facebook e tutte le pubbliche relazioni di questo mondo.

E sono cose che faccio pure io (twitter l'ho appena messo!) ma devo dire senza un vero entusiasmo: che se pure avessi 20 commenti a post, invece di 10, cambierebbe in ogni caso veramente poco. Non è che stiamo sul Messaggero o su Repubblica, dove mi leggono 500mila persone e devo propormi con un certo stile e in un certo modo, non so se rendo bene l'idea.

Per me il blog ha senso se c'è un qualcosa da raccontare. Cioè io svolgo una certa attività fuori di qui (nel mio caso, parliamo dell'università) e poi torno qui e ve lo racconto. Tenere il blog per il blog e iniziare e finire ogni percorso esclusivamente nello stesso posto non mi pare interessante, o almeno credo che lo fosse a suo tempo quando Internet pareva essere l'alternativa a giornali ed editori tradizionali ma adesso - per me - non lo è più. Internet si è diluito in infinite possibilità, e se nel suo complesso la rete è una cosa fantastica e per certi versi più importante del libro, non è però neppure la stessa cosa.

Insomma questo studio, questo aver tagliato i ponti con cose che mi pesavano e non mi davano soddisfazione, alla fine mi ha cambiato davvero e - credo - per il meglio. Oggi mi sento una persona più serena. C'era una sensazione che provavo ogni tanto e che mi trascinava giù come un macigno, e anche se può capitarmi di stare incazzato o di passare qualche momentaccio anche adesso, quella sensazione non la provo più da anni.

Soprattutto oggi i miei "bisogni" sono diversi e molto più concreti e realizzabili. E se per stare così ho dovuto tagliare un bel po' anche di questo spazio, be' sono convinto che ne sia valsa la pena.

Simone

27/04/12

Questo ve lo segnalo pure io: un libro da scrivere in 6 giorni!

Chuck Norris scrive romanzi coi calci rotanti.
A me il mondo dei blog letterari ormai mi sta pure sinceramente un po' sulle palle. Ma non sono qui per parlarvi di questo o di quello o quell'altro... ma di quest'altro fatto ancora:

Davide Mana, uno scrittore online che assumo sia uno scrittore che scrive online, sta provando a fare quella cosa di cui spesso ho sentito parlare ma che nella realtà non succede quasi mai: scrivere un libro.

Ma scrivere un libro non solo mettendosi lì e a scriverlo come so' buoni tutti, ma scrivendolo tutto di un fiato in una 6 giorni di "chiusa" totale senza fare altro.

Ora trovate tutti i dettagli sul blog del suddetto sig. Mana, all'indirizzo linkato qui sopra la scritta che state leggendo.

Io aggiungo un paio di mie considerazioni:

Questa cosa credo sia fattibilissima, e sono anche convinto che molti autori professionisti scrivano in questo modo. Stephen King, per fare un solo esempio, si impone di scrivere 50 cartelle al giorno. Cioè, lo so, è da malati: però se contate che con 50 cartelle magari guadagna un miliardo delle vecchie lire, o anche due... insomma poverino è na' vitaccia, ma alla fine si consola col bagno nei dobloni tipo Zio Paperone.

Io stesso scrivevo anche 10 ore al giorno ai tempi di Primo Mazzini, però non ho superato mai le 10-15 cartelle. Ero proprio un dilettante, lo so!

Scrivere 8 ore al giorno è poco. Secondo me dovrebbero essere 10 - 12 ore, con un po' di tempo dedicato a una prima correzione e riscrittura o a un surplus di testo destinato a tagli vari.

Non penso che il sig. Mana sia allenato a scrivere così tanto, per cui non mi aspetto che ce la faccia. Ci riuscirà sicuramente se prenderà il giusto ritmo, ma non penso che la capacità di scrivere continuativamente per 6 giorni consecutivi sia innata e che sia piuttosto necessaria una tecnica da sviluppare nel tempo. Poi magari lui è allenatissimo eh, che ne so io?!

Avevo altre considerazioni, ma un rompicoglioni di amico mio mi ha chiamato al telefono e adesso non so più di che stavo parlando. Ma adesso aspettiamo qualche giorno e vediamo se il libro arriva davvero... o se per terminarlo l'autore ci dovrà impegnare BEN due tre giorni in più.

Simone

02/03/12

Ho comprato un ebook di WePub.

Ora lo so che dico sempre che gli ebook non se li compra nessuno, per cui questa mia azione (comprarne uno) parrebbe maldestramente smentire me stesso.

Però io sono uno che si compra pure i CD musicali e gli MP3 su iTunes, e le varie volte che mi interessa un film provo addirittura ad andare a vederlo al cinema invece che scaricarmelo e guardarlo scattoso e sgranato e con l'audio dimmerda come invece un po' va di moda.

Per cui insomma non penso di fare troppo testo: sono una specie di alieno che ha la fissazione che pagare il lavoro degli altri sia necessario, oltre che onesto, ma la mia visione degli ebook o per lo meno del loro attuale posizionamento commerciale resta quella di sempre.

Insomma, dicevo: ho comprato il primo ebook di WePub. O meglio è il secondo (sul sito ce ne stanno due, e andando da destra a sinistra prima di quello che ho comprato ce ne sta un altro) ma quello che ho comprato io è un romanzo mentre l'altro è una raccolta di racconti... e questo insomma è il primo romanzo uscito però insieme a un altro libro, che però è sempre il primo pure quello. Interessante, vero?

L'ebook si intitola "Ultimo orizzonte", di Valentina Coscia, ed è un romanzo fantasy. Quello che non ho comprato invece si chiama "È qui che dobbiamo stare", di Sergio Donato, ed è una raccolta di racconti. Non me ne voglia Sergio, ma non ho preso il suo ebook non per giudizi di qualità o altro, ma solo perchè volendone scegliere uno ho preso il romanzo perché considero il racconto come una forma di narrativa - per il caso specifico della mia personale persona - meno interessante. Anche se i miei racconti sono probabilmente molto meglio dei miei romanzi... tanto per ri-smentire me stesso di nuovo.

Capisco però la scelta di un fantasy e una raccolta di racconti per proporre una casa editrice, perché forse l'editore avrà voluto puntare su un pubblico il più vasto possibile con due testi tutto sommato quasi antitetici.

Altra scelta spiazzante: i due ebook non hanno una copertina. Cioè ce l'hanno la copertina, ma a meno che al mio Browser non manchi qualche aggiornamento è solo una scrittona con il logo dell'editore, senza immagini o nient'altro che identifichi il testo o che cerchi in qualche modo di rappresentarne il contenuto.

Lì per lì questa cosa mi aveva un po' fatto un po' pensare, tipo: bo'?! Ma poi ci ho pensato sopra, e devo dire che è una buona idea: stiamo ancora parlando di un editore nuovo, e che pubblica ebook. Perché accollarsi anche la spesa di una cosa tutto sommato inutile (e spesso deleteria, visto la roba che si vede in giro) come la copertina? Cioè, se ci rifletto, mi pare che questi di Wepub siano proprio partiti con le idee chiare e non abbiano nemmeno troppa paura di uscire dagli schemi di una forma di editoria che - a ben pensarci - di schemi e di modalità predefinite standard da ricopiare ancora non ne ha.

E non faccio segreto del fatto che, a WePub, ho inviato un po' tutto quello che avevo accumulato nell'hard disk negli anni in cui facevo lo scrittore. Sì, lo so: poracci. Ma l'hai voluta la bicicletta? T'ho detto io di fare l'editore? E allora ti tocca, beccati 'ste 3000 pagine di roba pure te, che tanto prendete gli invii online e perciò è pure gratis.

Inutile aggiungere che è un po' che ogni 2-3 giorni mi arriva una mail di rifiuto per qualcosa. Ma al di là di qualsiasi invidia o volontà di rivalsa (non è che sinceramente io veda più la scrittura con il grosso trasporto di un tempo, e se piaccio piaccio se no tanto meglio che c'ho da fa') volevo mettere mano al loro lavoro e a quello che stava venendo fuori. Cioè, io in genere un libro di un editore lo compravo PRIMA di mandargli ottomila manoscritti da rifiutare, per capire chi stessi contattando. Qui i libri non c'erano ancora, per cui ho invertito la solita sequenza e il loro libro l'ho preso dopo, appena disponibile.

Ho già detto che l'idea della copertina mi piace, e anzi credo sia da fargli un bell'applauso. Bisogna cambiare un certo modo di intendere l'editoria, e scardinare consuetudini e modi di fare fossilizzati: tanto hanno fallito, e ricopiarli è come ricopiare il percorso di un'automobile che è finita a schiantarsi su qualche palo della luce (ma, prima che vi preoccupiate, non s'è fatto male nessuno: sono tutti soltanto molto, molto, molto depressi).

Il testo l'ho sfogliato rapidamente, e ho letto le prime pagine. Ora potrei anche dirvi che è interessante e ben scritto, ma dare un giudizio su una cosa che non ho letto per intero non mi pare sensato. Poi già per sfogliarlo un po' e scrivere 'sto post inutile ho perso 2 ore e mi sa che mi sono giocato il prossimo esame di Patologia Integrata, che ogni tempo tolto allo studio ormai è tempo che tanto lo studio verrà incazzosamente a riprendersi.

No, sul serio: il libro pare addirittura scritto da uno che fa lo scrittore (cosa che non darei mai per scontato) e in quanto a impaginazione e qualità del lavoro editoriale non mi pare ci sia proprio nulla da eccepire. Ma io con la narrativa c'ho proprio litigato un po', e dopo che ho studiato tutto il giorno il mio concetto di svago si avvicina a tutto fuorché all'atto di leggere ancora.

Comunque prometto che adesso il romanzo lo metto nel lettore e-ink (se ancora si accende, speriamo) e quando sarà magari poi me lo leggo pure... ma non restate lì col fiato sospeso ad aspettarvi la recensione, che a Pneumologia mi hanno spiegato che dopo un po' che non respiri più a un certo punto ti senti male. Qualcuno - dicono - c'è pure morto.

Oppure, per quel poco che costa, un ebook della WePub potete pure comprarvelo. Così poi magari poi ve lo leggete anche...

E se non potete proprio vivere senza, la recensione ve la fate da soli.

Simone

Link: WePub.it

09/01/12

Segnalazione romanzo: Il segno dell'untore, di Franco Forte.

Dopo aver fatto l'ingegnere, e prima (un bel po' tanto prima) di fare l'aspirante dottore, ai bei tempi insomma in cui non facevo una minchia, ero anche uno scrittore (quasi) affermato.

E in mezzo ai tanti scrittori che mi è capitato di incontrare nel corso della mia carriera (una delle tre), mi è capitato di conoscere Franco Forte: autore, editor, editore, curatore e altre professioni editoriali della Delos Books.

Con Franco e con la Delos ricorderete che - a suo tempo - ho pubblicato Io scrivo, il libro che raccoglieva le mie esperienze di scrittore emergente dell'epoca appunto pre-universitaria. Se non ve lo ricordate anche meglio, così magari potreste comprarlo di nuovo andando qui.

E dopo aver ricomprato e riletto il mio libro, se avete ancora voglia di leggere qualcosa nel corso della vostra vita (la possibilità che ve l'abbia fatta passare è piuttosto concreta) potreste valutare l'idea di leggere anche l'ultimo libro che Franco sta pubblicando proprio in questi giorni:

Il segno dell’untore
di Franco Forte
Collana Omnibus Mondadori
Pagine 358
Prezzo: 15 euro

Milano, anno del Signore 1576. Sono giorni oscuri quelli che sommergono la capitale del Ducato. La peste bubbonica è al suo culmine, il Lazzaretto Maggiore rigurgita di ammalati, i monatti stentano a raccogliere i morti. L’aria è un miasma opaco per il fumo dei roghi accesi ovunque.
In questo scenario spettrale il notaio criminale Niccolò Taverna viene chiamato a risolvere due casi: un furto sacrilego in Duomo e un brutale omicidio. Chi ha assassinato il Commissario Inquisitoriale Bernardino da Savona? E perché? E chi ha rubato il candelabro di Benvenuto Cellini dal Duomo?

13/11/11

All you can bEat: Tigre da marciapiede (bootleg). La canzone del mio libro.

Non suono da molto, registro musica da ancora meno e forse un bootleg non so tanto bene cosa sia di preciso.

In ogni caso, quella che vi faccio ascoltare è una prova fatta in saletta e ripresa con un registratorino portatile (insomma la qualità è quella che è) della prima bozza di un nuovo brano del mio gruppetto, gli All you can bEat.

La canzone si intitola (almeno per ora) Tigre da marciapiede, e se riusciremo a sistemarla a dovere sarà la colonna sonora del mio libro in uscita con Pyra Edizioni, nonché base musicale per un eventuale booktrailer allegato.

Il risultato - come è ovvio - è tutt'altro che definitivo: l'audio si sente male, la voce è coperta dalla musica e i tempi musicali sono tutti da rivedere. L'idea però era di proporvi non tanto una canzone finita da mettere nel Walkman, quanto un work in progress che mostrasse il lavoro che può esserci dietro alla stesura di un brano musicale... e dietro alla pubblicazione di un libro.

Personalmente credo che alla fine il brano sarà bellissimo, e mi piace l'idea di aver mescolato due mie (presunte) capacità creative per tirare fuori qualcosa in grado di rappresentarle entrambe. Ovviamente il merito per la musica - quando sarà finita e ascoltabile - andrà al resto del gruppo e cioè a Mattia e Gianluca, mentre il merito del libro va all'editore che mi sta dando la possibilità di pubblicarlo.

Io invece gestisco questo blog e poi il registratorino è il mio... per cui insomma anch'io la parte mia - tutto sommato - l'ho fatta.

Simone

09/11/11

Una bella notizia: pubblico un ebook con Pyra Edizioni.

La bella notizia già la sapevate, ma finalmente ve la confermo: il mio romanzo Il gatto che cadde dal Sole uscirà per davvero in formato ebook con un editore digitale, la Pyra Edizioni.

Ora, da un punto di vista semplicemente personale, non so cosa aspettarmi da un mio testo venduto in formato elettronico. Non so nemmeno se sarei felice di riprendere a scrivere narrativa e ad avere di nuovo la faccia di farmi chiamare scrittore, perchè forse la vita che faccio adesso mi piace di più di quella di 3 o 4 anni fa, e di quella che era la mia vecchia passione - come di tante altre cose - non sento ancora la mancanza.

Credo però - e qui di dubbi ne ho pochi - che in un periodo tanto deprimente come quello che sta passando l'Europa in questo momento, un ragazzo come Giuseppe Tararà (sarebbe l'editore) si meriti tutta la fortuna e l'incoraggiamento e la passione che gli possiamo trasmettere.

Alzare il deretano per combinare qualcosa è 1000 volte più intelligente e costruttivo e anche semplicemente "bello" che stare sul blog o su Facebook a piagnucolare senza fare nulla, come purtroppo anche io mi sentivo spesso tentato di fare quando avevo ancora il tempo per concedermi il lusso di annoiarmi. Viviamo in un'epoca tragica dove la gente ha il terrore di fare un passo o una piccola scommessa, perché come ti muovi subito c'è chi ti critica, chi ti mangia letteralmente vivo, o semplicemente non succede niente e quello che volevi realizzare si spegne lentamente in un nulla di fatto.

Io credo però che l'atto in sé di iniziare un qualcosa con coraggio e fatica valga eticamente molto più del suo eventuale successo o insuccesso. E per questo sono convinto che la Pyra, come infinite altre realtà analoghe, sia una cosa bella e importante e sono davvero, davvero felice di pubblicare un mio libro con loro. Che poi non la pensavo a questo modo nemmeno io, almeno non fino a poco tempo fa: ero caduto nella trappola del non tentare mai nulla fino a portarti sfiga da solo, ma poi - grazie al Cielo - in qualche modo ne sono scappato.

In fin dei conti, e chiudo, credo che Giuseppe abbia fatto un po' quello che ho fatto io stesso con l'università: smettere di desiderare ardentemente un qualcosa, per mettersi piuttosto in discussione nel tentativo di conquistarla. E se la vediamo così, se anche in questo momento ho smesso di scrivere narrativa, tutto sommato io e la Pyra Edizioni siamo perfettamente in tema: ci stiamo provando, e abbiamo l'ottimismo e la determinazione di chi ha avuto il coraggio di investire nei propri sogni e nelle proprie speranze.

Simone

28/09/11

Ebook: Cacciatore di uomini - di Glauco Silvestri. Pyra Edizioni.

La Pyra Edizioni è un nuovissimo e piccolissimo editore, che ha appena iniziato a pubblicare testi in formato ebook.

Se poi non si fosse già capito, la Pyra Edizioni è lo stesso editore che forse - se tutto andrà più o meno come pare che stia andando - dovrebbe riproporre l'ebook del Gatto che cadde dal Sole, il mio romanzo sui gatti che parla dei gatti e coi gatti che fanno i gatti.

Ancora: ho conosciuto Glauco Silvestri ormai una vita fa, e - anche se solo attraverso il suo blog - da una vita a questa parte seguo il suo lavoro di scrittore e le sue iniziative letterarie.

Insomma, che volete? Come dovrei presentarvi questo libro, e che opinione vi aspettate che abbia a riguardo?

Avevo pensato allora di non dire nulla, ma di limitarmi a una sorta di pianto greco in difesa dei piccoli editori, degli ebook a basso costo (questo Cacciatore di uomini costa appena 3 euro) e dei poveri e indifesi scrittori emergenti.

Anche questo, però, mi sembrava un po' forzato e fuori luogo: se un libro mi interessa io personalmente me lo compro, e il fatto che sia di un autore nuovo o in un formato ebook particolarmente economico lo trovo al limite in qualcosa in più, e non certo il motivo principale che mi spinge a volerlo leggere.

Mi limito insomma semplicemente a presentarvi questo romanzo: è scritto da un amico scrittore e pubblicato da un (forse) mio amico editore... che io che faccio amicizia con un editore la vedo proprio dura, ma è comunque una persona che ho avuto modo di conoscere e col quale al momento non ho ancora nemmeno litigato, per cui direi che siamo sulla strada buona.

È un thriller con l'assassino che assassina tutti perché lui poverino non riesce a relazionarsi altrimenti, e poi c'è pure la storia d'amore piena di suspance come nei romanzi fighi degli scrittori incazzosi, quelli che quando vendono 3 milioni di copie ci restano anche male perché dai, poverini: tutta colpa della crisi dell'editoria.

Vabbé: stavo iniziando a scrivere boiate a ruota libera, però poi ho cancellato tutto. Vi lascio invece con la sinossi del libro, e poi - ovviamente - con il link per andarlo (eventualmente) a comprare.

IL CACCIATORE DI UOMINI - DI GLAUCO SILVESTRI

Mercurio è un assassino professionista. E' il migliore nel suo campo. A un certo punto della sua carriera decide di aprire un blog senza valutarne attentamente le conseguenze. Forse a causa del blog, la sua umanità torna a galla. Si innamora di Nadia e decide di lasciare la propria professione per vivere assieme a lei. Ciò risulta essere una scelta fatale per entrambi.

'Il Cacciatore di Uomini' si innesta nella trama di 'Professione: Assassino' per raccontare quanto avviene nel buco temporale che compare nel primo ebook, tra la chiusura del blog e il finale del racconto. In esso compare la fuga dei due amanti, la decisione di affrontare le avversità con le armi spianate, la volontà di sopravvivere, il desiderio di trovare un angolo di pace dove poter vivere e potersi amare l'un l'altra.


Un racconto di azione, di lotta interiore ed esteriore, di speranza, di disperazione... con un finale insospettabile.


Per acquistare l'ebook (3,00 €)


Il blog di Glauco Silvestri.

Il sito della Pyra Edizioni. 


Simone

08/09/11

Riflessioni di metà percorso - 2 :se non avessi passato il test di ammissione a Medicina.

Il 5 Settembre, più o meno 3 giorni fa, c'è stato il test di ammissione per la facoltà di Medicina.

80 domande di logica, cultura generale, biologia, chimica, matematica e fisica, da rispondere con le classiche crocette. Poi una commissione fa una classifica dei vari studenti a seconda dei punteggi, e se rientri nella graduatoria va bene altrimenti ti attacchi e Medicina non la puoi fare.

E a me ha detto anche bene che Medicina non è proprio la facoltà più richiesta: quando l'ho fatto io alla Sapienza c'erano 550 posti disponibili, per appena 4000 candidati. Un rapporto di circa 8 a 1, che tutto sommato per essere una specie di concorso è anche abbastanza favorevole: se conti chi non si presenta e chi a prepararsi non ci ha provato nemmeno, alla fine se studi vuol dire che - con un minimo di fortuna - ce la fai.

Ho fatto anche il corso di preparazione estivo, con tutti i ragazzetti appena diplomati. Appena arrivato al corso la professoressa di Fisica mi ha chiesto: "ma te qui che cavolo ci stai a fare?" e io lì in mezzo mi sentivo una specie di alieno. Al corso ho conosciuto un bel po' di ragazzi, con i quali tutto sommato andavo d'accordo... ma mi sa che di loro, all'epoca, non è entrato nessuno.

Poi al test vero e proprio ci hanno divisi a seconda della data di nascita, e io sono finito nell'aula con tutti quelli che avevano dai 30 anni in più. E lì tra 300 persone se non ero il più giovane di tutti direi che ci mancava davvero poco. Due biologi di 40 anni che stavano al banco dietro di me sono entrati. L'infermiere che avevo davanti no, una ragazza che avevo accanto non l'ho più vista e non saprei dire.

Alla fine il mio punteggio è stato 51, a Roma si entrava già con 40 e insomma è andata bene. Ed è vero che avevo studiato, ma troppe volte a esami e concorsi ho studiato e invece m'ha detto male, per cui non è che il risultato fosse così certo e sicuro.

E ogni anno che arriva il periodo dei nuovi test, un po' ci ripenso: che avrei fatto se mi andava male? Se quel giorno insieme all'influenza con nausea e mal di testa che già avevo mi veniva pure 40 di febbre? Se non sentivo la sveglia, sfasciavo la macchina, o mille altre cose?

Mi ricordo che era un momento davvero pesante, sotto ogni punto di vista. Da un lato volevo mollare libri, l'ingegneria e una vita che mi annoiava a morte e nella quale mi sentivo già vecchio. Dall'altro avevo dubbi, incertezze, speranze anche per un qualcosa che non sapevo bene cosa avrebbe realmente comportato. E in mezzo questa cavolo di prova di ammissione che sì, tanto se sei già laureato in ingegneria si aspettano tutti che la superi... per cui se poi non entri è ancora peggio.

Cosa starei facendo, oggi, se non fossi entrato?

Ecco. Di sicuro ci sarei rimasto male. Dopo tanti tentennamenti e dubbi prima di dedicere di provarci, restare fuori sarebbe stata una bella botta. Probabilmente non ci avrei riprovato, magari per la delusione e oppure semplicemente prendendo la cosa come un segno del destino. Per cui, insomma, al 90% medicina non l'averi più fatta.

Sarei tornato a fare l'ingegnere. Ma non come adesso, per l'ufficio come capita e se davvero proprio mi tocca. Avrei ripreso la carriera da libero professionisa con fotocopie, timbri, burocrazia e geometri che ti spiegano quello che devi fare, e se non va bene ti cazziano pure. E insomma, la passione per il lavoro sarebbe stata una cosa alla quale avrei dovuto rinunciare.

Oppure magari avrei comunque cercato un lavoro diverso, e forse alla fine sarei stato anche contento di non essere tornato all'università. Magari mi sarei fatto crescere il pizzetto e sarei diventato cattivo, un po' come gli scittori di thriller o come la realtà alternativa di una puntata dei vecchi Star Trek. Ma questo, ormai, non posso proprio saperlo.

Avrei anche - con tutta probabilità - continuato a scrivere. Magari il seguito di Primo Mazzini, e poi qualcos'altro. Una storia magari bellissima, ma che adesso non so nemmeno immaginare: la mia creatività si è un po' spenta con lo studio. E se anche come scrittore non avrei mai combinato nulla, avere una mentalità creativa è importante, e forse sarebbe un qualcosa da recuperare. Magari in futuro, quando gli esami saranno finiti.

Anche la musica, in fondo, è un qualcosa che è arrivata insieme al ritorno all'università, e forse a questo punto non avrei nemmeno iniziato a suonare la batteria. Forse è quella componente creativa di prima che ha semplicemente trovato un ruolo meno invadente e che si sposa meglio con lo studio. Chissà, probabilmente è così.

E in questi tre anni è cambiato molto anche il mio modo di vedere la vita, e di affrontare le cose. Prima ero più pessimista, e se anche scherzavo forse molto di più sotto sotto ero più severo e più negativo. Prima, diciamolo, forse ero semplicemente frustrato, stanco e insoddisfatto, e tutto quello che mi capitava lo vivevo di conseguenza.

Non voglio pensare che sarebbe bastato un test andato male per essere ancora così, ma tutto sommato è una possibilità. Ed è anche vero che sto ancora a metà strada, e da qui alla laurea (più eventuale specializzazione) ho ancora tutto il tempo di rompermi e frustrarmi di nuovo quanto voglio.

Ma per ora - insomma - sto qui: il test è solo uno dei tanti intoppi del passato, sono uno studente di 36 anni, ho 100 mila cose in ballo che stanno ancora tutte un po' a metà, insolute e dagli esiti tutt'altro che scontati. Tutto sommato mi sembra di essermi dovuto sudare davvero tutto, ma penso anche di aver avuto davvero una gran fortuna.

E speriamo che continui così.

Simone

02/09/11

Cose fatte, e da fare. Tempo permettendo.

Ho appena finito di rivedere il vecchio ebook da ri-pubblicare con un nuovo editore (sempre in formato ebook). Nel rileggerlo mi sono detto che come autore - probabilmente - avrei meritato di più. Non di più in questo momento, quando ormai faccio tutt'altro e questo piccolo editore sta aprendo una nuova attività puntando anche su di me (e direi che non è affatto un "complimento" di poco conto).

Però di più sicuramente meritavo nel momento in cui ho mandato i miei testi a decine di professionisti del settore, con risultati variabili dal silenzio agli insulti, rendendomi conto lentamente che forse era meglio scappare da questo mondo dei libri prima di dedicargli così tanto di me stesso da non poterne sfuggire più.

Oltre a questo, tra un'ora attacco in ambulanza e così devo pure sbrigarmi a scrivere questo post. La cosa drammatica è che avevo accettato un invito al mare più cena serale da dei carissimi amici (che tra l'altro spesso leggono il blog: ciao Nick! ^^) per poi ricordarmi che mi ero segnato il turno la settimana scorsa. Una volta mi è successo di prendere l'impegno per un servizio, ma quando mi hanno chiamato per chiedermi "ma allora, perché ancora non arrivi?" me ne ero completamente scordato e stavo tipo a Perugia. Si sono vagamente incazzati e ora avrò per sempre la fama di quello inaffidabile che dà le "sole" anche se è successo una volta sola in 10 anni e che poi era colpa pure loro perché nessuno me l'aveva ricordato. E vabbè: così è la vita, come diceva Vonnegut.

Poi il 6 Settembre ho un esonero di Farmacologia. Che visto che sto correggendo libri e dando le sole agli amici del mare al momento non è che l'abbia proprio preparato benissimo. Prevedo le solite nottate sui libri e serate sui libri nonché - volendo - anche mattinate e pomeriggi sui libri, specie questo fine settimana. La mia vita è troppo eccitante, vero? ^^

Ora poi sto in ufficio che aspetto una persona per una cosa di lavoro, e se tra un'ora devo stare in divisa con l'ambulanza e tutto l'armamentario fatevi voi i conti di quanto tempo mi resta per mangiare. Quando però facevo l'ingegnere a tempo pieno era molto peggio, del tipo che mi è capitato di mangiare un pezzo di pizza mentre guidavo da un posto all'altro... per cui adesso non posso proprio lamentarmi.

Continuano ad arrivarmi poi lettere di aspiranti studenti universitari anziani, nonché di scrittori emergenti che mi chiedono spiegazioni e consigli. Cioè, perché uno scrittore debba chiedere a me come comportarsi nel mondo editoriale è un bel mistero, a meno che non ci tengano a finire sotto un ponte o a scrivere un blog su quanto sia triste e infelice la vita dello scrittore (come se ce ne servisse un altro!) Riguardo agli studenti, visto che i test di ammissione sono imminenti mi pare invece più normale che trovino il mio blog, e che si rivolgano a me con qualche domanda. Io faccio il possibile per raccontare la mia esperienza con la maggiore sincerità possibile e per capire le varie situazioni. Ma poi, ovviamente, ognuno deve decidere da sé.

E insomma, che c'è rimasto? Ah sì: le lezioni ricominciano il 19 Settembre, e penso che dalla prossima settimana riprenderò a fare qualche turno anche in ospedale. Un turno ogni tanto. Quando capita.

Che se no ho troppo tempo libero!



Simone

29/08/11

Appena tornato!

Sono tornato ieri sera, sul tardi, e già oggi sto nel pieno di 200 attività.

C'è l'ufficio da riprendere, ci sono i nipotini da andare a trovare, c'è un ebook da finire di rivedere per poi inviarlo all'editore di ebook che poi lo dovrebbe mettere in vendita come ebook (tanto per chiarire che c'è in ballo un nuovo ebook di un libro vecchio) c'è una prova di esonero di farmacologia da iniziare a preparare per il 9 Settembre e c'è forse magari se va tutto bene ancora un po' di sole da sfruttare per qualche ultima capatina in spiaggia.

Ah, mi sono anche segnato un altro turno in ambulanza, così se poi succede qualcosa di interessante ve lo racconto pure... ma speriamo di no e che non usciamo manco una volta così dormo e mi riposo, che manco sono tornato che già so' stanco. ^^

A presto per i prossimi aggiornamenti, magari un po' più sostanziosi!

Simone

20/08/11

Un turno estivo in ambulanza.

Ieri ho fatto un turno in ambulanza.

Era un sacco che non ne facevo uno, ero un po' preoccupato ma alla fine è andata anche meglio del previsto. Sarà che è stata una giornata tranquilla, per fortuna, ed è andato tutto senza intoppi o problemi.

Comunque sia, durante il servizio è successa una cosa che mi ha fatto riflettere: andiamo a casa di un paziente, per una chiamata, e troviamo questo signore con un problema sanitario tutto sommato non grave (senza stare a spiegare ogni dettaglio, che non affitto più!) ma che ha comunque richiesto il ricovero.

Essendo io un semplice soccorritore non potevo mettermi lì a toccare e visitare questa persona più di tanto (e non ne sarei nemmeno capace, sinceramente) e di cartelle cliniche o vecchi esami a disposizione non c'era nulla.

Insomma eravamo con un paziente, ma io non ero né abbastanza bravo da capire da me che cosa avesse, e né avevo a disposizione esami e test fatti da altri per chiarirmi le idee. L'unica opzione è stata quella di aspettare la decisione dell'infermiere (sull'ambulanza c'è sempre un sanitario, e ovviamente è lui che dà le indicazioni a noi volontari) caricare il paziente in barella e portarlo in ospedale.

E non è che io pretenda di curare le persone per strada, fare il medico figo tipo ER o chissà che. Solo che stare lì a guardare senza capire una mazza non è comunque il massimo della mia aspirazione, e - almeno in questo momento - trovo che il soccorso in ambulanza non sia forse il settore più adatto per imparare a fare il medico.

Durante i primi tirocini, la professoressa del reparto di Medicina Interna ci faceva studiare le cartelle cliniche dei pazienti. Stare lì a leggersi analisi e visite specialistiche scritte nella calligrafia indecifrabile dei dottori è in effetti decisamente meno eccitante rispetto a salire su un'ambulanza in sirena... ma credo che per imparare sia a tutti gli effetti il sistema migliore.

Detto questo, penso che riprenderò comunque a fare servizio di 118 con più frequenza: mi piace andare in ambulanza, tutto sommato mi diverto anche in compagnia dei colleghi volontari e infermieri, e rimane comunque una possibilità per stare a contatto con i pazienti e con l'ambiente medico e ospedaliero.

Resta sempre il problema di trovare una situazione più adeguata dove riuscire ad acquistare l'esperienza pratica che al momento mi manca quasi completamente, e a Settembre insomma ricomincerà la ricerca di un reparto o di un servizio di Croce Rossa che mi offra questo tipo di possibilità. Tutto sommato il reparto di Medicina Interna che ho frequentato va già abbastanza bene... ma vorrei guardarmi ancora un po' intorno e magari andare in più posti differenti. Oltre a questo devo dare 3 esoneri di Farmacologia, e credo intorno al 16 Settembre inizieranno le lezioni del quarto anno... e insomma adesso sparirò per un'altra settimana di vacanza, ma poi mi toccherà rimboccarmi di nuovo le maniche.

Da lato libri e scrittura vi informo che c'è in ballo una ri-edizione digitale (cioè sempre in formato elettronico, e non cartaceo) di uno dei miei libri con un piccolo - ma agguerrito - editore. Ora gli ebook da questo blog già li ho tolti e anzi mi ero già quasi scordato di averceli, ma quell'ebook in particolare l'ho tolto anche da tutti gli altri miei siti link blog facebook e robe internettiane varie, visto che magari poi l'editore ci rimaneva male.

In ogni caso la versione ri-editata sarà (appunto) ri-editata per cui dovrebbe essere anche più pulita, leggibile e tutto il resto. Riguardo al titolo non vi dico qual è così rimane l'effetto sorpresa... anche se a capire quello che manca ci metterete un secondo.

Ma scommetto che sarà un secondo di grande tensione.

Simone

03/08/11

Riflessioni di metà percorso - 1: il blog, e la scrittura.

Passata questa sessione di esami, e in un momento di relativa calma come quello estivo, mi sono trovato a riflettere sulla mia decisione di riprendere gli studi e sulle conseguenze che questo ha portato negli ultimi tre anni.

Penso che affronterò il discorso a più riprese, ma per adesso partiamo dal blog e dalla scrittura... senza i quali - tutto sommato - non saremmo nemmeno qui a discutere.

Insomma, il blog. Se torno all'agosto del 2008, sul mio Lo scrittore emergente trovo i consueti affardellamenti mentali sugli ebook che mi facevo all'epoca, in un post che non sono riuscito a rileggere per intero nemmeno io.

Qualche giorno prima avevo festeggiato la futura pubblicazione del mio libro e poi - sempre nello stesso periodo - ritrovo il seguente annuncio:

"...ripeto per chi è stato poco attento (o semplicemente non si legge tutti i commenti) che a breve farò il test di ammissione alla facoltà di Medicina, dopo di che smetterò di aggiornare codesto blog ivi presente per tenerne un altro..."

Insomma stavo per ricominciare l'università, e contemporaneamente chiudevo il blog sulla scrittura che mi aveva tenuto compagnia durante i miei anni da aspirante scrittore emergente, o quello che ero.

A rivedere le cose così da lontano, mi sembra evidente la voglia di cambiamento e di vera e propria rottura che avevo allora: basta parlare di libri, e basta con la vecchia professione da ingegnere. Tra l'altro è stato anche l'inizio della fine, per così dire, della mia carriera di scrittore online: se tre anni fa un discorso senza capo né coda sui puntini di sospensione attirava anche 30 commenti, oggi parlare di rianimazione cardiopolmonare o di esami universitari scomoda - nel migliore dei casi - una decina di lettori.

Ma questo mi ha anche aperto gli occhi: ora perdonate la filosofia da quattro soldi, ma se rimaniamo sempre fermi in un punto, tutto ci appare da una sola prospettiva. A spostarsi un po' le cose cambiano, e piano piano io ho capito che - se c'era tanta gente che mi leggeva - non lo dovevo alle mie capacità, agli argomenti da me trattati e neppure al mio enigmatico carisma, ma al solo fatto che la scrittura fine a sé stessa interessa e piace di più di una scrittura più pratica o comunicativa.

Mi spiego: sembra un controsenso, ma nel momento in cui applichi certi concetti piuttosto che girarci attorno con le solite quattro argomentazioni, scopri che gli scrittori online sono un'infinità mentre i potenziali lettori sono solo una frazione del totale. Del resto, anche i piccoli editori e molte realtà anche un po' più grandi tendono a rivendere i libri agli scrittori stessi: perché su Internet dovrebbe essere diverso?

E insomma, la verità è che scrivere non è necessariamente tutta questa gran cosa. Davvero. E nemmeno leggere. La visione poetica ed elevata del rapporto autore/lettore è una robaccia che si sono inventati per girare drammatici film su autori affascinanti, quando nella realtà gli scrittori sono arroganti e antipatici. La verità è che si rischia di infognarsi su temi e discussioni vuote e auto-alimentate, ma che poi ci rendono esperti di un bel nulla. Si rischia di faticare, arrabbiarsi, sudare, soffrire anche... alla ricerca di un qualcosa che poi non vale un accidenti di niente.

Eppure, dopo tutta questa pars destruens (eh, chissà che svarione ho scritto?! ^^) ammetto che la mia attività di scrittore ha avuto anche un aspetto che mi ha gratificato. C'è un momento in cui capisci che hai attivato un certo meccanismo, e che dalle parole è nato anche qualcos'altro oltre alle solite chiacchiere. E la mia soddisfazione più grande non è arrivata dal blog sulla scrittura, non dal romanzo dei gatti (che comunque, se agli editori non è piaciuto quello, che vadano davvero a zappare l'orto!) e nemmeno il libro che ho pubblicato. Il mio migliore, più importante e concreto risultato - come autore - è questo post: la mia seconda laurea in medicina.

Un testo semplice, una spiegazione chiara e diretta, per riportare a parole un'esperienza personale tutto sommato banale. Se lo scorrete, sotto alla fine del post ci sono 150 commenti. E lo so che almeno 70 di quei commenti saranno i miei, dove rispondo a questo o quell'altro, ma gli altri sono di persone che si sono interessate. Persone curiose, critiche o pronte a dare un appoggio. E anche tanti, una marea, che stavano meditando l'idea di ricominciare a studiare a chissà che età, e hanno trovato qualcuno a cui chiedere per tanti dubbi. Qualcuno che si trovasse - come nel mio caso - a poter raccontare un'esperienza simile alla loro.

Discutere del mondo, elaborarlo e presentarlo agli altri. Trasmettere un pezzetto della nostra vita, che poi chissà perché può assomigliare alla vita di qualcun altro. Questo è scrivere, vivere, comunicare, secondo me.

E se tre anni fa ricevevo lettere di persone che mi chiedevano come diventare scrittore, come presentare un libro a un editore e come migliorare la tecnica narrativa e altri drammatici problemi letterari, ora mi scrive gente che si trova di fronte a decisioni importanti, che vuole riprendere gli studi e che cerca una possibilità di maturare, di cambiare e di arricchirsi interiormente. E come posso mettere queste cose sulla stessa bilancia? Come è possibile pensare che siano anche solo paragonabili?

A ripensarci, a tre anni di distanza, penso che alla fine si è trattato semplicemente di lasciar perdere le cose che mi pesavano per concentrarmi su quelle che volevo sul serio. E adesso mi sembra quasi una specie di percorso, un'impalcatura complessa ma che chissà come si regge in piedi: l'aspirante scrittore che poi si iscrive a medicina, e poi il medico (e quello pure aspirante!) che si ritrova a dare consigli a chi gli scrive.

Forse non è che una cosa abbia necessariamente lasciato il posto a un'altra, ma è più un mescolarsi di varie componenti. E più passa il tempo e più mi pare che la persona che potevo essere stia - finalmente - prendendo forma.

Simone

31/07/11

Qualche piccolo cambiamento, e una riflessione.

Mi piace di tanto in tanto dare una rinfrescata al blog aggiornandone l'aspetto, e mi piace aver messo un po' d'acqua tra i post adesso che con l'estate si muore di caldo. Oltre a modificare lo sfondo, ho eliminato le immagini e le recensioni del mio primo (e ultimo) libro pubblicato e degli ebook scaricabili gratuitamente.

Credo che la mia carriera di scrittore abbia lasciato spazio a cose più degne di interesse, utili e gratificanti, e di tanto in tanto nella vita fa bene prendere gli scatoloni pieni di cianfrusaglie e buttare tutto nel secchio.

Poi vi dirò la nuda e cruda verità: credo che l'editoria sia un settore estremamente duro e difficile e che io - detto senza inventarmi cazzate - non ero abbastanza bravo per lavorarci davvero. I miei testi non erano abbastanza incisivi, i miei romanzi non erano abbastanza scorrevoli e le mie idee non erano abbastanza commerciabili. Credo anche però che nell'editoria moderna non ci sia né spazio né interesse nei confronti di nuovi autori, che la cultura non passi più attraverso la narrativa se non a parole e quando si parla di ottenere qualche vantaggio economico. Ritengo infine che gli ebook abbiano già fatto il loro tempo... se mai ce ne sia stato uno.

Poi se ci tenete le mie cose le trovate ancora nei vecchi blog, ma è per l'appunto roba vecchia mentre qui ho voluto dare una bella ripulita.

Altro cambiamento è che, per la prima volta in vita mia, ho mollato una prova universitaria per andarmene invece in vacanza. Voglio dire che stavo preparando un esonero di farmacologia, ma dopo 2 giorni che fissavo le pagine come un idiota e senza riuscire a concentrarmi ho realizzato che non avrei mai fatto in tempo a studiare come si deve, e ho rimandato tutto a settembre.

Magari non vi sembrerà questa grande notizia, ma dopo l'esame di Patologia Integrata 1 ero veramente distrutto e aver staccato la spina per qualche giorno mi ha consentito di riprendermi un po' e di riposarmi come si deve.

In tutto questo ho pensato che l'impegno che mettiamo nelle cose e gli interessi che coltiviamo vadano finalizzati anche a vivere meglio. E intendo vivere meglio sia noi come singoli individui, ma anche noi come società e le persone che abbiamo intorno. La maturità, lo studio, la cultura e il lavoro devono farci stare meglio di quando non le avevamo, perché altrimenti a che servirebbero?

E credo che capire quello che puoi riuscire a fare e quello che invece ti costa troppo sia un miglioramento personale, un qualcosa che ho raggiunto in questi anni di ritorno allo studio. Una crescita personale è anche capire e ammettere che una cosa non è andata come speravamo, saperlo accettare e ricominciare un nuovo percorso. Anche saper sopravvivere a un errore disastroso che abbiamo fatto senza sconfinare nella tragedia o lasciare che vada tutto a rotoli è una capacità che si può apprendere.

Questa cosa tre anni fa, prima di iniziare medicina, non sapevo farla. Mi incaponivo su tanti problemi anche quando era evidente che fosse fatica sprecata, e non vedevo il vantaggio a lungo termine che può arrivare dall'affrontare un ostacolo da un'altra prospettiva... o anche solo dopo essersi riposati un po'.

Ed esserci riuscito adesso credo che un po' dimostri che - per me - tornare all'università sia stata una scelta efficace, in grado di schiodarmi da un certo modo di vivere e da certi comportamenti. E mi fa pensare che lo studio e la cultura, ma quella vera non le minchiate dei romanzetti commerciali, ti portino a vivere meglio e ad affrontare la vita in un modo diverso.

Simone

19/06/11

Gli esami del futuro... e qualcosa sulla scrittura.

Traduco la didascalia dell'immagine: il fantasma del Natale Futuro va da Scrooge, che stava preparando l'esame di Analisi 1... ma lo interroga invece su Scienza delle Costruzioni.

E adesso qualche parola sulle ultime novità di questi giorni:

Medicina:
l'altro giorno ho fatto il primo pezzo di Farmacologia, la parte della cosiddetta farmacocinetica.

Ora vi spiego un attimo meglio: l'esame di Farmacologia è diviso in 12 pezzetti. Ogni volta che c'è un corso di Patologia Integrata (c'è quello sul cuore, quello sull'apparato respiratorio, quello sul sistema nervoso eccetera) poi devi sostenere a parte anche un mini esame sui farmaci inerenti a quelle determinate patologie.

E insomma io ho fatto il primo, che se è vero che a prepararlo c'è voluto poco è anche vero che alla fine andare lì e aspettare il tuo turno è sempre un po' come un esame normale, e fare il tutto 12 volte diventa davvero pesante oltre ogni possibile definizione di pesantezza... ma il bello di studiare è proprio questo, no? ^^

La cosa più bella di tutte è che, anche se la parte di Farmacologia ancora non l'hai fatta, i professori degli altri esami si aspettano che tu la sappia comunque e te la chiedono. Cioè devi sapere prima una cosa che studierai dopo, perché secondo i docenti è talmente importante che non ci può essere un momento che ancora non la sai, in tutta la tua vita.

E questo è un po' il leitmotiv (l'avrò scritto bene?) di tutti gli esami di quest'anno: a Immunologia mi hanno chiesto Fisiopatologia. A Fisiopatologia pensano che già conosci tutte le Integrate. A Metodologia ti chiedono Cardiologia e a Cardiologia vogliono che sai - appunto - Farmacologia. Il top si raggiunge con Medicina di laboratorio e Diagnostica per immagini, due esami del quinto anno che però - a detta di tutti i professori - voi queste cose sono importanti, perciò le dovete sapere lo stesso. Anche se siamo al terzo.

Ma insomma, di che posso lamentarmi? Adesso mi faccio 4 giorni 4 contati di mare, e poi torno a Roma e mi rinchiudo davanti ai libri di Cardio e Pneumo, che ce l'ho a fine luglio. Saranno 1500 pagine sparpagliate su 6 libri, appunti, slide e dispense, più altri esami dei prossimi anni che secondo loro dovrei già sapere. Insomma è un esamone, ma durante il corso ho già letto un po' di cose e sono ottimista. E male che vada c'è la sessione di Settembre... e poi quella di Natale ^^.

Scrittura: 365 racconti horror per un anno, il libro a tema western all'italiana (se non sbaglio) pubblicato con altre 300 e sessanta quattro persone, è ormai disponibile. Se abitate vicino a qualche grosso megastore libraio magari lo troverete pure. Io devo ancora prenderne una copia, ma quando lo beccherò in libreria lo farò di certo, anche perché ormai leggo soltanto i libri miei ed è un po' che non ho niente di nuovo.

Oltre a questo, sempre con la Delos è in uscita Il magazzino dei mondi, una raccolta di fantascienza sempre con non so quante centinaia di autori (meno di 365 però, stavolta). Anche lì c'è un mio raccontino con Primo Mazzini, di quelli però che già avevo messo sul blog, per cui voi mi sa che l'avete già letto. In ogni caso, ne riparlerò un po' meglio tra qualche giorno.

A parte queste cosette e i due romanzi (i gatti e Primo Mazzini) che ho mandato in visione a un editore che forse potrebbe addirittura considerare di leggerli, il lato narrativo è morto e sepolto. Ma come vi ho già detto altre volte se devo essere sincero non è che la scrittura mi manchi: alla fine in questi anni è un po' come se avessi barattato la narrativa con l'università, e come serenità, allegria, soddisfazione e crescita personale sento di averci guadagnato infinitamente. Anche se poi quando studiavo Ingegneria in realtà scrivevo pure e mi sa anche meglio della roba che scrivo adesso...

Ma chissà come facevo?! ^^

Simone

06/06/11

Finalmente pubblicato "Sangue, garofano e cannella", di Cinzia Pierangelini e Giovanni Buzi.

Vi dirò subito la verità: non mi piacciono i thriller, i torture movie, i film serbi, le storie prese dalla cronaca nera, i romanzi coi criminali e i serial killer emo che poverini non riescono ad avere una vita sentimentale stabile.

Aggiungo però che ho conosciuto Cinzia Pierangelini di persona, e posso assicurarvi che ha scritto dei libri bellissimi: ora che non sono più un autore posso anche sbottonarmi, e vi dirò che Cinzia è uno dei pochissimi autori emergenti italiani che sanno effettivamente scrivere, nel senso puramente materiale e meccanico e pragmatico di saper mettere insieme delle frasi di senso compiuto che non portino all'addormentamento nel giro di pochi secondi.

Di Giovanni Buzi, scomparso tragicamente da alcuni mesi, posso dirvi poco. L'ho incrociato solo qualche volta online, ma so che era stimato sia come autore che come artista e se Cinzia ha scelto di lavorare con lui - evidentemente - doveva esserci un motivo.

Detto questo, anni fa un piccolo editore ha proposto l'apertura di una collana dedicata ai serial killer. Una serie di romanzi brevi, basati su fatti di cronaca, probabilmente concepiti in seguito al successo che un certo tipo di storie stavano avendo in quel periodo.

E insomma Cinzia e Giovanni hanno scritto questo lavoro a quattro mani, nell'intenzione di proporlo a questa iniziativa. Solo che poi l'editore ci ha ripensato, non se ne è più fatto niente, e il libro è rimasto senza una effettiva pubblicazione... proprio come tipo tutti quelli che ho scritto io.

Ma Cinzia non si è arresa, e per ricordare l'amico e collega ha deciso di trovare comunque un editore per questo romanzo... e dopo (credo) anni finalmente ci è riuscita:

Sangue, garofano e cannella è uscito con Arduino Sacco Editore, e credo sia davvero un bel modo per valorizzare ancora una volta il lavoro di una persona che non c'è più, ma che evidentemente ha lasciato un segno in molte persone.

Il libro lo trovate qui, sul sito dell'editore.

Questo invece è il blog di Cinzia Pierangelini.

Mentre qui, se volete, trovate altre notizie su Giovanni Buzi, e parte delle sue opere pittoriche.

Simone

23/05/11

364 racconti horror per un anno... più il mio.

365 racconti horror per un anno - sottotitolo: Il racconto horror di Navarra più altri 364 (che un libro di una pagina era corto) - è un librone di quasi 400 pagine che contiene non so quanti raccontini horror scritti da 365 autori diversi, tra i quali pure il sottoscritto.

Che ora che non faccio più lo scrittore posso anche essere sincero, e confessarvi che le raccolte di racconti di autori vari (non le monografie di un singolo autore) non mi sono mai piaciute troppo, e meno che mai tutte quelle robe tipo "scriviamo tutti insieme su uno stesso argomento, che la scrittura collettiva è, uhm, collettiva".

Perché, diciamocelo, a fare le cose in 2, 3, 10 o 500 vuol dire che se pure ti capita il caso miracoloso di scrivere una volta tanto qualcosa di decente, è sicuro che qualcuno degli altri farà talmente pena da rovinare tutto.

Però l'idea del libro horror scritto da me e corredato da altri 364 autori ad arricchirne un po' il contesto non è male: alla fine l'horror come la fantascienza richiede un'idea, un'intuizione, sulla quale poi sviluppare un racconto. E in un libro così per forza di cose si troverà qualcosa di buono, interessante e in grado di stimolare l'immaginazione.

E allora insomma a questi della raccolta gli ho mandato prima questo racconto riciclatissimo che a parer mio è perfetto e bellissimo, ma che chissà perché tutti gli editori me lo rifiutano sempre. Solo che me l'hanno rifiutato pure alla Delos, e allora ne ho mandato un altro scritto ex-novo che invece è stato preso. Per cui insomma se volete leggerlo mi sa che vi toccherà comprarvi il libro, perché non è una cosa che io abbia mai messo online e non saprei come mettervi il link. Oppure andate in libreria e ve lo leggete a scrocco dallo scaffale... solo che in realtà è un libro maledetto, e se lo leggi e non lo pagi dopo 3 giorni muori.

Se l'hai pagato - invece - quattro.

Proprio come questo post che avete appena letto.

E l'assassino è proprio dietro di voi.

Ma quando ti giri in realtà il mostro era nel monitor (tipo quelle boiate di film giapponesi) e allora la telecamera zooma tutta avanti e si sente un suono paurosissimo e amen.

Avete visto che succede, a fare gli spilorci? ^^

Simone

Link: per acquistare il libro online.

P.S.

Se lo compri online muori dopo una settimana intera, o forse anche due. Purtroppo non è colpa della Delos, ma è una cosa che dipende dalle poste... e comunque ci stanno lavorando.