
Le storie su di lui dicono che ha scritto questo libro tre anni prima di laurearsi, perché i libri che trovava sull'elettrocardiogramma facevano cagare e allora si è scritto il suo, da solo, che così almeno un libro decente ce l'aveva.
E il libro sull'interpretazione dell'elettrocardiogramma scritto da Dale Dubin è fantastico: inizi a leggerlo che di certe cose non sai niente, e lo finisci che invece sai tutto. O almeno hai capito tutto - o quasi - anche se non te lo ricordi e dovresti rileggertelo altre sedici volte, che se no all'esame ti bocciano.
Il fatto è che il dottor Dubin ti spiega in maniera elementare cose che i grandi professoroni dell'università ti raccontano farfugliando, di fretta e senza fartici capire una mazza. Che poi finisce che gli studenti s'imparano a memoria quattro cavolate da ripetere all'esame, ma in realtà non sanno nulla e quando gli capita un problema vero vanno nel panico.
Invece questo libro è incredibile: ogni pagina è scritta larga, con un sacco di foto, così leggi velocemente e non ti sembra di fare tutta questa fatica. Poi in ogni paragrafo manca una parola, che è stata tolta dal testo e spostata sulla destra. Così puoi giocare a riempire gli spazi, e ogni 3 righe sei costretto a fermarti e concentrarti su quello che stai studiando invece di procedere a manetta finendo poi per non riflettere su nulla.
Il libro inoltre è pieno di battute, aneddoti, caratteri di stampa invertiti per farti ricordare le cose e altre idee strane. Ci sono citazioni interessanti, e poi è zeppo di frasi da medico megalomane, tipo: la vostra conquista sarà la conoscenza! Oppure: ricordate queste nozioni, e prima o poi salverete la vita a qualcuno. Che se ci pensi non è quasi assolutamente vero, ma quando lo leggi un po' alla fine ti ci credi pure... invece di sentirti un povero sfigato che passa le nottate a studiare.
E visto che nessun editore al mondo capisce un cazzo, 'sto libro a Dubin non voleva pubblicarglielo nessuno. Voglio dire: le righe con le parole tolte e gli spazi vuoti, i caratteri capovolti... ma siamo pazzi? Meglio morti che non omologati alle leggi del marketing!
E allora Dale s'è venduto la casa o non so che altro, si è stampato il libro da solo e poi andando in macchina per l'America ha lasciato il testo nelle librerie di Medicina, preoccupandosi che fosse sempre bene in vista. E questo interpretazione dell'ECG ha venduto più dell'anatomia del Gray, o del Grey (mi confondo sempre con quello schifo di telefilm) e lui è diventato super mega turbo ultra stra-milionario.
Ancora: Dale Dubin è uno che nelle note del copyright della sessantesima ristampa del testo ha scritto qualcosa come: se mi scrivete a questo indirizzo vi regalo la mia auto d'epoca. Su sessantamila copie vendute il copyright l'hanno letto in 5 (cinque) e a uno di loro effettivamente la macchina gliel'ha regalata.
Ma mica è finita qui. A un certo punto, Dale Dubin ha avuto un po' di casini con droga, minorenni e altre cose sulla falsariga di queste, si è fatto tre anni e mezzo di galera ed è stato radiato dall'albo. Cioè, io non è che tutte queste cose le so per certo: è semplicemente quello che si dice in rete su di lui, perché lui sul suo sito a parte provare a venderti il libro non è che ti dica altro, e chiederglielo via mail mi pareva brutto.
Insomma, dall'inizio alla fine la storia di Dubin pare più la biografia di un artista di quelli geniali e dannati, piuttosto che la vita di un dottore che scrive noiosi libri di testo. E io mi chiedo, mi domando e mi interrogo: posso mettere un trattato tra i miei libri preferiti? In mezzo ai romanzi e alle storie che in qualche modo mi sono rimaste impresse, dico. Fare un gran miscuglione, e rompere finalmente l'odiosa parete tra narrativa e libri seri?
La storia infinita, la collina dei conigli, il mondo nuovo... e dopo di questi: Interpretazione dell'ECG, di Dale Dubin Doctor of medicine. Ci sta o non ci sta? Non sarà troppo azzardato?
Riapro il libro, e cerco una frase che mi aveva colpito: a pagina 322, parlando dei pacemaker, il dottor Dubin dice: gli ingegneri intelligenti imitano la Natura nei loro progetti.
E questa è una cosa che io ho sempre pensato, fin dalle prime lezioni di biologia: se riuscissimo a imitare quello che già esiste, e che è perennemente in moto dentro di noi, potremmo creare qualcosa di incredibile. Solo che io l'ho pensato, e basta. Mentre Dale Dubin l'ha pensato e poi l'ha scritto davvero, in questo suo libro che - secondo me - è davvero bellissimo.
Simone