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31/07/14

Grazie!

Prima della discussione: sorrido dal terrore.
Giorni un po' caotici tra lauree degli amici, festeggiamenti e tante piccole cose da sistemare.

Ho anche già ripreso ad andare in reparto. Più che altro tornava il correlatore, e fare un salto per portare almeno due pasticcini era il minimo obbligo sindacale.

Ora sento che ho proprio bisogno di un po' di vacanze. E questa estate speriamo di rilassarci un po'... sempre che la smetta di fare tempeste e maremoti un giorno sì e l'altro pure.

Cosa fare del blog - adesso - visto che me lo chiedono tutti?

Intanto penso di sistemare un pochino i vari post. Sistemare i link, i vari tag e cavolate varie. C'è ancora qualcosa del primo anno che non ho riportato dal blog vecchio e che dovrei trasferire.

Poi penso di rileggermi un pochino e nei limiti del possibile (sono 500 e passa post!) tutto quanto, con l'idea magari se è possibile fare una selezione sensata e razionale per "produrre" un ebook, una raccolta... insomma, un qualcosa di completo e a sé stante.

Più che altro poi l'andazzo generale dei post stava virando sull'un po' troppo serio, ma spero alla fine che i post un pochino più divertenti (quell'uno o due all'anno) siano abbastanza da farne insomma una raccolta che la gente leggerà senza rimpiangere di saper capire l'Italiano scritto.

Qui è quando ho presentato la tesi senza svenire!
Per il resto penso che il blog sia già abbastanza indipendente e completo da solo: il libro stampato oppure l'ebook fa molto figo. Molto "scrittore vero" ed è molto più vendibile, esportabile, prestabile e trasferibile.

Ma il senso reale di questa cosa che ho portato avanti per tanto tempo, ce l'ha solo il blog: con la suddivisione nei vari anni, con i post anche secondari che magari in un libro non avrebbero senso e - soprattutto - con tutti i vostri commenti.

Senza il continuo appoggio esterno di decine di milioni di persone (ho gonfiato i numeri un pochino, lo ammetto) che ho incrociato tra queste pagine, negli anni, sarebbe stato di certo tutto più complicato, difficile, e tutto anche un po' più solitario e triste.

Insomma il blog è più interessante - secondo me - di eventuali opere derivate, copincollature o quello che vi pare che se ne potrebbe trarre, e di certo lo lascerò online e leggibile a tutti.

Per cui, se la vostra paura era che qui sparisse tutto da un giorno all'altro, potete stare tranquilli: almeno finché Google non ci tira giù qualche scherzo, o mi censurano o mi denuncia qualcuno, il "Da ingegnere a medico" blog qui presente qui sta e qui resta, a imperitura memoria di questa cosa un po' folle e un po' autolesionista che mi è capitato di combinare dal 2008 al 2014.


Se invece continuerò a scrivere nel blog, in QUESTO blog, almeno... non lo so.

Da un lato penso che il percorso sia concluso. Che la laurea (mi pare) me la sono presa, e che stare ancora qui a parlare di tirocini, studio, esami e cose da studente sarebbe - semplicemente - poco interessante e forse anche un po' poco sensato.

Dall'altro lato, parlare di un percorso professionale da medico (o ingegnere che sia) in una "cosa" - questo blog - nata e cresciuta per parlare di tutt'altro, mi parrebbe anche questo fuori tema e a rischio di degenerare rapidamente verso la noia.

Cioè: un ingegnere si iscrive a medicina, e ok. Fa i turni in ospedale e gli esami e ok anche qui. Ma poi? Si mette a parlare del suo lavoro o continua a parlare degli affari suoi personali a vita. Ma perché? A chi interessa? Ci sono siti di medicina d'urgenza incredibilmente troppo scritti meglio del mio, tra l'altro.

I miei amici fanno photobombing.
Da un terzo lato (?) la scrittura è sempre stata un po' una parte della mia vita. Una volta scrivevo romanzi, poi ho cambiato e sono diventato un po' più autobiografico. Comunque sia non ricordo un periodo, negli ultimi 10 anni, in cui sia rimasto completamente senza scrivere.

Insomma: non lo so.

Mi serve un po' una pausa. Riposarmi, rifletterci un po' su e poi - a mente più calma - decidere come continuare a scrivere, e su cosa.

Intanto tutto questo testo lungo e inutile era per avere abastanza righe da infilarci dentro un po' di foto e il video della proclamazione.

Non c'è un'immagine che mi pare particolarmente indimenticabile, per cui ne ho messe più d'una così almeno - spero - potreste trovarne magari una che piace a voi :)

Quello che è importante, è che voglio ringraziare ancora una volta tutti voi per l'appoggio, l'affetto, l'amicizia e l'incoraggiamento che mi avete dato.

E se davvero come ha detto qualcuno questo blog vi è servito un po' da ispirazione e vi ha spinto in qualche modo a intraprendere un percorso che sognavate ma che - in qualche modo - vi sembrava troppo difficile o vi spaventava... be', grazie ancora: io sono solo uno che ha fatto un po' di esami all'università, e non penso di meritare tanta considerazione e tanta importanza. 

Grazie per l'ennesima volta, e in bocca al lupo a tutti. E vi auguro che tutto quello che state cercando si realizzi il prima possibile, e nel modo migliore che possiate immaginare.

Simone
Grazie!!!!!!!!

28/07/14

Il giorno della laurea.

Lo legge lo studente coi voti più alti: io stavo tranquillo.
Sabato e Domenica li ho vissuti in un mix di ansia, paranoia e psicosi.

Che poi alla prima laurea, quella in Ingegneria, stavo - almeno mi sembra - tranquillissimo, e del giudizio della commissione non sarebbe potuto importarmene di meno.

Sarà che, infatti, alla fine la discussione della tesi di Ingegneria è andata un po' una mezza schifezza.

E saranno anche l'età, la saggezza, il rimbambimento senile o il semplice fatto che ci tenevo a fare una bella impressione, ma al "secondo giro" l'aspetto emotivo si è fatto senticchiare, e un pochino l'ho accusato.

Domenica sera però mi sentivo più tranquillo, e anche la mattina del lunedì stavo - abbastanza - rilassato.

Sveglia prestissimo, che io certi orari manco sapevo che esistessero. Colazione, doccia, completo blu con camicia bianca e cravatta abbinata. E poi: si parte.

Appuntamento nell'aula della discussione alle 8. Qualche formalità burocratica, e poi c'è da aspettare un po' con amici e parenti che arrivano e salutano e si mettono a sedere mentre io cammino avanti e indietro per l'aula scavando tipo i solchi per terra come nei cartoni animati.

Alle 9 e qualche minuto si comincia. Sono il primo primo primissimo a discutere: che un po' d'ansia derivava anche da questo, ma alla fine... com'è che si dice? Via il dente, e via il dolore.

La discussione deve durare 7 (sette) minuti, che se no siamo in 15, la seduta di laurea dura un mese, la commissione si scoccia e finisce che ti fanno apposta le domande cattive.

A casa l'avrò ripetuta una trentina di volte, col cronometro, per vedere se stavo nei tempi. E ogni volta impappinandomi su qualche passaggio o perdendomi un pezzo o dimenticandomi di dire qualcosa di fondamentale.

Stamattina invece sono andato deciso, calmo, incredibilmente si capiva quello che dicevo (non per niente mi piace scrivere: perché a parlare sono un po' una pippa) e non mi sono né impappinato né perso passaggi importanti per strada.

Sette minuti che passano calmi calmi. Una domandina dal mio relatore giusto "tanto per", che se non ti fa domande nessuno - insomma - ci rimani pure male. E la mia parte l'ho fatta: è finita.

Torno al posto, e cominciano le discussioni degli altri. Ma io un po' li seguo e un po' sto su facebook a postare le foto, o su whatsapp a rispondere a 10 mila messaggi, che ormai sto già in fase "post laurea".

Qualche tesi è interessante, qualcun'altra meno. Globalmente bene o male tutti i candidati riescono a fare una presentazione come si deve, e dopo due ore e mezza dall'inizio della seduta la commissione si riunisce per deliberare... o per fare per quello che fanno le commissioni di laurea, che non so come si dice.

Nel frattempo, amici parenti e compagni di corso vari mi avranno fatto 15 video, e 100 foto e ho salutato e baciato tanta di quella gente che manco se mi sposavo.

Torna la commissione. Ci mettiamo al centro dell'aula, e loro iniziano a chiamare i vari candidati. 2 o 3 persone prima di me, e poi è il mio turno.

«Simone Maria Navarra» fa il presidente della commissione. «Ti dichiaro dottore in Medicina e Chirurgia, con la valutazione di..»

Vi ricordate quando dico sempre dei voti alti alti, ma non proprio il massimo? Quelli che vuol dire che, sì, uno è tanto bravo e s'è impegnato tanto ma - poverino - più di così, proprio non ci arrivava?

Ecco, appunto: 109 su 110.

109 è pure il voto massimo a cui potevo ambire se proprio andavo perfettamente alla grande, e mi regalavano pure qualcosa. Perciò, insomma: che vogliamo dire? Meglio di così non poteva proprio andare.

«Per Navarra è anche la seconda laurea» aggiunge il presidente.

Sento qualche mormorio tra il pubblico. E, be': che abbia detto questa cosa, in quel momento così importante, devo ammettere che mi ha fatto veramente piacere.

Finite le proclamazioni, nel silenzio generale, una ragazza legge il giuramento di Ippocrate.

Se lo volete sapere, mi piace questa tradizione dei medici che "dichiarano" altri medici, passandosi in un certo senso le consegne. Questo fatto che dalla notte dei tempi ci sta sempre qualcuno malato, e qualcun altro che lo vuole curare. Un filo conduttore fatto di tragedia e speranza, che ci lega un po' tutti, dall'inizio alla fine dell'umanità.

La mia compagna di corso legge il giuramento di Ippocrate. Io un po' mi emoziono di nuovo, e penso che sia un momento importante.

Finalmente ci congedano. Un'amica mi regala pure la corona d'alloro, che copre pure un po' di capelli bianchi e sembro quasi pure io un ragazzino di 20 anni. E poi altre foto e filmati e whatsapp e click e link e messaggi come se piovesse. E a un certo punto più che contento, rilassato oppure sollevato, inizio più che altro a sentirmi stordito. Lasciatemelo ammettere.

Saluto i miei. Una bevuta al volo con qualche amico, e poi - finalmente - di nuovo a casa.

A casa dopo la discussione della tesi della mia seconda laurea. Una cosa che ho sognato e risognato per anni, e che in certi momenti non avrei mai pensato di raggiungere sul serio.

Sono a casa, e l'unica cosa che mi viene in mente è che ho fame. Non per niente, sono 3 giorni che ho un nodo allo stomaco e che ho mangiato pochissimo.

Metto a scaldare un po' di pane. Apro il frigo, tiro fuori formaggio, affettati e un po' di frutta. Intanto continuo a rispondere ai messaggi sul telefono. Su Facebook ho già una foto con più di 100 "mi piace". Ho ricevuto tante di quelle chiamate che inizia a mancarmi la voce.

E mentre affetto il salame, come un fulmine improvviso e inaspettato, un qualche neurone si risveglia, dà una scrollata a un paio di amici suoi per tirarli su, e - finalmente - realizzo:

È andata. Ce l'ho fatta. L'obiettivo è raggiunto.

Sono diventato un dottore.

Simone

21/07/14

Quasi in cima.

Una cosa tipo questa... solo che adesso fanno 40 gradi.
A fine mese, il 28 luglio, ho la discussione della tesi.

E sembra ieri che ho iniziato a studiare per l'esame di ammissione. Davvero. Alla fine gli anni mi sembra che siano volati in un attimo.

E tutti quegli esami, i tirocini, le lezioni, i laboratori con le firme... sembrava dovesse volerci chissà cosa, e invece è stato un attimo.

Per certi versi, anche emotivamente mi sento un po' tale e quale a quando dovevo ancora iniziare: un po' di preoccupazione, tanta incertezza, l'impazienza anche che passino i prossimi mesi e di scoprire che cosa mi aspetta dopo.

Qualche centinaio di post più indietro, attorno al primo anno, ricordo di aver scritto come tutti i libri di tutte le varie materie che mi aspettavano sembravano quasi una montagna da scalare. E una volta che uno si arrampica e arriva in cima, inizia anche a vedere distintamente il paesaggio e a farsi un'idea di quello che ha intorno.

Insomma è un periodo che tiro somme, faccio conti e valuto progetti, e se da un lato sono felicissimo o a dir poco entusiasta di tutto questo percorso, dall'altro lato c'è un pochino di paura e di incertezza che danno al tutto una sensazione difficile da definire.

Qualcuno direbbe che ho la discussione della tesi e me la sto facendo sotto... e - tutto sommato - non penso che questa conclusione si discosti più di tanto dalla realtà.

Insomma, come già detto, tra una settimana mi laureo. Anzi mi ri-laureo... o mi bi-laureo, se preferite.

Siamo divisi in una dozzina di turni. Ogni turno 12 candidati, e ogni candidato ha a disposizione 7 minuti per presentare il proprio lavoro, più circa pare 3 minuti massimo per rispondere alle varie domande.

Dopo tutta questa preparazione insomma la discussione vera e propria sembra una cosa abbastanza piccola, quasi marginale. È un po' una mezza mattinata in cui vai lì, ti fai vedere 10 minuti e poi ti prendi questa benedetta laurea.

Io per primo personalmente vedo la cosa come un momento tutto sommato secondario rispetto a tutto il percorso: anche la laurea, in fondo, senza l'esame di abilitazione non è che concluda più di tanto. La "fine" vera e propria di questo ritorno agli studi sarà l'iscrizione all'albo, mentre per ora ci sono ancora tante cose da fare e da sistemare, e la discussione della tesi e solo una di queste.

Spero di fare una bella figura, il 28. Andrò a vedere tutte o quasi tutte le lauree dei miei compagni di corso, nei giorni prima e dopo il mio, e spero che vada tutto alla grande anche per loro.

Poi farò una bella cena in famiglia. Qualcosa con gli amici più cari. Una bella vacanza - spero - per festeggiare e scaricarmi come si deve... e poi, dopo l'estate, si ricomincia praticamente come se non fosse cambiato nulla con i tirocini per l'esame di stato e le 5000 relative domandine a crocette da imparare a memoria.

Intanto ci sono da stampare le ultime copie della tesi. Da preparare le slide per la presentazione, e da fare una prova di discussione con gli altri laureandi per arrivare - si spera - un pochino più preparati a quei 7 minuti fatidici.

Fatemi un bell' "in bocca al lupo"... e ci risentiamo presto!

Simone

20/06/14

Qualche dubbio pre-laurea.

Ecg portatile del secolo scorso. Non c'entra niente, ma è bello.
Ora che ho finito gli esami e sto con un po' più di calma... scopro che la calma in realtà non c'è per niente.

Diciamo che la tesi è praticamente finita, ho anche preparato le slide per la presentazione che devo soltanto rivedere, e ho fatto la domanda in segreteria con tanto di plico fantozziano di fogli e burocratume vario da consegnare.

Resta un po' di preoccupazione per tutti gli annessi e connessi: copie da stampare e rilegare, eventualità che in segreteria mi chiamino perché manca la fotocopia della tesina dell'esame di terza media, la prova della discussione da fare col professore una volta che saremo in prossimità della data... insomma tutto a quasi posto e in quasi ordine, ma tutto ancora da rivedere e risistemare fino al giorno fatidico.

Oltre a questo sto - ovviamente - continuando a frequentare il reparto. Credo che mi mancherà molto questo impegno para-universitario, e una volta che sarò laureato inizio a chiedermi come riuscirò a riempire le giornate senza il pronto soccorso e tutto il tempo che ci ho passato dentro.

Perché ovviamente non avrei problemi a continuare a frequentare anche dopo la laurea... ma, mi chiedo, dovrei farlo? Una volta finito tutto ma proprio tutto mi farò una bella vacanza e poi inizierò il tirocinio per l'esame di stato. Andare in reparto senza una reale giustificazione non so tanto che senso avrebbe: in fin dei conti dovrei fare anche altre esperienze e magari qualcosa da fare venendo (ho quasi paura a dirlo) perfino retribuito. Continuare invece ad andare - così - solo per fare pratica, avrebbe senso?

Non lo so. Ed è solo uno dei tanti "non lo so" che accompagnano la fine di questo percorso di studi.

Farò il master dopo la laurea? Oppure riuscirò a entrare in specializzazione? Lavorerò per conto mio, con qualche privato, o nel pubblico? Cosa mi aspetta di preciso?

Tanti interrogativi e tanti dubbi, che purtroppo non sono solo i miei ma accomunano moltissimi dei laureandi o medici appena laureati: se pensate che c'è gente che si è laureata già da un anno ma aspetta ancora il prossimo concorso di specialità, che ora dovrebbe essere a ottobbre... ci sono poche certezze nel percorso di un dottore che inizia a fare questo lavoro, questo è poco ma sicuro.

Ma alla fine penso anche che avevo tanti dubbi anche quando mi sono iscritto a medicina, ma che alla fine le cose sono andate alla grandissima. Per cui, sì, c'è un po' di quella sensazione di stare per precipitare nel vuoto verso morte certa, ma anche un certo ottimismo che mi fa pensare che se ho fatto tutta questa strada - alla fine - troverò qualcosa che mi piace anche dopo.

Per ora come già detto l'unica certezza è che dopo l'estate sarò un neo-laureato, e inizierò il tirocinio. Per il resto tanti dubbi e un po' di nostalgia già per le cose che dovranno necessariamente cambiare.

Prossimamente spero di scrivere qualche altro racconto - si spera - divertente sulle mie vicissitudini da tirocinante. Per il momento ho poco da dire: ora mi sa che riguardo un attimo le slide della presentazione, e poi domandi ho il turno in pronto soccorso. Uno degli ultimi da studente.

E poi, dopo, si vedrà.

Simone

25/04/14

Seconda laurea in medicina: ho finito la tesi!

Non trovate esaltante l'ecografia polmonare? Lo immaginavo...
Aggiornamento breve e intra-festivo, solo per dirvi che l'altro giorno ho fatto l'ultima revisione del lavoro con il primario.

Il prof mi ha dato qualche piccola correzione che ho fatto al volo, e - insomma - ho finito.

Adesso metto tutto da parte per concentrarmi sugli ultimi esami. Poi, finiti quelli, bisognerà giusto preparare le diapositive per la presentazione... ed è fatta.

Perciò alla fine finita pure la tesi restano da fare Medicina Legale (a fine Maggio). Medicina d'urgenza a inizio Giugno, e Medicina e Chirurgia 3 a fine Giugno.

Se va tutto bene e se per questo riesco a laurearmi a Luglio posso prendermi l'estate - come già dicevo tempo addietro - per farmi una bella vacanza... e a Settembre/Ottobre riattaccare con la trafila per il tirocinio ed esame di stato da fare a Febbraio 2015.

Tutto sta allora togliermi ste ultime materie del cavolo. Ammetto che l'interesse per lo studio è ormai esaurito (ma da anni) e davvero l'unico stimolo a mettermi sui libri me lo dà il desiderio di prendermi 'sta laurea e non doverci pensare mai più.

Mancano tre esami, e tre esami in 2 mesi che si possono fare... o meglio si devono fare.

Non c'ho voglia, gli appelli sono tutti appiccicati, le materie non mi piacciono e tutto il resto, ma ce la farò.

E così poi sta cosa assurda della seconda laurea ce la siamo tolta... che - dopo 6 anni - iniziava ad andare per le lunghe.

Simone

15/03/14

La solita roba...

Se non avete idee per il mio regalo di laurea... e no: non è un telefono.
Le lezioni sono ricominciate da una settimana circa, e siamo già a "regime" di quello che sarà il nuovo e - si spera - ultimo semestre.

Le nuove materie sono:

Medicina Legale. Credo la materia più amata dal pubblico dei serial TV, e tra le più attese dagli studenti fin dal primo anno di medicina.

A me invece personalmente la medicina legale come tutte le medicine che non hanno a che fare con i pazienti (intendendo come pazienti esseri umani ancora in vita) mi fa schifo e non mi interessa. Il corso è noioso, i casi clinici vertono sempre su qualcuno che è ingiustamente crepato in maniera brutale e li trovo deprimenti, non c'ho voglia manco di preparare l'esame e non ho manco il coraggio di andare a comprare il libro, perché dicono che è grosso.

L'altra materia è medicina e chirurgia 3. Uguale a medicina e chirurgia 2, nel senso che loro a lezione parlano di cose che potreste trovare aprendo un manuale di medicina a caso, e l'esame si basa più o meno allo stesso modo sul sapere cose che escono fuori aprendo un manuale di medicina a caso.

Il fatto che io abbia sostenuto il medesimo esame 2 mesi fa non scoraggia comunque i professori a proporcelo di nuovo, per cui si dovrà (nuovamente) capire i singoli docenti di quali argomenti sono particolarmente innamorati, ristudiare quelle cose nel dettaglio dai libri del quarto e andare a fare l'esame dopo lunghe e propiziatorie preghiere.

Ultima materia della mia vita è medicina d'urgenza. Che dovrebbe almeno sulla carta rivelarsi il mio esame favorito, se non fosse che invece di parlare di cose che succedono in pronto soccorso è uguale a medicina e chirurgia 3 che è uguale alla 2 che è uguale insomma a studiare argomenti a caso su testi a caso nella speranza che all'esame - sempre in linea casuale - te li chiedano.

Vi aggiorno anche sui tirocini: i tirocini al sesto anno consistono per lo più di casi clinici in aula, dove un docente legge il caso clinico e gli studenti annuiscono per tot ore consecutive.

Per non essere eccessivamente ingiusto, può anche capitare che si vada in reparto a visitare un paziente in 5 persone... cosa amata immagino alla follia dai pazienti stessi ma che vi assicuro non è particolarmente esaltante nemmeno per noi.

Ricordo che al terzo anno andavi a fare il tirocinio a medicina interna, e visitavi (per modo di dire) i primi pazienti e c'era tutta quell'aria di emozione, di paura e di mistero che ti portavi dentro per mesi. Al sesto anno sembra di fare ancora meno cose, e per di più dopo un anno e mezzo di pronto soccorso è tutto veramente una grande noia.

Sembra quasi che durante i primi anni i professori abbiano esagerato con esami giganteschi (mi viene da pensare alle migliaia di pagine per le patologie integrate) e troppe materie tutte insieme e tutte in una volta, al punto da esaurire in un certo senso anche quello che poteva essere fatto anni dopo.

La solita roba, insomma, e francamente sembra davvero arrivata l'ora di laurearsi e occuparsi di cose più reali dei soliti e noiosi esami, fotocopie e trafile universitarie.


E ora mi rendo conto che così sembro un po' negativo e forse deluso dalla parte conclusiva di questo percorso di studi. In realtà tutto sommato è un pochino davvero così... ma non ci si può nemmeno troppo lamentare: un semestre meno pesante con poche cose che tolgano tempo alla tesi, agli eventuali esami arretrati (che io non ho) e a qualche tirocinio finale che potrei scegliere di organizzarmi da solo in un reparto magari interessante.

Chiudo inoltre con una nota positiva, molto positiva. Spero:


Ho quasi finito la tesi: al correlatore piace, bisogna sistemarla un po' e poi passare dal relatore e sperare che dia il "nulla osta", e pure questa è andata... a meno che non sopraggiunga qualche intoppo catastrofico, che così imparo a lamentarmi che è tutta lo solita roba e mi annoio.

Ma speriamo - sinceramente - di no.

Simone

19/02/14

Seconda laurea in medicina: aggiornamento noioso!

Che blog interessante! Aspetta che lo aggiungo ai preferzzzz...
Dopo gli ultimi esami fatti vi credevate che me ne stavo tranquillo e con le mani in mano... e in effetti è stato un pochettino anche così.

In queste 2 settimane ho mollato completamente lo studio (visto che - da studiare - per il momento non ne ho) e mi sono un po' rilassato senza il continuo stress degli esami che finalmente mi sono lasciato alle spalle.

Certo sarà una bella botta pure la prossima sessione di esami, che in teoria - facendo le corna toccando ferro incrociando le dita e tutti i gesti scaramantici che volete aggiungere al seguito - dovrebbe essere l'ultima e concludersi con la discussione della tesi.

Ma per ora non ci voglio pensare: sto tranquillo e ho ancora una decina di giorni prima dell'inizio delle lezioni... e insomma: sto praticamente in vacanza.

Non ho smesso di andare in reparto. E anzi le giornate sono state anche abbastanza intense, al punto che dovrei magari deliziarvi (?) con l'ennesimo racconto/resoconto della mia vita da studente tirocinante... anche se ora non mi sento particolarmente ispirato. Per cui: vedremo.

Dico solo che inizio gradualmente a capire qualcosa sugli scompensi cardiaci, sui pazienti gravi, sull'ecografia, sulle terapie, sui tracciati ellettrocardiografici... insomma, si può dire che dopo i primi e successivi mesi di spaesamento totale in cui vedevo i dottori al lavoro e mi chiedevo "ma io quando ci arriverò mai?", adesso sono ancora lontano dal dirmi un medico pronto e arrivato, ma insomma: forse ho iniziato a prendere la rotta giusta.

Oltre a questo ho iniziato a scrivere la tesi. Ho buttato giù i primi 2-3 capitoli, ho inserito un (bel) po' di casi clinici e immagini tra quelle che ho realizzato in questi mesi, ho cercato di attribuire una forma sensata al tutto, e l'ho fatta vedere al mio professore.

E insomma pare che più o meno per come stiamo messi adesso il prof. sia soddisfatto. Sembra stia venendo fuori un lavoro decente, e se pure qui le cose andranno come devono andare attorno ad Aprile spero di aver più o meno concluso il tutto, e di potermi così concentrare poi sugli ultimi esami.

Che altro posso dire? Certo è un aggiornamento un po' moscio: esami andati bene, reparto va bene, la tesi sta andando bene... sta tutto andando a gonfie vele insomma, al punto che pure questo post è andato talmente liscio e senza particolari sprazzi o sorprese da sembrare tutto sommato un po' noioso.

Così noioso da rasentare l'inutile, e quasi quasi lo cancello e ne scrivo un altro. O magari ci penso, lo tengo pronto e se mi gira premo "pubblica" e lo pubblico. Così mi ritrovo un aggiornamento già fatto per quando è un secolo che non scrivo niente, ma non c'ho voglia.

Se l'avete letto, mi sa che è andata proprio così.

Simone

08/12/13

Tirocinio, esami, tesi.

Seduta di laurea: notare la gente coi bastoni.
Settimana più intensa del solito: sarò schematico.

Tirocinio: ho fatto il tirocinio in medicina d'urgenza. Che non è l'internato per la tesi in medicina d'urgenza o la frequenza del reparto di medicina d'urgenza.

È un'altra cosa. Cioè: il tirocinio in medicina d'urgenza fa parte dell'esame di medicina d'urgenza (ma quante volte l'ho scritto?) e non si svolge in reparto o in pronto soccorso ma in sala operatoria e in terapia intensiva... visto che i professori di medicina d'urgenza - almeno molti della 20ina che saranno - non lavorano nel reparto di medicina d'urgenza.

C'avete capito niente? No? Poco male.

Comunque al tirocinio in medicina d'urgenza ho visto, nell'ordine:

- Come si soccorre un politraumatizzato: in Croce Rossa mi fanno i corsi e ri-corsi da 10 anni, qua in 5 minuti "prendi qui, tira lì" ed è finito. Vabbe'.

- Come si fa una rianimazione cardiopolmonare in bambini e adulti: vedi sopra. Ri-vabbe'.

Nota: all'altro canale fanno tutti i corsi BLS-D eccetera con attestati American Hearth. Al mio canale no, ma in compenso facciamo 100 milioni di esami di anatomia patologica in più. Mi pare giusto.

- Come si mette una maschera laringea: cosa questa molto interessante (sono serio!) che non mi aveva mai mostrato nessuno.

- Come si intuba un paziente (sul manichino) rompendogli tutti i denti e mandandolo in anossia: meglio che uso la maschera laringea.

- Come si mette un'agocannula: che al sesto anno di medicina inizia a essere il caso che t'impari. Io ne avrò già messe 50 per conto mio... rompendo 45 vene. Ma l'importante è l'intenzione.

- Interventi a cielo aperto sul cervello: tipica procedura da pronto soccorso. Però, dai, gli interventi al cervello: fico. Al secondo anno quasi svenivo durante l'autopsia, ora ho scoperto che tante cose non mi fanno più una grossa impressione.

Esami: il 20 c'è l'esame di Pediatria.

Ho studiato più o meno già tutto, ma non è che abbia la sensazione di sapere un gran che.

Gli argomenti sono tra i più vari, vaghi e disparati (dal preparare la pappa, alle aritmie al paziente psichiatrico) e bo' a sto punto io spero solo di passarlo con un qualunque voto minimo e avvicinarmi alla laurea, che davvero: l'ultimo anno di medicina - quello in cui impari almeno un po' a fare il dottore - è il quinto. Mentre il sesto anno di medicina si sta rivelando più una ottemperanza burocratica che la degna conclusione di un percorso formativo importante, come invece dovrebbe essere.

O magari tra tirocini, tesi e qualche argomento d'esame che mi fa rivedere cose poco chiare sto imparando più di quello che penso? Mi pare un po' difficile, ma speriamo che sia davvero così.

Tesi: la tesi è un po' in una fase di stallo.

Cioè io ho preso un bel po' di casi clinici, ho imparato a vedere il cuore e il polmone con l'ecografo e a prenderci anche mediamente con la diagnosi (visto che almeno per il polmone è una cazzata, ammettiamolo).

Poi porto tutto al professore, e viene fuori che la tesi non è l'"ecografia polmonare d'urgenza" (la mia idea di prendere casi clinici e presentarli) ma "perché l'ecografia in urgenza è meglio delle altre metodiche".

Cioè io devo dimostrare al mondo che è meglio l'ecografia di altro. Che se vuoi te lo spiego a parole (ci metti meno tempo, e non usa le radiazioni), se vuoi ti metto il link di uno studio su pubmed con centinaia di pazienti (dice che ci metti meno tempo e che non usa le radiazioni) ma a fare una tesi che lo dimostra con fatti concreti... bo'!?

Mi sa che finirà che a fare le ecografie diventerò bravissimo, ma alla laurea mi daranno 2 punti e calcio in culo accademico... ma, a pensarci bene: visto come è andata la mia vecchia tesi a Ingegneria, sarebbe comunque un gran passo avanti.

Simone

04/11/13

Come prosegue la Tesi.

A sinistra l'RX, a destra l'ecografia. In mezzo, una freccia.
L'altro giorno - non pago delle circa 60 ore già passate all'università durante la settimana - ho passato una mezza nottata in pronto soccorso e ne ho approfittato per iniziare un po' più seriamente a lavorare con la tesi.

Che poi ci lavoro già da un bel pezzo: sarà più di un mese che seguo ecografie in reparto, vedo ecografie su iutub, leggo libri di ecografia, cerco articoli di ecografia su guggol... ma se però finora tutta questa full immersion di ecografame era finalizzata a fare pratica e a provare a capirci qualcosa (e ammetto che non è che io sia stato particolarmente rapido e recettivo) adesso ho deciso di provare finalmente a "produrre" qualcosa da - eventualmente - presentare.

E il risultato dei miei primi approcci alla parte pratica lo vedete nell'immagine qui riportata: in alto a sinistra una radiografia del torace in proiezione anteroposteriore (in Italiano: una lastra) mentre in basso a destra lo stesso torace come appare all'ecografia. In entrambe le immagini si nota un addensamento, e con entrambe le metodiche insomma si può fare diagnosi di polmonite.

Che tutto sommato, uno potrebbe dire: e sticazz... cioè - voglio dire - embè? Che avresti dimostrato.

Dimostrato io proprio in prima persona direi niente, che è una cosa (che le polmoniti si vedono con l'ecografo) che bene o male già si sapeva. Solo che si sapeva più o meno e per modo di dire, perché questa cosa dell'ecografia del polmone è davvero recente e se andate a cercare sui libri di diagnostica per immagini non proprio nuovissimi (bastano già 3 o 4 anni) a riguardo non trovate scritto nulla.

Poi, voglio dire: l'ecografo spara ultrasuoni che non fanno male e non comportano niente di niente (almeno finché qualcuno non dimostrerà il contrario, ma speriamo di no). Le lastre invece vi sparano i raggi ionizzanti che danneggiano il DNA con tutte le relative magagne del caso. E insomma: tra le due metodiche, voi quale preferireste che utilizzassero su di voi in un eventuale pronto soccorso?

Ma andate a dire a qualche dottore che fate l'ecografia senza poi fare una lastra di controllo, e vedete come vi guardano. Perché sì, insomma, ok l'ecografia è fichissima e tutto il resto... ma nella pratica tante possibilità sono ancora piuttosto misconosciute, e pure quando le conoscono ancora non si fida nessuno.

E insomma, questo fatto della tesi che 1) mi sta dando l'occasione di imparare qualcosa che userò sicuramente per lavoro e 2) si occupa di un argomento talmente attuale che in tanti ancora nemmeno lo sanno, mi sta dando anche una certa soddisfazione.

Volevamo fare il confronto ecografo/RX, e l'abbiamo fatto. Ora resta da costruirci sopra una presentazione, qualche decine di pagine di testo da portare in segreteria, un bel po' di immagni e di casi clinici da allegare e proiettare... ma insomma il concetto questo è e questo rimane e - a dirla proprio tutta - il lavoro pratico da fare è ancora immenso, ma concettualmente - e per quanto mi riguarda - la tesi è praticamente finita.

Se riuscissi solo a convincere di questo anche i professori e la segreteria, potrebbero quasi darmi fin da subito la laurea... ma qualcosa mi dice che, strappargliela dalle mani, non sarà per niente così facile.

Simone

21/10/13

Quando uso l'ecografo...

Mi sembra tutto assolutamente chiaro, vero? No.
A riguardo dell'ecografia polmonare e toracica, basta una ricerca su Google per trovare una quantità incalcolabile di articoli, testi in formato pdf e milioni di ore di video esplicativi di ogni genere.

E se vi è capitato di vederne qualcuno, converrete con me che i video sull'ecografia sono tutti piuttosto simili:

C'è un'ecografista con la macchina (non l'automobile, parlo del macchinario dell'ecografo) e il paziente sdraiato su un lettino. L'ecografista spiega qualcosa di assurdamente banale, tipo:

«L'ecografia cardiaca serve a vedere il cuore».

Poi appoggia con 2 dita leggerissime la sonda ecografica sul torace del paziente, fa un micro-movimento impercettibile col polso, e sullo schermo appare un'immagine ultra-nitida, pulita e perfettamente contrastata di cuore, polmoni, fegato, reni e tutto quello che potrebe venirvi in mente di voler osservare.

«Questi sono gli atrii» spiega il tizio nel filmato, commentando le immagini - che ne so - del cuore. «Questi i ventricoli. Queste le valvole. Questa l'aorta».

Fatto questo preme qualche tasto sulla tastiera dell'ecografo (che non ha nemmeno bisogno di guardare), annuisce verso lo schermo e poi alla fine conclude:

«Il doppler non rivela deficit valvolari. L'esame è perfettamente normale, e il nostro tutorial è concluso».

Ok. Facile, no? Basterà ripetere la stessa identica cosa, per avere gli altrettanto stessi identici risultati.

E poi insomma vado in ospedale. Capita di dover fare un'ecografia a un paziente, e fanno finalmente provare me: è il mio turno.

«Ma che ce vo'?!» dico tra me e me. «Tanto ho già visto il video su Internet: fare le ecografie, è una cazzata».

Metto il gel, come da indicazioni precedentemente apprese. Appoggio la sonda sul torace del paziente. Sposto lo sguardo sullo schermo, e... e sullo schermo non si vede una mazza.

Un problema - ma giusto per dirne uno degli innumerevoli - è che le persone reali e che non stanno nei filmati su Youtube, hanno le costole. E le costole hanno questa inutile caratteristica di bloccare le onde sonore, e come ci passi sopra con la sonda piglia e non si vede più nulla.

E lì insomma inizio un po' ad armeggiare e a litigare con tutto il macchinario, finché non esce fuori qualcosa che somiglia a quello che starei - in teoria - cercando di ottenere.

Solo che l'immagine che trovo io non è né nitida, né pulita né meravigliosamente contrastata con tutti i dettagli in evidenza. Detto in un modo più semplice: si vede uno schifo.

Ma perché all'ecografista del video questo non succede?! Che fa lui di speciale?

L'idea che mi sono fatto, magari con un filino di invidia e un pochino più di un filo di cinismo, è che - a parte l'ovvietà della maggiore esperienza - le immagini schifose vengono fuori pure a lui.

Solo che quando capita ha imparato comunque a sapersi in qualche modo raccapezzare e a fare un esame corretto... e poi, di sicuro, quando vengono delle immagini che non gli piacciono, quelle non le mette su Youtube.

Oppure magari sono proprio che sono assolutamente negato. D'altra parte, questa è una eventualità che sono sempre pronto a considerare, in ogni cosa che faccio... ma forse, prima di precipitare il giudizio, dovrei provare ad accumulare un altro pochino di esperienza pratica e vedere se le cose migliorano.

E speriamo che vada proprio così.

Simone

16/10/13

Qualche aggiornamento, e una citazione sul sito della SIMEU.

Corso di medicina d'urgenza del '58. Giuro.
Avete visto la mano finta con la pompetta per fare uscire il sangue, nella foto? Meraviglioso.

Foto che da sole valgono un post a parte, per quanto riguarda le lezioni, devo dire che quest'anno non sono particolarmente pesanti.

Sarà che non sono troppe ore, e sarà che un po' seguo e un po' studio Pediatria quando gli argomenti trattati non sono proprio il massimo del coinvolgimento emotivo. In ogni caso, in genere - in un modo o nell'altro - la giornata mi passa in maniera abbastanza indolore.

Dal punto di vista dei tirocini, in questi giorni ho avuto una pausa ma la prossima settimana ci sarà quello di Medicina Legale, che comprenderà anche un paio di giornate in un ambulatorio di medicina di base. Visto che è un argomento che mi interessa, magari più avanti vi troverete pure il post/racconto dedicato... sempre ovviamente se ci sarà qualcosa di concreto da raccontare.

L'internato a Medicina d'urgenza, invece, prosegue alla grande. Sto finalmente iniziando un po' a capire dove mettere le mani (considerate che sto lì da più di un anno!) e sulle cose semplici come prelievi, ECG, esame obiettivo eccetera potrei quasi dirmi soddisfatto. Devo solo migliorare un (bel) po' la manualità su certe cose che per me sono davvero difficili - tipo mettere le agocannule ai pazienti con le vene invisibili - ma da qui alla laurea ho ancora tempo per fare tanta pratica, per cui: speriamo bene.

Al contrario, sento di essere invece piuttosto indietro per tutta quella che è la parte un po' più internistica della medicina d'urgenza: che farmaci si usano per un paziente con la fibrillazione atriale? Cosa si fa nella BPCO riacutizzata? Che percentuale di ossigeno diamo? Quali antibiotici? Bo'?!?!

La sensazione, però, è che questo sentimento di completa ignoranza e inettitudine non sia poi così negativo: forse dopo un periodo di confusione totale sto semplicemente iniziando a capire dov'è che ho dei vuoti e quali sono le mie principali lacune. Per cui la speranza è che dal dubbio si passi alla comprensione e infine alla consapevolezza... possibilmente senza prima passare attraverso il disastro e la tragedia.

In sintesi, e in conclusione: ci ho messo un anno anche solo per capire che non ci capisco niente, e se ci pensate è anche più meraviglioso della mano con la pompetta per il sangue di prima: a questo punto, ci starebbe anche bene un'altra foto con la mia faccia smarrita.

Passando a dire due cose sulla tesi, al momento sono ancora in alto mare: in questi giorni ho fatto pratica con l'ecografo, e tutto il mio lavoro attuale è focalizzato su quello. Capire lo strumento, saperlo adoperare e riuscire a interpretare le immagini.

Pratica a parte, però, la tesi è ovviamente allo zero assoluto e non ho scritto una riga che sia una. Ma ho anche pensato che sarà bello, più avanti, scrivere tanti post su quanto sono con l'acqua alla gola per la tesi e su come sono disperato perché non so se riuscirò mai a consegnarla in tempo. Insomma, tranquilli: ormai è la laurea a essere funzionale al blog (e non più vice-versa) ed è tutto studiato per la suspance.

L'altro giorno, infine, uno specializzando del mio reparto mi fa notare che ha trovato il link al mio blog sul sito della SIMEU, la società italiana di medicina d'urgenza.

Oggi vado in ospedale, e una dottoressa mi dice più o meno la stessa cosa: c'è questo dottore bravissimo che gestisce un sito sulla medicina d'urgenza, e in una specie di conferenza (fate prima voi a seguire il link, che io a spiegarvelo) organizzata dalla SIMEU ha accennato anche al mio blog.

Ora io il dottor D'Apuzzo lo conoscevo già, perché lui ha risposto più e più volte alle domande che gli ho fatto all'interno del suo sito o via mail. E devo ammettere che il fatto che in reparto si sappia dell'esistenza di questo blog è una cosa che mi trasmette una vaga agitazione, ma va bene: se non volevo che lo leggessero, non lo dovevo neppure scrivere. Mi pare che questo sia più che ovvio.

Dico solo che - secondo il mio banale parere - l'insegnamento è un aspetto imprescindibile della professione medica: fin dai tempi di Ippocrate, un bravo dottore ha avuto il compito di insegnare la medicina - e parlo della medicina vera, quella fatta al letto del paziente - a chi aveva meno esperienza di lui. Analogamente, chi è bravo a insegnare la medicina - sempre secondo il mio banale parere - non può che essere un bravo dottore.

Anche per questo mi incavolo tanto, quando le lezioni non mi piacciono o i tirocini non sono all'altezza delle mie aspettative: perché una buona medicina non può prescindere da un buon insegnamento della medicina stessa.

Ma veniamo al dunque: venire citato da una persona che fa così bene il suo (e forse futuro mio) lavoro mi ha fatto piacere, e ci tenevo a scrivere 2 righe per dirlo. Spero un giorno di saper spiegare anch'io in maniera semplice e precisa tante cose che adesso mi sembrano al contrario assurdamente complicate e confuse. Lo spero davvero.

E nel frattempo il semestre va a vanti, e io continuo a studiare e a fare pratica: penso che la strada - tutto sommato - sia questa.

Simone

05/10/13

Un giorno da studente.

Al termine della giornata, mi rilasso un po' con questo.
Sveglia alle 7 e 30.

Che poi diventano le 7 e 45, le 8, le 8 e 10... vabbe': io la mattina ho un andamento più da bradipo che da essere umano, e per alzarmi dal letto - più che la sveglia - ci vuole il defibrillatore.

Alle 8 e 45 arrivo già in super ritardo in ospedale. Mi metto il camice in fretta, e vado al tirocinio in ambulatorio.

L'ambulatorio si chiama: "piede diabetico, piaghe e ulcere"... e meno male che negli anni scorsi mi lamentavo sempre che nei tirocini non si faceva quasi nulla! Perché se dovevo andarci al secondo anno, mi sarei sentito male almeno quattordici volte: una per ogni paziente che ho visto.

Ore 12 meno cinque minuti, e lascio l'ambulatorio: c'è una riunione col primario per discutere la tesi e per avere il "sì" definitivo per il titolo e tutto quanto il resto.

In questi giorni ho fatto un po' finta di non pensarci e non avevo nemmeno raccontato bene la cosa sul blog, un po' per scaramanzia e un po' perché avevo appena scritto un post di assoluta conferma, e non mi andava di scriverne un altro.

In ogni caso, e qui ci sta un mirabolante gioco di parole, sono tesi-issimo: se va tutto bene posso continuare con l'ecografia e col professore che mi segue ora e con questa cosa che mi piace. Se va male devo ricominciare da capo, forse con un professore diverso e magari pure con qualcosa della quale nemmeno mi frega nulla.

Insomma alle 12 sono nell'auletta col primario e gli altri studenti interni. Alle 13 e 30 la riunione è finita: le lezioni sono già iniziate da mezz'ora, non ho mangiato, sono stanco e ho un sonno cane.

Però la tesi è stata confermata in via definitiva, e il titolo più o meno ufficiale resta: l'ecografia toracica d'urgenza. Per quanto un titolo del genere possa voler dire tutto, o anche nulla. O anche tante altre cose intermedie a metà.

Ok, finito l'incontro mangio una specie di panino alla velocità di un'idrovora, e corro a lezione. Sarò sincero: sono stanco, dormo sul banco, l'aula ha un'acustica agghiacciante e non riesco a seguire una parola. Alla fine resto giusto un'oretta, e me ne torno a casa con un po' di anticipo.

Tra il tornare a casa e quello che viene dopo ci sono pure dei giri per cavoli miei di cui in genere non parlo sul blog (ho una vita - o quel che ne resta - anche fuori dagli ambienti medici, anche se alle volte me ne stupisco io stesso). Ri-tornato a casa dopo questi ulteriori impegni, ho giusto il tempo di mangiare al volo un non so che cosa mi era rimasto in frigo dall'ultima spesa... ed esco di nuovo.

Alle 8 e mezza - stavolta di sera - vado di nuovo in reparto. E capisco che è veramente da malati mentali, ma:

1) La tesi è confermata, e voglio parlarne col professore.

2) L'idea è che prima imparo a usare l'ecografo, prima finisco la tesi e prima mi laureo. Per cui meglio non perdere occasioni per fare pratica, quando poi dopo magari potrei non averne così tante.

3) Io quando posso ci vado sempre perché - come ho detto altre volte - semplicemente, mi piace.

E almeno sul terzo punto forse si potrebbe discutere e gettare le basi per una psicoterapia, ma se le cose non stessero così probabilmente non esisterebbe nemmeno questo blog e non sarei qui a raccontarvi di tutti i cavoli miei.

Non starò a raccontarvi tutto per filo e per segno, ma in reparto è una nottata di quelle pesanti e non è che sto proprio esattamente lì a riflettere su quanto ero già stanco ancora prima di cominciare. Alla fine decido saggiamente di fermarmi in ospedale un po' meno del solito, e rientro a casa che è da poco passata la mezzanotte.

Ultimo spuntino rapido della giornata perché mi è tornata fame (o forse non mi ero saziato mai). Una doccia, un minimo di relax con Internet, Televisione o quello che era, e finalmente me ne vado a dormire.

Mentre cerco di prendere sonno, penso che domani - alle 8 e mezza - mi aspettano di nuovo nell'ambulatorio piaghe ulcere e piede diabetico sul quale tanto ho evitato di disquisire. E ma mi sa proprio che, domani, arriverò un po' più tardi.

Simone

15/09/13

La mia tesi di laurea in Medicina.

Ecografia prenatale semplificata per ginecologi alle prime armi.
L'altro giorno, Sabato mattina, ho iniziato più o meno ufficialmente a lavorare per la tesi.

Il titolo - indicativamente - sarà: l'ecografia polmonare d'urgenza. Sempre che non cambi tutto di botto e all'improviso... cosa che del resto con le tesi il più delle volte succede.

Ok. Siete super curiosi di sapere altri dettagli? No? Peccato, perché sebbene anch'io ritenga di aver già detto ben più di quanto possa interessare a chicchessia, un aggiornamento di 3 righe è troppo poco e bisogna necessariamente aggiungere altro per allungare:

La tesi inizierà con un'appassionante introduzione sulle basi tecnico-scientifiche dell'ecografia, e sugli studi dei suoi primi utilizzatori: il Dottor Karl Theodore Dussik d'Austria, e il Dottor Ian Donald di Scozia. Buona parte di questa introduzione è - curiosamente - già stata pubblicata qui.

Dopo di questo e altre cose che immagino andranno ad aggiungersi col tempo, si passerà alla vera e propria parte sperimentale: un confronto tra le immagini (ed eventuali relative diagnosi, ovviamente) ottenute con l'ecografo e i risultati acquisiti invece con un'altra metodica.

Per spiegarlo un po' meglio: facciamo un po' di ecografie e un po' di raggi X, e vediamo se un metodo è più preciso o più accurato o più affidabile rispetto all'altro per diagnosticare determinate condizioni mediche.

Detto così potrebbe non sembrare chissà che gran cosa. Eppure in questa semplice idea iniziale ci sono almeno 2 punti che trovo positivi:

1) Sull'uso dell'ecografo in emergenza c'è ancora molto da vedere e da dimostrare. In letteratura non c'è poi ancora tutto questo materiale, e un confronto tra diverse metodiche non è affatto un'idea stupida o dalla quale aspettarsi dei risultati così scontati.

2) Usare l'ecografo e confrontarlo con altre immagini mi pare un gran modo per imparare qualcosa che poi - da medico laureato e abilitato - userò quotidianamente. Cioè non si tratta di fare una tesi solo per dire "ho finito" e laurearsi, ma è davvero un argomento che mi sarà utile.

Insomma, grande entusiasmo per una tesi che mi piace e che è allo stesso tempo anche interessante e tutto il resto: che altro potrei volere di più? Di non farla per niente e laurearmi senza fatica? Di essere pagato? Di farmi riconoscere la tesi che ho fatto a ingegneria? In effetti, ora che ci penso, potrei fare almeno un tentativo...

E vabbe': l'altra mattina insomma mi sono messo a provare un po' con le ecografie cardiache... e lo so che la tesi è sul polmone, ma che volete? In reparto stavano facendo quelle.

Sul cuore comunque mi sono studiato un po' di cose anche grazie a del materiale fantastico che ho trovato in rete, e ho capito (in teoria) come si vedono alcune sezioni e come si calcola la Frazione di eiezione, un numeretto che si potrebbe dire che vale un po' come indicatore della funzionalità cardiaca generale.

Nella pratica però ho scoperto che se il paziente è piccolino (metà dei pazienti) far passare gli ultrasuoni in mezzo alle costole è difficile, e non si vede una mazza.

Se invece il paziente è corpulento (l'altra metà dei pazienti) ho scoperto che far arrivare gli ultrasuoni in profondità è ancora più difficile che con i pazienti piccoli di prima, e non si vede una mazza ancora peggio.

Insomma sulla carta e in teoria è tutto bello e tutto semplice, ma nella pratica è un altro paio di maniche e prima di raggiungere una ragionevole capacità pratica ci vorrà un bel po' di tempo.

Io per fare la tesi ho circa un annetto. Altri 3 mesi per l'iscrizione all'albo, e infine un anno in più anche dopo con il master e i corsi che vorrei fare.

Vorrà dire che dovrò farmeli bastare.

Simone

12/09/13

Università passati i 30 anni: ho finito il quinto anno di medicina.

Cristallo di Litio: ci crediate o meno, è un medicinale.
Oggi (ma forse il post lo pubblico domani, non lo so ancora) ho fatto Psichiatria.

Con lo psichiatra mi ha detto benissimo, perché mi ha chiamato il prof quello un po' più "tranquillo" e mi ha chiesto cose che tutto sommato erano semplici, e insomma alla fine è andata bene.

Un po' meno bene l'orale con la psicologa clinica, secondo la quale ho appena dato una letta alle slide e non sapevo bene le cose e insomma mi ha abbassato un po' il voto. Che già solo per questo blog come psicologo clinico dovrei prendere 40 e due lodi, ma tant'è: quando la psicologa clinica avrà una crisi d'identità e vorrà iscriversi a medicina pure lei troverà queste pagine, leggerà queste parole e si renderà conto della grande ingiustizia che si è compiuta oggi ai danni del più grande ingegnere psicologo medico blogger vivente: e vi sfido ad asserire il contrario.

Crisi maniacale scatenata dallo stress da esame a parte, dei voti non mi frega una minchia (o meglio, sono contento del voto che ho preso) e insomma abbiamo raggiunto il grande traguardo da me più volte espresso, sofferto e agognato:

Stare in vacanza fino all'inizio dei corsi.

Oltre a questo importante raggiungimento, c'è il non proprio secondarissimo fatto che ho terminato gli esami del quinto anno di medicina.

Quelli del primo, secondo, terzo e quarto - ricorderete - li avevo già dati. Con questo qui è finito pure il quinto, e se non ho fatto male i conti mi resta solo da iniziare, seguire, fare, studiare e terminare il sesto anno, e poi è andata.

Vorrei dirvi di essere estremamente contento, ma sono così distrutto che non è che riesca davvero a provare tutte queste emozioni particolari. Diciamo che sto in quella situazione nella quale non mi rendo ancora molto bene conto che le cose siano andate meglio del meglior modo in cui potevano andare. E insomma io lo so che sono contento, ma sono troppo stanco per esprimere questa contentezza in una qualsiasi altra maniera.

Adesso insomma riposo totale. Se tornerà un po' di bel tempo mi farò qualche ultimo giorno di mare, e dovrei sistemare un po' del lavoro di ufficio ma vabbe' troverò il tempo.

Dal punto di vista della mia preparazione medica (che a questo punto inizierei a scindere da quello della mia preparazione universitaria) ho già visto i prossimi turni da fare in reparto. Ho preso un paio di libri di ecografia, e fermo restando che se studio anche il retro della scatola dei cereali mi si ingrippa il cervello e muoio, sono comunque pronto a darli un'occhiata e ad attaccare con ecografie e tesi appena mi chiederanno di farlo... sperando però che mi lascino prima un po' di tempo per rifiatare.

Simone

06/09/13

Ho iniziato a usare l'ecografo!

Quello che uso io, è del tutto diverso.
Il 2 Settembre ho fatto dermatologia, e questo lo sapevamo.

Il 3 ho fatto la notte in reparto, e hanno iniziato a farmi usare l'ecografo per preparare la tesi oltre che (si spera) per imparare semplicemente a usarlo ed applicarlo nella mia futura pratica clinica.

Prendi la sonda, ci metti sopra quella gelatina appiccicosa che praticamente in reparto ritrovi attaccata a qualsiasi cosa (sperando sempre che sia SOLO il gel dell'ecografo, appunto) la punti nel punto giusto del torace... et voilà: vedi di tutto.

Il cuore che pompa con le arterie, le valvole che si aprono e si chiudono, le pareti che si contraggono. Vedi i polmoni nello spazio tra una costa e l'altra. Vedi il diaframma che sale e scende, con sotto la milza. Il fegato, e se sei bravo anche la colecisti, i dotti biliari, i reni...

L'ecografo è come una finestra aperta sull'essere umano. Sembra il coso di Star Trek che fa tipo uuuuuuuuuu (ok, non so di preciso come fa) mentre il dottore lo guarda con un occhio aperto e uno mezzo chiuso e capisce subito che cosa ha l'ammalato.

Solo che non fa nessun rumore e capire cos'ha il paziente è tutto un altro paio di maniche... però, insomma, pure la versione che abbiamo noi non è del tutto da buttare.

Piccola nota per chiedermi: ma quanto sono fortunato di aver trovato dei professori che mi fanno fare queste cose, già da studente? Io penso di esserlo molto, perché i reparti non sono tutti così.

E vabbe', digressioni a parte: wow, fantastico, meraviglioso. Come è eccitante la vita degli studenti universitari, non vorreste iscrivervi a medicina prima di subito pure voi?

Solo che poi però è finita lì: praticamente per studiare psichiatria non sono partito, non sono andato al mare, non sono entrato in letargo e insomma niente. Il fatto poi che non c'ho voglia di studiare e sto facendo pochissimo la dice lunga su come stia sfruttando bene queste giornate. Praticamente, la cosa su cui mi sto impegnando di più è il blog... e anche questo post fa un po' schifo, almeno secondo me.

Come se non bastasse, il mio professore questa settimana non c'è. E io avrei voluto chiedere ad altri strutturati se posso frequentare quando ci sono loro, ma ancora non l'ho fatto e insomma non posso nemmeno andare in reparto perché non c'è nessuno che mi si caghi.

E dunque, penso di aver toppato: avrei dovuto farmi qualche giorno di vacanza prima dell'esame, col rischio di non passarlo, piuttosto di puntare all'esame posticipando la pausa a dopo, col rischio di non passare l'esame lo stesso e di beccare pure il brutto tempo e rimanere fregato 2 volte.

E ok, insomma: che lagna. Si vede che terrò a mente la cosa per la prossima volta... con la speranza però che questa sia l'ultima estate che passo da studente universitario e che una prossima volta - semplicemente - non ci sarà.

Simone

23/03/13

Cerco qualcuno che mi scriva la tesi.

Studente indietro con la tesi (quello a destra).
Il professore con il quale frequento - e che salvo cambiamenti dell'ultim'ora o drammatici eventi funerei sarà quello con cui finirò per laurearmi - mi ha detto di iniziare a pensare a qualche idea su cosa fare per la mia tesi.

In genere, o diciamo dal poco che ho visto, a molti studenti l'argomento della tesi viene dato così su due piedi a sorpresa e a tradimento alle spalle. Tipo che loro stanno ripiegando il camice per metterlo nello zaino, e da dietro sbuca uno che gli fa "allora tu fai una tesi sull'ipertrofia del muscolo coracobrachiale nei giocatori di Curling mancini", o qualcosa di analogamente terribile, e sono fregati.

Che una volta che ti assegnano il titolo, vaglielo a spiegare che della tesi sull' "incorretto uso del detergente topico nella recidiva da acne" non te ne frega niente, e preferiresti occuparti di - che ne so - una qualsiasi cosa della quale interessi almeno un pochino minimamente a qualcuno, ecco. Che io magari glielo direi pure... ma io sono strano e lo sapete, mentre uno studente normale che magari punta al fatto che Medicina sia la sua prima e unica laurea potrebbe darsi che ci pensa prima due volte.

Invece - per qualche motivo - mi stanno lasciando un minimo di spazio di decisione personale. E io sarei strafelicissimo di fare una tesi su quello che piace a me, se solo non fosse che - semplicemente - non so assolutissimamente e nella maniera più assoluta che cosa inventarmi.

Per il mo mento ho messo sul tavolo (?) una sorta di elenco della spesa per la tesi perfetta, e che in sintesi sarebbe questo:

- Una tesi che fai qualcosa di minimamente pratico, senza cioè andarti a inseguire pazienti per tutto l'ospedale chiedendogli con quale particolare molecola specifica hanno seguito la loro specifica e particolare terapia. Per poi scoprire che sono stati dimessi e che abitano a 800 km di distanza dall'ospedale.

- Una tesi dove magari vedi qualcosa che non vedi nei normali internati. A medicina d'urgenza vedo principalmente pazienti cardiologici, pneumologia, intossicazioni, malattie infettive... ma tutto l'aspetto chirurgico o anestesiologico o traumatologico o insomma tutto il resto mi passa vicino raramente. Per cui sarebbe bello usare la tesi per imparare qualcosa di più.

- Una tesi vagamente generica che sia in qualche modo "rivendibile" a chirurghi e anestesisti se un domani decidessi di provare l'ingresso in specializzazione da quelle parti.

- Una tesi simpatica e semplice e che non ti stressa rovinandoti la vita fino al giorno prima della laurea che non sai se farai perché è successo un casino all'ultimo momento e non trovi il relatore e la segreteria sta per chiudere e ti manca una firma e non tornano i risultati... ma su questo lo so: tutte le tesi ti rovinano la vita, e da questo punto di vista le speranze sono pressoché nulle.

Insomma, io pensavo di guardare un po' online altre tesi di medicina d'urgenza per farmi una mezza idea e lasciarmi ispirare. Magari invece voi che leggete il blog avete qualche consiglio da darmi... e unendo le nostre forze potrebbe venirne fuori qualcosa di interessante.

Che ne dite allora: me la scrivete voi la tesi? Almeno il titolo? E dai, forza che tra appena un anno e mezzo la dovrei consegnare, che se no non mi ri-laureo... e a voi vi tocca sopportare il blog per un'altra sessione.

Simone