28/09/11

Ebook: Cacciatore di uomini - di Glauco Silvestri. Pyra Edizioni.

La Pyra Edizioni è un nuovissimo e piccolissimo editore, che ha appena iniziato a pubblicare testi in formato ebook.

Se poi non si fosse già capito, la Pyra Edizioni è lo stesso editore che forse - se tutto andrà più o meno come pare che stia andando - dovrebbe riproporre l'ebook del Gatto che cadde dal Sole, il mio romanzo sui gatti che parla dei gatti e coi gatti che fanno i gatti.

Ancora: ho conosciuto Glauco Silvestri ormai una vita fa, e - anche se solo attraverso il suo blog - da una vita a questa parte seguo il suo lavoro di scrittore e le sue iniziative letterarie.

Insomma, che volete? Come dovrei presentarvi questo libro, e che opinione vi aspettate che abbia a riguardo?

Avevo pensato allora di non dire nulla, ma di limitarmi a una sorta di pianto greco in difesa dei piccoli editori, degli ebook a basso costo (questo Cacciatore di uomini costa appena 3 euro) e dei poveri e indifesi scrittori emergenti.

Anche questo, però, mi sembrava un po' forzato e fuori luogo: se un libro mi interessa io personalmente me lo compro, e il fatto che sia di un autore nuovo o in un formato ebook particolarmente economico lo trovo al limite in qualcosa in più, e non certo il motivo principale che mi spinge a volerlo leggere.

Mi limito insomma semplicemente a presentarvi questo romanzo: è scritto da un amico scrittore e pubblicato da un (forse) mio amico editore... che io che faccio amicizia con un editore la vedo proprio dura, ma è comunque una persona che ho avuto modo di conoscere e col quale al momento non ho ancora nemmeno litigato, per cui direi che siamo sulla strada buona.

È un thriller con l'assassino che assassina tutti perché lui poverino non riesce a relazionarsi altrimenti, e poi c'è pure la storia d'amore piena di suspance come nei romanzi fighi degli scrittori incazzosi, quelli che quando vendono 3 milioni di copie ci restano anche male perché dai, poverini: tutta colpa della crisi dell'editoria.

Vabbé: stavo iniziando a scrivere boiate a ruota libera, però poi ho cancellato tutto. Vi lascio invece con la sinossi del libro, e poi - ovviamente - con il link per andarlo (eventualmente) a comprare.

IL CACCIATORE DI UOMINI - DI GLAUCO SILVESTRI

Mercurio è un assassino professionista. E' il migliore nel suo campo. A un certo punto della sua carriera decide di aprire un blog senza valutarne attentamente le conseguenze. Forse a causa del blog, la sua umanità torna a galla. Si innamora di Nadia e decide di lasciare la propria professione per vivere assieme a lei. Ciò risulta essere una scelta fatale per entrambi.

'Il Cacciatore di Uomini' si innesta nella trama di 'Professione: Assassino' per raccontare quanto avviene nel buco temporale che compare nel primo ebook, tra la chiusura del blog e il finale del racconto. In esso compare la fuga dei due amanti, la decisione di affrontare le avversità con le armi spianate, la volontà di sopravvivere, il desiderio di trovare un angolo di pace dove poter vivere e potersi amare l'un l'altra.


Un racconto di azione, di lotta interiore ed esteriore, di speranza, di disperazione... con un finale insospettabile.


Per acquistare l'ebook (3,00 €)


Il blog di Glauco Silvestri.

Il sito della Pyra Edizioni. 


Simone

26/09/11

Studiare - davvero - passati i 30 anni.

I tre anni di studio appena passati sono stati pieni di soddisfazioni.

È stato bello scoprire di riuscire a superare esami apparentemente insormontabili come Anatomia e Biochimica, ed è stato gratificante iniziare lentamente a capire come funzionano il corpo umano, le malattie e - di conseguenza - la medicina.

Però la realtà, il lavoro reale di mettersi lì sui libri e imparare nozioni a memoria, non è stata proprio una passeggiata.

Io non so se sono mai stato tanto bravo a memorizzare. Non credo. E comunque, tolta la parte teorica dei primissimi esami (le terribili dimostrazioni) non è che a Ingegneria ci fosse davvero così tanto da imparare e saper ripetere così com'è, paro paro al libro. A Medicina invece la storia è diversa: ci sono esami fatti di centinaia di pagine di nomi, e se ti ricordi bene tutto parola per parola sei bravo, altrimenti all'esame tanto vale che non ti presenti nemmeno.

E io non so se a 20 anni avrei avuto più facilità a fare Medicina, rispetto ad adesso: forse quando ero un po' più giovane memorizzavo più infretta, e probabilmente da ragazzino il tuo cervello è un po' più rapido rispetto a quello di uno più grande. Però vedo i ragazzi al corso con me e mi rendo conto di quanto studiano e quanto faticano, e penso che l'età che hai conta tutto sommato meno rispetto ad altri fattori. La verità è che per fare gli esami di Medicina devi studiare un casino, e l'unica dote che ti serve davvero è la voglia di stare seduto alla scrivania fino a farti il sedere quadrato.

Che poi io ho anche una media bassa, e alla fine tendo molto a tagliare gli angoli e a rendermi la vita più facile per quanto possibile. Eppure studiare, questi tre anni, in alcuni momenti mi è pesato molto.

Perché non è tanto quando sei nell'età in cui fare l'università è normale, e magari anche molti tuoi amici devono fare lo stesso esame e allora state chiusi in casa e finisce così. Però quando sei l'unico a startene a casa a studiare mentre tutti quelli che conosci fanno altro, ecco che forse inizia a pesarti un po' di più. In questi tre anni ho perso cene, feste, giornate al parco coi nipotini, fine settimana al mare... e alla fine non è che non mi pesasse ma era una cosa che sentivo di dover fare, e l'ho fatta.

Un momento davvero difficile è stato con Anatomia 3: a un certo punto mi ricordo che stavo leggendo una la descrizione di una struttura anatomica, ma non capivo nemmeno che cosa fosse e in che parte del cervello si trovasse... e figurarsi se potevo riuscire a ricordarmela a memoria! Ho guardato su un altro libro, ma non si capiva un cavolo neppure lì, era solo un muro di parole da imparare. Ho guardato su Wikipedia, e ancora nulla: il vuoto, continuavo a non capirci niente. E vi giuro che m'è venuto da piangere.

Poi a Pasqua ho fatto il pranzone festivo con tutta la famiglia. Mi sono alzato, sono andato a casa e mi sono messo a ripetere i nervi e le vie nervose con la testa che mi pulsava per aver mangiato troppo, lo stomaco pieno e la voglia mostruosa di collassare sul letto e dormire.

Altro periodo brutto, la scorsa estate: mi sono fatto una bella vacanza, ma poi ho passato tutto Agosto a studiare Biochimica. I miei andavano al mare, e io a casa su Biochimica. I nipotini andavano fuori, e io a studiare Biochimica. Gli amici facevano falò, feste, serate varie... ma io sempre Biochimica e quelle formule maledette che non mi riuscivo a imparare. Se non avessi fatto così, non lo avrei superato mai.

Insomma, a me piace studiare e probabilmente - come dice qualcuno - sarò bravo, portato, secchione e tutto il resto. Però quando hai 30 anni passati le meccaniche della tua vita sono un po' diverse da quelle di un adolescente, e studiare significa anche perdersi tante cose, stare lontano da amici e affetti, e seguire un obiettivo che si è deciso di conseguire, rinunciando però sempre e comunque a qualcos'altro.

Anche questo Sabato: non sono andato a una festa, perché dovevo studiare per un esonero di Farmacologia. Poi ho studiato tutta la Domenica, perdendomi forse l'ultimo giorno di mare dell'anno... ma poi niente: non sono andato nemmeno a provarci, perché c'erano troppe cose che ancora non ricordavo.

Solo che se anche l'esame non l'ho fatto sono rimaste la stanchezza. La frustrazione perché comunque non ce l'hai fatta, anche se non sarà la fine del mondo, e infine pure un po' di tristezza per le cose che mi ero perso.

Per fortuna ho un sacco di persone vicino che mi capiscono, e un po' mi fanno sentire meglio. Poi nel pomeriggio sono andato a prendere mio nipote a scuola, e ho passato un po' di tempo con lui. Stasera esco un po', e adesso sono qui che sto aggiornando il blog. Questo per dire che, in tutto questo, ci sono degli intervalli in cui riesco a tirare fuori un po' di tempo per me, e a fare le cose che mi rilassano e che mi fanno stare meglio.

Se ci penso bene, forse 3 anni fa avevo tanto tempo libero in più. Eppure lo apprezzavo di meno, perché pareva scontato e alla fine lo sprecavo tutto. Adesso, invece, certi bei momenti saranno più brevi o più rarefatti... però li apprezzo molto, molto di più.

Simone

21/09/11

Il quarto anno di Medicina.

Stavo per intitolare questo post come: Il mio quarto primo giorno di Medicina, ma è lo stesso gioco di parole che ho fatto una marea di volte e magari a 'sto punto anche basta.

E poi non so perché mi veniva da impapocchiarmi e scrivere Il mio primo quarto anno... invece di giorno e con le parole invertite, che sarebbe a dire che in 12 mesi non faccio nemmeno due esami e l'anno prossimo starò di nuovo qui. Per cui insomma facciamo le corna, e cambiamo titolo.

Il quarto anno di Medicina. E basta.

Qualche giorno fa ho dato l'esonero di Farmacologia sulla parte di Cardiologia. È andato tutto sommato bene, per cui ora sto indietro solo di due esoneri (Pneumologia e Antibiotici, non è tanto) dopo di che dei primi 3 anni ho dato tutto.

Per cui insomma grandi notizie: Lunedì ho iniziato il quarto anno di università (che sarebbe il nono se contassimo pure quelli della prima laurea) e sto praticamente quasi del tutto e al 100% in pari con gli esami. E questa è una bellissima cosa, perché vi dirò la verità: 6 anni di Medicina mi sembravano una montagna insuperabile, per cui mi sono imposto che - per lo meno - avrei fatto tutto il possibile per far sì che fossero effettivamente "solo" 6 anni e non un giorno di più. E fin qui - mi pare - e sempre facendo le corna di prima, che il mio proposito stia proseguendo per il verso giusto.

Soltanto che prima di arrivare a cantare vittoria ancora ce ne vuole. Anche considerando il fatto che quest'anno, invece che nei soliti due semestri, le lezioni saranno divise in 3 quadrimestri. Cioè, invece di due blocchi di esami separati dalle vacanze di Natale, quest'anno universitario è diviso in 3 blocchi separati da non si capisce bene cosa. E se conosco i professori e l'università, non vuol dire che ci saranno più esami ma più facili e meno lunghi. Ma semplicemente ci saranno più esami uguali agli esami degli altri anni, soltanto stipati tutti insieme. Insomma un quadrimestre sarà tale e quale a un semestre, con la sola differenza che - in un anno - sono riusciti a mettere l'equivalente di 18 mesi di lezioni.

Adesso sono iniziati i nuovi corsi, e in particolare l'unico nuovo corso di questo prima metà del primo quadrimestre (perché i quadrimestri li hanno ulteriormente sotto-suddivisi... ma che ve lo spiego a fare?!) Urologia e Nefrologia, col nome doppio perché anche il singolo corso di mezzo quadrimestre di un terzo dell'anno è formato da due parti, che se no era tutto troppo poco complicato. E poi dicono che i medici non sono bravi con la matematica!

Come esame, questo Uro barra Nefro non sembra proprio grandissimo (saranno appena un migliaio di pagine) e se non fosse che tra due settimane il corso sarà già terminato e ne inizia un altro potrei anche dirvi che per il momento mi sento tranquillo: ormai mi sento abbastanza sicuro sulle materie e sugli argomenti trattati, sono abituato a studiare a lezione le cose che devo ancora dare e poi a studiare fino a notte fonda quando sono sotto esami. Solo ho un po' paura che da adesso in poi i professori inizino a mettere un po' troppa carne sul fuoco, e che rimanere al passo con gli esami diventi sempre più difficile

Oltre ai corsi, stanno ricominciando anche i tirocini e gli internati. Urologia e Nefrologia che sono quelli che mi toccano ora, poi Gastrologia ed Endocrinologia... e poi chissà cos'altro. E in tutto questo pensavo di fare un salto ogni tanto a Medicina Interna, e se ci riesco magari iniziare ad affacciarmi al Pronto Soccorso... tanto per vedere cosa succede dopo che ho scaricato i pazienti dall'ambulanza ed entrano in ospedale.

Insomma, tagliando corto: quest'anno pare proprio che mi faranno un mazzo così. Però vi giuro che sono contento, sono entusiasta, e non vedo l'ora di andare nei nuovi reparti per vedere che cosa si fa lì dentro. Di sicuro mi stanco tantissimo, certe momenti passati non sono stati per niente facili e nei prossimi anni mi aspettano di certo un sacco di casini e difficoltà... ma "quarto anno" ha un suono che è molto più corposo e rassicurante di "primo anno", "secondo anno" o anche "terzo". Suona come uno che sta già un bel pezzo avanti.

Alla fine è come una specie di viaggio. E ormai credo di aver oltrepassato il punto dopo il quale, piuttosto che tornare indietro, conviene continuare a nuotare e arrivare dall'altra parte. Spero solo di non crepare affogato dentro a migliaia di pagine di libri, manuali e dispense di tutti gli esami che ancora mi aspettano...

Simone

20/09/11

Videogiochi: Portal - Valve Software

Sembrerà strano parlare di videogiochi in un blog dedicato (almeno nelle intenzioni iniziali) a studio e letteratura, ma visto che di libri parlano un po' tutti, se parliamo di musica sono troppo di bocca buona e il cinema non mi interessa poi tanto, ho pensato che l'intrattenimento digitale (sarebbero i giochetti elettronici) fosse invece un argomento più interessante da affrontare di tanto in tanto.

Penso poi che ci sia un po' un po' "buco" su questo tipo di creatività: se tantissimi amici che ho online parlano di romanzi, film e storie in generale, di siti e blog che parlano di giochi ne conosco davvero pochi. Per di più, in genere sono scritti da persone che danno giudizi secondo un'ottica diffusa che tende a valorizzare prodotti violentissimi oppure indirizzati a un pubblico disposto a dedicare al gioco un tempo e una concentrazione che - in questo periodo della mia vita - trovo personalmente eccessivi e inconciliabili con i miei altri interessi e impegni.

E insomma, io invece vorrei parlare di giochi vecchi e nuovi che - secondo me - hanno aggiunto qualcosa a questo mezzo di comunicazione (perché in fondo sempre di questo si tratta) e che credo valga la pena ricordare e mettere da parte rispetto a tantissimi altri prodotti magari di successo maggiore ma tutto sommato meno interessanti come idee e contenuti.

Parto da questo Portal, prodotto dalla Valve Software, perché oltre a essere uno dei giochi più incredibili che abbiano mai realizzato, proprio in questo giorni sto giocando al seguito... originalissimamente chiamato aggiungendo un 2 alla fine.

Portal 2 è molto carino e tutto quanto, però alla fine è uguale a Portal 1 con la grafica meglio e la storia peggio (come capita spesso con i seguiti dei videogiochi) per cui mi limiterò a parlare di quest'ultimo che ho nominato... cioè il Primo. Portal 1, che poi visto che quando è uscito ovviamente il 2 ancora non c'era si chiama Portal e basta.

La prima cosa notevole di Portal e basta è il suo sviluppo: questo gioco è nato inizialmente come una serie di mappe aggiuntive create da alcuni appassionati per un vecchio sparatutto in prima persona (Half Life 2). I proprietari di Half Life hanno visto il gioco, hanno pensato che si trattasse di un prodotto interessante, e per questo ne hanno acquistato i diritti e hanno deciso di distribuirlo prima allegato al succitato Half Life, e poi come prodotto separato scaricabile da Internet.

La storia è la seguente: vi svegliate dentro una sorta di complesso fantascientifico, che ricorda un po' lo stile di Kubrick e un po' le atmosfere di The Cube (un film di 10 anni fa). Il gioco è in prima persona, però è evidente fin da subito che nel gioco non guidate voi stessi ma una protagonista femminile, tale Chell. La voce anch'essa femminile di un computer vi spiega che siete lì per dei test, e il vostro obiettivo è quello di attraversare una serie di stanze risolvendo dei giochi logici di intelligenza basati sulla fisica.

La particolarità di tutto questo è che avete a disposizione una specie di fucile spara-portali: sparando su delle superfici di cemento potrete aprire dei varchi dimensionali collegati come in una sorta di teletrasporto: aprite due varchi, entrate nel primo che avete aperto e vi ritroverete a uscire dal secondo.

E vabbe', detto così non si capisce una mazza... per cui vi metto un video, che è molto più chiaro di 200 mila parole:


Giocando a Portal vi renderete conto di come questa idea tutto sommato semplice stravolga completamente il genere di gioco in cui questo titolo va a inserirsi: se in un po' tutti gli altri giochi in prima persona vi trovate a girare per dei posti e a sparare alla gente cecchinandoli nel cervello o bruciandoli vivi o mutilandoli nei modi più brutali e poi guardandoli mentre si dimenano morendo in atroce agonia (l'importante è che non ci siano scene di sesso, se no i genitori ai bambini non glieli comprano ^^) qui invece dovete violare letteralmente le leggi della fisica in una serie di enigmi davvero ben congegnati e mai visti prima.

Ma c'è di più: a mano a mano che proseguite verso l'ultima stanza inizierete a domandarvi che cosa vi aspetta realmente una volta risolto l'ultimo enigma, mentre la voce computerizzata che vi accompagna per tutto il tempo si presenterà a voi in maniera amichevole e disponibile, lasciandovi però lentamente intuire che le sue reali intenzioni siano assolutamente diverse.

E se tante volte nelle storie uno arriva al finale aspettandosi chissà che ma rimanendo invece deluso, in questo caso invece è proprio il contrario: quando pensate di aver visto tutto quello che c'era da vedere, ecco che gli ideatori di questo Portal vi dimostrano ancora una volta che con un po' di idee e con zero risorse (ricordo che il gioco nasce come rimaneggiamento di un motore grafico creato da altri) si può tirare fuori qualcosa di molto più interessante rispetto alla solita roba noiosa che trovate nei negozi.

Spoiler sul finale!!!

Arrivati all'ultimo enigma GLaDOS (l'intelligenza artificiale che vi ha accompagnato per tutto il tempo) dichiara che il test è concluso, dopo di che cerca di uccidervi gettandovi in un inceneritore. A quel punto non vi resta che provare a fuggire attraverso le strutture che si trovano dietro le stanze dove si svolgono i test, e il gioco prosegue cambiando completamente ritmo e ambientazione tra cunicoli, impianti e strutture metalliche che compongono l'architettura del luogo dove eravate rinchiusi.


Ovviamente alla fine raggiungete GLaDOS, c'è uno scontro finale e il gioco termina che riuscite finalmente a scappare che qualcuno vi prende e vi riporta dentro (il finale è stato cambiato per il seguito, ma come dicevo non è che la storia di Portal 2 - seppur buona - sia altrettanto affascinante).

Il tutto è concluso da una sigla di coda molto divertente e ben realizzata, che dà ancora di più la sensazione di trovarsi di fronte a un gioco che riesce continuamente a uscire dagli schemi del genere, dall'inizio alla fine.

Fine spoiler finale.

Questo gioco, in conclusione, oltre a essere divertente (cosa direi necessaria, trattandosi appunto di giochi) dimostra anche una serie di cose:

- Per fare un bel gioco non serve investire chissà che in motori grafici proprietari o in filmati e animazioni precalcolate.

- Si può fare un bel gioco anche vendendolo a basso prezzo (su Xbox lo scaricate per 12 euro. Su PC e Playstation immagino costi uguale).

- Si può raccontare una bella storia anche attraverso un videogioco.

- Se parliamo di giochi elettronici, i seguiti sono generalmente migliori degli originali...

Anche se in questo caso specifico, non mi pare che sia andata effettivamente così ^^.

Simone

17/09/11

Drum cover di inizio anno: Basket case dei Green Day

Ve l'avevo promesso già 2 o 3 volte, per cui eccolo qua: un video di me che prendo a bastonate una batteria, cercando di imitare un batterista vero.

Tra l'altro, lunedì inizia il quarto anno di Medicina, per cui forse era pure il caso di festeggiare un minimo la cosa con un post un po' diverso dal solito. Ho già registrato altri video in cui suono e se cercate li trovate pure, solo che per il momento vi metto questo dove (mi pare) di aver fatto un po' meno errori e dove non mi sembra di assumere espressioni particolarmente ridicole. E poi fatelo voi tatatatatatatatatatatatata sul charleston per 5 minuti a non so quanti-mila bpm, e poi vediamo che faccia fate! ^^

La canzone di cui faccio la cover è Basket case dei Green day, un brano famosissimo del periodo in cui andavo all'università... prima di finire l'università per poi tornare di nuovo all'università. A parte altre 10 mila volte prima e dopo, sicuramente l'ho ascoltata in macchina anche mentre tornavo a casa il giorno che ho finalmente passato Meccanica Razionale, dopo 1 anno e mezzo di tentativi e bocciature con insulti e atroci malvagità dei professori allegate. E per cui insomma siamo di fronte a un brano di musica che ha fatto la storia della musica, dell'ingegneria e adesso anche della medicina: più di questo, ma che volevate? ^^

L'audio è preso direttamente dalla batteria (visto che è elettronica) e ovviamente sto suonando sopra al brano originale... poi non ho capito perché, ma nel sistemare il file mi sono mangiato gli ultimi 5-10 secondi della canzone. Solo che di rifare tutto scusate ma non c'avevo voglia e l'ho messa online lo stesso così com'era.

Un'altra volta, magari, vi suono qualcos'altro!

Simone


13/09/11

Topi giganti, gatti elettronici e cavolate varie.

Lo so che è un po' di tempo che sono diventato una persona un po' troppo seria: parlo di Medicina, esami, studio, lavoro, impegni... e ormai mi sto trasformando in un secchione noioso che quando la gente viene sul blog e prova a lasciarmi dei commenti di insulti il più delle volte si addormenta prima sulla tastiera.

Per cui insomma ora ricompenserò i pochi amici che non mi hanno ancora cancellato dal lettore di feed con delle notizie esaltanti (?) e dei link divertentissimi... ma poi basta che non c'ho tempo da perdere che dopodomani ho un esonero di farmacologia.

1) I topi giganti di 70 Kg.


Tempo fa, il mio caro amico e collega ingegnere studente ricercatore speriamo presto professore dell'università di Napoli & di New York, Giacomo (non metto il cognome che non so se magari mi denuncerebbe davvero o no) mi ha parlato di un articolo apparso su un fantomatico giornale secondo il quale erano stati trovati dei topi del peso di 70 Kg, chili, Kili o come si scrive.

Ora io penso che al limite il topo di chili ne pesava 7 e sul giornale hanno scritto una boiata. Però Giacomo ci teneva davvero tanto che lo scrivessi sul blog per mettervi in allerta e tenervi tutti informati per cui ecco fatto: se siete soliti passeggiare nelle fogne o in giro per i cunicoli della metropolitana, state accorti che magari beccate Splinter (sarebbe il capo delle tartarughe ninja) che vi dà pure un sacco di botte.

2) Ho finito di correggere Il gatto che cadde dal Sole, l'ho mandato all'editore digitale che dovrebbe occuparsi della sua ri-pubblicazione in formato ebook e il libro dovrebbe uscire a Dicembre 2011.

Dico tanti dovrebbe perché il contratto non è ancora stato firmato, ma diciamo che al 90% se non ci saranno intoppi strani Nessuno (questo è il nome del protagonista) e tutti gli altri gatti randagi amici e meno-amici suoi torneranno presto a farsi citare in tutti i miei post come avveniva regolarmete 2 o 3 anni fa. Anche 4 o 5. O da quando sono nato, per quanto mi ricordo che 'sto sempre a parlà di 'sto libro. ^^

Mi è parso giusto nominarlo anche ora perché - semplicemente - parlare dei gatti dopo i topi giganti ci stava benissimo.

3) Terza e ultima cosa: sperando di rientrare nelle grazie dei miei lettori (è vero che ho smesso di scrivere, ma i lettori li voglio lo stesso!) volevo linkarvi un video su youtube dove suono alla batteria una cover di Doctor Alibi di Slash e Lemmy (sarebbero il vecchio chitarrista dei Guns 'n Roses e il cantante dei Motorhead) e poi pure Basket Case dei Green Day.


Solo che poi ho deciso che nel filmato parevo inspiegabilmente sovrappeso (sarà colpa dell'Iphone con cui ho fatto il video) e poi ero pure spettinato, per cui niente. Dovrete accontentarvi di questa immagine qua sopra, che lo so che continuate a clikkarci sperando che parta il filmato ma invece niente: è solo una stupida foto che non si muove e nemmeno suona. Ma vi lascio con la promessa di mettere prima o poi un video registrato però quando sarò vestito un po' meglio e mi sarò tagliato i capelli...

E magari, chissà, mi sarò pure imparato un pochetto meglio a suonare ^^.

Simone

12/09/11

Andy Whitfield non ce l'ha fatta.

Andy Whitfield era il protagonista di una serie televisiva moderna di grande successo. E proprio ieri, purtroppo, è morto per un linfoma.

Io penso che tante volte, per come siamo abituati a vivere, ci aspettiamo di poter ottenere tutto e di riuscire a controllare e possedere ogni cosa. Un po' come se il mondo avesse risorse infinite e tutto quanto automaticamente ci spettasse di diritto.

Invece nella Medicina purtroppo è spesso evidente come la natura ha ancora facilmente il sopravvento su di noi, nonostante gli sforzi, le ricerche e gli innumerevoli tentativi fatti ormai da decenni. Ci sono stati molti passi avanti, esistono nuove medicine e nuove terapie. Il cancro è una malattia che oggi si può curare, ma non sempre. Purtroppo non sempre.

La verità è che non abbiamo il controllo su ogni cosa, e le nostre vite sono parte di una struttura più grande di noi. I tumori nascono per un meccanismo intrinseco che sta alla base della vita stessa, e voler comprendere e soggiogare ciò che ci rende vivi e unici è un'impresa titanica che avrebbe bisogno di ogni nostro sforzo.

Forse un domani le cose andranno diversamente, ma finché continueremo a perderci e a lottare dietro a tanti bisogni egoistici e superficiali il nostro ruolo nel mondo non cambierà mai.

Mi dispiace davvero per Andy, che dopo averlo visto così tante volte in televisione mi sembrava quasi un conoscente, se non un amico. Voglio credere che nella sua vita abbia contribuito a costruire un qualcosa che ci conduca tutti nella direzione giusta.


Simone

08/09/11

Riflessioni di metà percorso - 2 :se non avessi passato il test di ammissione a Medicina.

Il 5 Settembre, più o meno 3 giorni fa, c'è stato il test di ammissione per la facoltà di Medicina.

80 domande di logica, cultura generale, biologia, chimica, matematica e fisica, da rispondere con le classiche crocette. Poi una commissione fa una classifica dei vari studenti a seconda dei punteggi, e se rientri nella graduatoria va bene altrimenti ti attacchi e Medicina non la puoi fare.

E a me ha detto anche bene che Medicina non è proprio la facoltà più richiesta: quando l'ho fatto io alla Sapienza c'erano 550 posti disponibili, per appena 4000 candidati. Un rapporto di circa 8 a 1, che tutto sommato per essere una specie di concorso è anche abbastanza favorevole: se conti chi non si presenta e chi a prepararsi non ci ha provato nemmeno, alla fine se studi vuol dire che - con un minimo di fortuna - ce la fai.

Ho fatto anche il corso di preparazione estivo, con tutti i ragazzetti appena diplomati. Appena arrivato al corso la professoressa di Fisica mi ha chiesto: "ma te qui che cavolo ci stai a fare?" e io lì in mezzo mi sentivo una specie di alieno. Al corso ho conosciuto un bel po' di ragazzi, con i quali tutto sommato andavo d'accordo... ma mi sa che di loro, all'epoca, non è entrato nessuno.

Poi al test vero e proprio ci hanno divisi a seconda della data di nascita, e io sono finito nell'aula con tutti quelli che avevano dai 30 anni in più. E lì tra 300 persone se non ero il più giovane di tutti direi che ci mancava davvero poco. Due biologi di 40 anni che stavano al banco dietro di me sono entrati. L'infermiere che avevo davanti no, una ragazza che avevo accanto non l'ho più vista e non saprei dire.

Alla fine il mio punteggio è stato 51, a Roma si entrava già con 40 e insomma è andata bene. Ed è vero che avevo studiato, ma troppe volte a esami e concorsi ho studiato e invece m'ha detto male, per cui non è che il risultato fosse così certo e sicuro.

E ogni anno che arriva il periodo dei nuovi test, un po' ci ripenso: che avrei fatto se mi andava male? Se quel giorno insieme all'influenza con nausea e mal di testa che già avevo mi veniva pure 40 di febbre? Se non sentivo la sveglia, sfasciavo la macchina, o mille altre cose?

Mi ricordo che era un momento davvero pesante, sotto ogni punto di vista. Da un lato volevo mollare libri, l'ingegneria e una vita che mi annoiava a morte e nella quale mi sentivo già vecchio. Dall'altro avevo dubbi, incertezze, speranze anche per un qualcosa che non sapevo bene cosa avrebbe realmente comportato. E in mezzo questa cavolo di prova di ammissione che sì, tanto se sei già laureato in ingegneria si aspettano tutti che la superi... per cui se poi non entri è ancora peggio.

Cosa starei facendo, oggi, se non fossi entrato?

Ecco. Di sicuro ci sarei rimasto male. Dopo tanti tentennamenti e dubbi prima di dedicere di provarci, restare fuori sarebbe stata una bella botta. Probabilmente non ci avrei riprovato, magari per la delusione e oppure semplicemente prendendo la cosa come un segno del destino. Per cui, insomma, al 90% medicina non l'averi più fatta.

Sarei tornato a fare l'ingegnere. Ma non come adesso, per l'ufficio come capita e se davvero proprio mi tocca. Avrei ripreso la carriera da libero professionisa con fotocopie, timbri, burocrazia e geometri che ti spiegano quello che devi fare, e se non va bene ti cazziano pure. E insomma, la passione per il lavoro sarebbe stata una cosa alla quale avrei dovuto rinunciare.

Oppure magari avrei comunque cercato un lavoro diverso, e forse alla fine sarei stato anche contento di non essere tornato all'università. Magari mi sarei fatto crescere il pizzetto e sarei diventato cattivo, un po' come gli scittori di thriller o come la realtà alternativa di una puntata dei vecchi Star Trek. Ma questo, ormai, non posso proprio saperlo.

Avrei anche - con tutta probabilità - continuato a scrivere. Magari il seguito di Primo Mazzini, e poi qualcos'altro. Una storia magari bellissima, ma che adesso non so nemmeno immaginare: la mia creatività si è un po' spenta con lo studio. E se anche come scrittore non avrei mai combinato nulla, avere una mentalità creativa è importante, e forse sarebbe un qualcosa da recuperare. Magari in futuro, quando gli esami saranno finiti.

Anche la musica, in fondo, è un qualcosa che è arrivata insieme al ritorno all'università, e forse a questo punto non avrei nemmeno iniziato a suonare la batteria. Forse è quella componente creativa di prima che ha semplicemente trovato un ruolo meno invadente e che si sposa meglio con lo studio. Chissà, probabilmente è così.

E in questi tre anni è cambiato molto anche il mio modo di vedere la vita, e di affrontare le cose. Prima ero più pessimista, e se anche scherzavo forse molto di più sotto sotto ero più severo e più negativo. Prima, diciamolo, forse ero semplicemente frustrato, stanco e insoddisfatto, e tutto quello che mi capitava lo vivevo di conseguenza.

Non voglio pensare che sarebbe bastato un test andato male per essere ancora così, ma tutto sommato è una possibilità. Ed è anche vero che sto ancora a metà strada, e da qui alla laurea (più eventuale specializzazione) ho ancora tutto il tempo di rompermi e frustrarmi di nuovo quanto voglio.

Ma per ora - insomma - sto qui: il test è solo uno dei tanti intoppi del passato, sono uno studente di 36 anni, ho 100 mila cose in ballo che stanno ancora tutte un po' a metà, insolute e dagli esiti tutt'altro che scontati. Tutto sommato mi sembra di essermi dovuto sudare davvero tutto, ma penso anche di aver avuto davvero una gran fortuna.

E speriamo che continui così.

Simone

05/09/11

Segnalazione: un nuovo detective, Alex Fedele.

È arrivato un nuovo detective, il suo nome è Alex Fedele.

Solo su http://alexfedele.blogspot.com/ le avventure di questo nuovo personaggio che ha cominciato la sua diffusione il 16 Agosto 2011.

Casi intriganti, assassini senzascrupoli, sentimenti in procinto si sbocciare,una lotta tremenda contro una organizzazione mafiosa per la quale una vita di una persona vale meno di una sigaretta e due detective che nonostante le profonde diversità si ritrovano costretti a collaborare. Sullo sfondo, due segreti che devono essere svelati. Il primo riguardante Alex, il secondo, Flavio, quarantenne in discesa dopo una brillante carriera un polizia.

Una nuova serie gialla formata da stagioni composte da episodi incredibili. Una storia palpitante e con una scarica emotiva senza paragoni. La Giustizia contro Il Crimine, L'Orogoglio contro La Distruzione, Il Cuore contro L'Odio.

Alex Fedele; Perchè senza far luce sul passato,non possiamo vivere il presente.

INFO:
http://alexfedele.blogspot.com/
matteoi1@live.it
http://www.facebook.com/pages/Alex-Fedele/240472229318634

02/09/11

Cose fatte, e da fare. Tempo permettendo.

Ho appena finito di rivedere il vecchio ebook da ri-pubblicare con un nuovo editore (sempre in formato ebook). Nel rileggerlo mi sono detto che come autore - probabilmente - avrei meritato di più. Non di più in questo momento, quando ormai faccio tutt'altro e questo piccolo editore sta aprendo una nuova attività puntando anche su di me (e direi che non è affatto un "complimento" di poco conto).

Però di più sicuramente meritavo nel momento in cui ho mandato i miei testi a decine di professionisti del settore, con risultati variabili dal silenzio agli insulti, rendendomi conto lentamente che forse era meglio scappare da questo mondo dei libri prima di dedicargli così tanto di me stesso da non poterne sfuggire più.

Oltre a questo, tra un'ora attacco in ambulanza e così devo pure sbrigarmi a scrivere questo post. La cosa drammatica è che avevo accettato un invito al mare più cena serale da dei carissimi amici (che tra l'altro spesso leggono il blog: ciao Nick! ^^) per poi ricordarmi che mi ero segnato il turno la settimana scorsa. Una volta mi è successo di prendere l'impegno per un servizio, ma quando mi hanno chiamato per chiedermi "ma allora, perché ancora non arrivi?" me ne ero completamente scordato e stavo tipo a Perugia. Si sono vagamente incazzati e ora avrò per sempre la fama di quello inaffidabile che dà le "sole" anche se è successo una volta sola in 10 anni e che poi era colpa pure loro perché nessuno me l'aveva ricordato. E vabbè: così è la vita, come diceva Vonnegut.

Poi il 6 Settembre ho un esonero di Farmacologia. Che visto che sto correggendo libri e dando le sole agli amici del mare al momento non è che l'abbia proprio preparato benissimo. Prevedo le solite nottate sui libri e serate sui libri nonché - volendo - anche mattinate e pomeriggi sui libri, specie questo fine settimana. La mia vita è troppo eccitante, vero? ^^

Ora poi sto in ufficio che aspetto una persona per una cosa di lavoro, e se tra un'ora devo stare in divisa con l'ambulanza e tutto l'armamentario fatevi voi i conti di quanto tempo mi resta per mangiare. Quando però facevo l'ingegnere a tempo pieno era molto peggio, del tipo che mi è capitato di mangiare un pezzo di pizza mentre guidavo da un posto all'altro... per cui adesso non posso proprio lamentarmi.

Continuano ad arrivarmi poi lettere di aspiranti studenti universitari anziani, nonché di scrittori emergenti che mi chiedono spiegazioni e consigli. Cioè, perché uno scrittore debba chiedere a me come comportarsi nel mondo editoriale è un bel mistero, a meno che non ci tengano a finire sotto un ponte o a scrivere un blog su quanto sia triste e infelice la vita dello scrittore (come se ce ne servisse un altro!) Riguardo agli studenti, visto che i test di ammissione sono imminenti mi pare invece più normale che trovino il mio blog, e che si rivolgano a me con qualche domanda. Io faccio il possibile per raccontare la mia esperienza con la maggiore sincerità possibile e per capire le varie situazioni. Ma poi, ovviamente, ognuno deve decidere da sé.

E insomma, che c'è rimasto? Ah sì: le lezioni ricominciano il 19 Settembre, e penso che dalla prossima settimana riprenderò a fare qualche turno anche in ospedale. Un turno ogni tanto. Quando capita.

Che se no ho troppo tempo libero!



Simone