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20/09/12

E pure il quarto anno di Medicina è finito.

Una piccola parte dei libri per le patologie integrate.
Medicina di laboratorio è andata bene.

Non che abbia preso questo voto brillantissimo, ma se un esame proprio non ti piace secondo me va bene qualsiasi cosa così finalmente te lo levi dalle scatole e - almeno per il momento - hai finito di penare.

E insomma non mi pare quasi vero di poterlo dire, ma con l'esame di oggi ho dato tutte le materie dell'anno ed è finita: il quarto anno di medicina scivola rapidamente alle mie spalle, offuscato da mezza giornata piena di distanza temporale che lo rende già un ricordo che si allontana e si spegne.

A mai più rivederci, care e immense patologie integrate. Addio a mezza Farmacologia e a quasi due terzi del programma di Anatomia Patologica. Ciao urologi e infettivologi e reumatologi ed ematologi.

E soprattutto voi, gastroenterologia ed endocrinologia: grazie di tutto il tempo speso insieme. Grazie per l'ansia, lo stress e le milioni di ore spese su Wikipedia a cercare le cose che non trovavo sui libri ma no: non siamo fatti l'uno per le altre, e le nostre strade si dividono per sempre.

Almeno finché non scoprirò che c'è un altro esame uguale pure al quinto. E m'immagino anche al sesto anno, perché Medicina funziona così.

Ma ok: verranno altre materione e altri esamacci, ma ora come ora - in questo preciso momento - mi sento scarico e leggero come uno appena uscito da sotto una montagna di granito... anche se il quarto anno di medicina è comunque peggio.

Ora è il momento di tirare un po' il fiato. Una decina di giorni pieni prima dell'inizio delle lezioni, e il tempo per riposarmi un po', sistemare qualcosa in ufficio rimasta in sospeso, tirare le somme di questi quattro anni e di fare anche qualche progetto.

Sicuramente sono contento. Contento e soddisfatto. E ci mancherebbe: dopo l'oscura piega che avevano preso gli eventi dopo Natale, quando in due sessioni di esami non ero riuscito a portare a casa manco una verbalizzazione, avevo iniziato a disperare di arrivare a fine anno con tutte le cose messe così bene a posto.

A un certo punto pareva proprio che l'anno lo stessi perdendo, con tutte le conseguenze di una cosa del genere per uno che ha già un'età ben al di sopra il limite massimo generalmente ritenuto normale per chi sta ancora all'università. E il fatto che alla fine le cose si siano riprese così tanto mi fa capire che anche di fronte alla situazione più nera e agli eventi più sfigati bisogna sempre continuare a puntare al proprio obiettivo in attesa che il vento cambi e la situazione migliori.

Che poi così suono tanto come una specie di idiota fomentato per cui chiariamo che no: non è così. Sono uno studente (ultra) trentenne, e faccio cose semplici come dare gli esami. Ma anche nelle cose semplici ci può stare qualche intoppo, ma alla fine per fortuna sono il genere di intoppi che si risolvono.

E accenniamo anche un minimo al futuro. Al quinto anno di Medicina, che sta per iniziare.

Ora al quinto anno ci sono dieci esami, che sono una marea. Iniziare senza roba da recuperare sul groppone è già il primo passo per poter affrontare subito gli esami nuovi potendosi concentrare solo sulle cose che stanno per arrivare, invece che su quelle passate.

In questi giorni mi sa che passerò anche a Medicina d'urgenza a chiedere per l'internato, e forse capirò finalmente di che morte devo morire per quanto riguarda la tesi.

Uff... sono stanco. Sono spompato, più che stanco. È vero che ho appena detto di sentirmi leggero, ma sono allo stesso tempo cerebralmente esaurito. Credo che si noti pure da come ho scritto queste righe, con frasi un po' più pesanti del solito che ho davvero difficoltà a rendere scorrevoli.

Comunque, complessivamente, resta il fatto che sono contento. Pure questa è andata, e avanti così. Verso un futuro che è ancora un po' un'incognita, ma che 4 anni fa mi pareva proprio un progetto folle e inarrivabile.

Grazie a tutti per gli incoraggiamenti. Per i tweet, i commenti, i link, i post, gli sms e tutti i modi più o meno fantascientifici con cui mi arrivano i vari inboccallupi prima degli esami. Che se dovevo fare tutto da me, era davvero tutto un po' più complicato.

Grazie - davvero - di nuovo a tutti. E a risentirci presto per tutte le novità.

Simone

11/09/12

L'esame che non mi andava di preparare.

Proprio uguale a me in questi giorni. Quasi.
Giovedì ho l'esame - almeno lo scritto - e come vedete invece di rinchiudermi a studiare sto qui ad aggiornare il blog.

Dire che questa materia non mi piaccia molto è un modo elegante per non usare altre frasi e altre espressioni che rendano meglio l'idea... ma penso che abbiate capito.

Se ci mettiamo pure il fatto che studiare d'Estate è sempre di per sé una tortura mi pare che non ci sia molto da aggiungere per spiegare quanto mi sono divertito sui libri, slide e appunti in questi giorni.

Se supero lo scritto ci sta un'altra settimana di ripasso prima dell'orale. Che poi non è che fai lo scritto e i risultati te li dicono il giorno dopo, per cui finisce che magari studio comunque e poi l'orale però nemmeno lo faccio.

E ok. "Ma tanto lo studio è sempre una cosa che metti da parte, e poi quando ci torni ti trovi il lavoro già mezzo fatto. Per cui vada come vada poi al prossimo appello andrà meglio". E lo metto in corsivo perché è una cosa che mi sento dire sempre, ma insomma non è che mi pare troppo veritiera: il prossimo appello sarà a Dicembre, e di sicuro il poco che già sapevo me lo sarò scordato!

Comunque sia, mai fasciarsi la testa prima di essersela rotta: se lo scritto è semplice e lo supero poi ho una settimana intera per ripetere, e dai - su - è fattibile, non è mica la fine del mondo. Ho fatto molto di peggio.

Altre novità? Sì: i corsi ricominciano il primo ottobre. E questa è una grandissima notizia, perché vuol dire una settimana di "buco" tra la fine degli esami e l'inizio delle lezioni.

Che farò? Andrò in vacanza? Al mare? A casa a dormire? O in ufficio a lavorare? Comunque, sempre meglio dello studio - in ogni caso - sarà.

Vi lascio con un video di una cover di batteria che ho registrato di recente, proprio perché correvo il rischio di studiare troppo. Per qualche motivo ho litigato con Youtube e non me lo fa inserire direttamente nella pagina, per cui dovete seguire il link.

Chiedo scusa al signor Slash, al signor Myles Kennedy, alla signorina Anastasia del titolo... e a dieta mi sono già un po' messo da solo, per cui è inutile che me lo consigliate! :)

Simone

31/08/12

Il dubbio di Medicina d'urgenza.

E vabbe': col manichino, so' boni tutti!
Alla fine la tesi non l'ho ancora chiesta... che ho l'esame che sto preparando il 13 con orale il 20 e magari se la chiedo prima vogliono che vado subito in reparto e poi sono cavoli amari.

Che poi possono sempre dirmi di no: che c'è troppa gente, che non ho la media richiesta, che non gli sto simpatco, che qualcosa comunque che non va se vai a vedere si trova sempre. Ancora - insomma - è tutta da vedere.

Il fatto però è che nemmeno io sono così sicuro al 100% che sia la strada giusta. Ma tutto sommato, chi si specializza con la sicura certezza che il percorso migliore era quello piuttosto che un altro?

Penso che a medicina d'urgenza ti capita di vedere un po' di tutto, e che quando esci da lì sei un medico vero di quelli che bene o male capiscono cosa hanno di fronte e sanno impostare e indirizzare un paziente di conseguenza. A me del pronto soccorso in sé e di tutte le puttanate che si vedono nei telefilm non me ne frega niente: io voglio andare lì per imparare, imparare e diventare un bravo dottore. La mia paura più grossa è finire questi studi di Medicina ritrovandomi poi senza sapere e saper fare un cavolo... e da questo punto di vista penso che questa specializzazione vada invece benissmo, e che sia forse la più completa.

L'alternativa sarebbe medicina interna, che è sempre una specializzazione dove impari un po' di tutto, ma forse è un po' più teorica mentre nell'urgenza c'è anche più un approccio pratico al paziente che tutto sommato mi attrae di più. L'internista conosce più cose, il medico d'urgenza sa fare più cose... almeno, dal poco che mi è parso di vedere.

Il problema è che mi spaventa proprio questo approccio pratico: se in tante specializzazioni è già tanto - e dico tanto - se alla fine prendi una vena o fai un emogas, in pronto soccorso ti capiterà di andare a mettere le mani su un po' di tutto.

E ora io ho retto i campioni bioptici e i reperti in formalina, ho retto l'autopsia, ho retto varie volte la sala operatoria, ho le visite in reparto, mi è capitato di togliere qualche punto e in ambulanza ci sono anche stato per un po'... ma da qui a pensare con certezza di essere in grado di affrontare a sangue freddo un'emergenza di quelle difficili, be', io non ci arrivo tanto a cuor leggero.

Mi sono chiesto tante volte: e se più di tanto non riesco a fare? Che mettere punti, medicare ferite, maneggiare fratture, disinfettare infezioni eccetera eccetera è una cosa da medici ma non tutti i medici fanno tutte le cose e le persone non sono tutte uguali.

E se stare a medicina d'urgenza diventa uno stress troppo grande? Se mi sento semplicemente male o se scopro che fino a quando si tratta di guardare e basta è tutto ok, ma nel momento di mettere le mani non riesco a sbloccarmi?

Sarà la mia mentalità ingegneristica che si è molto ammorbidita ma che non perderò mai del tutto, però io ho la fissa di voler tenere tutto sotto controllo per poi eventualmente sapere già come affrontare eventuali problemi.

E allora - mi sono detto - faccio così: vado a medicina d'urgenza (se mi fanno entrare) e ci vado tranquillo. Ci vado con l'idea che come va va, e non me ne frega un cazzo.

Poi se vedo che è troppo e non me la sento cambio e vado a medicina interna e amen. Senza stressarmi e senza tragedie, ma solo perché ho valutato diverse possibilità e poi ho solo scelto quella che era la migliore.

E così sarà strano, ma aver previsto anche la situazione peggiore mi tranquillizza molto, e non ho più questa sensazione di un possibile fallimento ma più che altro è come se avessi semplicemente scelto 2 vestiti diversi in un negozio, e stessi provando quello che mi sta meglio.

Certo uno mi piace un po' di più, ma pure l'altro in fondo mi va bene e se mi fa fare una figura migliore va bene così:

È comunque, sempre, una cosa che ho scelto io.

Simone

01/08/12

Seconda laurea in Medicina: punto della situazione estivo.

Un posto meraviglioso dove NON vado in vacanza.
Rapido aggiornamento non tanto sulle ultime novità (le lezioni e gli esami sono finiti da un po') quanto sul prossimo e imminente futuro universitario che mi aspetta tra un mesetto esatto, passato agosto.

Intanto sono in vacanza. Lo sarò almeno fino a dopo Ferragosto (nel senso che non ho intenzione di toccare i libri fino a quella data) e poi vedremo se mi metterò subito sotto a studiare o se me la prenderò comoda per un altro po'.

Degli esami del quarto anno - nonostante il periodaccio passato attorno a Gennaio - sono riuscito a togliermi quasi tutto. Mi resta solo medicina di laboratorio, che è un esame difficilotto ma che spero di levarmi a settembre.

Non è che sia una materia di per sé tanto imponente (non mi pare che le cose da studiare siano tantissime). Però si spazia molto tra un sacco di argomenti diversi, lo scritto è la solita incognita e c'è sempre il rischio di non superarlo al primo tentativo.

Se mi tolgo pure questo, però, inizio il quinto anno con solo qualcosina di farmacologia in arretrato (i soliti esoneri che devo dare ogni tanto) e posso concentrarmi fin da subito sulle materie nuove: 10 materie, per la precisione. 10 esami da fare in un anno, quando negli anni scorsi gli esami erano "appena" da 4 a 6.

Detto così sembra una cosa folle, ma sono esami un po' più piccoli (almeno alcuni, un paio sono grossi) e se contiamo anche Inglese che sarà semplice e Farmacologia che è stata spalmata su 3 anni alla fine ne restano 8. E sono sempre tanti ma - insomma - magari ce la possiamo anche fare.

L'importante è che dati tutti gli esami del quarto più due del quinto, almeno da un punto di vista burocratico, ci si può iscrivere poi al sesto anno. Ed essere arrivati al sesto anno significa andare in reparto e studiare per gli esami e reparto ed esami poi altro reparto e altri esami, fino alla laurea, senza altri intoppi nel mezzo.

Cioè dopo un po' si entra in quell'ottica che devi finire e non resta che tirare avanti e spingere fino alla conclusione, e io se tutto va come deve andare da quell'ottica non sono in fondo così lontano.

Oltre agli esami, c'è il discorso tesi e internato: al quinto anno si sceglie un reparto, si frequenta quel reparto e alla fine si fa la tesi lì.

Io penso di aver scelto Medicina di Urgenza. Dico "penso" perché le alternative sono tante e non sono sicuro di aver capito che cosa mi aspetta di preciso, ma in questo momento sono abbastanza convinto e - anche avendo l'esperienza della Croce Rossa e dell'ambulanza - lo ritengo un settore interessante e che mi piace.

La Medicina di Urgenza la vedo come una sorta di Medicina Interna dove bene o male segui sempre i pazienti in ospedale, ma con una visione e un approccio un po' diversi. Penso che sia un settore dove si vede un po' ogni patologia e dove impari ad affrontare tutto quanto, e per questo spero che con una tesi in un reparto del genere potrò laurearmi sapendo qualcosina in più rispetto ad altri settori che sono invece maggiormente indirizzati a singoli apparati e patologie specifiche.

Certamente alla fine di questi quattro anni mi sarebbe piaciuto che la scelta di dove fare l'internato venisse da sé: frequentando un po' tutti i reparti speravo di restare "folgorato" da qualcosa o di incontrare un settore che mi affascinasse particolarmente. Invece purtroppo in ospedale non è che - anche facendo il possibile - gli studenti passino chissà quanto tempo, e la sensazione è che ci sia da qualche parte un settore della medicina che poteva coinvolgermi di più, ma col quale non sono semplicemente mai entrato in contatto.

Comunque per ora Medicina d'Urgenza mi piace. Passo per il pronto soccorso e mi vedo lì, vicino agli altri studenti, ai medici, agli infermieri, ai soccorritori professionali e ai volontari. Un cambio di ruolo in un ambiente tutto sommato familiare; magari la folgorazione l'avevo già avuta ed è stata quella che mi ha spinto a fare questo percorso, chi lo sa? Forse le cose stanno davvero così, e ora che devo prendere una decisione importante ho soltanto un po' di paura.

Ma adesso insomma niente studio e niente problemi del genere. Vacanze e basta. E se non aggiorno per un po' perdonatemi, ma prometto che come ricomincio a studiare torno qui a lamentarmi degli esami e a piagnucolare su come è brutto studiare col sole mentre tutti vanno al mare e tutte le solite cose delle quali mi piace tanto scrivere e leggere i vostri commenti a riguardo.

E fatto sto cavolo di esame che manca, vada come vada, si ricomincia col quinto anno.

Simone

21/07/12

Studiare d'Estate.

Sono tornato orora da un po' di giorni di vacanza al mare, e già mi sono rimesso a studiare Farmacologia.

Il 24 (tra 3 giorni) ho un esonero su antistaminici, fans ei farmaci usati in reumatologia, e anche se sinceramente mi sembra difficile riuscire a prepararlo in tempo ho deciso di provarci comunque: male che vada, ce l'avrò mezzo pronto per Settembre.

Ma, insomma, direi che per questa sessione posso essere comunque molto soddisfatto: tre esami superati (pure con voti oltre le mie ragionevoli ambizioni :) e un solo esame da dare a Settembre per concludere - se Dio vuole - questo interminabile quarto anno.

Iniziato in maniera drammatica con quel cavolo di esame che non riuscivo a togliermi, questo anno di Medicina alla fine si è quasi risolto e sono quasi riuscito a lasciarmelo alle spalle. Il bello degli esami è che una volta che li hai dati li hai dati, e non li vedi più, e non dover più vedere le Patologie Integrate è una bella sensazione.

Resta da fare Medicina di Laboratorio: è un esame difficile, uno di quelli con gli scritti assurdi con le crocette che sai mettere soltanto se impari il libro a memoria. Solo che un libro nemmeno c'è perché su 10 professori che abbiamo ce ne avranno consigliati 8 diversi, e allora tocca cercare per ogni dove tra slide, libri, testi di vecchi esami, wikipedia e il semplice Google, sperando inoltre di imparare a memoria proprio le nozioni che interessano ai docenti e non altre.

Insomma è un po' un guaio, ma ci sono 2 appelli a Settembre e ho discrete possibilità di iniziare il quinto anno senza esami arretrati.

Quinto anno di medicina, zero esami indietro, dieci (cacchio, sono 10!!!) da fare nei successivi 12 mesi. Più gli esoneri di farmacologia, più i tirocini, più inoltre l'internato per la tesi che a questo punto è arrivato il momento di chiedere.

Non suona tanto male, però: certo è ancora un bel mazzo prima del sesto anno e prima della tesi e della laurea, ma non suona male comunque.

L'unica rottura è studiare adesso, poi un po' di vacanze e di nuovo studiare ad Agosto. Da metà, o forse prima o dopo: non lo so, devo farmi bene i conti. Però insomma studiare d'Estate è sempre una bella rogna:

Perché magari i miei amici si vedono spesso e io no.

Perché magari la gente va al mare e io no.

Perchè magari vorresti partire e andare da qualche parte, ma invece no.

Perché fa caldo e non c'hai voglia per niente, eppure ti tocca studiare lo stesso, perché se no gli esami non li passi.

Meno male che - prima o poi - gli esami finiranno. Anche se non saprei bene dirvi quando.

Simone

12/07/12

Dalle ONG alla Croce Rossa... passando per l'esame dove mi bocciano domani.

La Croce Rossa Italiana. Comunque c'era scritto anche sotto.
Domani mattina devo dare Igiene e Sanità pubblica.

Che non è proprio il massimo della difficoltà e della mole di pagine da studiare - come esame - ma è tutto un bla bla bla su robe politiche di cui non mi frega niente e discorsi socio-sanitari di cui non me ne potrebbe fregare niente ancora di meno.

Come da copione, più un esame è semplice e meno uno ci si impegna. E poi insomma, lo posso dire? In 9 anni di università (5 a ingegneria e 4 a medicina) è il primo esame della mia vita per il quale posso dire che non ci ho capito veramente un cazzo.

No: forse a teoria delle strutture ero messo ancora peggio, ma lì non avevo davvero studiato niente e c'ero solo andato a provare. Ma insomma: stiamo più o meno lì, da quelle parti.

E pensare che, dopo ingegneria, finito il militare (l'ho fatto nei pompieri) volevo andare in Africa a fare le cose scritte in politichese sulle dispense di Igiene.

Volevo andare nel deserto a fare le buche per tirare fuori l'acqua e farla bere ai ragazzini, con loro che poi magari crescevano pure e nemmeno morivano di malattie terribili. Magari non proprio tutti quanti, ecco.

Viviamo in un mondo un po' di merda, ecco. Ma io insomma il mondo lo volevo cambiare. C'avevo 'sta fissazione, 20 anni, una laurea figa (credevo) ed ero totalmente rincoglionito da credere ancora che al mondo - a sua volta - fregasse qualcosa di me.

E allora ho mandato curriculum a tipo tutte le ONG della Terra, e a tutte le istituzioni del caso e a tutti gli enti e i nomi strambi che lavorano nel sociale con i loro acronimi impronunciabili.

ONU, UNICEF, FAO... poi CESVI, FOCSIV, MSF. Forse a Emergency no, non mi ricordo. In ogni caso tutta roba coi nomi fatti a sigle, che c'è la miseria cazzo non possiamo stampare il nome tutto per intero... e poi uno risparmia pure un sacco di tempo per scrivere le buste.

Ho fatto domanda per Internship, partnership, fellowship, tutorship e tutti gli ship programs di sto mondo. Dove trovavi un form online, lì ci cliccavo io e mettevo nome e dati e tutto quanto.

E mi rendo conto di non essere stato questo gran che, come candidato: sapevo l'inglese, ero un ingegnere laureato giovanissimo, ma con una valutazione bassa. Poi ho fatto il pompiere, sapevo usare PC e programmi vari e Internet e tutto quanto.

Però non avevo esperienze nei paesi in via di sviluppo, non conoscevo le leggi e le cose burocratiche internazionali che magari cercavano... ma che ci potevo fare? Alla fine mica potevo saper fare tutto io, e se ti laurei a 23 anni per forza di cose alcuni aspetti dello scibile umano potresti averli trascurati.

Eppure c'era anche un'età massima entro la quale fare certe domande, almeno per le istituzioni internazionali, e piano piano sono finito oltre e allora ciao. Fine dei giochi. Sei troppo vecchio, e nessuno ti vuole più. Hai 27 anni: muori.

Ho fatto un colloquio solo una volta - gli unici che mi abbiano mai richiamato - con un tizio di una ONG con sede qui a Roma.

Abbiamo parlato un po' e alla fine mi ha detto che non avevo abbastanza esperienza, e di ripassare più avanti. Magari studiando prima un po' di francese, un corso di primo soccorso... come si effettua la costruzione di un ospedale nel deserto. Insomma, quella roba lì.

Alla fine - insomma - non mi ha voluto nessuno. Qualcuno mi direbbe: riprovaci. Ora hai studiato medicina e tutto il resto, magari cambieranno le cose.

Però, davvero, se me lo chiedete adesso, mi viene da rispondere: ma in Africa, che minchia ci vado a fare? È venuta tutta qui, l'Africa. Siamo noi l'Africa, e il paese da sviluppare è l'Italia.

Questo gli direi, oggi, ai tizi delle ONG e acronimi uniti: ma dove cacchio vuoi andare a salvare la gente nei posti in culo alla Luna, se esco di casa e per strada trovo l'Apocalisse?

E vi confesso anche che non c'ho più 25 anni, e non mi sento più troppo immortale: come parte un mezzo fischiabbotto, sono il primo che fa una brutta fine. Non me la sento semplicemente più.

Che poi in realtà un posto l'ho trovato dove non mi hanno sfanculato subito. L'avrete letto nel titolo e magari pensavate: ma quand'è che ci arriviamo? E finalmente eccoci.

Tra decine di lettere, mail, curriculum e colloqui mai arrivati, quelli della Croce Rossa sono gli unici che mi hanno fatto entrare. Che non volevano magari uno che già sapeva fare tutto da sé, con 20 anni di esperienza sulle ambulanze, 3 laure e il giubbotto antiproiettili incorporato, che loro non c'hanno i soldi e se non c'hai il tuo e ti sparano amen: potevi prenderlo in leasing.

I Volontari, della Croce Rossa. I Volontari del Soccorso, o i vudiesse, o chiamateli come vi pare. Con loro, stranamente, ho firmato un foglio e dopo mi hanno chiamato a fare il corso ed è finità così: ero uno del gruppo.

Che poi se pensi che i volontari non li pagano, sembra improvvisamente tutto così lapalissiano e ovvio ed evidente che ero un coglione a non esserci arrivato già prima, 12 anni fa.

E un po' mi dispiace che ultimamente lo trascuro tanto, il volontariato, e faccio un turno ogni morte di papa. Solo che devo studiare per sti benedetti esami che non mi lasciano un cavolo di tempo libero.

Esami come quello che c'ho domani, con tanti bei discorsi sui diritti dell'Uomo, sulla sanità, sulla prevenzione e protezione e promozione della salute. Su quanto è brutto che la gente muore tipo a gratis ogni microsecondo, mentre i nostri politici in triplo petto propongono soluzioni fantasmagoriche senza combinare mai realmente un cazzo.

Ma meno male che sono entrato alla Croce Rossa. E meno male che ci stanno i volontari. Almeno alcuni di loro. Che magari non sanno mettere insieme tante parolone difficili, ma hanno almeno un paio di mani per incollarsi le barelle e quando c'è qualcosa da sistemare muvono il culo e la sistemano loro, senza giri di parole retorici per appioppare il lavoro agli altri.

Sono contento, nel mio piccolo, di aver passato un po' di tempo accanto a loro.

Simone

03/07/12

Il tirocinio a Ginecologia, in sala operatoria.

Dopo che diventerò medico, credo che farò il modello.
In realtà quello a Ginecologia non è stato un vero e proprio tirocinio: abbiamo fatto delle lezioni con un ginecologo per il corso di Medicina della riproduzione. Gli abbiamo chiesto se qualche volta potevamo andare in reparto, lui ha detto di sì e dopo qualche settimana - il tempo di togliermi gli esami più impellenti - eccomi qua.

Mi sono pure comprato la casacca verde, coi pantaloni verdi e gli zoccoli verdi. Che poi volevo il tessuto super leggero fico e le crocs che sono più comode. Ma le crocs non ce l'avevano e col tessuto superfico c'erano le casacche blu, ma quelle verdi no: attaccati.

In tutto questo ho scoperto che il blu è per gli infermieri, il verde per i medici e il bianco per il professore. O forse è capitata così in quel giorno particolare, visto che questa divisione tanto precisa mi pare un po' strana e in giro vedi spesso pure le casacche rosa e qualcosa tipo blu fuxia lilla che si mettono le donne oppure a scrubs quando devono prendere per il culo qualcuno.

La cosa che mi colpisce più di tutte è la situazione del reparto: per i corridoi, mentre cerchiamo la sala, io e la studentessa che è insieme a me troviamo un'infinità di scritte e disegni sui muri. Sembra una stazione della metro più che un ospedale, e non è che faccia tutta questa meravigliosa impressione. Passo lì in mezzo a quel casino e mi chiedo: bo'?!

All'interno del reparto, invece, quello che mi lascia esterrefatto è la tranquillità dei chirurghi: noi studenti stiamo mediamente in ansia, che a vedere tagliare e aprire la gente ancora non siamo troppo abituati. Va già meglio delle prime volte a urologia, ma insomma stare lì a cuor leggero è francamente impossibile.

Le mamme sono ovviamente quelle più in tensione, che tempo 10 minuti e succederà di tutto. I papà sono un po' tra il sognante e il rintronato spinto, mentre i medici invece sono di una serenità inespugnabile.

Vanno in sala, aprono, chiudono, poi tornano nella saletta loro e stanno lì a guardare il telefono o a chiacchierare o a leggere le cartelle in attesa che li chiamino di nuovo. Cioè, mi dicessero a me "domani devi fare un cesareo" mi verrebbe il panico e mi sentirei male solo al pensiero di fare mente locale all'idea di prendere in mano il bisturi.

Poi però fai pratica per anni, e alla fine quella diventa la tua normalità: eventi che terrorizzano le persone normali non sono più niente, tagli e ricuci le persone e stai tranquillo come quello che impasta la pizza o che ti serve il caffé al bar.

Alla fine credo che tutto il succo della questione sia semplicemente quello: restare lucidi in situazioni dove per il 99% delle persone stare calmi è impossibile. Una volta che ci riesci, sei un chirurgo.

E insomma io invece sono quello ai piedi del letto operatorio che si sente più simile a uno mascherato per carnevale che a un dottore vero. Vedo il taglio all'altezza dell'inguine, si apre il sottocutaneo, si scansano i muscoli e il peritoneo. Un'altra incisione sull'utero, poi metti la mano dentro e tiri fuori un accidenti di essere umano tutto sporco di Dio solo sa cosa e incazzato nero.

Il neonato passa a subito in mano ai pediatri che controllano come respira, mentre il papà fa 8000 foto come da manuale. Un saluto alla mamma e poi via, verso non so quale reparto. 2 o 3 giorni dopo si va a casa, e poi l'asilo, la scuola, gli amici, il lavoro, la seconda laurea, l'IMU e insomma quelle cose lì che ti toccano quando sei nato per davvero e mo' non scappi più e sono cavoli tuoi.

Lasciando il reparto, passo di nuovo per i corridoi tutti scarabocchiati di prima. Questa volta li osservo un po' meglio, e finalmente realizzo che ci sono scritte cose tipo: come ti ho visto eri già nella mia anima. Dopo tanta fatica ce l'abbiamo fatta. Benvenuto. Alle 3 e 15 di notte (mortacci sua, questo lo aggiungo io) è nato Marco.Ci hai fatto piangere. Oggi è il giorno più bello della nostra vita.

Per me, insomma, non esageriamo: diciamo che - nell'arco della mia, di vita - questo è stato un giorno positivo. Medio-buono, diciamo. Gli darei un 7.

7+ va', per il bel ricordo che mi ha lasciato.

Simone

26/06/12

Studiare dopo i 30 anni: un altro piccolo gradino.

Tanti piccoli gradini... o un terribile pozzo senza fondo?
Oggi ho dato Urologia e Nefrologia, che insieme all'esame della settimana scorsa chiudevano il "ciclo" delle patologie integrate.

Le "integrate" sono (credo) le vecchie "cliniche" che si facevano una volta.

Una serie di cinque esami-contenitore formati da 2 o 3 materie accorpate insieme, più nozioni di anatomia patologica, laboratorio, farmacologia e qualsiasi cosa venisse in mente a chiunque al momento di qualche consiglio di facoltà particolarmente ispirato.

Essermi tolto questi cinque esami significa poco dal punto di vista medico (visto che tutto sommato non so come si cura nemmeno un raffreddore) ma doverli affrontare è stato come scalare una catasta di libri alta fino al cielo, e che formavano una specie di muro di Berlino tra me e gli esami degli ultimi due anni.

Se avete seguito un po' le mie vicende, saprete anche che ho faticato non poco per dare alcuni di questi esami. Prima con quello che non riuscivo proprio a superare, che mi segavano sempre. Poi con quegli altri che si erano tutti ammucchiati e che mi è toccato affrontare uno di fila all'altro, come una di quelle gare multi-evento dei videogiochi sulle olimpiadi.

E non è un caso se - da quanto mi sembra di aver capito - un sacco di studenti si impantanano proprio su queste patologie integrate, e ci mettono anni prima di venirne fuori. Se poco poco non avevo la fissa di fare tutto il prima possibile e se ero pure uno che voleva la media del 30 poi la specializzazione poi potevo prenderla tranquillamente in patologia o medicina legale... soltanto che non avrei fatto lo studente, ma la salma.

E insomma, bene: mi sono veramente distrutto per studiare, in questo periodo. Non sono ancora mai stato al mare, ho limitato le uscite con gli amici a una o due massimo a settimana, mi sono buscato pure una specie di congiuntivite con influenza annessa (perché non è già abbastanza bello studiare e basta: molto meglio studiare con gli occhi rossi che ti bruciano e che non vedi un cazzo) e ora che sto al PC ad aggiornare il blog con un occhio ancora mezzo chiuso ho una mezza idea di sdraiarmi sul letto e dormire una mesata di fila.

Solo che devo ancora mettermi lì, e decidere come concludere la sessione: degli esami del quarto anno mi restano Medicina di Laboratorio e Igiene. Se faccio Igiene è una cosa tranquilla e sono praticamente già mezzo in vacanza. Se faccio Medicina di Laboratorio mi tocca spingere fino a fine luglio, e c'è il rischio pure che vada male perché è uno di quegli esami con lo scritto a domandine assurde.

Certo che sarebbe bello iniziare il quinto avendola già fatta, sta medicina di laboratorio del cavolo. Per cui non lo so, ho qualche indecisione.

In questo momento mi sento come se ce l'avessi quasi fatta, con questa cosa della seconda laurea. Ho fatto un percorso enorme, ma c'è ancora un gradino che sta lì e che rischia di farmi inciampare: laboratorio, anatomia patologica, e non so che altro esame del prossimo anno che mi hanno detto che sarà un casino e che tutti gli studenti si disperano disperatamente prima di darlo.

Sto lì lì, ma sento che manca ancora abbastanza da non poter tirare i remi in barca e rilassarmi. Ancora no.

Ma comunque, c'è una cosa che so di per certo, è su questa non ci sono dubbi:

Domani, me ne vado al mare.

Simone

18/06/12

Seconda laurea in Medicina: aggiornamento intra-esami.

Classico strumento medico (che a urologia non si usa mai).
Sto sotto esami e domani ho un orale, per cui vi aggiorno in frettissima sulle ultime novità.

L'altro giorno ho fatto lo scritto di malattie infettive, era facile ed è andato bene.

Stamattina ho fatto lo scritto di urologia, era facilissimo se non addirittura regalato e dovrebbe essere andato bene pure anch'esso.

Con questi due scritti un po' più soft credo di aver bilanciato quel cavolo di Gastroenterologia che invece era pazzesco: certo che alla fine avrebbero potuto farci fare 3 scritti normali, e non 1 impossibile e due superfacili... però visto che quello impossibile ormai è andato ora come ora mi sta bene che le cose siano andate così.

E anzi, se più avanti gli scritti diventano più semplici ancora di sicuro io non mi lamento! :)

Domani ho l'orale di malattie infettive e medicina della riproduzione. L'esame non è difficile e mi sento pure abbastanza preparato, l'unico problema è aver fatto tutto insieme e il poco tempo per ripetere, visto che oggi ho fatto lo scritto di un'altra materia... ma insomma sono ottimista e tanto non ho mai puntato a trentaellodi vari come invece fanno in molti.

Il 26 o 27 giugno (non mi ricordo) invece ho l'orale di urologia. Qui le cose sono un po' più complicate che è un esame con qualche difficoltà in più (centinaia di pagine di anatomia patologica). Però ho studiato un bel po' e avrò diversi giorni per ripetere tutto bene... insomma anche qui l'ottimismo ci sta tutto anche se un po' di sfiga potrebbe sempre mettermi i bastoni tra le ruote.

Ma la sfiga la teniamo sempre in considerazione per cui è tutto sotto controllo: la sessione è lunga e ci sono altri appelli, e su questi due esami non mi aspetto di avere problemi.

A Luglio invece ci starà medicina di laboratorio, e lì saranno veramente cavoli amari...

Ma a quella ci pensiamo dopo.

Simone

03/06/12

Medicina, quarto anno: lo studente (quasi) sotto esami.

Simone M. Navarra ha scritto Il mondo nuovo. Quasi.
È una calda domenica pomeriggio, fuori c'è un sole che scioglie l'asfalto, le strade sono deserte, la gente è andata al mare o a pranzo fuori... e io sto a casa a studiare l'anatomia patologica delle gromeluronefriti. La sto studiando per la terza volta in particolare, che ancora non me la ricordo per niente e il fatto che all'esame la chiedano sempre non è proprio di conforto.

Ieri sera, sabato, l'ho passato a studiare. Venerdì sera, invece, pure. Un po' urologia, e un po' malattie infettive, che per provare a rimettermi in pari con gli esami al primo appello devo dare due esami.

Ma è tutto ok: è la vita di tutti gli studenti secchioni come me (basta leggere gli status dei miei compagni di corso su Facebook) ed è quello che mi sono scelto. Se poi ripenso ai fine settimana passati fuori dai locali in attesa che arrivassero tutti quelli che dovevano arrivare, la fila per entrare dentro e le ore stipati in mezzo alla confusione e al casino... be', davvero il fine settimana sui libri non mi fa rimpiangere proprio nulla.

In tutto questo essere assolutamente sotto esame, il bello è che i corsi non sono ancora finiti: continuano ad arrivare docenti nuovi e a spiegare cose nuove o a rispiegare cose vecchie che avevano dimenticato di aver già spiegato anni fa. L'idea che a una settimana dall'appello di certe materie non abbiamo ancora tutti gli argomenti o le slide o comunque il programma finito mi fa pensare che forse c'è un mondo migliore in cui per fare un esame ti compri un libro e studi su quello... ma di sicuro questo mondo non sta né a Ingegneria e né tanto meno a Medicina.

Ma insomma niente panico: gli esami di questa sessione, sono quasi tutti più semplici e più brevi di tanti altri che ho già dato in passato, e non mi preoccupano molto. L'unica incognita è per Medicina di Laboratorio con un programma sparso su tutti i libri del terzo e quarto anno (!!) e per il quale si preannuncia un altro massacro con lo scritto impossibile stile Gastro/Endocrino e poi l'orale che non si sa che ti chiedono... ma se già mi rimanesse solo quello inizierei comunque il prossimo anno in una situazione più che ottima.

Del quinto anno di Medicina so che sono 10 esami (e pensare che al terzo erano solo quattro!) ma mi dicono che tolti due un po' rognosi gli altri otto sono abbastanza fattibili. E insomma devo finire gli esami del quarto, fare i due rognosi del quinto e poi finalmente posso spaparanzarmi e stare tranquillissimo fino alla laurea...

Anche se ho la brutta e inquietante sensazione che non sarà proprio così. :)

Simone

COMUNICAZIONI DI SERVIZIO

UNO: La scorsa settimana ho ricevuto un surplus (sarebbe a dire "tante") di richieste di consigli e suggerimenti per seconde laure o casini vari con l'università.

Credo di aver risposto a tutti... ma se non l'avessi fatto è solo per problemi logistici (nel senso che tra tante lettere ne avrò persa qualcuna) e in caso non abbiate timore di scrivermi nuovamente!

DUE: Tanti auguri al blogger scrittore cavaliere di gran croce dott ing illustriss. Glauco Silvestri, che compie 40 anni. Non so bene di preciso quando è stato o quando sarà, comunque auguri!!

TRE: qualche giorno fa ho ritrovato un mio ebook - Il mondo quasi nuovo - su un sito di quelli che accorpano ebook gratuiti trovati in rete.

Questo libro in particolare è una raccolta presa da uno dei miei vecchi blog, e anche se non se l'è praticamente filato nessuno ci tengo molto e vi invito a scaricarvelo, condividervelo, twittarvelo e magari pure a leggervelo e a farmi sapere che ne pensate.

24/05/12

Seconda laurea in Medicina: lo stress degli esami.

Tutta la poesia degli aghi cannula.
Sembra una specie di ruota che gira e che torna sempre allo stesso punto (un po' come le cose che ci fanno studiare), ma tant'è: tra meno di un mese ci sarà il primo appello della sessione estiva, e io dovrei di nuovo mettermi sotto a studiare come si deve.

Purtroppo, a differenza di altre volte, mi sento particolarmente stanco e non ho proprio una gran voglia di stare sui libri.

Quattro anni di studio (dopo ovviamente i cinque della prima laurea) iniziano a farsi sentire. Poi gli esami che sto preparando non mi piacciono per niente: non mi piacciono le materie, non mi piace il modo in cui sono proposte, non mi piace dover memorizzare l'ennesimo elenco di cose che molto probabilmente scorderò in fretta. E inizio a non poterne più di fare tutta questa teoria quando invece la pratica è continuamente relegata a uno o due tirocini ogni tanto che - generalmente - non fanno nemmeno parte dell'esame.

Direi in sintesi che il termine migliore per definire il mio stato mentale sia, semplicemente: "scazzato".

Credo che sia un periodo passeggero. Cioè più che altro lo spero, ma non vedo perché non debba essere così: una volta passato lo scoglio delle patologie integrate e una volta iniziato il tirocinio per la tesi, probabilmente avrò più chiari gli obiettivi a cui puntare e mi sentirò meno schiacciato dall'ansia del dover rimanere in regola con gli esami.

Ora come ora però non so quanta anatomia patologica o farmacologia o microrganismi bastardi o glomerulonefriti dovrei sapere ma non mi ricordo assolutamente per niente, e diventare medico mi sembra più una specie di procedra per trasformarsi in un backup vivente di Wikipedia piuttosto che un percorso per apprendere come fare qualcosa di pratico usando le mani e qualche strumento adeguato.

Ma insomma, vabbe', quando siamo sotto esami stiamo scazzati un po' tutti, e mi sa che se rileggo qualche post passato esce fuori che ho scritto le stesse identiche cose a ogni sessione. La cosa strana sarebbe se dovendo studiare io mi dichiarassi al contrario felice e contento... perché in questo caso ci sarebbe proprio da preoccuparsi sul serio.

Comunque sia a metà giugno ho patologia integrata 5 (sarebbe malattie infettie e medicina della riproduzione) e poi patologia integrata 2 che sarebbe Urologia e Nefrologia. Le sto preparando insieme e poi deciderò se provare entrambe, provarne una, provarne l'altra, fare gli scritti, non fare niente e non so quale altra permutazione non ho ancora nominato, ma potrebbe andar bene anche quella.

Il problema è che avendo 4 esami da dare (solo quelli nuovi sono 3) con sopra anche due esoneri di Farmacologia, è impensabile preparare una materia alla volta senza il rischio di rimanere pesantemente indietro con lo studio. Qui tocca studiare un po' tutto e poi vedere che cosa ci portano il destino e la fortuna. Poi al prossimo anno avrò 10 esami divisi in 2 semestri, per cui la situazione di affollamento andrà sempre peggiorando, per cui tanto vale farci l'abitudine il prima possibile.

Nella migliore delle ipotesi (cioè se passo entrambe le patologie al primo appello) a luglio dovrei poi dare medicina di laboratorio e infine igiene e sanità pubblica a settembre. Solo che appunto fare 2 esami attaccati è difficile, medicina di laboratorio è un esame del cazzo col solito scritto con le crocette assurde... e igiene invece dovrebbe essere più facile, ma come tutti gli esami facili alla fine verrà fuori che invece non è per niente così e che è difficile pure lui.

Ok, scusate: mi sento stressato per voi soltanto a rileggere queste cose che ho scritto... per cui provate a farvi un'idea di quanto possa essere realmente stressato io me stesso medesimo. Ma alla fine in un modo o nell'altro arriverà Agosto, e anche il caldo e il mare e un bel po' di tempo senza lezioni e senza tirocini né appelli...

Peccato solo che mi toccherà passarlo a studiare.

Simone

07/05/12

Tirocini: il tempo a Medicina Interna.

Uguale identico al mio. Solo un'altra marca e colore diverso.
Sono tornato in un reparto di Medicina Interna per un nuovo internato, e trovo il solito casino: un primario, sotto di lui cinque docenti, sotto di loro dieci specializzandi.

Ci sono i cardiologi che vengono a fare non ho capito cosa, gli studenti spagnoli dell'Erasmus, gli specializzandi di altri reparti che fanno il giro.

Poi un numero imprecisato di interni che preparano la tesi, e infine dopo di tutti come centoventiduesimo camice del giro visita mattutino ci sto io: l'unico studente del quarto anno, che sta lì a fare non lo sa bene nemmeno lui cosa.

Questo particolare reparto mi piace perché è vicino a dove facciamo lezione, per cui la mattina devo scarpinare un po' di meno. Poi il giro visite lo fanno dopo le 9, e non devo alzarmi prestissimo per arrivare puntuale.

Insomma, da un punto di vista puramente logistico potrebbe essere l'indirizzo perfetto: e lo so che uno dovrebbe scegliere in base a quello che vuole fare eccetera eccetera, ma di Medicine Interne al Policlinico ce ne staranno una decina, e potendo scegliere non vedo perché devo andarmi a infilare da una parte dove sto più scomodo.

C'è infine il dettaglio - tutto sommato comune all'intero corso di laurea - che nessuno dei miei "superiori" (cioè tutti e centoventuno gli altri camici di cui parlavo sopra) mi si fila neanche un minimo lontanamente, anche solo per far finta di avere a che fare con qualcuno che considerano all'interno della loro medesima dimensione fisica.

Cioè io potrei mettermi davanti a un professore, e quello senza nemmeno rendersene conto mi passerebbe da parte a parte con la siringa per fare la puntura al paziente che sta dietro di me. E magari se uno non c'ha tutta questa voglia di stare lì a farsi vedere e vuole solo fare 'sta cavolo di tesi per laurearsi tutto sommato è un vantaggio, perché fai un po' come ti pare e nessuno ti viene a rompere le scatole. Ma se invece vai lì in ospedale con l'idea d'imparare chissà che... be', allora fai come ti pare lo stesso ma trovare qualcuno con la voglia di spiegarti le cose diventa un po' più complicato.

Ma questa è la normalità del reparto o anche della vita lavorativa di chiunque, e non me la prendo e nemmeno mi preoccupo più di tanto: devo solo stare attento a seguire le persone che mi si filano un po' di più, ed evitare i posti dove davvero la gente nemmeno ti parla.

L'unica cosa che davvero mi mette un po' in difficoltà, della medicina interna, sono i pazienti molto complicati. Quelli anziani, magari di 90 anni, che hanno tutte le malattie di questo mondo e che nemmeno si tirano più in piedi. Quelli che stanno lì per mesi e che un giorno gli fanno un test, un giorno un'analisi, un giorno una lastra... e ogni volta esce fuori che hanno qualcosa di nuovo e sembrano sempre più messi male anche se uno le ha provate veramente tutte.

Tra tanti, c'è un signore che vedo ormai da tanti giorni: durante la visita sta disteso su un fianco davanti ai dottori che lo guardano e parlano delle sue terapie. Ha cateteri e drenaggi vari che entrano ed escono da tutte le parti. Respira a malapena, ha la pelle sottile come un foglio di carta ed è così magro che sembra uno scheletro. Ogni giorno gli curano una nuova infezione o patologia, e il giorno dopo ecco che ne spunta fuori un'altra e si ricomincia da capo.

Ma insomma, l'ospedale è anche questo ed è retorico e anche irritante secondo me parlare di accanimento o terapie inutili: nessuno ha in mente di fare chissà quali interventi a una persona di 90 anni... ma nessuno pensa nemmeno di poterle lasciare lì semplicemente con le sue sofferenze: si fa quello che si può e che si deve fare, e poi il tempo ci mette il resto.

E io come sempre dopo qualche giorno di frequenza in reparto ho già socializzato un po' con gli altri studenti e specializzandi. Arrivo lì sul presto, prendo pressioni e saturazioni per aggiornare le cartelle. Se c'è qualche emogas o elettrocardiogramma o non so che altro da fare sto lì appresso ai medici più esperti (o meno esperti, o esperti medi... comunque insomma vedo i medici che fanno le cose che non so fare io) e dopo una cert'ora me ne vado a lezione che se no gli altri professori mi cazziano pure: non vorrai mica perdere una lezione per stare in reparto? Siamo matti? Non sia mai che t'impari troppo.

Che poi ci stanno pure certi specializzandi un po' acidi o che capiscono tutto loro... ma insomma per certi fa parte del personaggio fare il dottore che si dà un sacco di arie e io non sto lì a discutere quando, tipo:

"Come mai avete un fonendoscopio diverso?" gli chiedo, notando che hanno un fonendoscopio con la campana più grossa che gli altri dottori non hanno.

"Perché questo è cardiologico: serve a sentire il cuore".

Il fonendoscopio per il cuore, capito? E io pensavo servisse solo per metterselo al collo e rassomigliare ai dottori fighi di Grey's Anatomy. Oppure:


"Che cosa fate voi, se non riuscite a trovare il polso del paziente?" domando, impiccandomi come sempre per prendere la pressione. Ma l'unica risposta che ottengo è che - se capita a LORO di non trovare il polso - è certamente il caso di chiamare i rianimatori.

Gente che mi prende per il culo a parte, l'internato va piuttosto per il meglio. Diciamo che a differenza di altri reparti non mi pesa per niente, e le ore che ho deciso di fare passano sempre piuttosto in fretta. L'ultimo giorno arrivo presto come al solito, e attraverso il corridoio per raggiungere la saletta dove di solito lascio la giacca per mettere il camice.

Passando davanti alle stanze dei pazienti noto il letto vuoto del signore anziano di cui vi parlavo prima. Mi dico che sarà a fare una TAC, un test per il cuore o qualche altra ennesima valutazione clinica. Intanto rifletto che - anche se orari e percorso dal parcheggio sono favorevoli - ho già deciso che la tesi la farò da un'altra parte (a sapere dove) e sto lì con lo spirito di chi vuole andarsene, ma non vuole, e alla fine forse ancora non lo sa.

Nella saletta trovo una specializzanda che scrive le cartelle. Mi metto il camice, prendo il fonendoscopio, ormai ho anche il mio saturimetro nel taschino e sono pronto.

"Dov'è il signore anziano" chiedo. "Quello del letto che poco fa ho visto che era vuoto?"

Lei scuote appena la testa, e con due dita disegna nell'aria un segno della croce.

Amen.

Simone

24/04/12

Seconda laurea in Medicina: la fatica di studiare.

La ruota del dolore: in alternativa, potete studiare Biochimica.
La medicina di laboratorio non mi piace per niente.

Non proprio la medicina di laboratorio in generale, ma così come la stiamo facendo noi. Dalla fine del terzo anno e per tutto questo quarto anno di università abbiamo fatto esami di patologia integrata: gastroenterologia, urologia, cardiologia... e insomma quelle cose lì.

E ogni integrata ha la sua parte di medicina di laboratorio che - ovviamente - già dovevi studiarti perché all'esame potevano chiederti cose come l'emocromo, anemie, metabolismo del ferro, markers tumorali, epatiti... e poi ecco che - alla fine del quarto anno - arriva l'esame vero e proprio e devo ristudiarmi le stesse cose che già sapevo, solo con un dettaglio maggiore.

Alla fine poi ci sarà la solita rottura delle crocette con le domandine pignole su nozioni che - tutto sommato - nella clinica vera e propria tante volte nemmeno si trovano più. E insomma: certe cose saranno pure di un'importanza a dir poco estrema (visto che non puoi diventare medico senza studiarle almeno due volte) ma in questo quadrimestre più che andare avanti sembra di girare in tondo come nella ruota di Conan il barbaro... senza però nemmeno ritrovarsi alla fine con un fisico lontanamente paragonabile.

E mi viene in mente la storia di un ragazzino di 12-13 anni di cui ho sentito parlare: fa le scuole medie, ed è un genio del disegno (o così mi dicono). Disegna così bene che gli insegnanti non sanno quasi correggerlo o dargli indicazioni, e quando consegna un compito prende regolarmente 10.

Il guaio è che a scuola ci stanno anche altri ragazzi che magari 10 a disegno non lo prenderebbero mai, tipo come ero io alle medie che quando andava di lusso prendevo 6 meno meno e a casa si incavolavano perché pensavano che avessi copiato. E per questi qui il ragazzino/genio è solo un secchione da evitare e prendere per il culo.

Insomma, capite? Questo poveraccio da un lato deve sgobbare per niente (visto che i compiti li fa meglio degli insegnanti) e dall'altro si ritrova in una situazione in cui la sua dote diventa uno svantaggio, e quasi era meglio che fosse un mezzo idiota anche lui, così almeno a scuola non perdeva tempo e aveva pure un sacco di amici in più.

Ecco. Ora non siamo tutti geni e i corsi non sono sempre ripetizioni di altri esami. Però un po' alle volte lo studio lo vedo non tanto come il mezzo per raggiungere quello che vorremmo essere, ma come l'ostacolo che dobbiamo in qualche modo superare.

Ma forse scrivo queste cose solo perché - in 2 settimane di corso - mi hanno già caricato di libri, slide e altre cose che nemmeno ho ancora bene identificato, e non c'ho mica tutta questa gran voglia di studiare per niente. Ma sì: alla fine l'università mi piace sempre, e sono solo un po' sfinito da questa serie di corsi ed esami e poi di nuovo corsi e tra poco ancora esami, tutti ravvicinati.

L'ha detto pure Albert Schweitzer che quello in cui studiava medicina lo ricorda come un periodo di grande stanchezza...e certo di Albert non sarò nemmeno l'ombra, ma alla fine mi sa che quest'anno me lo ricorderò come una bella ammazzata pure io.

Per fortuna che, ormai, è quasi finito.

Simone

15/04/12

La fototessera per il reparto.

E adesso chi mi cercherà su Internet troverà questo...
Sono cambiate un po' di regole, e adesso in reparto dovremo portare anche noi studenti un tesserino di riconoscimento con foto, nome e cognome e numero di matricola.

La cosa non mi fa particolarmente impazzire: durante il servizio militare che ho fatto nei Vigili del Fuoco, attaccarsi il nome sulla divisa era una pratica fortemente sconsigliata, e anche in ambulanza o al pronto soccorso potresti non desiderare che chiunque incontri abbia modo di ricordarsi di te e di identificarti in maniera troppo precisa.

Non è ovviamente una questione di voler coprire eventuali miei errori o mancanze (ed essendo uno studente non vedo sinceramente quali potrebbero essere) ma un semplice fatto di sicurezza in ambienti dove non è detto che tutte le persone siano sempre socievoli e rispettose e felici di vederti mentre si sentono male.

Ma va bene, sono le regole e bisogna rispettarle e insomma come avrete visto ho già fatto le due bellissime foto che vedete qui sopra, in allegato.

In quella di sinistra sembra che i farmaci che dovrei prescrivere me li sono presi prima io, mentre in quella a destra ho l'aria di uno che pensa "ma come cavolo ci sono finito, io, qui?". L'alternativa è rifare la foto tagliandomi magari prima la barba... ma quella della barba - come dicevo anche sui vari social network (che blogger professionale, vero? :) - è anche una bellissima scusa per tutti i commenti che mi faranno in futuro, guardando il tesserino.

Cioè - voglio dire - sono venuto veramente, veramente male? Ma certo, è solo perché non mi ero fatto la barba!

Non sono mica sono così brutto davvero.

Simone

12/04/12

Seconda laurea in Medicina: quarto anno, terzo quadrimestre.

E rieccoci qua con le nuove lezioni del nuovo quadrimestre di quest'anno universitario che - invece - non è nuovo per niente visto che siamo ormai a un paio di mesi dalla conclusione dei corsi.

Dopo la faticaccia degli ultimi esami mi sono preso qualche giorno di riposo senza studiare. Ho passato la Pasqua a mangiare, dormire e a inquartarmi sul divano col tablet che mi sono comprato come "regalo" per la sessione andata bene. Eh sì, alla fine ci sono cascato pure io... ma non vi dico che modello ho preso che non c'ho voglia di stare a parlare di questo o quest'altro modello o a fare pubblicità o a dirvi come si vede Youtube o quanto durano le batterie, che sai chissene frega.

Per me, ripeto, sono soltanto dei bei giocattoli anche se il mio l'ho preso per studiare le slide e farne un uso serio e professionale: insomma era pura necessità che non si poteva proprio farne assolutamente a meno. Che poi invece delle slide c'ho messo 10mila giochini ma vabbe', almeno all'inizio le intenzioni erano diverse.

Ma parliamo invece di cose serie e dei nuovi corsi che sono iniziati. In questo quadrimestre, o meglio alla fine di questo quadrimestre, avrò i seguenti esami:

- Patologia integrata cinque: medicina della riproduzione, infettivologia (?) e qualcos'altro che decideremo al momento.
- Medicina di laboratorio (un nome curiosamente breve per un esame di Medicina).
- Metodologia medico scientifica 238mila parte seconda: Igiene e sanità pubblica.

In più, degli esami vecchi, mi rimane da fare Urologia/Nefrologia, sul quale sto già iniziando a mettere un po' le mani in questi giorni. Solo all'idea di rimettermi a studiare mi viene una spondiloartrite sieronegativa (fatemi sfoggiare un po' delle cose che ho studiato, no?) ma mi sa che mi tocca e insomma... mi tocca, ecco. Che palle.

Notevole come la suddivisione di 6 esami su 3 quadrimestri non abbia portato alla logica divisione di 2 esami + 2 + 2, bensì all'inspiegabile 2 + 1 + 3. Ma che ne sappiamo noi di queste cose? E tanto gli esami prima o poi toccava farli, e meglio dopo che prima visto che prima dovevo pure rimettermi in pari.

Comunque sia non sembra che i nuovi esami e quello che mi manca siano niente di insormontabile. Mi pare fattibile l'idea di togliermene 2 a giugno e uno a settembre, ricominciando così al quinto anno di università con solo una materia arretrata da recuperare. Il problema di quest'anno era quell'esame che non voglio più nominare (avrei dovuto mettere un tag apposta, per quanto ne ho parlato) e quello è andato: addio e a mai più rivedere né quelle materie né i relativi reparti.

Ci sono pure i soliti esoneri di Farmacologia da dare, e di quelli ne farò uno a metà Maggio e un altro magari bo' non lo so, magari a Giugno o a Settembre o quando sarà. Per togliersi tutta Farmacologia c'è tempo fino alla laurea, anche se conto di concludere tutti gli esoneri attorno alla seconda metà del quinto anno. Ma facciamo le corna, che non si sa mai.

Altra novità di secondo piano è che ho lasciato il gruppo (musicale): mi piace tantissimo suonare, ma se la musica deve riempire l'ultimo spazio libero che mi resta in una settimana magari strapienissima allora no, non ce la faccio. Alla fine andare regolarmente alle prove stava diventando più un sacrificio che un piacere o una passione, e visto che gli altri componenti sembravano invece voler addirittura aumentare il ritmo per realizzare qualcosa di più concreto mi è parso giusto darci un taglio.

E se ci penso, prima ho sacrificato la professione (che magari era un tantinello più importante) poi la scrittura, poi i fine settimana e le vacanze quando sono sotto esami... e adesso è andato pure il gruppo. Piano piano sembrava niente ma questa seconda laurea si sta mangiando un po' tutto il resto, e non è ancora finita visto che dal prossimo anno dovrei iniziare l'internato per la tesi (devi chiederlo due anni prima!) e le cose potrebbero finire per andare ancora peggio.

Ma insomma, meno male che tra altri 2 o 3 anni va a finire che finisce, e che poi adesso c'ho per lo meno il tablet nuovo. Almeno quello, con tutti i giochini bellissimi che ci gioco tutto il giorno e non mi stacco più... no! Cioè, con le slide.

Volevo dire le slide.

Simone

07/04/12

Gli esami, e la fortuna.

La dea Fortuna mentre abbandona i neo-iscritti a Ingegneria
In alcuni momenti ho temuto che non ne sarei uscito vivo, ma alla fine anche questa sessione di esami si è conclusa... e con risultati decisamente migliori di quella di Dicembre (anche perché ci voleva poco).

Gli ultimi giorni di studio sono stati un massacro, e poi sul finale c'è stato il top della secchionaggine che non avrei mai immaginato di raggiungere: lunedì ho fatto un esame, sono tornato a casa, mi sono rimesso sui libri fino all'una di notte di martedì, e mercoledì mattina alle otto ero già in aula per l'altro esame che - tanto per non farcelo pesare - è durato qualcosa come sei ore. Alla fine ero così stanco che ci ho messo 3 giorni solo a rimettermi in piedi, e meno male che ci sono altri 2-3 giorni di vacanza così magari riesco a risistemarmi un po' prima che ricomincino le lezioni.

Se a qualcuno interessano i risultati: a gastro/endocrino dopo aver superato lo scritto (era la quarta volta) ho preso il primo voto che mi hanno dato e mi sono portato via un 25 sudato come non mai. Chiarisco in ogni caso che non avrei mai rifiutato e mai rifiuterò qualsiasi cosa in qualunque materia, che non è che sono ancora completamente rincoglionito.

Questo cavolo di gastro/endocrino mi ha fatto patire quasi a livelli di Teoria delle infrastrutture viarie o Meccanica Razionale, e alla fine era un po' un terno al Lotto: uno scritto troppo difficile (a certe domande non saprei rispondere nemmeno col libro sotto mano e Google a disposizione) e un orale che con 2 o tre interrogazioni estratte da un pool di 12 professori diversi si traduce in valutazioni completamente personalizzate per ogni singolo studente.

A ematologia/reumatologia - invece - è andata molto meglio. Prima mi ha interrogato un professore col quale sono andato particolarmente d'accordo durante i tirocini (qualcuno direbbe che ci avevo fatto bella figura, ma è sempre un fatto casuale). Poi mi ha interrogato un altro professore che chiamare disponibile è dire poco. Mettiamo pure che la materia tutto sommato non era troppo complicata e insomma: mi ha detto un bel po' di fortuna, e ho preso 29... che per la cronaca reputo il voto più triste del mondo di chi studia studia studia ma - poverino - non rende.

Sono convinto che avrebbe potuto tranquillamente girare tutto al contrario, e mi sarei bruciato un'altra volta tutti e due gli appelli della sessione: metti che ti interroga il professore fissato sulle cose che non entrano in testa a te, magari ti dice male allo scritto oppure ancora con esami e materie così vasti può capitare che ti chiedano un argomento che nemmeno hai guardato perché - semplicemente - te l'eri perso.

Credo insomma che la componente casuale in questi esami sia notevole, e che non bisognerebbe prendersela se i risultati non sono quelli che vorremmo. Solo che può succederti di avere una serie di momenti negativi tutti in fila uno dietro all'altro, e se ti dice male male male e poi ancora male puoi anche decidere che tutto sommato non ti obbliga nessuno a rovinarti la vita in questo modo, e alla fine ecco che tutto il lavoro di anni rischia di vacillare per qualche colpo di sfiga.

Ed è stato un po' questo il rischio che ho corso in questi ultimi mesi: rimanere indietro, scoraggiarmi, e alla fine lasciare che questa seconda laurea cadesse lentamente in secondo piano rispetto a tante altre cose. Perdere tempo, iniziare a occuparsi di altro... e insomma, rimandarla all'infinito o anche non arrivarci mai.

Che poi un po' mi fa anche rabbia, perché se avevo 20 anni e magari già ero insicuro di mio era ancora più facile finire in un loop mentale dove senti che non puoi farcela più, e alla fine lasci perdere o ci metti 10 anni a fare un esame. Il menefreghismo totale dell'ambiente universitario poi ci mette del suo, e capisco chi si scoraggia, ci mette tanto a laurearsi o alla fine nemmeno si laurea più.

C'è stato un momento in particolare, tra il venerdì e il sabato della scorsa settimana, nel quale mi sono detto che non ce l'avrei mai fatta a ripetere tutto e tanto valeva lasciar perdere e puntare sulla sessione di Giugno. Poi però non ho lasciato, e alla fine ci si è messa anche un po' di fortuna e - inaspettatamente - è andato tutto meglio che nelle più speranzose aspettative.

E ho dovuto scrivere tutto questo cavolo di papiro lento, retorico e illeggibile per arrivare al punto del discorso, ma era questo che volevo dire: alla fine la fortuna serve, e ce ne vuole tanta. Però se mollavo già per conto mio potevo anche avere dalla mia parte tutti i santi del Paradiso e tutti gli astri dell'universo, ma non avrei comunque ottenuto niente.

Io penso che non possiamo prevedere tutti gli eventi e non abbiamo il controllo su tutte le variabili in gioco, e ci sono cose dove anche se ci provi 100 volte potrebbe dirti male 100 volte di seguito. Però quando fai un tentativo per lo meno una possibilità te la stai dando, mentre ad arrenderti per conto tuo non ti rimane nemmeno quella.

Molta costanza e un po' di fortuna, ecco. È così che si arriva alla fine di un progetto lungo e complicato, secondo me.

E penso che la vita sia un po' tutta così.

Simone

P.S.

Buona Pasqua a tutti!

E se vi va seguite il mio Twitter, che magari vi dico le cose in tempo reale mentre faccio gli esami o quando vado a lezione!

04/04/12

È andata!

Sono stra a pezzi e non c'ho voglia di aggiornare bene con un post lungo e dettagliato e tanto chissene frega: ho fatto pure endo gastro o reumatologia patologica... o quello che era.

Stavolta mi ha detto di gran lunga troppo bene, ma è una ruota che gira e prima o poi doveva tornare dalla mia parte.

Contento, soddisfatto, stanto, e con un bel peso in meno dietro la nuca che mi sento proprio tanto, tanto sollevato.

Grazie a tutti per il tifo e per gli incoraggiamenti: ho rotto un po' a voi, un po' ad amici, un po' ai parenti, un po' ai colleghi di università, un po' pure a uno che passava qui sotto casa e poraccio: ho attaccato un pippone con l'esame di gastro pure a lui.

Ora  mi riposo un po' e dopo Pasqua si ricominciano i corsi. A studiare si ricomincia un altro bel po' dopo, che sto più fuso dell'altro giorno quando già mi bastava.

A presto!

Simone

02/04/12

Da ingegnere a medico: un periodo di m...

La toilette della contessa. Che una toilette moderna pareva brutto.
Ora non so proprio come descrivervi il mio stato mentale degli ultimi giorni:

Per tre settimane filate ho studiato ematologia e reumatologia qualcosa come dalle 12 alle 14 ore al giorno.

Sarò uscito un paio di volte la sera tanto perché erano uscite obbligate, ho tralasciato terribilmente l'ufficio, nipotini, amici, feste e tutto il resto che c'è di bello al mondo.

Tante volte per non perdere tempo non mi preparavo nemmeno da mangiare e ordinavo pizza o cinese, e studiavo di filato fino all'una di notte.

Sto anche lì lì per mollare il gruppo con cui suono. Cioè: se voglio prendermi una sera libera vorrei passarla con parenti, amici e persone che voglio vedere... e per quanto adori comunque suonare non lo so se vale la pena barattarlo con quel poco di vita sociale che mi resta quando sono sotto esami.

E come avrete notato non ho aggiornato il blog, perché proprio non ne avevo né tempo né voglia. Ero cotto.

Il progetto originale era di studiare 2 settimane, riprendere gastroenterologia per una settimana e poi fare i due esami attaccati: uno oggi (gastro) e l'altro mercoledi. A un certo punto, però, è stato evidente questo: ematologia/reumatologia era troppa roba per farla in 2 settimane soltanto. E gastro/endocrino era troppa roba per ripeterla bene in una settimana sola.

E insomma, dopo tanto studio le possibilità che mi bruciassi anche questo appello si erano fatte piuttosto concrete. Rischiavo di trovarmi a giugno con nessun esame dato e tutte e sei le materie del quarto ancora sul groppone. Rischiavo, in sintesi, il disastro totale.

Già mi ero immaginato a ripetere l'anno. Cambiare canale (all'altro canale hanno più appelli, e a gastro non c'è nemmeno lo scritto!) finire in un corso dove non conosco nessuno. E io tutto questo tempo in più a medicina non voglio passarcelo, che se la devo fare la devo fare subito, e basta. E quasi quasi avevo iniziato a farmi l'idea che fosse il caso di darci un taglio, e di lasciar perdere.

Ecco, alla fine invece la descrizione mi pare di averla fatta bene: in questi ultimi giorni, lo spirito è stato questo. Ho continuato a studiare, ma ero talmente fuso che non capivo quasi più quello che avevo davanti. Ero stressato, nervoso, stanco e incazzato. Insomma, è stato un momento di dubbi, stanchezza e tante, tante perplessità e riflessioni.

Però non ho mollato. Ho retto, ho spinto, ce l'ho messa tutta. Cavolo: ieri ho riletto tutta reumatologia, dopo di che ho preso i vecchi scritti di gastro rimediati alla copisteria e li ho rifatti. E alla fine ho ripetuto endocrinologia ed anatomia patologica fino a mezzanotte e anche un po' dopo, fino a che non ce l'ho fatta proprio più.

Stamattina vado lì che non ero nemmeno troppo teso o preoccupato. Avevo l'atteggiamento di chi se va bene ok, se no altrimenti amen: dopo quattro volte c'è sempre anche la quinta, e prima o poi mi promuoveranno.

E questa volta allo scritto è capitato un compito di endocrinologia veramente facile, ma quello di gastro era ancora peggio del solito. Su quaranta persone ne avranno bocciate 15, e mentre il professore leggeva uno dopo l'altro in ordine rigorosamente NON alfabetico i nomi di chi non era passato credevo che mi sarebbe venuto un colpo.

E stavolta, complice la fortuna in endocrinologia e nonostante la sfiga in gastroenterologia, alla quarta volta che ripetevo quello scritto impossibile, mi hanno ammesso all'orale.

Tre orali, per la precisione: a gastro mi chiedono cose che non vedo come potrei sapere, e va così così ma comunque va. Endocrino meglio, e in qualche modo sopravvivo anche all'anatomia patologica che mi chiede proprio una cosa che avevo deciso di non rivedere, ma che poi in extremis ho fatto tipo all'una di notte.

Alla fine uno specializzando si avvicina col mio fascicolo di scritti, verbali e carte varie e mi fa: hai preso solo 25.

Solo venticinque. Tipo che secondo loro adesso lo rifiuto?! Roba che a Ingegneria un venticinque mi sa che non l'ho visto mai (ho verbalizzato un 7/30, però. E ho preso uno ZERO).

Con venticinque mi sa che a fare lo specialista gastroendocrinolopatologico non mi ci prendono... e forse, visti i trascorsi, per certi versi questo è un fatto anche rassicurante.

E insomma ho preso venticinque. Lo accetto. È andata: sta materia che non ci dormivo più la notte, è andata.

Ora resta da fare ematologia, tra due giorni. Ma tanto se anche andrà male a ripetere questa ci vuole poco, lo scritto è pure facile e - così come sto ora - sono già troppo contento.

Ed è finito sto periodo di merda.

Simone

29/03/12

Medicina dopo i trent'anni: gli esami sono alle porte.

Mancano pochi giorni agli appelli delle due materie che sto preparando.

Confesso che sono al di là dello stanco: sarà lo stress degli esami sfigati che si accumulano, o anche il fatto che ho studiato decine di ore su queste cavolo di slide davanti al monitor.

Non lo so. So soltanto che sono quasi allo sfinimento, e non vedo l'ora che la sessione termini e ricomincino le lezioni.

Eppure, rispetto a qualche giorno fa, mi sento molto meno pessimista: alla fine queste due materie sono bene o male pronte, e ristudiarle un po' anche per gli appelli di giugno non sarà certo la fine del mondo. Rispetto al discorso di rimanere indietro con gli esami, inoltre, nel prossimo quadrimestre ci saranno tre materie appiccicate in due mesi scarsi, per cui credo che sia fisiologico che al quarto anno di medicina rimangano con qualcosa in arretrato un po' tutti, e non devo farmi troppi problemi nel caso che accada anche a me.

L'anno prossimo, invece, si passerà dai quadrimestri di nuovo ai due semestri soltanto, e non sto qui a farvi il conto ma verrà fuori che ci saranno più sessioni di esami del normale, e penso di poter riuscire recuperare qualcosa.

Insomma, sto cercando di prenderla con tranquillità (anche se è più facile farlo a parole che in pratica) e di studiare con l'idea che prima o poi la montagna di roba che devo tenere a mente inizierà a diradarsi e - magari - studiare torni a essere anche un minimo un piacere e un qualcosa di interessante piuttosto che questa specie di gara a chi impara a memoria più nozioni nel più breve tempo possibile.

E alla fine - male che vada - da metà della prossima settimana starò comunque in "vacanza" e potrò rilassarmi un po'.

Simone

27/03/12

Un momento stressante.

L'ormone dello stress: visto che ho studiato?!
Sto scrivendo con le slide aperte e gli appunti davanti alla tastiera.

Come vi spiegavo qualche giorno fa, lunedì ho per l'ennesima volta l'appello di gastro/endocrino, che sto preparando ormai da dicembre. E il mercoledì subito dopo invece c'è quello di emato/reumatologia.

Dopo l'ennesima bocciatura a quello scritto del cavolo ho deciso lucidamente (e credo correttamente) di preparare un esame nuovo dando giusto una riletta a quello vecchio, così da scongiurare almeno il rischio di ritrovarmi a giugno avendo preparato una sola materia.

Solo che se sulla carta il mio progetto è sensato e tutto sommato efficace (a ingegneria quando andava male un esame iniziavo sempre a riprepararlo insieme a un altro) nella pratica sono 3 settimane che sto sui libri, mi sembra di non sapere niente di nessuna delle materie, e se vedo tutto quello che ho ancora da rivedere e ripetere mi sembra che non ce la farò mai. Continuare a trascinarsi la stessa materia a ogni appello vuol dire che comunque sulle cose nuove non riesci a concentrarti, e alla fine per un esame solo che è andato male inizia ad andare a catafascio tutto quanto il resto.

Sono un po' stressato insomma, ecco. Questo è un periodo davvero del cavolo, e se penso che mi sono ritrovato così anche avendocela messa tutta e sacrificando un sacco di cose mi domando davvero cosa sia andato storto e cosa ho combinato io di sbagliato.

Evidentemente gastro/endocrino - almeno per il mio corso - è un esamaccio che si è mangiato almeno una sessione di un sacco di gente. Perderne due però mi pare troppo, e sicuramente la colpa è mia che non riesco a memorizzare nozioni che evidentemente sono importanti o per qualcuno semplicemente scontate.

Insomma, bo', io tra due esami sarei abbastanza soddisfatto già se me ne togliessi uno solo, anche se così continuerei a stressarmi da morire per ogni appello e a non godermi nemmeno i corsi o le frequenze in reparto. Che mi faccio a fare i tirocini di un esame nuovo se tanto sto ancora a pensare a 2-3 materie passate?

Però inizio anche a prepararmi al peggio, e anche se non vorrei pensarci alla fine lo faccio lo stesso e più si avvicina il giorno di quel cavolo di appello e più sono teso. Potrei fare come fanno altri studenti: chissene frega di rimanere in regola con gli esami, e come va va. Se anche ci metto 10 anni non importa.

Solo che a me di stare 10 anni a prendermi una seconda laurea non mi va per niente, perché a me non mi piace l'università in sé ma piaceva solo l'idea di cambiare professione. Cioè: 10 anni, o anche 7, sono anni buttati e stare qui a invecchiare non mi va proprio.

Ma che palle, lo so, suono veramente un po' troppo negativo oggi.

E' che, come vi dicevo, è un momento stressante.

Simone