30/12/10

Il mio duemiladieci.

Quest'anno sta per finire, e io sono soddisfatto: soddisfatto di come è andata l'università, soddisfatto della mia vita e dei rapporti interpersonali, e soddisfatto di tante altre cose.

Dal lato dello studio, in questi 12 mesi ho dato tutti gli esami del secondo anno di medicina. Tutto sommato è stato pesante e impegnativo: un po' per lo stress (alzarsi prestissimo e stare 6 ore in attesa di un'interrogazione è devastante adesso come lo era 15 anni fa). Un po' per il carico di studio che era - per come la vedo io - eccessivo rispetto al tempo che ci è stato dato per imparare tutte quelle cose.

Questo 2010 me lo ricorderò come l'anno in cui ho passato l'estate sui libri mentre gli amici andavano al mare. Come l'anno che ho declinato chissà quante cene e serate per ripetere un po' più di Biochimica e Anatomia. L'anno in cui fine settimana voleva dire principalmente studio tutto il giorno fino a notte inoltrata piuttosto che dormire, uscire e divertirsi.

Ma alla fine mi è anche piaciuto. Mi è piaciuto entrare in reparto pensando che i miei esami di base li avevo dati, e tutto sommato aveva senso che mi trovassi lì. E anche tornare presto da una cena con gli amici per studiare un po' prima di andare a letto è più gratificante di fare le ore piccole in qualche locale. C'è quella sensazione di combinare qualcosa di utile che - effettivamente - in altre attività un po' manca.

Però per l'anno prossimo spero di studiare di meno, poco ma sicuro! ^^

L'aspetto scrittura è quello che quest'anno si è incrinato di più. Non che questo sia necessariamente un male: ho smesso di scrivere storie che - evidentemente, visti i risultati - non interessavano a nessuno, mentre ho iniziato a scrivere per spiegare quello che faccio, per dare consigli, e per comunicare.

Leggere messaggi di persone che mi scrivono per dirmi come la mia esperienza di studente anziano li abbia incoraggiati in determinate scelte o in un determinato momento è sicuramente gratificante, e mi fa capire che tutto sommato il tempo sui libri e sul blog non è stato tutto sprecato. Nell'ottica poi di una vita e di un lavoro futuro indirizzato verso un qualcosa di analogo credo di stare sulla strada giusta... anche se cambiare rotta non è stato facile e alle volte mi sento ancora un po' sperduto e un po' isolato.

Con la Croce Rossa invece sono in un momento di transizione, e credo che il mio rapporto con il volontariato sia destinato a cambiare: quest'anno ho continuato a seguire l'aspetto dei corsi di rianimazione, ma ho fatto decisamente pochi turni in ambulanza. Un po' perché è un'attività che mi interessa meno, e un po' perché è effettivamente un impegno che insieme a tante cose inizia a pesarmi. Dico sempre che vorrei provare a fare dei turni in pronto soccorso così da avere un contatto di tipo diverso con i pazienti, ma poi non lo faccio mai... magari nel 2011 sarà la volta buona.

Resta da dire qualcosa sulla musica, che tra l'altro fino all'anno scorso nemmeno c'era. Mi piace suonare la batteria. Mi piace suonare col mio gruppetto di amici, e mi piacerebbe suonare meglio e magari qualche brano anche scritto da me. Ma qui davvero di anni ancora ce ne vogliono... e vedremo che succede nel 2011.

Ok, credo di aver scritto troppo. Sicuramente tante cose potevano andare meglio, ma tutto sommato posso catalogare questo 2010 come anno faticoso ma produttivo non tanto come risultati ottenuti, ma come possibilità future che ho visto aprirsi. Mi sembra quasi di essere ringiovanito, come se di colpo avessi chissà quante strade libere davanti a me, e chissà quante possibilità.

Ora non resta che fare qualche progetto per l'anno che deve venire... ma di quelli magari ne parliamo tra qualche giorno.

Simone

28/12/10

Storie drammatiche realmente accadute - 1

Squilla il telefono.
"Pronto?" rispondo.
"Pronto, Simone?" riconosco la voce di Paolo. "Mi senti?"
Sono felicissimo di sentire il mio amico.
"Sì sì che ti sento. Ciao Paolozzo, come stai? Tutto bene?"
"Eeeeh..." pausa pesantissima. "Hai sentito Roberto?"
Ugh, mi si gela il sangue. Oddio, Roberto... che gli sarà successo? Magari si è rotto una gamba, magari qualcosa di terribile ha colpito la sua famiglia. Prego il Signore che non sia così.

"No" dico, freddo come un iceberg. "Non l'ho sentito. Che è successo?"
Paolo sospira.
"Eh... non ti ha detto di Francesco? Non sai nulla?"
Che sta succedendo? Roberto doveva chiamarmi per avvisarmi di qualcosa che è accaduta a Francesco! Già mi immagino funerali, esequie, amici disperati, parenti da consolare: Dio, fai che non sia morto, fai che non sia paralizzato. Oh santoddio, no!

"Che è successo a Francesco?" chiedo, imploro quasi. "Io non so niente... niente!"
"Eeeeeh..." altro sospirone di Paolo, con pausa funerea annessa.
Poi finalmente si decide a parlare.
"No, devi sapere che Roberto e Francesco hanno discusso, e adesso stanno litigati. Pensavo fosse il caso che lo sapessi".

Il mondo che si era fermato nella morsa di ghiaccio, improvvisamente riprende a girare. Nessuna morte, nessuna malattia senza perdono. Ho solo un sacco di amici coglioni.
"A Paolo" dico, con un sollievo che è quasi un mezzo orgasmo. "Ma vattene affanculo!"

Simone

23/12/10

Regali di Natale (riciclati) per voi!

Quest'anno purtroppo di creativo, letterario e "artistico" ho fatto poco o niente, per cui non ho ebook, foto, link o altre cose mie da regalarvi.

Non voglio comunque presentarmi a mani vuote, per cui - nel classico spirito natalizio - vi riciclo un po' di regali che hanno fatto a me e che ora io appioppo a voi:

Una colonna sonora natalizia... dell'amico Luca. Sempre che il link funzioni ancora.

Un meraviglioso audiobook del terrore, dell Glauco Silvestri. Che così a Natale se i bambini non sono buoni li chiudete al buio e glielo fate ascoltare a palla.

Il misura pene elettronico digitale jpg, per chi durante il cenone tiene a qualsiasi dettaglio... piccolo o grande che sia.

Tutti gli MP3 di tutte le canzoni mai registrate nella storia (o quasi). Però se un disco vi piace compratevelo, e se un blogger vi sta simpatico comprate il suo libro... e soprattutto se linkare questa cosa è illegale ditemelo che la levo subito!

Il mio videogioco flash gratuito preferito. Sarebbe Zoo Keeper. E confesso che era il mio preferito 3 anni fa, che sarebbe l'ultima volta in cui ho giocato a un gioco flash. Però che volete? A caval donato non si guarda in bocca, brutti ingrati!

Be' direi che basti, no? In fin dei conti chi ha bisogno di altri ebook? Con tutti quelli che ci sono già qui sulla colonna a destra e che probabilmente non avete ancora nemmeno letto, poi!

Di mio aggiungo solo un augurio caloroso e un abbraccio virtuale: spero sinceramente che viviate queste feste nel migliore dei modi possibili, e che tutti i vostri progetti si realizzino presto.

Simone

20/12/10

Seconda laurea in medicina: la fine degli esami... (del secondo anno).

Come appare penso evidente già dal titolo, oggi mi sono tolto quel mattone di Microbiologia e di virus, batteri, funghi e parassiti almeno per un po' non voglio più sentir parlare.

Cosa più interessante dell'aver superato un esame (a torto) considerato più leggero di altri, è che con Microbiologia ho chiuso con gli esami del primo e secondo anno di Medicina: ho fatto tutte le Anatomie, ho fatto Biochimica, ho fatto Fisiologia e tutto il resto. E questo, nell'ordine di importanza (almeno per me) comporta le seguenti cose:

- Se anche da qui a Settembre non passo più manco un esame, potrò comunque iscrivermi al quarto anno in corso, avendo rispettato le varie propedeuticità.

- Posso iniziare a preparare gli esami del terzo senza pensare a qualche mattone spaventoso che ancora mi sto trascinando dietro.

- Sono (almeno sulla carta) ancora perfettamente "in pari" con il mio presupposto di laurearmi nella prima sessione utile del sesto anno. I primi appelli del terzo anno infatti iniziano adesso, e almeno teoricamente potrei togliermi tutti gli esami che ho da dare e iniziare il secondo semestre senza nulla in arretrato.

Questo come dicevo però tutto teoricamente e sulla carta, perché ovviamente per studiare Microbiologia ho mollato del tutto Fisiopatologia Generale... e a prepararlo in poco tempo la vedo dura.

E vabbe', insomma, vedremo. Comunque sono contento e soddisfatto, e vedo che piano piano le cose vanno avanti.

Mi rendo conto anche che un post come questo può sembrare un po' troppo compiaciuto o auto-celebrativo, per cui aggiungerei un paio di cose: intanto, paragonato agli altri studenti di Medicina (quelli bravi) io sono comunque una mezza pippa con una media così così e un futuro da medico piuttosto oscuro e misterioso. Cioè, per chiarire, se ambissi a fare il neurochirurgo con i voti che ho preso finora potrei già lasciar perdere visto che sotto alla media del 30 certe specializzazioni te le sogni.

Poi è anche vero che le cose vanno abbastanza bene, e lo scrivo anche solo perché mi fa piacere farlo. Ma tutto è anche sempre nell'idea di raccontare il mio percorso a chi magari sta facendo una scelta simile, e non sa bene come regolarsi.

Insomma, io taglierei corto con le ultimissime considerazioni: sono passati praticamente tre anni da quando ho deciso di iniziare Medicina come studente anziano, e poco più di due dall'inizio vero e proprio.

Sicuramente io ho avuto più fortuna di altri e più possibilità di altri, avendo la situazione familiare e lavorativa che ho e senza troppi impegni e responsabilità da portare avanti oltre allo studio, e mi sono trovato la vita molto più facile.

Se dovessi dirvi che non è stato faticoso mentirei comunque di brutto. Oggi per dire sono distrutto, ho la tosse, ho sonno e scrivo come in trance dopo 6 ore di attesa prima di finire l'esame. Se dovessi dirvi che è stato difficilissimo, impossibile e che io sono un eroe mentirei ancora: alla fine è un impegno serio, ma preso come si deve e sacrificando un po' di fine settimana, vacanze o uscite serali è possibile e si fa, anche se l'età non è più quella "giusta".

Tra tutte le mie aspirazioni, i miei interessi e le mie passioni, quella che ne ha risentito di più è stata sicuramente la scrittura. Se vi dicessi che non mi manca per niente, e che un po' non rimpiango i libri che forse a questo punto non scriverò e pubblicherò mai, di sicuro sarei un ipocrita. Però, davvero, se ripenso a tante cose di quando facevo lo scrittore 10 ore al giorno (mentre scrivevo Primo Mazzini era così) e avevo questa fissazione quasi folle per blog e link e tutto il resto... be' quella vita no no, non mi manca per niente. Magari scriverò altro quando avrò più tempo, e magari scriverò anche meglio. Ora, per il momento, mi occupo d'altro.

Tornando indietro, se dovessi scegliere se ricominciare da capo o mollare tutto, credo che rifarei tutto quanto con molti, molti, moltissimi dubbi e preoccupazioni in meno. Alla fine mi aspettavo molto peggio, e tanti problemi che mi immaginavo erano solo auto-costruiti e non è che fossero poi così reali o determinanti.

Come dicevo tempo fa, lo ripeto ancora: è come se avessimo una sorta di istinto sballato che ci dice che certe cose sono impossibili e infattibili anche quando invece sarebbero facili. Una specie di malattia che ci lega davanti a questi schermi del cazzo, a lamentarci di problemi che non abbiamo realmente il bisogno di risolvere e a vivere una vita che in fondo non ci piace e non desideriamo.

Pensateci.

Simone

16/12/10

Applicazioni, misurazioni, strumentazioni e segnalazioni varie.

Matrimonio e salute.

Alcuni ricercatori hanno scoperto che il matrimonio allunga la vita. In particolare, le persone sposate avrebbero meno problemi di salute legati a tumori e a mobilità.

Adesso oltre alle campagne terroizzantissime anti alcool e fumo (più che legittime, ci mancherebbe!) ci costringeranno tutti a sposarci per forza?

E infatti qualcosa del genere già la stanno facendo... ne leggete di più qua.

Quello che ci serviva sicuramente a tutti.

Finalmente un pratico strumento per misurare il pene. Come ho vissuto per 35 anni con squadre, righelli, teodoliti e puntatori laser?

La fregatura è che arriva solo fino a 16 centimetri (di circonferenza) per cui dovrò continuare ad affidarmi a Google Earth... ma è già un passo avanti.

I miei libri in rete:

Non lo faccio spesso, anche perché tanto spesso nemmeno capita, ma vi segnalo un paio di siti dove si è parlato un po' di me:

Prima di tutto una segnalazione sul blog di Alice senza niente, un altro libro di un altro scrittore che pubblica online... e con il quale non ho ancora nemmeno litigato ^^.

Poi una valutazione molto positiva sul mio Codice Aggiunto. Romanzo che è odiato da editori redattori altri scrittori e anche i miei parenti (che gli è toccato leggerselo per forza), ma che poi tutti mi dicono sempre che gli è piaciuto tantissimo.

Qualcuno direbbe che questo significa che piace a chi non lo odia e non mi manda a cagare dopo averlo letto dopo esserne stato obbligato, ma non è necessariamente così e anche se fosse non è necessariamente così lo stesso.

Software e videogiochi:

Oggi ho comprato Donkey Kong Country Returns, anche se non volevo farlo un po' perché a 35 anni non ci credo manco io che sto ancora a giocare con la Wii, e un po' perché ora non studierò più. Se avete 35 anni anche voi e vi piacciono i videogiochi probabilmente già ce lo avete, altrimenti non potrebbe fregarvene di meno. In ogni caso, questa segnalazione è comunque inutile.

Infine, per fingermi più colto, maturo e interessante ho scaricato questo Radiology 2.0 È un programma che mostra le immagini TAC di una sessantina di casi clinici e ti chiede di capire dove sta il problema. Poi se anche non ci riesci (io non ci riesco mai) c'è una spiegazione dettagliata del tutto, con immagini e indicazioni del caso.

Purtroppo è solo per Iphone (maledetti, io alla fine me lo sono comprato proprio per queste applicazioni) ma credo sia uno dei software più stupefacenti che abbia mai trovato. Poi è pure gratis (a parte l'iphone) per cui anche se non studiate Medicina magari provatelo.

E visto che domani ho lo scritto di Microbiologia, adesso vi slauto. E no, non vado a giocare, vado a studiare ho detto!

Forse.

Simone

13/12/10

Studiare e lavorare: l'esperienza di Massimiliano.

Qualche giorno fa ho pubblicato una email che evidenziava i problemi e gli interrogativi di una persona (ma che immagino siano condivisi da tanti) che si trova a dover decidere se iniziare o meno un percorso difficile come Medicina, avendo già una prima laurea e un lavoro fisso.

La lettera in questione, e una mia breve risposta, la trovate qui.

Quella che segue adesso è invece la risposta di Max, un altro collega ingegnere che studia Medicina (ma quanti siamo?!) e che si è trovato a dover conciliare esami, frequenze e lavoro. Questa volta io non aggiungo nulla, ma vi lascio direttamente a lui.

Studiare e lavorare: la risposta di Massimiliano.

Hola regas,

Scusate il ritardo (ormai Simone mi conosce); dunque, dunque andiamo per ordine:

Medicina, soprattutto i primi anni (ed in particolare il 2 anno) è parecchio pesante, non in termini di difficoltà in se, ma delle materie studiate. In pratica, nella didattica medica (almeno qua), ti insegnano mille cose sperando che dopo aver dato l'esame te ne ricorderai 5-7/100.

Particolari insulsi come la febbre di Carion, i granuli del Birbeck o particolari sulla struttura terziaria del vaso chilifero diventano dettagli importantissimi. Passati i primi due anni ci si trova ad approcciarsi con materie cliniche e medici (difficilmente ricercatori) forse la quantità in se di roba aumenta pure, ma diventa più gestibile rispetto alle sfacchinate di anatomia.

Venendo a noi, posso darti la mia esperienza: lavoro come ingegnere part-time/ full time (in teoria 24 ore allo settimana, ma spesso straordinari e menate varie aumentando anche di molto il conto, direi una media di 28-30 ore a settimane); sono riuscito a farlo impiegando senza troppi problemi la guerriglia burocratica (firme del mio gruppetto in aula, professore che mi è venuto un po' incontro, aiuto anche da parte del capo quando dovevo preparare esamoni).

Non è semplice, ma neanche impossibile: tutto sta nel crearsi un gruppo di riferimento abbastanza combattivo; su questo sono stato abbastanza fortunato visto che mi sono trovato in corso con altre ragazze già laureate in farmacia e quindi è risultato molto più semplice sia come
termini di età che di obiettivi (abbiamo tutti il problema del lavoro quindi chi andava firmava per quattro e gli altri a rotazione; ora onestamente non rompono più con ste cose).

Dovessi veramente frequentare tutto-tutto sarebbe impossibile con un lavoro, nonché inutile a mio parere (ce poco da spiegare di anatomia umana); dovresti già iniziare a cercare di capire la politica sulle frequenze per elaborare una strategia di contrattacco. Mollare poi il lavoro, per me, non ha senso, molto meglio metterci un po' di più, ma avere un certo know how lavorativo nel caso le cose andassero storte.

Per il punto affettivo devi vedere te, come la vede la tua compagna, cosa volete fare, le tue/vostre condizioni economiche ed anche (brutto da dire, ma è meglio saperlo fin da subito) che comunque avresti più difficoltà rispetto ai ragazzini ad entrare nelle specialità più remunerative.

Se potessi tornare indietro lo rifarei, ma forse con ritmi un filo più blandi.

Hola

09/12/10

Studiare e lavorare: i dubbi di Luca, e una mia (parziale) risposta.

Io sono convinto che l'idea di studiare superati i trenta o anche quarant'anni sia passata per la mente a un sacco di persone: mi basta anche solo leggere i commenti a questo mio vecchio post, per rendermi conto che tanta gente avrebbe il desiderio di prendere una laurea (prima, seconda o ennesima che sia) a un'età molto lontana da quella standard dei ragazzi neo-diplomati, siano a tutti gli effetti tantissime.

Il fatto è che studiare, quando si hanno delle responsabilità, un lavoro e magari anche una famiglia, non è affatto semplice, e anzi per alcuni può addirittura rivelarsi impossibile. Mi sembra allora interessante riportare qui una lettera che ho ricevuto alcuni giorni fa, che rende credo palesi ed evidenti i dubbi e i problemi che chiunque di noi si trova a dover valutare ancora prima di iscriversi a una qualunque facoltà, e di iniziare effettivamente a preparare anche solo il primo esame.

In calce trovate una mia (quasi inutile) risposta, mentre a breve aggiungerò il punto di vista - estremamente più interessante del mio - di un altro amico ingegnere, che questa volta studia Medicina facendo però allo stesso tempo un lavoro a tempo indeterminato: quando gli ho detto che volevo mettere la sua risposta sul blog mi ha chiesto di poterla sistemare un pochino, per cui abbiate solo un po' di pazienza e appena me la farà avere la girerò subito anche a voi! ^^

Il 01/12/2010 12.41, Luca ha scritto:


Caro Simone,

ho visto il tuo blog... la tue pagine e volevo esprimere tutta la mia stima e profonda ammirazione.

Ti scrivo perché volevo ricevere da te alcuni consigli in merito ad una seconda laurea in Medicina dopo quella in Ingegneria. Premetto che ho 31 anni e sono un ing. elettronico che lavora per una multinazionale.

Vorrei iscrivermi nella mia città a Medicina e Chirurgia perché sento il bisogno di aiutare le persone e mi affascina il settore della Medicina Clinica.

Posso però riuscire in questo percorso? Credo che debba dedicarmi full time in questa cosa... finendo poi a 38 anni. Quale futuro, dunque?

Non credo poi che le persone accanto a me (non sono ancora sposato) possano vivere questa mia aspirazione in maniera indolore... credo che questo mi pregiudichi ogni mia velleità di farmi una
famiglia...

Mi piacerebbe che tu mi dessi qualche dritta...

Un caro saluto,

Luca T.

E questa è la mia risposta:

Ciao Luca!

Che dritte ti aspetti da me? Sicuramente lavorare come ingegnere (full time dalla mattina alla sera) mentre fai medicina mi pare impossibile, anche se poi conosco almeno uno che lo fa... e anche farsi una famiglia forse dipende più da chi hai vicino e da quello che desideri realmente piuttosto che da studio o lavoro.

Io alla fine l'ho fatto, ovviamente potendomelo permettere (non sposato anche io, e con la possibilità economica semplicemente per non rischiare di finire per strada). Anche per qualche persona vicino a me è stata dura mandarla giù, ma alla fine lo hanno accettato e io adesso se tornassi indietro credo che affronterei tutto più serenamente.

Magari "giro" la tua email anche all'altro amico ingegnere-studente di medicina, così se ha qualcosa da aggiungere può farsi sentire.

Grazie per avermi scritto e in bocca al lupo!

Simone

05/12/10

Alcuni interrogativi che ho sugli zombi:

Seguendo tanti consigli, tra i quali anche quello del mio editore (non la Delos, ma uno dei centomila che mi hanno rifiutato qualche romanzo: li considero tutti miei editori come forma di rappresaglia) riprendo a scrivere anche pure e semplici cazzate (intese come cazzate scritte con cognizione di causa, e non quelle solite delle quali non mi rendo conto).

Ma non aspettatevi che questa torni ad essere la norma... anche se forse sì. Non lo so ancora.

Alcune domande che mi sono posto sugli zombi:

Adesso che è arrivato the Walking Dead (che io tra parentesi ho trovato una fregatura clamorosa: dopo 5 puntate ho scoperto che era solo la prima serie, e alla fine non finirà mai come a suo tempo è stato con Lost) e grazie a tutta la moda che - sono quasi certo - ne conseguirà, dai vampiri, dalle trilogie fantasy e dai maghetti stiamo passando agli zombi.

Niente di male, anzi! Almeno i film con gli zombi vagamente paura ancora la fanno, mentre i vampiri no e i maghetti e trilogie varie erano pallosi pure quando l'idea era nuova (ai tempi dei nibelunghi, intendo).

Ma insomma, io sarò ignorante, però certe cose sugli zombi non le ho mai capite e complice anche The Walking Dead sono ancora molto perplesso. Per cui insomma ve le chiedo a voi, che magari siete esperti e me li spiegate:

- Perché gli zombi sarebbero morti, quando invece sono vivi? Cioè, uno che si muove è vivo, mentre se è morto invece sta fermo. L'idea credo sia che se gli zombi fossero dei normalissimi vivi un po' rincoglioniti il tutto forse faceva meno paura... solo che io conosco certi tizi che sembrano più morti loro degli zombi veri: non escono mai di casa, sono asociali e se li inviti a cena rompono un sacco le palle che sono pure schizzinosi. Praticamente il contrario esatto degli zombi! A me, sinceramente, fanno molto più paura loro.

- Se si muove c'è evidentemente attività cerebrale, sintesi di ATP e metabolismo del calcio. E lo so, ora me la tiro perché ho fatto mezzo esame di Biochimica... però cioè non è fisicamente possibile che uno che cammina e dice anche solo "hmmmmm" come un coglione sia morto davvero: se vedete un thriller con l'assassino che uccide qualcuno sparandogli con un ombrello o una banana, e facendo solo "pam pam" con la bocca, voi ci credete? E Superman invece vola senza le ali, ma solo perché viene da un altro pianeta... se no chi ci credeva che uno piglia salta e vola senza spiegazione logica? Gli zombi alieni, ecco quelli avrebbero senso.

- Perché quando arrivano gli zombi il mondo finisce sempre? Cazzo basta un elicottero con un mitra e li fai fuori tutti, mica scappano, sparano o portano gli elicotteri pure loro. Cioè ora tutti i soldati sono contagiati e muoiono all'unisono e non rimane più nessuno in tutti gli eserciti di tutti i paesi del mondo?!

- Il virus della zombità è molto meno contagioso di infinite altre malattie, perché te lo prendi solo con contatti diretti con sangue fresco (la gente nei film va in giro coi vestiti immersi nel sangue, ma non si ammala mai) oppure se uno ti morde e come tutti i personaggi dei film con gli zombi tu sei talmente stupido da non provare nemmeno a metterci un po' di disinfettante: però la velocità di diffusione del virus della zombità è tipo di due miliardi di zombi a settimana, come se si attaccasse attraverso lo sguardo...

- Perché se gli zombi hanno sterminato l'esercito e l'umanità intera, poi i protagonisti denutriti e azzoppati, con una pistola, una mazza da baseball e dei fischiabbotti ne fanno fuori a decine di migliaia? Bisogna però ammettere che in 28 giorni dopo (altro film che ambisce al titolo di pellicola più brutta della storia) il protagonista massacra una squadra di SWAT a mani nude, per cui in questo caso la coerenza della trama è stata mantenuta.

- Perché gli zombi sono tutti mutilati e insanguinati? Ma nessuno muore più di infarto o di vecchiaia?

E poi c'è la cosa che non capisco più di tutte:

- Perché gli zombi devono mangiare per forza le persone vive? Potrebbero mangiare i gatti randagi, la pizza, i crackers, il gelato o al fast food e non dover necessariamente rompere i coglioni alla gente normale. Se poi gli zombi mangiassero gli altri cavolo di zombi amici loro non avremmo più nemmeno il problema degli zombi stessi, non credete?

Magari alla fine essere zombi diventerebbe una cosa tipo "io mi sento emo", "io voglio andare ad Amici", "io voglio fare il politico per avere un auto blu che mi porta le prostitute" e poi c'è quello che dice "io vorrei tanto diventare uno zombi". Cioè, ognuno in fondo fa quello che vuole, no?

Certo, ci sarebbero un sacco di problemi con i soliti zombofobi, poi le manifestazioni, il matrimonio zombi, le adozioni tra zombi, i datori di lavoro che ti obbligano a firmare un contratto col quale assicuri che non diventerai mai zombi e cose del genere... ma in fondo è quello che accade per tutte le minoranze e non possiamo aspettarci nulla di diverso.

Ma io penso che con molta pazienza, e con l'aiuto e la comprensione di tutti, anche i morti viventi verrebbero socialmente accettati...

E il nostro mondo - invece che distrutto e desolato - alla fine sarebbe migliore.

Simone

02/12/10

Segnalazione: È tutto qui, di Matteo Scandolin

Di questo libro di cui vi parlo non so niente, non ho letto niente e non ho proprio idea di cosa dirvi.

Il fatto è che è il libro di un amico, Matteo, che fa parte dell'associazione culturale Inutile la quale - tra tante cose - è stata artefice della presentazione del mio Io scrivo (mio scrivo?) in quel di Venezia, Mestre, Maerne e zone limitrofe.

Insomma, se anche fosse il libro più meraviglioso della Terra (possibilità che tra l'altro non è nemmeno da escludere) e io ve lo facessi presente, non ci credereste comunque e allora evito direttamente di farlo.

La cosa ben più grave, e che rischia di portarmi l'inimicizia di tutti i letterati del Settentrione, è che io 'sto libro ce l'ho, perché Matteo me l'ha regalato. O almeno assumo che sia questo il libro che mi ha regalato quando sono andato a Venezia, visto che ora sono in ufficio mentre il libro ce l'ho a casa e non posso andare a verificare.

Cosa ancora più grave di quella sopra è che il libro qui presente sta sul mio comodino da quando sono tornato a Roma (sempre da Venezia) ma che in questi giorni sto talmente fuso che se apro un libro non di testo - uno qualsiasi - potrei anche leggerlo senza ricordarmi di averlo fatto e senza capire una mazza di quello che c'è scritto dentro. Cosa che del resto avviene regolarmente col trattato di Microbiologia.

Quello che veramente posso dirvi, sempre evitando di fare complimenti ed elogi ai quali nessuno crederebbe, è che - avendolo conosciuto - io non reputo possibile che uno come Matteo possa scrivere un libro brutto. Non mi pare sia poco, e probabilmente è anche il motivo per cui il suo libro l'ho messo in stand-by e ci rimarrà credo ancora per un po': io sono curioso di leggere quello che ha scritto Matteo, al punto che il suo libro vorrei godermelo quando avrò abbastanza poco sonno affinché la lettura risulti effettivamente un piacere, e non un qualcosa di faticoso e strascicato.

Come faccio sempre con tutte le segnalazioni, vi lascio con la presentazione che trovate sul sito dell'editore... e ah, dimenticavo: oltre alla versione cartacea, il libro è anche in vendita in formato ebook, e costa solo 3 Euro. Niente male, che dite?

Simone

È tutto qui - di Matteo Scandolin. Intermezzi Editore.

È tutto qui è un libro di storie. Storie di ragazze e di ragazzi, di città del nord, di viaggi, incontri, treni, appartamenti, bar. Donne e uomini che invecchiano, ricordano, si ubriacano, tradiscono, litigano, si innamorano. Si raccontano, mentre fuori sta per piovere, mentre l’acqua sale, mentre stanno cercando un lavoro o aspettano l’inizio del secondo tempo, in quegli intervalli di vita fatti di parole scelte e ordinate.