31/08/12

Il dubbio di Medicina d'urgenza.

E vabbe': col manichino, so' boni tutti!
Alla fine la tesi non l'ho ancora chiesta... che ho l'esame che sto preparando il 13 con orale il 20 e magari se la chiedo prima vogliono che vado subito in reparto e poi sono cavoli amari.

Che poi possono sempre dirmi di no: che c'è troppa gente, che non ho la media richiesta, che non gli sto simpatco, che qualcosa comunque che non va se vai a vedere si trova sempre. Ancora - insomma - è tutta da vedere.

Il fatto però è che nemmeno io sono così sicuro al 100% che sia la strada giusta. Ma tutto sommato, chi si specializza con la sicura certezza che il percorso migliore era quello piuttosto che un altro?

Penso che a medicina d'urgenza ti capita di vedere un po' di tutto, e che quando esci da lì sei un medico vero di quelli che bene o male capiscono cosa hanno di fronte e sanno impostare e indirizzare un paziente di conseguenza. A me del pronto soccorso in sé e di tutte le puttanate che si vedono nei telefilm non me ne frega niente: io voglio andare lì per imparare, imparare e diventare un bravo dottore. La mia paura più grossa è finire questi studi di Medicina ritrovandomi poi senza sapere e saper fare un cavolo... e da questo punto di vista penso che questa specializzazione vada invece benissmo, e che sia forse la più completa.

L'alternativa sarebbe medicina interna, che è sempre una specializzazione dove impari un po' di tutto, ma forse è un po' più teorica mentre nell'urgenza c'è anche più un approccio pratico al paziente che tutto sommato mi attrae di più. L'internista conosce più cose, il medico d'urgenza sa fare più cose... almeno, dal poco che mi è parso di vedere.

Il problema è che mi spaventa proprio questo approccio pratico: se in tante specializzazioni è già tanto - e dico tanto - se alla fine prendi una vena o fai un emogas, in pronto soccorso ti capiterà di andare a mettere le mani su un po' di tutto.

E ora io ho retto i campioni bioptici e i reperti in formalina, ho retto l'autopsia, ho retto varie volte la sala operatoria, ho le visite in reparto, mi è capitato di togliere qualche punto e in ambulanza ci sono anche stato per un po'... ma da qui a pensare con certezza di essere in grado di affrontare a sangue freddo un'emergenza di quelle difficili, be', io non ci arrivo tanto a cuor leggero.

Mi sono chiesto tante volte: e se più di tanto non riesco a fare? Che mettere punti, medicare ferite, maneggiare fratture, disinfettare infezioni eccetera eccetera è una cosa da medici ma non tutti i medici fanno tutte le cose e le persone non sono tutte uguali.

E se stare a medicina d'urgenza diventa uno stress troppo grande? Se mi sento semplicemente male o se scopro che fino a quando si tratta di guardare e basta è tutto ok, ma nel momento di mettere le mani non riesco a sbloccarmi?

Sarà la mia mentalità ingegneristica che si è molto ammorbidita ma che non perderò mai del tutto, però io ho la fissa di voler tenere tutto sotto controllo per poi eventualmente sapere già come affrontare eventuali problemi.

E allora - mi sono detto - faccio così: vado a medicina d'urgenza (se mi fanno entrare) e ci vado tranquillo. Ci vado con l'idea che come va va, e non me ne frega un cazzo.

Poi se vedo che è troppo e non me la sento cambio e vado a medicina interna e amen. Senza stressarmi e senza tragedie, ma solo perché ho valutato diverse possibilità e poi ho solo scelto quella che era la migliore.

E così sarà strano, ma aver previsto anche la situazione peggiore mi tranquillizza molto, e non ho più questa sensazione di un possibile fallimento ma più che altro è come se avessi semplicemente scelto 2 vestiti diversi in un negozio, e stessi provando quello che mi sta meglio.

Certo uno mi piace un po' di più, ma pure l'altro in fondo mi va bene e se mi fa fare una figura migliore va bene così:

È comunque, sempre, una cosa che ho scelto io.

Simone

25/08/12

Quando medicina "va male": cambiare strada, o provare ancora?

Un'immagine che rappresenta il dubbio. Dice.
Ciao Simone, mi sono imbattuta nel tuo blog un paio di anni fa.

Mi servirebbe un pizzico della tua forza di volontà in questo momento: sono una studentessa di Medicina, formalmente al 3 anno ma ancora ferma ad istologia del primo.

Sono entrata a Medicina dopo un anno di preparazione durante il quale ero convinta che se fossi entrata tutta la mia vita sarebbe magicamente tornata sui giusti binari. Non è stato così: ho concluso il primo anno a rilento e con molti sforzi(e voti non brillanti) e poi istologia mi ha bloccata.

Sono stata rimandata una prima volta perchè nonostante avessi studiato molto non riuscivo a ricordare niente all'esame. Ansia? Sicuramente. Metodo di studio inadatto? Anche più sicuro dato che la confusione nozionistica non arriva di botto all'esame ma è costante compagna.

Non è che ho difficoltà ad afferrare i concetti... ma non li riesco a ricordare. Il metodo di studio non lo posso cambiare a 25 anni, e insomma la conclusione è che sto ponderando se lasciare.

Questo pensiero da un lato mi riempie di sollievo, dall'altro di tristezza: deluderei il mio ragazzo che mi incoraggia e mi offre il suo aiuto, la mia famiglia che mi ha sempre sostenuta... me stessa.

Avevo creduto di aver trovato la mia strada, ma invece mi sono sopravvalutata e ho fallito. Più mi soffermo sull'enorme mole di studio che mi attende se dovessi decidere di ripartire, più mi deprimo.

Forse ce la potrei fare: superare qualche esame,ritrovare l'entusiasmo. Ma sarebbe giusto trascinarmi su una strada che non mi convince più? Mi sto preparando per il test delle professioni sanitarie ma questa indecisione mi tormenta e non mi fa focalizzare su un obbiettivo.

Prendo il libro dei test e mi rimprovero perchè non sto studiando per gli esami. Prendo istologia (una materia che è arrivata a darmi la nausea) e mi dico che sto perdendo tempo prezioso per i test.

La motivazione che mi ha spinta a provare il test è stata pragmatica (non ho avuto una folgorazione/vocazione ma ho riflettuto a lungo sul da farsi). Medicina è una delle poche facoltà che ancora offre sbocchi lavorativi concreti.

Certo mi entusiasmava anche l'idea d'imparare tutto sul corpo umano e mi interessa molto l'ambito psicologico(psichiatria mi tenta tutt'ora). Ed era bello pensare che avrei lavorato per qualcosa di significativo, per aiutare il prossimo o perlomeno provare a farlo.

Ma in questo periodo buio anche la scintilla verso il prossimo si è spenta. Mi sento isolata e giudicata spregevole da ignare persone che semplicemente si informano su "come procedono gli studi".

In questi giorni ho riflettuto se provare anche odontoiatria: una via più manuale e non IMMENSA come medicina. Penso che la professione potrebbe piacermi. Ma non ho risorse economiche per aprire uno studio, step quasi obbligatorio in questo caso.

Mi sento vecchia e irrealizzata. Ho bisogno di una risoluzione, ma pur logorandomi il cervello non la trovo.

Ti prego,dammi un consiglio: lo so che non potrai decidere al mio posto, ma chissà che una tua parola non mi faccia intravedere una qualche lucetta. O magari - se loro lo vogliono - potresti mettermi in contatto con qualche ragazza/o nella mia stessa situazione.

D.

18/08/12

Inizia la nuova stagione.

Tutta la famiglia si riunisce per leggere il mio blog!
Vacanze andate benone. Un po' stanco e un po' rintronato, ma contento e con tanta voglia di ripartire anche se molta meno voglia di riprendere a studiare.

Per l'ultimo esame che mi manca hanno avuto la bella idea di togliere un appello, così mi tocca farlo a inizio Settembre senza sapere - in data 18 Agosto - ancora una emerita mazza.

Che però - se guardiamo il lato positivo - visto che a Medicina in genere i voti li mettono un po' a caso, potrei avere culo e prendere 30 avendo semplicemente studiato di meno.

Ma a me 30 non mi interessa mi basterebbe passarlo e iscrivermi al quinto anno completamente "in pari", e vorrei dire che va bene anche 18 ma ormai la secchionaggine dei miei colleghi mi ha completamente contagiato e se prendo un voto basso è capace pure addirittura che una volta o l'altra lo rifiuto... ma nel caso che questo avvenga realmente - vi prego - sparatemi.

Per il blog ho un racconto delle mie solite elucubrazioni mentali personali da farvi leggere, una nuova esperienza di una ragazza un po' in crisi con gli esami, e dalla settimana prossima (se trovo qualcuno in reparto) inizia la nuova stagione con la richiesta dell'internato, la tesi, la medicina d'urgenza, i nuovi esami e tutto il resto.

In effetti se questo fosse un film la storia sarebbe finita 6 mesi fa, quando ho passato Gastro con tutti i russi che cantavano Living in America e io che gridavo "Adrianaaaaa". Invece per andare avanti 6 anni tocca annacquare un bel po' tutte le cose e il paragone viene meglio con una serie TV di quelle moderne.

Game of Thrones però non ce lo vedo che è troppo telenovela e poco fantasy per assomigliare alla facoltà di Medicina. The Walking Dead speriamo di no. Il Dr. House non prendiamoci per il culo. Dexter e i vari CSI andrebbero bene se mi piacesse Anatomia Patologica e Gray's anatomy non lo reggo manco se mi legano davanti alla TV.

Visto che stiamo puntando alla medicina d'urgenza si potrebbe fare un paragone con ER, solo che lì ogni giorno succedono 2 terremoti, una sparatoria, 16 incidenti mortali e lo sgancio di una bomba atomica. Insomma non è proprio troppo simile alla realtà che mi aspetta, secondo me... o almeno me l'auguro, che a me la seconda volta che faccio 40 ore di turno di fila e poi mi chiamano a casa che è cascato un elicottero sull'ospedale e devo ricucire metà dei miei colleghi e 230 pazienti tutti rigorosamente in codice rosso gli dico: guarda, non fa per me, qua si lavora davvero troppo. Ogni tanto sparano a un collega, un paziente su tre è un serial killer e come se non bastasse la mensa è veramente uno schifo.

Scusate tanto, ma io me ne torno a fare l'ingegnere.

Simone

01/08/12

Seconda laurea in Medicina: punto della situazione estivo.

Un posto meraviglioso dove NON vado in vacanza.
Rapido aggiornamento non tanto sulle ultime novità (le lezioni e gli esami sono finiti da un po') quanto sul prossimo e imminente futuro universitario che mi aspetta tra un mesetto esatto, passato agosto.

Intanto sono in vacanza. Lo sarò almeno fino a dopo Ferragosto (nel senso che non ho intenzione di toccare i libri fino a quella data) e poi vedremo se mi metterò subito sotto a studiare o se me la prenderò comoda per un altro po'.

Degli esami del quarto anno - nonostante il periodaccio passato attorno a Gennaio - sono riuscito a togliermi quasi tutto. Mi resta solo medicina di laboratorio, che è un esame difficilotto ma che spero di levarmi a settembre.

Non è che sia una materia di per sé tanto imponente (non mi pare che le cose da studiare siano tantissime). Però si spazia molto tra un sacco di argomenti diversi, lo scritto è la solita incognita e c'è sempre il rischio di non superarlo al primo tentativo.

Se mi tolgo pure questo, però, inizio il quinto anno con solo qualcosina di farmacologia in arretrato (i soliti esoneri che devo dare ogni tanto) e posso concentrarmi fin da subito sulle materie nuove: 10 materie, per la precisione. 10 esami da fare in un anno, quando negli anni scorsi gli esami erano "appena" da 4 a 6.

Detto così sembra una cosa folle, ma sono esami un po' più piccoli (almeno alcuni, un paio sono grossi) e se contiamo anche Inglese che sarà semplice e Farmacologia che è stata spalmata su 3 anni alla fine ne restano 8. E sono sempre tanti ma - insomma - magari ce la possiamo anche fare.

L'importante è che dati tutti gli esami del quarto più due del quinto, almeno da un punto di vista burocratico, ci si può iscrivere poi al sesto anno. Ed essere arrivati al sesto anno significa andare in reparto e studiare per gli esami e reparto ed esami poi altro reparto e altri esami, fino alla laurea, senza altri intoppi nel mezzo.

Cioè dopo un po' si entra in quell'ottica che devi finire e non resta che tirare avanti e spingere fino alla conclusione, e io se tutto va come deve andare da quell'ottica non sono in fondo così lontano.

Oltre agli esami, c'è il discorso tesi e internato: al quinto anno si sceglie un reparto, si frequenta quel reparto e alla fine si fa la tesi lì.

Io penso di aver scelto Medicina di Urgenza. Dico "penso" perché le alternative sono tante e non sono sicuro di aver capito che cosa mi aspetta di preciso, ma in questo momento sono abbastanza convinto e - anche avendo l'esperienza della Croce Rossa e dell'ambulanza - lo ritengo un settore interessante e che mi piace.

La Medicina di Urgenza la vedo come una sorta di Medicina Interna dove bene o male segui sempre i pazienti in ospedale, ma con una visione e un approccio un po' diversi. Penso che sia un settore dove si vede un po' ogni patologia e dove impari ad affrontare tutto quanto, e per questo spero che con una tesi in un reparto del genere potrò laurearmi sapendo qualcosina in più rispetto ad altri settori che sono invece maggiormente indirizzati a singoli apparati e patologie specifiche.

Certamente alla fine di questi quattro anni mi sarebbe piaciuto che la scelta di dove fare l'internato venisse da sé: frequentando un po' tutti i reparti speravo di restare "folgorato" da qualcosa o di incontrare un settore che mi affascinasse particolarmente. Invece purtroppo in ospedale non è che - anche facendo il possibile - gli studenti passino chissà quanto tempo, e la sensazione è che ci sia da qualche parte un settore della medicina che poteva coinvolgermi di più, ma col quale non sono semplicemente mai entrato in contatto.

Comunque per ora Medicina d'Urgenza mi piace. Passo per il pronto soccorso e mi vedo lì, vicino agli altri studenti, ai medici, agli infermieri, ai soccorritori professionali e ai volontari. Un cambio di ruolo in un ambiente tutto sommato familiare; magari la folgorazione l'avevo già avuta ed è stata quella che mi ha spinto a fare questo percorso, chi lo sa? Forse le cose stanno davvero così, e ora che devo prendere una decisione importante ho soltanto un po' di paura.

Ma adesso insomma niente studio e niente problemi del genere. Vacanze e basta. E se non aggiorno per un po' perdonatemi, ma prometto che come ricomincio a studiare torno qui a lamentarmi degli esami e a piagnucolare su come è brutto studiare col sole mentre tutti vanno al mare e tutte le solite cose delle quali mi piace tanto scrivere e leggere i vostri commenti a riguardo.

E fatto sto cavolo di esame che manca, vada come vada, si ricomincia col quinto anno.

Simone