22/10/08

Ma quale diritto allo studio?

Post pubblicato originariamente a questo indirizzo.

In questi giorni l'università è in continuo fermento. Manifestazioni, assemblee, cortei, incontri tra studenti e professori. E tutto nel nome di un sacrosantissimo diritto allo studio che si vorrebbe difendere e proteggere a costo della vita o - molto meglio - a costo delle ore altrimenti passate a studiare.

Quello che mi chiedo io, di fronte a tutto questo, è: ma quale diritto allo studio? Voglio dire, adesso vi spiego come funzionano le cose almeno per Medicina:

Test di ammissione: senza contare i prezzi inusitati di eventuali corsi di preparazione, il test in un'Università pubblica costa 50 euro (che di per sé non è tantissimo) e il rapporto domande/ammessi, almeno qui a Roma, è di 1 su 6 e rotti.

Questo vuol dire che per 6 persone che vogliono diventare medico, solo una può effettivamente avere questa possibilità.

Ancora sul test di ammissione: se passerà (è già passato, ma forse sarà bloccato) un decreto del vecchio governo detto dei 25 punti, gli studenti più meritevoli riceveranno un bonus per entrare all'università.

Rigirando la cosa, gli studenti meno meritevoli (o che magari hanno avuto dei problemi di salute, o che semplicemente dovevano lavorare per mantenersi e per questo prendevano voti bassi) non riusciranno a entrare se non per qualche miracolo.

Tasse universitarie: io non so quanto paga chi è considerato povero. Io vi dico solo che le tasse universitarie che pago oggi sono circa 6 volte più alte di quelle che pagavo 15 anni fa a ingegneria. E per qualcuno era troppo già quello.

Costo dei libri: per studiare Medicina dovete aprire un mutuo. No, davvero, i testi per un particolare esame arrivano a costare anche 400 euro: speriamo che chi vi manterrà durante i prossimi 6 e passa anni abbia almeno un buon lavoro!

Costo dell'affitto: ogni persona ha bisogno di una casa in cui vivere. Se siete studenti fuori sede, la casa dovete affittarla e una semplice stanza costa almeno 3-400 euro al mese. Per una casa tutta vostra potete sperare in un mutuo a 40 anni quando sarete laureati e dirigenti di qualcosa. ^^

Costo degli spostamenti: sembra una stronzata, ma io per andare all'università a seguire devo prendere la macchina, e poi o pago il parcometro (sempre se trovo posto) oppure il garage. Senza contare le multe, fanno altri 70-100 euro al mese (benzina esclusa).

Frequenza obbligatoria: non pensavate mica di andare a lavorare? Prima di dare un esame dovete seguire le lezioni, perché se studiate tutto da soli potreste scoprire che alla fine sapete ogni cosa della materia, ma non siete abbastanza stanchi, stressati e incazzati come si addice a un buon medico.

Da questo punto di vista però, se volete, potete chiedere la condizione di studenti lavoratori ed essere così tenuti a sostenere un numero ridotto di esami ogni anno. Bella soluzione, non trovate?

Così tra laurea e specializzazione terminerete gli studi in 20 anni.

Simone

20/10/08

Credo che la chimica voglia uccidermi.

Post pubblicato originariamente a questo indirizzo.

La chimica vuole la mia morte, o per lo meno mi odia.

La cosa mi è parsa lampante quando, studiando per il test di ammissione, di fronte alle prime nozioni basilari di Chimica mi sono detto: ma che cazzo è 'sta robba?!?!

Ci avevo messo 1 anno a preparare Chimica a Ingegneria. 1 anno di lezioni (era un corso di sei mesi!) ripetizioni ed esoneri (quattro in tutto, roba da esaurimento nervoso) prima di essere bocciato all'orale e successivamente promosso con un misero votino all'appello successivo. Il voto in trentesimi giuro che nemmeno me lo ricordo, visto che a me interessava solo il ben più booleano promosso/bocciato, ma credo di aver preso tra 18 e 20.

E ok, dopo tanto studio, a distanza di una decina d'anni il mio cervello si rifiutava di ripropormi la benché minima nozione di Chimica. Ricordavo a malapena un paio di numeri di ossidazione (sbagliati) e il fatto che esisteva roba chiamata soluzioni tampone e ossidoriduzioni di cui però ignoravo qualsiasi effetto o significato.

Per chiarire il concetto, studiare Chimica per 1 anno è stato un anno di studio buttato. Ancora, ogni secondo dedicato allo studio della Chimica è un secondo sprecato. Un secondo sprecato, e per di più anche noioso.

Non c'è da stupirsi che questa materia continui a perseguitarmi anche a Medicina. Ora vi spiego: nel nuovo sistema d'insegnamento in cui gli esami valgono dei punti come i mostri dei videogiochi, la Chimica che studiano i medici vale 7,5 crediti (poi però c'è Biochimica, ovviamente). Quella che facevano gli ingegneri non si sa, perché i crediti non esistevano, e di solito gliene attribuiscono 12 tanto per sparare un numero.

12 contro 7,5. Andando a chiedere il riconoscimento dell'esame, il risultato parrebbe scontato. Giusto? E infatti non me l'hanno riconosciuto, perché manca il credito della parte sul DNA (che tra l'altro mi ero studiato da solo per il test di ammissione). Insomma niente esame riconosciuto con conseguente mancato scorrimento al secondo anno, non avendo accumulato due esami del primo (il secondo sarebbe Fisica, che stranamente mi hanno dato per buono).

Fermo restando che il mancato scorrimento non è questo dramma (a Medicina è quasi impossibile rimettersi in paro con gli esami mancanti, per via di frequenze e tirocini vari) ora devo presentarmi all'esame per integrare il credito di Chimica che mi manca, così da raggiungere i 13 crediti totali di meravigliose nozioni che non vedo l'ora di dimenticare di nuovo.

E già so che all'esame mi bocceranno pure.

Simone

07/10/08

Il mio primo giorno di università!

Post pubblicato originariamente a questo indirizzo.

L'università è cambiata, da quando ci andavo io. Intendo da quando ci andavo prima, per la prima laurea, ovviamente.

Certo, forse è solo diversa la situazione tra Ingegneria e Medicina, ma nell'aria c'è fin da subito qualcosa di diverso.

I professori sembrano simpatici. Più che simpatici, paiono addirittura incitare le nostre domande e poi restano lì a rispondere a eventuali dubbi. Durante la pausa sono andato a chiedere un'informazione al docente, e questi mi ha risposto mostrandosi addirittura disposto a parlarmi di nuovo se mai se ne fosse presentata la necessità.

Ancora mi ricordo la prima domanda che fece un mio vecchio amico ingegnere (allora studente) al professore che stava per iniziare la lezione: scusi professore volevo chiederle... non fece in tempo a finire la frase che quell'altro se lo mangiò vivo: tu non sei niente, tu sei un centosessantesimo del corso, non conti niente e non devi permetterti di venire qui a farmi perdere tempo.

Lo sfortunato studente andò di corsa ad accucciarsi nel suo angolo polveroso (all'epoca era normale seguire seduti per terra) mortificato come non mai, e nessuno osò mai più approfittare del prezioso tempo del sopracitato docente. E quello lì era il professore bravo. No, dico davvero.

Qui invece, come dicevo, si presentano tutti come disponibili. È anche strapieno di ragazze (a ingegneria ce n'erano una decina su 200 maschi) e l'atmosfera vi assicuro che è tutta un'altra cosa. Quello che è cambiato in peggio è la burocrazia:

Ci sono esami di cui non capisco il nome e che non so ancora di cosa parlano: aho, ma come si chiama l'esame che stamo a seguì?! Vi giuro che l'ho domandato davvero.

Ci sono esami che li segui mettiamo al primo anno, forse alla fine fai una specie d'esonero, ma poi li puoi sostenere soltanto al secondo. E questa cosa vi giuro ancora non l'ho capita.

Ci sono esami che sono in realtà più esami, ma che in realtà sono sempre uno.

Ci sono esami che si chiamano con i suffissi I, II, III e IV, solo che magari IV è il seguito di I mentre II e III non hanno niente a che vedere. E se non si capisce questa spegazione figurateci che cosa c'ho capito io che li devo dare.

C'è gente che mi dice che è impossibile fare primo e secondo anno insieme se mi riconoscono Chimica e Fisica facendomi iscrivere al secondo. C'è gente che mi dice che la cosa è proprio strutturata affinché sia assolutamente fattibile e poi ci sono tutte le varie opinioni del mezzo.

L'unica cosa che so, o che per lo meno diventa di minuto in minuto sempre più evidente, è che se voglio uscirne vivo faccio meglio a comprarmi in fretta qualche libro e a mettermi a studiare.

Sperando di studiarmi almeno qualcosa della facoltà giusta ^^.

Simone