26/06/09

Frammenti di burocrazia universitaria.

Compili un paio di moduli... e per la prima settimana stai a posto.
Se non hai le presenze, non puoi dare l'esame. Se non hai la firma dei laboratori, non puoi dare l'esame. Se non hai la firma degli altri laboratori, non puoi dare l'esame. Se non hai tutte le propeudicità a posto e i bollettini pagati, se non hai fatto la tesina, se ti sei perso il portfolio o se - semplicemente - al professore gli rode un po' il culo, come si sarà capito, non puoi dare l'esame.

Se poi non hai studiato nulla e non sai niente di niente, in teoria, l'esame non dovresti poterlo dare lo stesso... ma non è detto.

- Se sei povero e non ti potresti assolutamente permettere in alcun modo di andare all'università, allora di tasse universitarie paghi un po' meno.

- I corsi integrati sono esami assolutamente identici agli altri, soltanto che - piuttosto che il giorno successivo - la prova orale si tiene un anno dopo la prova scritta. E dovete ricordarvi anche bene come avete risposto, perché poi ve lo chiedono.

- Dopo 6 anni, il docente che doveva metterti quella firma senza la quale non ti fanno laureare o è morto, o è in pensione o è in Africa con Medici Senza Frontiere.

- Spostare 120 studenti da un dipartimento all'altro è meno oneroso che far compiere il percorso inverso a un singolo professore.

- Se si rompe il proiettore nelle aule del terzo anno, gli studenti che in questo momento si trovano al primo potrebbero subire solo lievi disagi (questa dovete leggerla un po' di volte ^^).

- Attorno all'università ci sono le strisce blu: se siete studenti lavoratori, probabilmente dormite già alla stazione Termini, che è lì a due passi. In questo caso, l'auto non vi serve.

- Le strisce blu le pagano anche quelli che vanno all'ospedale: effettivamente, se sei solo, vecchio e malato che ci vai a fare a farti curare? E se proprio ci tieni, prendi l'autobus.

- Dopo anni di attesa, il modem per la rete Internet interna di facoltà - gratuita per tutti gli studenti - è stato installato a 10 metri d'altezza, sopra la porta dell'aula. Soltanto nessuno riesce a collegarsi, perché ti chiede la password...

Che - ovviamente - sta scritta sotto al modem.

- Il consiglio di facoltà ha deliberato che gli appelli straordinari non sono ammessi perché gli studenti potrebbero approfittarne per studiare e rimettersi in pari con gli esami. E in questa frase non ci sono errori di battitura.

- In segreteria ancora non sanno dirvi nulla sul riconoscimento degli esami che avete dato in un'altra facoltà: se proprio volete laurearvi, fate prima a sostenerli di nuovo.

Eppure, oggi siete anche fortunati: una volta, quando si perdevano i vostri esami, vi saltava anche il rinvio per motivi di studio e vi toccava partire per il servizio militare.

E una volta in caserma, in quanto a burocrazia, avreste fatto davvero il pieno.

Simone

24/06/09

Un numero scritto su un foglio.

Quando un esame va male, è sempre la solita solfa: se solo non m'interrogava l'assistente, se non mi chiedeva proprio quella cosa, se invece di dire quello dicevo quell'altro...

Se, se, tanti se. Ma non è certo la prima bocciatura (a ingegneria gli esami li davo tutti almeno 2 volte) e non sarà tanto meno neppure l'ultima. Il concetto è questo: tocca mettersi in testa che sono sei anni così, di alti e bassi. Di volte che ti dice bene e sei contento e di quando invece ti va male, e poi ti girano le palle per tutto il giorno e la notte nemmeno ci dormi, e stai lì a scriverci sopra, che magari ti passa.

Sei anni del cazzo che come per me lo sono per tutti e in fondo, alla fine, di che mi lamento: me la sono andata a cercare.

Insomma è andata male. E non è tanto il fatto in sé, quanto la scocciatura di dovermene stare sui libri anche a luglio, quando davvero ci speravo di farmi un bel giro o - magari - di scrivere quel libro famoso di cui parlo sempre.

E invece mi tocca riprovarci, e provarci è sempre la parola più adatta perché io di grandi voti non ne ho mai presi e alla fine, chissà come, sto sempre in mezzo al gruppo di quelli che forse gli va bene, ma forse no. E anzi: più che forse, mi sa che faccio meglio a scrivere in genere.

La cosa che mi lascia perplesso, è che a Ingegneria ti bocciavano anche se ripetevi tutto paro paro a come stava sul libro, se però a detta del professore non avevi capito. A Medicina invece capire è secondario, e ti bocciano se le cose non te le ricordi abbastanza a memoria.

Tra due concezioni tanto opposte, quello che davvero ho imparato da me è che un giorno speso sui libri se ne va per davvero, mentre un voto è soltanto un numero che qualcuno ti ha scritto su un foglio.

Quando hai preso abbastanza numeri ti danno un foglio più grande: lo incornici, lo appendi, e finisce che te lo scordi su un muro. Passano gli anni, finché un giorno lo guardi per sbaglio e ti ricordi delle lezioni, degli esami, e di tutte le notti d'estate passate a studiare.

E magari ti chiedi se, in fondo, ne è valsa davvero la pena.

Simone

19/06/09

La presentazione dell'esame che se ti dice bene ne parli sul blog e ci scrivi il libro.

Ennesimo aggiornamento della situazione, un po' in anticipo rispetto al solito visto che questo periodo è piuttosto denso in quanto a novità... anche se più che di nuove novità si tratta degli sviluppi di novità un po' più vecchie. Ma insomma, vabbè:

Seconda laurea in medicina: ho passato Biochimica 1 con 18. Se mi bocciavano potevo ridarlo solo tra 1 anno, e non chiedetevi perché: tale è il destino degli studenti di Medicina, perché qualcuno lo ritiene giusto. Per cui così è e così rimane. Insomma ancora una volta il 18 si riconferma come il voto più bello che si possa prendere, e credo che mai nessuno lo toglierà dal suo podio.

Oltre a Biochimica 1 ho passato anche lo scritto di Istologia/Embriologia e ho l'orale lunedì. Non so per quale santo davvero non mi abbiano segato, comunque più che per l'esame in sé la cosa degna di nota è che lunedì sono l'ultimo in lista della mattinata... che tradotto dal linguaggio universitario significa che arriverò lì alle 9 e mi interrogheranno alle 5, dopo 8 ore di snervante attesa. Ah, quanto amo l'università, che bello!

Fatto Istologia/Embriologia avrò Biologia/Genetica il primo Luglio. Lo scritto di Bio l'ho già dato a Febbbraio, per cui insomma se passo Genetica (del resto ho una settimana piena per prepararlo ^^) e poi mi va bene anche l'orale, il 2 luglio avrò finito tutti gli esami del primo anno e potrò addirittura ambire a farmi un viaggetto da qualche parte. Lo scorso anno le mie vacanze sono state il corso estivo per il test di ammissione, e no non mi sento felice nel ripensarci ^^.

Se poi mi dice male dovrò ridare Istologia il 17... ma speriamo di no.

Presentazione del libro: la presentazione è andata bene, anzi benissimo. Di solito a queste cose ci vengono solo gli amici... e infatti così è stato. Solo ho scoperto che di amici ne ho davvero più di quelli che penso di meritare, e anche uno o due del tutto nuovi o che proprio non mi aspettavo.

Per il resto l'associazione culturale Soqquadro e la galleria VISTA Arte e Comunicazione hanno fatto un sacco di pubblicità e del libro si è parlato su moltissimi siti e anche su giornali come Roma c'è e, uhm, Roma c'è. La presentazione insomma è servita al suo scopo di (provare almeno a) farmi conoscere in giro un po' di più, e speriamo che i risultati si vedano.

Ah, Marina Zatta di Soqquadro ha detto un sacco di belle cose su di me e sul libro durante la presentazione... del resto, è una carissima amica anche lei ^^.

Infine, se vedete l'immagine del post, si tratta della primissima versione di titolo e copertina fatta da me, poi un po' cambiata ma comunque rifiutata dall'editore (e diciamo anche a ragione). Durante la presentazione ne avevamo parlato... e prima o poi magari vi farò vedere anche la copertina ideata dall'editore ma che non era piaciuta a me.

Scrittura: la scrittura, tolto questo blog, per il momento è morta e sepolta. Ho però sempre intenzione di rifilarvi un nuovo ebook a sorpresa, e ho quasi deciso che il romanzo che ho in testa ormai da un anno o due vale effettivamente la pena di essere scritto (nonostante non sia troppo convinto di averlo detto in un modo grammaticalmente corretto).

Insomma se a Luglio davvero ho finito gli esami potrei davvero farmi una chiusa che non finisce più e tirare fuori un romanzo nel giro di un mese: tanto ormai le cose le faccio tutte così, visto che tempi lunghi e prendersela comoda sono un ricordo del passato.

Ma prima, davvero, mi ci vuole una bella vacanza.

Simone

EDIT:

La presentazione di Io scrivo sul blog di Cyberluke!

09/06/09

Lo scrittore sotto esame, e lo studente in ansia (o era il contrario?)

Solito consueto aggiornamento rapido rapido, che sono oberato da tutte le cose che devo fare (al punto da non combinare più niente, ma vabbé ^^).

Medicina: gli esami sono alle porte, anzi il primo l'ho già dato: Biochimica 1, di cui al momento non si sanno i risultati, ma era una prova intermedia non troppo importante. Questo per mettere le mani avanti nel caso sia andato male, ovviamente.

Poi il 15 ho lo scritto di Istologia/Embriologia, e anche se sto studiando come un matto sono piuttosto pessimista. Non è assolutamente un esame difficile, ma è lunghissimo (saranno 800 pagine) con un sacco di cose fondamentali da ricordarsi a memoria per poi scordarsele 10 minuti dopo aver dato l'orale.

Comunque vedremo. A Luglio invece c'è Biologia/Genetica. Qui sono più ottimista perché ho anche più tempo per prepararlo e una parte già l'ho superata. Se poi riesco a dare tutto vuol dire che ho sostenuto tutto il sostenibile del primo anno e posso spaparanzarmi... altrimenti c'è la sessione di Settembre.

In ogni caso, finiti gli esami vado in vacanza. 

Scrittura: il libro del blog, anche chiamato Io scrivo, non mi pare purtroppo che stia andando benissimo. Non so nemmeno se sta andando male, visto che le vendite si conoscono a mesi e mesi di distanza dall'uscita in libreria, però se fosse un best-seller a sorpresa credo che a questo punto me ne sarei accorto.

Invece sì ci sono un sacco di siti e di blogger amici che ne hanno parlato, però bo' non mi pare che tiri una gran bella aria visto (cosa che - ahimé - temo che valga un po' per tutti i libri che escono in questo periodo).

Vi ricordo che il 18 Giugno c'è la presentazione qui a Roma, presso la galleria VISTA Arte e Comunicazione, in Via Ostilia 41. Non mi aspetto di fare chissà che cosa, spero di incontrare qualche amico e con loro di parlare un po' del mio libro e magari farmi anche quattro risate, visto che Istologia (almeno lo scritto) sarà comunque passato e inizierò a sentirmi molto più leggero. 

Generale: per il resto è un po' un periodo strano. Sarà che mi sono stressato con studio e lavoro, o che ho il terrore degli esami e ancor di più delle presentazioni. Comunque non vedo l'ora che passino le prossime 3-4 settimane e di mollare tutto per un po'. Magari è solo che arriva l'estate e si sentono un po' tutti così, anzi ne sono quasi convinto.

Comunque anche se parto il blog non lo mollo, per cui sarete sempre informati di tutto come da tradizione! ^^

Simone

06/06/09

I predatori del posto a sedere perduto.

Ok, lo ammetto: che schifo di titolo. Però almeno così si capisce di cosa parla il post, e magari lo legge più gente.

Detto questo, la dura lotta per la conquista del posto a sedere all'interno di un'aula universitaria non appartiene al mio attuale presente di sfigato aspirante futuro medico, ma al mio presente passato di ancor più sfigato studente d'Ingegneria.

A Medicina, infatti, non c'è bisogno di prendere i posti: grazie al numero chiuso le aule sono quasi vuote, e se anche arrivi con mezz'ora di ritardo trovi ancora tutte le sedie libere che ti pare. Ci si potrebbe quasi chiedere perché questo benedetto numero chiuso non l'allarghino, visto che lo spazio in effetti ci sarebbe... ma per l'appunto ho detto quasi, per cui lasciamo stare.

A dirla tutta, dal secondo anno in poi anche a Ingegneria potevi sederti dove capitava, visto che eravamo una frazione del numero iniziale. Ma durante il primo anno no. Al primo anno d'Ingegneria, se non prendevi i posti dovevi sederti per terra, tra lo sporco, la polvere, i bacarozzi, i topi, i ragni e - cosa più orribile ancora - in mezzo agli altri studenti sfigati che magari si facevano la doccia una volta a settimana perché tanto sai chissene frega di apparire curati. In fin dei conti, a Ingegneria nemmeno ci sono le donne.

Ed eccovi il breve resonconto di una tipica giornata di quelle in cui prendere i posti toccava a me:

Tra le quattro e mezza e le 5 suona la sveglia, in tempo in tempo per prendere il primissimo autobus della mattina (o l'ultimo della notte precedente, visto l'orario). Verso le 5 e mezza di mattina, di fronte al cancello della facoltà c'è già un bel po' di gente. Alle 6 c'è una folla. Alle 6 e mezza, un tremito attraversa le giovani promesse dell'italico ingegno (per non ripetere sempre sfigati): la guardia giurata ha lasciato la sua guardiola all'interno dell'edificio, e viene ad aprire.

Aprire, però, non rende l'idea: immaginatevi questo poveretto bianco come uno straccio che si avvicina al cancello, mentre 100 studenti brutti e sudati iniziano a spingere tutti insieme come gli zombie di Resident Evil. La gente spinge così forte che mi sento sollevare, i miei piedi non toccano più terra.

La guardia giurata infila la chiave, fa scattare la serratura e poi salta dietro al muretto della recinzione come un marine in mezzo a una sparatoria, per evitare di essere travolto. Una volta il cancello ha ceduto un attimo prima che girasse la chiave, e nessuno sa bene che cosa sia successo. In ogni caso, il giorno dopo c'era una guardia nuova.

A quel punto, si parte: subito dopo il cancello c'è una curva a destra di 90° che porta a delle scalette in marmo pericolosissime, mentre l'ingresso dell'edificio è una porta a vetri rinforzata con barre d'acciaio. Inutili: una volta uno c'è andato a sbattere contro, e c'è passato attraverso lo stesso. Adesso credo che ci sia una targa col suo nome.

Un attimo prima di entrare nell'edificio, sento qualcuno che mi pesta un piede da dietro e mi aggancia la scarpa, sfilandomela. Ora mi fermo a raccoglierla - mi dico - non posso mica andarmene in giro scalzo! Ma c'è troppa gente che mi spinge da dietro, e fermarsi è veramente impossibile oltre che praticamente un mezzo suicidio. Insomma continuo a correre con una scarpa sola, conscio che tutti quanti mi avrebbero preso per il culo a vita, ma che almeno una vita per farmi prendere per il culo mi sarebbe rimasta.

Subito dopo l'ingresso c'è un corridoio bello lungo in cui si prende velocità, poi una curva a 180° attraverso le porte antincendio. Qualcuno fa scattare l'autochiusura, così chi stava indietro è fottuto. Ci precipitiamo giù per le scale che danno verso le nostre aule con la gente che si spintona, inciampa e cade di sotto. Per tutto il palazzo si sentono grida, urla, pianti e invocazioni.

Porta dell'aula, è l'ultimo sforzo: salto sulla prima fila libera che trovo e mi ci sdraio sopra, allungandomi più che posso così da conquistare fino all'ultimo centimetro utile di banco. Sono sei posti, proprio quelli che dovevo prendere. Ce l'ho fatta! Adesso potrò seguire la lezione di Analisi I, e potendo udire la voce del professore - forse - ci capirò anche qualcosa.

Piano piano arrivano anche gli ultimi. Qualcuno piagnucola, qualcun altro barcolla, e in mezzo ai banchi rimane qualche inquietante posto vuoto. Ma alla fine l'aula si riempie, e torna la calma. Lascio quaderni, fogli e oggetti vari a tenere i posti duramente conquistati, poi torno fuori a cercare la scarpa famosa che m'ero perso correndo.

Per fortuna è ancora lì per terra, per cui me l'infilo e inizio a riallacciarmela. Accanto a me, un ragazzo a cui hanno calpestato gli occhiali raccoglie le lenti ridotte in frantumi, mentre dal marciapiede, al di là del cancello, una persona che ha assistito a tutto mi guarda con aria sconvolta.

Ma voi siete matti - commenta, dal suo meraviglioso mondo reale in cui l'Analisi Matematica non esiste - voi siete completamente matti.

Simone