29/03/12

Medicina dopo i trent'anni: gli esami sono alle porte.

Mancano pochi giorni agli appelli delle due materie che sto preparando.

Confesso che sono al di là dello stanco: sarà lo stress degli esami sfigati che si accumulano, o anche il fatto che ho studiato decine di ore su queste cavolo di slide davanti al monitor.

Non lo so. So soltanto che sono quasi allo sfinimento, e non vedo l'ora che la sessione termini e ricomincino le lezioni.

Eppure, rispetto a qualche giorno fa, mi sento molto meno pessimista: alla fine queste due materie sono bene o male pronte, e ristudiarle un po' anche per gli appelli di giugno non sarà certo la fine del mondo. Rispetto al discorso di rimanere indietro con gli esami, inoltre, nel prossimo quadrimestre ci saranno tre materie appiccicate in due mesi scarsi, per cui credo che sia fisiologico che al quarto anno di medicina rimangano con qualcosa in arretrato un po' tutti, e non devo farmi troppi problemi nel caso che accada anche a me.

L'anno prossimo, invece, si passerà dai quadrimestri di nuovo ai due semestri soltanto, e non sto qui a farvi il conto ma verrà fuori che ci saranno più sessioni di esami del normale, e penso di poter riuscire recuperare qualcosa.

Insomma, sto cercando di prenderla con tranquillità (anche se è più facile farlo a parole che in pratica) e di studiare con l'idea che prima o poi la montagna di roba che devo tenere a mente inizierà a diradarsi e - magari - studiare torni a essere anche un minimo un piacere e un qualcosa di interessante piuttosto che questa specie di gara a chi impara a memoria più nozioni nel più breve tempo possibile.

E alla fine - male che vada - da metà della prossima settimana starò comunque in "vacanza" e potrò rilassarmi un po'.

Simone

27/03/12

Un momento stressante.

L'ormone dello stress: visto che ho studiato?!
Sto scrivendo con le slide aperte e gli appunti davanti alla tastiera.

Come vi spiegavo qualche giorno fa, lunedì ho per l'ennesima volta l'appello di gastro/endocrino, che sto preparando ormai da dicembre. E il mercoledì subito dopo invece c'è quello di emato/reumatologia.

Dopo l'ennesima bocciatura a quello scritto del cavolo ho deciso lucidamente (e credo correttamente) di preparare un esame nuovo dando giusto una riletta a quello vecchio, così da scongiurare almeno il rischio di ritrovarmi a giugno avendo preparato una sola materia.

Solo che se sulla carta il mio progetto è sensato e tutto sommato efficace (a ingegneria quando andava male un esame iniziavo sempre a riprepararlo insieme a un altro) nella pratica sono 3 settimane che sto sui libri, mi sembra di non sapere niente di nessuna delle materie, e se vedo tutto quello che ho ancora da rivedere e ripetere mi sembra che non ce la farò mai. Continuare a trascinarsi la stessa materia a ogni appello vuol dire che comunque sulle cose nuove non riesci a concentrarti, e alla fine per un esame solo che è andato male inizia ad andare a catafascio tutto quanto il resto.

Sono un po' stressato insomma, ecco. Questo è un periodo davvero del cavolo, e se penso che mi sono ritrovato così anche avendocela messa tutta e sacrificando un sacco di cose mi domando davvero cosa sia andato storto e cosa ho combinato io di sbagliato.

Evidentemente gastro/endocrino - almeno per il mio corso - è un esamaccio che si è mangiato almeno una sessione di un sacco di gente. Perderne due però mi pare troppo, e sicuramente la colpa è mia che non riesco a memorizzare nozioni che evidentemente sono importanti o per qualcuno semplicemente scontate.

Insomma, bo', io tra due esami sarei abbastanza soddisfatto già se me ne togliessi uno solo, anche se così continuerei a stressarmi da morire per ogni appello e a non godermi nemmeno i corsi o le frequenze in reparto. Che mi faccio a fare i tirocini di un esame nuovo se tanto sto ancora a pensare a 2-3 materie passate?

Però inizio anche a prepararmi al peggio, e anche se non vorrei pensarci alla fine lo faccio lo stesso e più si avvicina il giorno di quel cavolo di appello e più sono teso. Potrei fare come fanno altri studenti: chissene frega di rimanere in regola con gli esami, e come va va. Se anche ci metto 10 anni non importa.

Solo che a me di stare 10 anni a prendermi una seconda laurea non mi va per niente, perché a me non mi piace l'università in sé ma piaceva solo l'idea di cambiare professione. Cioè: 10 anni, o anche 7, sono anni buttati e stare qui a invecchiare non mi va proprio.

Ma che palle, lo so, suono veramente un po' troppo negativo oggi.

E' che, come vi dicevo, è un momento stressante.

Simone

22/03/12

Da Economia a Scienze Infermieristiche: alla fine Niccolò ci è riuscito!

E mo' sono cavoli tuoi però! :)
Vi ricordate di Niccolò?

No, certo, ovvio. Vi rinfresco un secondo la memoria: qualcosa tipo un anno fa avevo pubblicato una sua lettera, dove ci raccontava di quanto si era stufato della sua vecchia facoltà (economia di non so che ramo) e di quanto avrebbe voluto mollare tutto per ricominciare come infermiere. Sarò buono, e il post originale ve lo linko qui.

Be', poco fa Niccolò mi ha lasciato questo commento:

Ciao simone sono Niccolò.

Che dire? A settembre sono entrato a infermieristica a empoli, e la vita mi è cambiata. Ora sono una persona più felice: mi faccio un mazzo tanto, ma sempre con il sorriso.

Del primo semestre mi mancano 3 esami. Quindi ora ad aprile si spera di levarci almeno anatomia! Ahah, cmq se tornassi indietro lo rifarei.

Per quanto riguarda mio babbo la notizia l'ha sorpreso, ma non molto. Mi disse: se cosi sei felice ok, va bene! :)

Ogni tanto per prenderlo in giro li dico che sarò un'ottima infermierA, ahahah! Comunque a maggio inizio il tirocinio: prima sono all'ADI a Sesto e poi a Empoli a Medicina Generale!

Te tutto bene? un abbraccio e grazie ancora.

Niccolò


Che dire? Potremmo non essere tutti quanti più stracontenti di così?

Ringrazio davvero di cuore Niccolò per averci aggiornato, e per avermi davvero tirato su il morale in questi giorni che non faccio altro che studiare slide sullo schermo del PC distruggendomi gli occhi. Che poi su un lettore eink le slide non ce le leggi (sono pdf a colori)... ma se mi faccio l'iPad nuovo HD dite che mi darà meno fastidio?

Ci sto davvero facendo un pensierino.

Simone

NOTA:
se non ve ne foste accorti, ho aperto pure un account Twitter. Non che io lo sappia davvero usare... comunque il link è questo qui e poi fate voi.

19/03/12

Medicina a 30 anni: avanti con lo studio.

Immagine di studente secondo Wikipedia
Da qualche giorno, principalmente da quando lo scorso mercoledì è andato male il solito esame, mi sono imposto di studiare con più impegno... o per lo meno ci sto provando.

Ho lasciato un po' perdere amici e parenti, week end chiuso in casa a studiare, libri fino a notte inoltrata e giusto qualche break ogni tanto alla batteria o una corsetta per non farmi venire del tutto la gobba sui libri.

Come già vi dicevo, ho deciso di ripetere l'esame andato male (gastro/endocrino) e - allo stesso tempo - di provare anche ematologia/reumatologia per non lasciare indietro troppe materie che poi avrei difficoltà serie a recuperare.

Il nuovo esame per fortuna è un po' più semplice, e se avessi avuto da preparare solo quello la cosa sarebbe stata abbastanza tranquilla. Ora come ora invece sto puntando a una prima "passata" nel più breve tempo possibile (per fortuna l'avevo già studiato un po' durante il corso), per poi nel tempo che rimarrà ripetere insieme un po' questo e un po' l'esame vecchio che devo ridare.

Gastro/endocrino purtroppo è andato male tante di quelle volte che non penso valga la pena concentrarmici ancora più di tanto. Alla fine l'ultima volta mi sentivo anche abbastanza preparato, ma c'è quel cavolo di scritto con le crocette che mi pare sempre di più o meno avercela fatta, e invece no.

E a ripreparare solo quello, nell'ipotesi che vada male ancora una volta mi ritroverei ad aver buttato 4-5 mesi di studio per studiare una materia sola e qualche esonero di Farmacologia, e non mi pare che ne valga la pena. Così invece nella peggiore delle ipotesi avrò comunque due materie quasi pronte da riprendere per Giugno, e mi pare che le condizioni siano più accettabili.

E insomma negli ultimi 3 giorni ho proprio spinto come si deve e con Ematologia sto già a un buon punto. Oggi invece sono un po' moscio e finora non ho combinato più di tanto... ma ho tempo fino a stanotte e insomma entro domani dovrei arrivare alla parte di anatomia patologica (come dicevo l'avevo già un po' preparato) e il primo "giro" è terminato; a quel punto ripendo reumatologia, e si parte a ripetere tutto da capo.

Tutto sommato, come dicevo, non è un esame difficile. La difficoltà è solo che le malattie si assomigliano un po' tutte, e la paura è che all'esame mi chiedano una cosa mentre io gliene dico un altra... ma ho ancora due settimane piene e insomma penso che riuscirò a rivedere tutto almeno altre 2 o 3 volte.

Ok, fine: oggi è andata così. Un aggiornamento intra-studio senza particolari notizie o novità o idee o storie o racconti. Scusate ma sono un po' scarico e non riesco a essere più brillante o interessante di così... ma dai alla fine non ero così male: vorrei proprio vedervi quando studiate voi! :)

Ci risentiamo tra qualche giorno.

Simone

15/03/12

Se questo fosse un libro...

Se le vicende che racconto in questo blog non fossero affari miei personali, ma si trattasse di una storia inventata, quella in cui ci troviamo adesso sarebbe la parte in cui va tutto un disastro: il protagonista si sente solo e abbandonato da tutti, sta per perdere le speranze e inizia a meditare se sia arrivato il momento di lasciar perdere o meno.

Del resto, che storia è se va tutto subito bene e non succede mai nulla? Alla fine ci vuole pure il momento drammatico, con la tensione e i grandi, terribili giramenti di palle. Giusto?

E insomma, ieri per la terza volta non ho superato lo scritto di Patologia 3. 60 domande: devi prenderne almeno 40, e io ho preso finora 37, 35 al secondo tentativo (dopo aver frequentato il reparto sotto le feste di Natale!) e ieri di nuovo 37.

Il fatto che il primo voto sia uguale all'ultimo (dopo che ho studiato molto di più) credo che la dica lunga: mi sento fermo in una specie di loop dove passo giorni a ripetere sempre le stesse cose, ma poi capitano domandine che mi lasciano completamente in crisi. Come se quello che studiassi non facesse necessariamente parte dell'esame... o per lo meno non dello scritto.

Se pensate poi che ieri mi pareva - tutto sommato - di essere andato meglio delle altre volte e di poter accedere almeno all'orale, alla fine non essendo passato di nuovo mi dà quasi la sensazione che io e quello scritto non siamo compatibili, e forse non lo passerò mai.

Il guaio comunque non è tanto per Patologia3 per conto suo, che alla fine posso ridare altre 6-7 volte prima di finire fuori corso. Il problema è che è un mattone enorme che continuo a trascinarmi dietro e che si piazza in mezzo a tutti gli altri esami.

Avevo già iniziato a preparare Ematologia, che dovrei fare tra 3 settimane. Ma adesso Ematologia sta esattamente due giorni dopo il prossimo appello di questo esame del cavolo qui, per cui studiarli insieme diventa proprio un casino. Poi l'appello successivo sarà a fine Giugno, così adesso ho tutto appiccicato col rischio di non combinare nulla, e poi mi ritrovo una pausa infinita senza poter fare niente.

Bo', sono davvero un po' stressato e non so bene come organizzarmi le cose. Mi manca diciamo la lucidità mentale per mettermi lì e dire "sticazzi, adesso studio un po' uno e un po' l'altro e come va va, male che vada mi sarò avvantaggiato per i prossimi appelli".

Tra tutte le cose che mi potevano succedere, quella che ho sempre cercato di evitare facendo le nottate sui libri e chiudendomi in casa era trovarmi con degli esami arretrati. Ora se continuo di questo passo rischio di ritrovarmi a giugno/luglio con tutti gli esami del quarto sul groppone, e cavolo non riesco a immaginare come potrei uscire da una bolgia del genere se non perdendo un anno di studio... e no, io un altro anno all'università non ce lo voglio passare. E che palle!

Però, insomma, avevamo detto che è un libro, no? Per cui adesso c'è aria di crisi e sembra che stia per finire l'Universo, ma poi parte The eye of the tiger e inizia la scena che io mi chiudo in casa 3 settimane, studio tutto l'esame nuovo, ripeto quello vecchio e poi vado lì è gli rompo il culo prima a uno e poi due gioni dopo all'altro.

Perché sì, si può fare: così come era scontato il plot twist fintamente a sorpresa di metà strada, è assolutamente scontato anche il successivo sviluppo e la conclusione per famiglie e lettori poco esigenti.

A meno che, certo, non sia una di quelle storie deprimenti che vanno di moda adesso, dove come uno ha un'idea decente o vuole fare qualcosa o gli sparano, scompare in mezzo a una calamità o ancora arrivano un mucchio di zombi e se lo mangiano con la gente che ci resta tipo: "ma era l'unico personaggio decente! E adesso?!"

Ma insomma, io spero che la mia sia una storia divertente dove i personaggi non spariscono solo perché l'autore non sa che altro inventarsi, o perché l'attore che li interpreta ha litigato con gli sceneggiatori. Io credo che sia un momento davvero un po' del cavolo, ma che un finale positivo sia ancora possibile.

Anche se - devo ammetterlo - anche l'alternativa del finale con gli zombi non sarebbe poi del tutto da scartare.

Simone

11/03/12

La storia di Nina: da biologo precario, a futuro dottore.

Ciao Simone, sono anch'io una biologa.

Allora, cominciamo con ordine: mi sono laureata nel 2005 con il vecchio ordinamento, laurea quinquennale. Dopo di che ho cominciato a fare tirocini e a lavorare (in modo precario, naturalmente). Dopo i primi 3 anni dalla laurea ho cominciato a capire che la mia era una laurea di serie B.

Non riuscivo a trovare un lavoro stabile: sono passata da contrattini di 3 mesi ogni 12 mesi a lavorare come 'responsabile' di un lab a 700 euro al mese vedendo cose allucinanti (non scendo nei particolari, ma c'era una carenza di professionalità disarmante). Ero spaventata e allibita da quante schifezze potessero fare i lab privati, e allora mi sono iscritta in specializzazione. Scelta sbagliatissima, perché non serve a niente se non a buttar via 10000 euro.

La specializzazione per i non medici, non essendo pagata, permette allo studente di poter lavorare. Ho trovato lavoro in un altro laboratorio privato convenzionato e là c'è stata la svolta: mi sono subito resa conto che i biologi continuavano ad essere trattati (contrattualmente parlando) in modo molto peggiore rispetto a medici e infermieri.

Questo perché ce ne sono talmente tanti che alla fine, per trovare un lavoro e tenerselo, molti scendono a pesanti compromessi (bassa paga o anche assenza di stipendio e orari piuttosto pesanti). Cmq il lavoro mi piaceva e ho tenuto duro. I due problemi sono stati altri: i miei cari colleghi che erano molto avari di insegamenti (la trasmissione della conoscenza voleva dire - secondo loro - impoverirsi e rendersi più vulnerabili) e un direttore sanitario che a 50 anni suonati non accettava che qualcuno non fosse interessato alle sue lusinghe.

L'ultimo anno là dentro ho patito l'inferno. Sono dimagrita vistosamente e mi sentivo svuotata di tutto. Non ce la facevo più. Mi sembrava di lottare contro qualcosa di molto più grande di me. E allora pian piano ho cominciato ad accarezzare l'idea di prendere una seconda laurea in medicina (ho finito la specializzazione un mese prima del test). Ed eccomi qua.

Sono stata ammessa al secondo anno, ma purtroppo diverse materie come istologia, genetica e microbiologia non mi sono state convalidate. Non vi posso dire che sia semplice: dopo 7 anni di indipendenza economica (anche quando trovavo lavori saltuari integravo con le ripetizioni) tornare indietro é pesante. Rinunciare, nuovamente a sabati, domeniche e altro non é carino.

Ma c'è una cosa assolutamente positiva: mi piace tanto quello che studio. Sapere come siamo fatti mi affascina e stupisce. Mi sento arricchita. E pensare, in un futuro di poter aiutare gli altri, é il mio migliore obiettivo. Ogni tanto ci penso: ho 31 anni e sono iscritta al secondo anno di medicina, sono pazza?

Le mie amiche parlano già del secondo figlio. Fortunatamente ho due genitori meravigliosi, un'amica (medico) stupenda e un compagno che pian piano ha saputo capirmi e comprendermi. La strada é in salita, l'obiettivo é arduo ma io penso giorno per giorno a ciò che devo fare, senza sognare troppo.

La vita poi, con le sue curve, mi porterà ad affrontare il mio futuro che sto cercando - pian piano - di costruire. Ma di una cosa sono sicura: mai guardarsi indietro e pensare 'peccato non averci provato'...

Nina

08/03/12

Aggiornamento rapidissimo!

Perdonatemi la latitanza di questi giorni.

Avrei voluto scrivervi un post sugli ultimi tirocini, ma mi servirebbe un po' di concentrazione e adesso sono troppo preso su Patologia Integrata 3, che è tra meno di una settimana.

Rapidamente: in questi ultimi giorni del quadrimestre ho frequentato un po' il reparto di Medicina Interna (uno dei tanti) e ho terminato il tirocinio in reumatologia.

Per chi me lo chiedeva a suo tempo: per quanto riguarda Reumatologia non mi hanno più fatto andare in reparto, ma abbiamo fatto una lezione sull'esame obiettivo del paziente. Per questo motivo, la ragazza di cui parlavo in uno degli ultimi racconti ospedalieri non l'ho più vista. Ma spero e anzi credo proprio che a quest'ora non sarà più lì ma a casa sua, per cui probabilmente è meglio così,

Medicina interna mi piace molto, perché è un settore dove vedi tante patologie diverse. Manca un po' secondo me la parte dell'approccio al paziente, visto che bene o male chi si ricovera in ospedale è già "schedato" sotto questa o quest'altra patologia e ai medici internisti non resta che applicare procedure e protocolli indirizzando le persone verso questo o quest'altro approfondimento diagnostico, che però generalmente viene effettuato da un altro specialista. Insomma l'internista è uno che sta un po' in mezzo a tutto il lavoro dell'ospedale, ma forse si perde un po' dell'aspetto pratico.

È anche vero che la mancanza di un primo approccio al paziente è un problema comune un po' anche a tante altre specializzazioni. Forse le cose cambiano giusto nella medicina di urgenza (dove però poi magari non vedi quello che succede dopo, una volta che la diagnosi è stata fatta) e ovviamente nella medicina generale. Ma di medicina generale credo che all'università non si faccia nulla, se non magari forse un esame all'ultimo anno (ma forse nemmeno quello).

La specializzazione dei medici secondo me è giusta e importante (non è che uno può sapere tutto) ma partire già con l'idea di formare degli specialisti fin dai primi anni di università lo trovo un po' controproducente, e forse rischiamo di avere specialisti eccezionali che però sono anche dei medici mediocri. Di questo però parlerò meglio magari in futuro, che come dicevo ora vorrei sbrigarmi a concludere questo aggiornamento e tornare alla mia Anatomia Patologica.

Adesso rimangono solo gli ultimi giorni di lezione (anzi, rimane solo un giorno: domani) e poi 3-4 giorni di chiusa finale e infine di nuovo sto cavolo di esame che mi ha quasi un po' rotto, ma che prima o poi comunque lo passano tutti e insomma, prima o poi lo passerò pure io.

Al limite poi c'è pure un altro appello due settimane dopo. Però, certo: se me lo tolgo subito, davvero, lo preferisco :)

Simone

02/03/12

Ho comprato un ebook di WePub.

Ora lo so che dico sempre che gli ebook non se li compra nessuno, per cui questa mia azione (comprarne uno) parrebbe maldestramente smentire me stesso.

Però io sono uno che si compra pure i CD musicali e gli MP3 su iTunes, e le varie volte che mi interessa un film provo addirittura ad andare a vederlo al cinema invece che scaricarmelo e guardarlo scattoso e sgranato e con l'audio dimmerda come invece un po' va di moda.

Per cui insomma non penso di fare troppo testo: sono una specie di alieno che ha la fissazione che pagare il lavoro degli altri sia necessario, oltre che onesto, ma la mia visione degli ebook o per lo meno del loro attuale posizionamento commerciale resta quella di sempre.

Insomma, dicevo: ho comprato il primo ebook di WePub. O meglio è il secondo (sul sito ce ne stanno due, e andando da destra a sinistra prima di quello che ho comprato ce ne sta un altro) ma quello che ho comprato io è un romanzo mentre l'altro è una raccolta di racconti... e questo insomma è il primo romanzo uscito però insieme a un altro libro, che però è sempre il primo pure quello. Interessante, vero?

L'ebook si intitola "Ultimo orizzonte", di Valentina Coscia, ed è un romanzo fantasy. Quello che non ho comprato invece si chiama "È qui che dobbiamo stare", di Sergio Donato, ed è una raccolta di racconti. Non me ne voglia Sergio, ma non ho preso il suo ebook non per giudizi di qualità o altro, ma solo perchè volendone scegliere uno ho preso il romanzo perché considero il racconto come una forma di narrativa - per il caso specifico della mia personale persona - meno interessante. Anche se i miei racconti sono probabilmente molto meglio dei miei romanzi... tanto per ri-smentire me stesso di nuovo.

Capisco però la scelta di un fantasy e una raccolta di racconti per proporre una casa editrice, perché forse l'editore avrà voluto puntare su un pubblico il più vasto possibile con due testi tutto sommato quasi antitetici.

Altra scelta spiazzante: i due ebook non hanno una copertina. Cioè ce l'hanno la copertina, ma a meno che al mio Browser non manchi qualche aggiornamento è solo una scrittona con il logo dell'editore, senza immagini o nient'altro che identifichi il testo o che cerchi in qualche modo di rappresentarne il contenuto.

Lì per lì questa cosa mi aveva un po' fatto un po' pensare, tipo: bo'?! Ma poi ci ho pensato sopra, e devo dire che è una buona idea: stiamo ancora parlando di un editore nuovo, e che pubblica ebook. Perché accollarsi anche la spesa di una cosa tutto sommato inutile (e spesso deleteria, visto la roba che si vede in giro) come la copertina? Cioè, se ci rifletto, mi pare che questi di Wepub siano proprio partiti con le idee chiare e non abbiano nemmeno troppa paura di uscire dagli schemi di una forma di editoria che - a ben pensarci - di schemi e di modalità predefinite standard da ricopiare ancora non ne ha.

E non faccio segreto del fatto che, a WePub, ho inviato un po' tutto quello che avevo accumulato nell'hard disk negli anni in cui facevo lo scrittore. Sì, lo so: poracci. Ma l'hai voluta la bicicletta? T'ho detto io di fare l'editore? E allora ti tocca, beccati 'ste 3000 pagine di roba pure te, che tanto prendete gli invii online e perciò è pure gratis.

Inutile aggiungere che è un po' che ogni 2-3 giorni mi arriva una mail di rifiuto per qualcosa. Ma al di là di qualsiasi invidia o volontà di rivalsa (non è che sinceramente io veda più la scrittura con il grosso trasporto di un tempo, e se piaccio piaccio se no tanto meglio che c'ho da fa') volevo mettere mano al loro lavoro e a quello che stava venendo fuori. Cioè, io in genere un libro di un editore lo compravo PRIMA di mandargli ottomila manoscritti da rifiutare, per capire chi stessi contattando. Qui i libri non c'erano ancora, per cui ho invertito la solita sequenza e il loro libro l'ho preso dopo, appena disponibile.

Ho già detto che l'idea della copertina mi piace, e anzi credo sia da fargli un bell'applauso. Bisogna cambiare un certo modo di intendere l'editoria, e scardinare consuetudini e modi di fare fossilizzati: tanto hanno fallito, e ricopiarli è come ricopiare il percorso di un'automobile che è finita a schiantarsi su qualche palo della luce (ma, prima che vi preoccupiate, non s'è fatto male nessuno: sono tutti soltanto molto, molto, molto depressi).

Il testo l'ho sfogliato rapidamente, e ho letto le prime pagine. Ora potrei anche dirvi che è interessante e ben scritto, ma dare un giudizio su una cosa che non ho letto per intero non mi pare sensato. Poi già per sfogliarlo un po' e scrivere 'sto post inutile ho perso 2 ore e mi sa che mi sono giocato il prossimo esame di Patologia Integrata, che ogni tempo tolto allo studio ormai è tempo che tanto lo studio verrà incazzosamente a riprendersi.

No, sul serio: il libro pare addirittura scritto da uno che fa lo scrittore (cosa che non darei mai per scontato) e in quanto a impaginazione e qualità del lavoro editoriale non mi pare ci sia proprio nulla da eccepire. Ma io con la narrativa c'ho proprio litigato un po', e dopo che ho studiato tutto il giorno il mio concetto di svago si avvicina a tutto fuorché all'atto di leggere ancora.

Comunque prometto che adesso il romanzo lo metto nel lettore e-ink (se ancora si accende, speriamo) e quando sarà magari poi me lo leggo pure... ma non restate lì col fiato sospeso ad aspettarvi la recensione, che a Pneumologia mi hanno spiegato che dopo un po' che non respiri più a un certo punto ti senti male. Qualcuno - dicono - c'è pure morto.

Oppure, per quel poco che costa, un ebook della WePub potete pure comprarvelo. Così poi magari poi ve lo leggete anche...

E se non potete proprio vivere senza, la recensione ve la fate da soli.

Simone

Link: WePub.it