27/12/13

Diventare un dottore.

I medici precari sono pagati in compresse di Tachipirina.
Durante l'ultima lezione del semestre, tra studenti e professori è nata una discussione lunghissima sul post laurea, concorso per la specializzazione, e (tristi) possibilità lavorative per i pochi che ancora non hanno deciso di espatriare.

Al cenone di Natale (e nei giorni successivi) più di un parente mi ha fatto il solito terzo grado su: "cosa fai dopo"? "In che ti specializzi"? "Come pensi di trovare lavoro "solo" con la laurea in Ingegneria e Medicina?"

Incontro degli amici, e di nuovo: "ma col master cosa ci fai? Perché dovrei farmi fare l'ecografia da te? Ma l'elettrocardiogramma non devi essere SPECIALIZZATO IN CARDIOLOGIA, per poterlo fare?"

Pure su Facebook, la gente mi chiede l'amicizia per farmi le stesse domande: "ma poi dopo la laurea che farai?" e lo stesso via mail. E su Twitter. E nei commenti al blog.

Ci manca giusto Instagram, ma lì forse è colpa mia che non lo so tanto usare e magari qualcuno mi chiede qualcosa ma me la perdo.

E insomma, è un po' di tempo che sembra quasi che non si parli di altro e che il discorso sia diventato un po' monotematico. Sarà il fatto dei tagli alla sanità, sarà la crisi e - soprattutto - sarà il periodo storico un po' negativo per i medici in generale.

Davvero, chi si è laureato in questi ultimi mesi rischia di ritrovarsi nell'infornata di medici più sfigata della storia: a partire dai seguaci di Esculapio alle più moderne terapie genetiche, non c'è mai stata una situazione così nera e negativa per un dottore italiano appena laureato.

In pratica ti laurei in una facoltà che già di per sé non ti dà degli strumenti per lavorare con un minimo di indipendenza. Non c'è posto per specializzarsi, non c'è posto per farsi assumere, non si può nemmeno fare il medico di base o i certificati più banali. Alla fine quello che puoi ambire nella più fortunata delle ipotesi è un posto da libero professionista precario, sottopagato, senza malattia o tredicesime o cazzi vari e schiacciato da burocrazia, tasse, assicurazioni e obblighi di ogni tipo.

Aggiungiamo pure gli assurdi fatti di cronaca recenti (che non voglio citare, ma saprete di cosa parlo) e che come sbagli a mettere un dito messo male rischi pure di beccarti denunce e procedimenti giudiziari vari... e allora stiamo veramente alla frutta.

E insomma: dopo l'entusiasmo di queste feste vogliamo passare al pessimismo totale e illimitato? No. Almeno - io - no. Assolutamente.

Io quando ho scelto di mollare quello che facevo per diventare un dottore, non sapevo realmente dove sarei arrivato. La cosa poteva durare un mese, un anno e poi spegnersi lì, oppure potevo andare avanti e finire dove sono adesso, che ormai manca poco.

Io sapevo che iscrivendomi a medicina non potevo aspettarmi chissà che risultati, e che vincendo il test di ammissione non avrei "svoltato" come si crede una bella fetta di quei 50 mila candidati che - chissà per quale motivo - ci provano ogni anno.

Decidendo di diventare un medico il lavoro "da paura", quello da ingegnere che firmi 4 carte del cazzo e stampi la fattura e intaschi i soldi - che già avevo - lo stavo buttando nel cesso e addio. Ciao ciao. Il fatto è che io sono un coglione, e a me quel lavoro faceva schifo e mi aveva reso infelice e depresso.

Fatto sta che nessuno aspetta un neolaureato di 40 anni per assumerlo o farlo primario o metterlo a capo di qualche sala operatoria o dipartimento importante. Ma io non è che non ci arrivavo da me fin dal principio, eh? La laurea in Ingegneria insomma a capire un minimo dei rapporti di causa ed effetto tutto sommato è servita :)

Se mi sono iscritto a medicina l'ho fatto per diventare la persona che volevo essere. E a 30-40 anni ma anche un pochino a 18 o a 20 - perché non sarebbe giusto dire altrimenti - se decidi di diventare chi vuoi tu devi farlo barattandolo con un casino di tempo buttato sui libri. Con la possibilità di sistemarti subito. Con una professione migliore. Con possibilità di carriera. Con una serenità familiare e con tante altre cose delle quali niente di quello che potresti ottenere o vincere "dopo la laurea" ti potrà mai ripagare materialmente.

L'unica cosa che dà un senso a certe scelte e a certi percorsi, è portarli a termine. È spegnere quella vocina del cazzo che da anni ti dice "provaci, provaci" e guardarti indietro alla fine di tutto e dirti: "ecco, ce l'ho fatta. Non mi pare vero".

Se andiamo a valutare lo stipendio, io non guadagnerò mai abbastanza rispetto a quello che ho speso in questa laurea, mi pare evidente. Ma, insomma, già lo sapevo e l'avevo già messo in conto.

E insomma: a Natale sono stato - tra il pranzo e la cena - in pronto soccorso. Unico studente dell'intero comprensorio ospedaliero e universitario, ho fatto un po' di ecografie, ho visto qualche medicazione, ho letto una TAC e mangiato cioccolata e panettone con gli amici infermieri e medici del reparto.

Il 26 Dicembre sono andato al pronto soccorso pediatrico. Unico studente dell'intero comprensorio ospedaliero e universitario pure lì, ho visitato un po' di regazzini. Ho visto cosa si fa quando hanno il raffreddore e sputacchiano e scatarrano, e lì la cioccolata non c'era ma tanto poi avevo un'altra cena natalizia e dolci e pandori vari non sono mancati.

E insomma, per rispondere di nuovo a tutti parenti e amici e conoscenti che me lo chiedono: dopo la laurea farò qualche corso e master. Senza specializzazione certo è difficile trovare un impiego stabile o dei pazienti o una struttura che ti si fili, e non è facile nemmeno trovare un modo elegante per rispondere a chi ti predice sventura durante il cenone di Natale.

Ma io mi sono iscritto a medicina per diventare un dottore. Io voglio fare il medico perché mi piace andare in pronto soccorso durante le feste tra il casino, la puzza, la gente che schizza sangue e i bambini che ti sputano i virus in bocca e piangono per tutto il turno filato senza interruzioni pause o abbassamenti di volume neanche minimi: roba che a passarci la notte mi sa che esci pazzo.

Volevo diventare un dottore. Forse ce l'ho quasi fatta, e sono già contento così.

Sono - davvero - già contento così.

Simone

20/12/13

Grande entusiasmo natalizio!

Quest'anno è Natale anche per gli studenti!
Doppio post consecutivo in 2 giorni... ma, vista la situazione, ci stava! :)

Babbo Natale è già passato, e insieme all'esame di Sanità Pubblica dell'altro giorno (di cui non so ancora il voto, ma in ogni caso: "lo prendo") mi ha portato anche la promozione per Pediatria.

E insomma: meglio di così non poteva andare. E la cosa comporta un sacco di fattori positivi che vanno a sommarsi nel più meraviglioso dei Natali (vabbe') del tipo:

- Sto in "vacanza", posso comprare i regali ai nipotini e prendere un po' d'aria. Anche se - eccheccavolo - piove.

- Spinto dalla deriva pediatrica (?) del momento, sono andato al pronto soccorso pediatrico a chiedere se posso frequentare un po' lì.

Mi hanno detto di mandare una mail al prof incaricato, cosa che farò ormai nel fine settimana. Vi terrò al corrente.

- Mi mancano - scusate ma quasi non mi pare vero - dicevo mi mancano 5 esami alla fine... degli esami, appunto. Che non dico "alla laurea" perché c'è pure la tesi, e non è mica tutto ancora per niente detto. Però i cinque esami sono effetivamente cinque, e cinque è un numero che inizia a suonare benissimo.

- Questo semestre devo dare Medicina e Chirurgia 2, e Ginecologia. Ho praticamente tutta la sessione per prepararli e posso anche organizzarmi il tempo in una maniera da tale da non ritrovarmi a studiare la notte con l'acqua alla gola.

Cosa che di sicuro invece al contrario - e come sempre - si verificherà. Ma vabbe', la possibilità comunque ce l'avrei.

- Sto un po' più tranquillo, e posso andare in reparto a frequentare e a rimettere un po' le mani sulla tesi, che al momento langue in alto mare senza manco mezza riga di introduzione ancora scritta. Ma le tempistiche - credo - sono nella normalità e nella media di quelle di qualsiasi studente.

- Visto che per l'appunto si respira un minimo d'aria fresca, a Gennaio dovrei anche fare un breve tirocinio in un ambulatorio di medicina generale, con uno dei medici che hanno tenuto il corso di Sanità Pubblica.

Ora che mi interessi davvero la medicina generale non lo so, ma passare un po' di tempo oltre che al pronto soccorso dove vado di solito, in quello pediatrico (se riuscirò a organizzare) e anche in un ambulatorio "di base" mi sembra un bel sistema per ravvivare l'apprendimento di cose un po' più pratiche (che al momento è un po' in un mezzo stallo) e anche un pochino la passione che in questo periodo si stava piuttosto affievolendo.

Ammetto - ma si sarà notato anche dal blog - che tra materie che mi piacciono poco e tirocini non sempre interessanti, questo sesto anno stava passando veramente un po' fiacco... e invece di punto in bianco sono contento, entusiasta, e quasi non vedo l'ora che passino le feste per rimettermi il camice in qualche ambiente nuovo.

Grazie, Babbo Natale, mi hai fatto proprio un bel regalo! Adesso, però, voglio dormire per 3 giorni.

Simone

19/12/13

Facciamo in fretta!

Velocecorrieccoaggiornoilblog... ciao!
Che ho un sacco di cose da fare... ma volevo prima aggiornarvi sulle ultime novità.

Domani ho l'esame di pediatria. Sto cercando di ripetere un po' le cose che (pare) chiedono più spesso, ma è un sacco di roba e sto un po' sul disperato spinto. Vi farò sapere.

Intanto ieri ho fatto la prova di Management, che sarebbe un pezzo di un altro esame iniziato l'anno scorso (sanità pubblica... credo) e qui insomma penso che sia andata bene. Non che fosse questa prova insormontabile... ma insomma: quando è difficile è difficile, e quando è facile è facile. Che faccio, mi lamento sempre?!

No, appunto. L'importante è avere un esame di meno da fare fino al traguardo. E se domani va bene bene, se no c'è tutta la sessione invernale per rifare anche pediatria e far sì che gli esami in meno diventino almeno 2.

Nel contempo non sto andando in reparto (con gli esami imminenti è meglio studiare) e ho terminato gli ultimi tirocini del semestre.

In questi due mesi, diciamo che mi sono piaciute particolarmente la settimana di Chirurgia generale, la settimana di Emergenze... e poi qualche tirocinio sparso qua e là a seconda del professore che capitava.

Globalmente direi che - a meno che nel prossimo e ultimo semestre non avvenga il miracolo -  dal punto di vista del tirocini collegati alle singole materie non è che si sia mai fatto niente di che. Ma insomma: me l'avevano detto tutti i vari amici e conoscenti medici che le mattinate in reparto erano quello che erano, e così è satata e anzi: mi immaginavo peggio.

Per fortuna che in reparto le cose vanno meglio. E se la medicina d'urgenza non "copre" la medicina di base proprio al 100% (ma manco al 90, mi sa) vuol dire che una volta laureato mi cercherò per conto mio qualche altro reparto infermiere strutturato o ambulatorio che dir si voglia disponibile a colmare un po' dei buchi rimasti scoperti durante il corso di laurea.

Ma a che serve questo discorso a metà tra il pessimismo totale e il positivismo più travolgente?! A non dire nulla - immagino - ma a farmi un po' scaricare che domani c'ho l'esame e, come in tutti i giorni pre-esame, il mio umore è sotto zero mentre lo stress è ai massimi dei massimi... che a me sta materia m'ha veramente stufato e mi andrebbe bene qualsiasi voto, anche minimo. L'importante è non doverla ristudiare!

Simone

15/12/13

Qualche riflessione sul blog.

È vero: questa foto coi blog non c'entra un...
Una volta, tanto tanto tempo fa, in una galassia lontana, molto tempo prima di iscrivermi a medicina, ho aperto il mio primo blog.

C'era 'sta storia che a un certo punto avevo deciso di fare lo scrittore professionista, e insomma parlare online delle mie cose e mettere i miei romanzi su internet pareva una buona idea... cosa che in effetti è stata: migliaia di ebook scaricati (quanti effettivamente letti non posso saperlo), centinaia di commenti e alla fine anche un libro arrivato in libreria che - per quanto il mio obiettivo fosse sempre quello di pubblicare un romanzo - è stato comunque un po' la ciliegina sulla torta.

Poi insomma col tempo un po' la scrittura non è andata come speravo: nell'editoria semplicemene non ho trovato uno spazio per scrivere quello che mi piaceva, e non credo che scrivere quello che piace agli altri abbia senso. Per me sei quello che scrivi, e se devi sforzarti di essere altro solo per rientrare in uno standard più facilmente vendibile... bè: io non ci riesco. Come scrivevo di mio non ha funzionato, e allora basta.

E insomma piano piano è nata l'idea di cambiare un po' tutto, e alla fine eccomi qui a parlare di università, medicina e quello insomma che trovate nei 5 anni di aggiornamenti passati.

Un solo, ultimo appunto, sulla scrittura: io sono 5 anni che andando in giro su forum, siti, blog, facebook eccetera mi dichiaro - provocatoriamente - ex scrittore. E mai nessuno degli "addetti ai lavori"o esperti letterati che dir si voglia mi ha mai detto che parlare in un blog è comunque scrittura, e che per dichiararmi davvero EX-qualcosa avrei dovuto chiudere in maniera completa e totale.

Io penso che un racconto del genere, dall'inizio alla fine (si spera) di un percorso universitario, si meriti una dignità letteraria non per qualità, contenuti o stile o insomma per qualsiasi valore tecnico o stilistico che di sicuro non ci troverete, ma semplicemente per quello che è: una storia.

Il fatto che mai nessuno me l'abbia fatto notare in 5 anni, sancisce ancora una volta che io ho tutte delle idee miee sulla scrittura, sui libri, sull'editoria e anche diciamo molto sul mondo e sulla vita in generale (temo che valga anche per l'ingegneria e per la medicina!) che per tanta altra gente sono - al contrario - inconcepibili. E insomma, tutto sommato, continuo a dirmi: perché continuare a starci sopra e a rovinarmici la vita? Chi nasce tondo non muore quadrato: passiamo ad altro.

Resta insomma questo blog. Tanti piccoli racconti di tirocinio e vita da studente, che mi piacciono e vorrei in qualche modo risistemare e conservare (magari in un ebook, tanto per non perdere il vizio). Tante riflessioni personali spesso utili, altrettanto spesso no. E tra queste tanti commenti e tanta partecipazione sia qui sul blog che via mail, in privato.

E insomma: tutto sommato, questo blog mi ha tenuto davvero compagnia in questi anni. Mi ha aiutato a sfogarmi nei momenti di merda, mi ha aiutato a metabolizzare meglio tante situazioni, e mi ha concesso di rivedere me stesso anche un po' da lontano fino addirittura a trovare il modo di ridere di tutte le cazzate che ho fatto, e di prendermi in giro un po' da solo.

L'ho già detto tempo addietro - credo - ma lo ripeto: aggiornerò il blog fino al giorno della laurea, e poi penso di smettere.

Un po' perché sono stanco, e penso si noti spesso un po' un calo nel "tono" e nel livello dei post. Un po' per tutto il discorso che ho fatto finora, e un po' anche perché per dare valore a una storia bisogna anche dargli un inizio e una fine prima che diventi un accozzaglia di trame e personaggi senza fine, come una telenovela.

Invece la laurea con - che ne so - la gente che piange, io che chiamo ADRIANAAAAA, il cattivo (?) che mangia rabbiosamente i fogli per la mia interdizione e insomma quella roba lì... mi parrebbe davvero il finale più adatto.

Simone

12/12/13

Giovani Medici Day, per restare in Italia.

E pensa che io nell'armadio c'ho pure il tecnigrafo!
Oggi si sono svolti in tutta Italia una serie di cortei a s-favore della recente riforma per l'austerità varata dall'attuale governo.

In particolare, quello che non piace troppo a tanti studenti e neo-laureati in medicina è il taglio alle borse di specializzazione per i futuri specializzandi.

Per sintetizzare, dai 5000 circa posti in specializzazione disponibili al momento della nostra iscrizione a medicina, successivamente già ridotti, si passa a 2000 posti in totale per il prossimo concorso.

Facendo qualche calcolo (non mio, ma letto non so bene dove), al prossimo concorso ci saranno dalle 9 alle 12 mila domande di aspiranti specializzandi, contro appunto i 2000 posti.

Al concorso successivo - quello al quale dovrei partecipare eventualmente io - ci saranno 20 mila domande. Per circa insomma un medico specialista ogni 10 dottori laureati.

Purtroppo io non capisco davvero molto di politica o di economia. Praticamente ho sempre votato per il partito più sbagliato di tutti, ed economicamente se vedete a 38 anni sto ancora qui a fare l'università... e insomma la mia opinione è per lo meno poco affidabile, ecco.

Quello che penso è che mi girano un po' le scatole dopo 5 anni e passa che dico "il problema non è tanto il concorso quanto il numero di posti". E invece arriva il nuovo ministro, sembra il salvatore degli studenti di medicina portando finalmente all'approvazione del nuovo concorso nazionale per l'entrata in specializzazione... ma poi dopo manco mezzo minuto prende e ci tira questa bordata micidiale.

Che davvero - a questo punto - le possibilità non è che siano poi tanto variegate:

- C'è chi come me sulla specializzazione non ha mai realmente contato, e va bene: è comunque una possibilità di meno.

- C'è chi riesce a entrare, e loro insomma sono quasi fortunati (il motivo del quasi ve lo spiego dopo).

- C'è chi non entra, ma vuole comunque fare il chirurgo o un certo tipo di dottore nella vita. E allora? E allora se ne deve - semplicemente - andare all'estero.

Il tutto pensando che c'è penuria già ora di medici specialisti (e ce ne sarà di più in futuro) col risultato ridicolo di un paese che manda via i propri medici laureati, per poi assumerne altri stranieri o che si sono formati da soli per poi - verrebbe da chiedersi perché - tornare in italia al termine della loro preparazione.

Chi entrerà tra i 2000 eletti - come dicevo - si troverà a lavorare in un sistema sanitario con sempre meno personale e sempre meno medici "anziani" sui quali fare affidamento.

Non è impossibile pensare che, in piccole realtà, un solo specialista a studi appena terminati si troverà a lavorare DA SOLO facendo cose che in sostanza nessun collega più esperto gli ha mai realmente insegnato. Schiacciato da un numero sproporzionato di pazienti da seguire e da sempre più magagne burocratiche da dover sbrigare.

Un crollo del livello già precario della sanità, delle possibilità per gli studenti, della salute pubblica e - perché negarlo - della già sgangherata immagine degli italiani all'estero: che penseranno, i nostri colleghi tedeschi, spagnoli, austriaci... vedendoci arrivare in massa con la laurea sotto braccio da una parte e la scatola di cartone come valigia dall'altra?

"Ariecco gli italiani", questo penseranno. "Sempre a suonare mandolino, mangiare spaghetti e andare all'estero a specializzarsi... che da loro, il sistema sanitario nazionale è veramente n@mm€rd@".

Simone

08/12/13

Tirocinio, esami, tesi.

Seduta di laurea: notare la gente coi bastoni.
Settimana più intensa del solito: sarò schematico.

Tirocinio: ho fatto il tirocinio in medicina d'urgenza. Che non è l'internato per la tesi in medicina d'urgenza o la frequenza del reparto di medicina d'urgenza.

È un'altra cosa. Cioè: il tirocinio in medicina d'urgenza fa parte dell'esame di medicina d'urgenza (ma quante volte l'ho scritto?) e non si svolge in reparto o in pronto soccorso ma in sala operatoria e in terapia intensiva... visto che i professori di medicina d'urgenza - almeno molti della 20ina che saranno - non lavorano nel reparto di medicina d'urgenza.

C'avete capito niente? No? Poco male.

Comunque al tirocinio in medicina d'urgenza ho visto, nell'ordine:

- Come si soccorre un politraumatizzato: in Croce Rossa mi fanno i corsi e ri-corsi da 10 anni, qua in 5 minuti "prendi qui, tira lì" ed è finito. Vabbe'.

- Come si fa una rianimazione cardiopolmonare in bambini e adulti: vedi sopra. Ri-vabbe'.

Nota: all'altro canale fanno tutti i corsi BLS-D eccetera con attestati American Hearth. Al mio canale no, ma in compenso facciamo 100 milioni di esami di anatomia patologica in più. Mi pare giusto.

- Come si mette una maschera laringea: cosa questa molto interessante (sono serio!) che non mi aveva mai mostrato nessuno.

- Come si intuba un paziente (sul manichino) rompendogli tutti i denti e mandandolo in anossia: meglio che uso la maschera laringea.

- Come si mette un'agocannula: che al sesto anno di medicina inizia a essere il caso che t'impari. Io ne avrò già messe 50 per conto mio... rompendo 45 vene. Ma l'importante è l'intenzione.

- Interventi a cielo aperto sul cervello: tipica procedura da pronto soccorso. Però, dai, gli interventi al cervello: fico. Al secondo anno quasi svenivo durante l'autopsia, ora ho scoperto che tante cose non mi fanno più una grossa impressione.

Esami: il 20 c'è l'esame di Pediatria.

Ho studiato più o meno già tutto, ma non è che abbia la sensazione di sapere un gran che.

Gli argomenti sono tra i più vari, vaghi e disparati (dal preparare la pappa, alle aritmie al paziente psichiatrico) e bo' a sto punto io spero solo di passarlo con un qualunque voto minimo e avvicinarmi alla laurea, che davvero: l'ultimo anno di medicina - quello in cui impari almeno un po' a fare il dottore - è il quinto. Mentre il sesto anno di medicina si sta rivelando più una ottemperanza burocratica che la degna conclusione di un percorso formativo importante, come invece dovrebbe essere.

O magari tra tirocini, tesi e qualche argomento d'esame che mi fa rivedere cose poco chiare sto imparando più di quello che penso? Mi pare un po' difficile, ma speriamo che sia davvero così.

Tesi: la tesi è un po' in una fase di stallo.

Cioè io ho preso un bel po' di casi clinici, ho imparato a vedere il cuore e il polmone con l'ecografo e a prenderci anche mediamente con la diagnosi (visto che almeno per il polmone è una cazzata, ammettiamolo).

Poi porto tutto al professore, e viene fuori che la tesi non è l'"ecografia polmonare d'urgenza" (la mia idea di prendere casi clinici e presentarli) ma "perché l'ecografia in urgenza è meglio delle altre metodiche".

Cioè io devo dimostrare al mondo che è meglio l'ecografia di altro. Che se vuoi te lo spiego a parole (ci metti meno tempo, e non usa le radiazioni), se vuoi ti metto il link di uno studio su pubmed con centinaia di pazienti (dice che ci metti meno tempo e che non usa le radiazioni) ma a fare una tesi che lo dimostra con fatti concreti... bo'!?

Mi sa che finirà che a fare le ecografie diventerò bravissimo, ma alla laurea mi daranno 2 punti e calcio in culo accademico... ma, a pensarci bene: visto come è andata la mia vecchia tesi a Ingegneria, sarebbe comunque un gran passo avanti.

Simone

02/12/13

Non impossibile.

Laureato in Medicina, ing. Civile e...no! Fisica, no.
Periodo di tutt'altro che entusiasmo tra tesi, lezioni, tirocini, prossimi esami... e insomma con tutto quello che riguarda l'università in generale.

Ma di questo riparleremo magari nel prossimo immediato futuro, che c'è tempo.

Per adesso mi limito a dirvi che - come promettevo qualche aggiornamento addietro - ho parlato con chi organizza il master in medicina d'urgenza della mia facoltà.

Gli ho parlato spiegandogli abbastanza chiaramente che:

- Non mi pare verosimile riuscire a entrare in specializzazione.

- Non mi pare interessante intraprendere un altro percorso lunghissimo dopo la laurea.

- Vorrei comunque lavorare in pronto soccorso per fare esperienza come medico, e per tale motivo stavo valutando l'eventualità di considerare la possibile iscrizione al master (così un po' sul vago, per non dare l'idea di sbilanciarmi troppo).

Ora capite che se il master lo organizza lui è evidente che più di tanto non potrà s-consigliarmelo... ma è pure vero che se provo a farlo o meno non gli cambia niente uguale, visto che i posti sono sempre comunque tutti presi (per cui c'è il rischio di non entrare manco lì, tra parentesi).

Gli ho chiesto anche senza mezzi termini se è vero - come mi ha detto quello del management sanitario - che senza una specializzazione non potrò mai e in ogni caso trovarmi uno spazio in un pronto soccorso se non - eventualmente - su una barella. Così, tanto perché era ora di saperlo: via il dente e via il dolore.

La risposta è stata che: "generalmente nei grossi ospedali è così. Però, nelle realtà più piccole, fare qualcosa senza specializzazione non è impossibile".

Punto.

Ora non sono stato (e non starò) a indagare su cosa faccia di preciso un non specialista. Su quali siano queste realtà piccole (i castelli romani o l'armadietto dei medicinali di una piattaforma petrolifera in mezzo all'oceano?) e se convenga o meno andarsi a impelagare con lavori precari con posti e orari e stipendi assurdi per ottenere alla fine non si sa bene nemmeno cosa.

Non ho chiesto, non ho indagato, e semplicemente non ho ancora assolutamente chiaro che cosa debba o possa succedere di preciso con una laurea in medicina, dopo quella in ingegneria, a quasi quarant'anni.

Ma diciamo che - per ora - il fatto che il mio non sia un progetto proprio impossibile, mi basta.

L'altro giorno ho parlato con un amico su Facebook, e lui mi ha fatto capire che forse mi stavo smontando un po' troppo da solo, e che era il caso di pensare in maniera più positiva. E dopo qualche altra riflessione ho realizzato una cosa importante:

Ho realizzato che pure quando ho deciso di provare il test di ammissione per medicina, di punti di vista negativi ne ho sentiti il doppio di troppi.

Da chi prevedeva una vita da studente, a chi votava per l'abbandono alla prima sessione d'esami. Da chi mi vedeva a svenire al primo prelievo, fino a chi mi ha dato del coglione per aver deciso che la vita che facevo non mi piaceva e di aver avuto le possibilità (perché anche quelle servono) e il coraggio per provare a metterci una pezza.

Nella psicosi che m'è presa ultimamente di pensare al dopo-laurea, ho riconosciuto i miei stessi pensieri autodistruttivi di 5 anni fa: non potrò farcela, andrà male, è impossibile.

Ma invece eccomi qua, un sacco di mesi e un sacco di esami dopo: laurea o non laurea, un po' dottore sento che forse ci sono già diventato. E tutti questi milioni di esami e impicci burocratici che parevano impossibili, invece, non lo erano.

Come ho detto anche un secolo e mezzo fa, forse su queste pagine o forse da qualche altra parte, al mondo c'è una specie di macchina della sfiga che ti butta giù al minimo dubbio e non ti fa fare e combinare un cazzo.

E non perché non sei capace o per altri motivi ma perché - semplicemente - appena una cosa ti pare un minimo più impegnativa o che vada a intaccare determinati equilibri da una parte c'è chi ti gufa o ti fa sentire una merda, da una parte ci stai tu che ti fai le paranoie e te la fai sotto, e in mezzo a tutto questo rimane la tua solita triste vita e il solito triste mondo dove non cambia mai assolutamente niente.

E insomma penso che laurearmi, fare una qualsiasi cazzo di cosa tanto per dire "ho un titolo post-laurea" e diventare un buon medico e fare quello che mi piace non sarà facile, non sarà semplice e non sara forse nemmeno così veloce come speravo.

Però sarà non-impossibile, di questo sono abbastanza convinto. E ho deciso di farmelo bastare.

Simone