17/05/12

Lasciare Medicina dopo 4 anni... oppure è solo paura? La lettera di Tina.

La scala verso il luogo dove studiare è piacevole: l'altro mondo.
Tranquilli! Lo so che dal titolo poteva sembrare che parlassi di me e di miei eventuali dubbi, ma io no: io mi laureo e ormai sono abbastanza determinato e non ho un ripensamento alcuno che sia uno... per lo meno fino ai prossimi esami, tra un mese. ^^

Invece vi riporto uno scambio di e-mail tra me e una ragazza - Tina appunto - che mi ha espresso alcuni suoi dubbi rispetto ai quali forse vorrete commentare anche voi.

La mia risposta è in corsivo mentre le sue lettere sono scritte a caratteri normali, sperando insomma che si capisca chi parla e di non aver fatto troppa confusione. Comunque spero di no:

Ciao Simone, mi chiamo Tina.

Sono iscritta al quarto anno di medicina, e spesso sto male perché non riesco a capire se quella che sto seguendo è davvero la mia strada. Ho lottato con i miei genitori per poter studiare medicina, per poter inseguire il mio sogno di diventare medico ed aiutare gli altri. E ora? Ora non so se sto inseguendo il sogno giusto. Come si fa a capire se il sogno è quello giusto? Forse tu, che hai cambiato strada nella tua vita, sapresti darmi un consiglio.

Ho avuto tante delusioni d'amore finora, e adesso finalmente ho incontrato un ragazzo, anzi un uomo speciale, e questo mi aiuta tantissimo. Ma con lui stanno venendo fuori tutte le paure che avevo nascosto finora perché mi sento libera di essere davvero me stessa. Sto bene quando sto con lui, quando sto con le persone che amo,e quando scrivo poesie. Adoro scrivere, mi aiuta a tirar fuori le mie emozioni più nascoste e a lenire i miei dolori, le mie ansie.

Questa terribile ansia è subentrata soprattutto perché da domani iniziano le attività professionalizzanti nei reparti. E sai, mi spaventa molto ad esempio dover andare nel reparto di ematologia. Solo sentir parlare di malattie come la leucemia mi mette ansia, ho paura di svenire. Ebbi la stessa reazione nel primo semestre di quest'anno, ma poi ogni giorno tornavo a casa contenta per ciò che avevo fatto nel reparto, con una grande voglia di non arrendermi. Spero che anche questa volta sia così. A volte ho paura del sangue, e delle malattie (non posso sentir parlare di malattie all'utero, perché mi sento male, è come se mi riguardassero personalmente, è come se sentissi una fitta proprio dentro di me).

Però ho assistito a un'autopsia, ho guardato e toccato preparati di anatomia patologica conservati in formalina, dall'odore sgradevole, ho frequentato diversi reparti, mi sono fatta forza e non sono svenuta. Sono svenuta una volta che dovevo assistere ad un intervento di tracheotomia, prima che l'intervento cominciasse, a causa della mia suggestione. Mi sono accorta che è solo paura, è solo un fattore psicologico. Sono sempre stata molto ansiosa. Quando mi faccio prendere dall'ansia va male tutto e non riesco nemmeno a fare gli esami. Sono 2 giorni che ho un rifiuto totale verso lo studio.

Da un lato vorrei mollare tutto e liberarmi di questo peso, perché la strada che ho intrapreso è troppo difficile e non so se ne sono all'altezza. Dall'altro lato mi arrabbio con me stessa e voglio essere forte e affrontare tutto come ho fatto finora. Se lasciassi tutto me ne pentirei col passare del tempo e deluderei me stessa e i miei genitori che si sacrificano ogni giorno per me. E poi lasciare tutto per fare cosa? Boh. Le mie passioni sono la poesia e il teatro. Amo recitare.

Ma il mio ragazzo mi dice che posso coltivare comunque questi hobby continuando a fare il medico. E probabilmente ha ragione. In questo periodo di crisi, mollare un'opportunità del genere poi sarebbe un vero peccato: ho superato subito il test d'ingresso, ho iniziato il percorso in maniera brillante, ma mi sono andata spegnendo man mano (colpa anche dei prof. e della loro continua pressione psicologica).

Dov'è finita la mia passione per la medicina? Vorrei da te un consiglio che possa aiutarmi a fare chiarezza in me stessa e nella mia vita.

Un saluto affettuoso, Tina.

Ciao Tina!

Io sinceramente non so dirti molto più di quanto non ti abbia detto il tuo ragazzo. Teatro e altri interessi li puoi coltivare anche senza lasciare gli studi, anche se eventualmente volendo una professione come attrice teatrale dovresti dedicarti a quest'ultima a tempo pieno. Ma lo vuoi realmente? Il teatro a livello professionale non porta facilmente uno stipendio vero e proprio, ed è più facile credo avvicinarsi a livello amatoriale e poi eventualmente fare un passo ulteriore in seguito.

Mi sembra che ti spaventino i reparti, il sangue e le malattie... ma è così un po' per tutti. Tutti hanno paura di sentirsi male in sala operatoria o di non avere il coraggio di fare iniezioni, tagli, eccetera. Poi se vuoi fare quello col tempo la paura si supera, ma la scelta non è di avere o meno paura ma ovviamente se vuoi fare il dottore e superarla oppure se non ne vale la pena.

Durante le attività professionalizzanti, poi, se sono come le mie farai poco e niente. Per cui io non mi aspetterei chissà che... :)

Secondo me se decidi che medicina non ti piace dovresti almeno avere le idee chiare su cosa fare dopo. Fermo restando che non è che si debba prendere una laurea per forza, almeno smettere medicina con l'idea di un lavoro o di un interesse determinato da seguire. Ma se non hai le idee chiare forse medicina ti spaventa soltanto e stai semplicemente cercando una via di fuga.

Simone


Forse hai ragione, sto solo cercando una via di fuga perché sono spaventata dalle  responsabilità, dalle difficoltà, dai numerosi problemi che questo percorso comporta. Dovrei essere più ottimista e affrontare il tutto da persona matura, anche se non sempre è così semplice avendo lontani gli amici più cari, il proprio fidanzato, la propria famiglia. Tutta questa solitudine mi rende più fragile. Le mie stesse colleghe universitarie ormai le sento sempre più distanti: una ha chiesto il trasferimento, una non sta frequentando per problemi personali, l'altra non so che fine abbia fatto.

Parlo di colleghe, perché l'amicizia per me è un'altra cosa. E le mie amiche vere purtroppo sono sparse per l'Italia. In ogni caso è sempre meglio portare a termine i propri obiettivi, quindi sarebbe il caso di laurearmi e poi decidere se fare il medico o altro. Per esempio Schnitzler lasciò il mestiere di medico per fare lo scrittore e drammaturgo a tempo pieno dopo la morte del padre.

Il mio sogno è quello di prendermi una seconda laurea in psicologia, ma prima dovrei prendermi la prima!!!:) Ho sempre amato ascoltare gli altri, senza dir nulla, o dando loro qualche piccolo consiglio così come hai fatto tu con me. E io vorrei essere in grado di aiutare gli altri: come medico, come psicologa, come donna, fidanzata, sorella, e magari un giorno come moglie e madre. E ognuno di questi ruoli comporta un impegno da parte mia, un impegno più o meno costante, e tanta volontà. Dopo aver letto la tua e-mail mi sento meglio. Grazie mille davvero. Magari ti farò sapere nei prossimi giorni come stanno andando le professionalizzanti. Attendo con ansia quelle di allergologia e dermatologia.

Comunque anche noi non facciamo chissà che cosa: punti di sutura finti su qualche spugnetta, qualche volta misuriamo la pressione ai pazienti, qualche elettrocardiogramma (nel migliore dei casi e se si becca il prof o lo specializzando più disponibile e volenteroso), qualche vetrino al microscopio, organi in formalina e chi vuole può assistere a qualche intervento. Tutta la mia riflessione è nata da questa considerazione che ho letto pochi giorni fa sul nuovo libro di Baricco:

"Ho capito che non si cambia veramente mai, non c'è modo di cambiare, come si è da piccoli si è tutta la vita, non è per cambiare che si ricomincia da capo. Si ricomincia da capo per cambiare tavolo. Si ha sempre quest'idea di essere capitati nella partita sbagliata, e che con le nostre carte chissà cosa saremmo riusciti a fare se solo ci sedevamo ad un altro tavolo da gioco. Cambiare le carte è impossibile, non resta che cambiare il tavolo da gioco".

E credo che se lasciassi questo tavolo da gioco, per uno nuovo, avrei comunque la sensazione di essermi persa qualcosa, di essere stata una debole e di aver sbagliato tavolo per l'ennesima volta.

È così difficile capire se stessi e la strada giusta da seguire, ammesso che esista una strada giusta. Quando si sceglie una cosa, se ne escludono tante altre. Un po' come nell'amore: quando scegli di amare una persona, ne escludi tante altre che forse potrebbero essere altrettanto giuste per te o anche migliori. Ma se è quella la persona che hai accanto e che hai scelto di amare,  perché cambiare?

Di solito si vuol cambiare, se qualcosa non va come si vorrebbe, se non si è disposti ad accettare l'altro per quello che è. Ma l'amore, di qualunque natura esso sia, comporta dei sacrifici.

Grazie... e a presto!

Tina.

28 commenti:

Eilan82 ha detto...

Simone, hai dato a Tina più o meno le stesse risposte che le avrei dato io e vedo che anche tu, Tina, alla fine ci stai pian piano ragionando su per capire quale sia la decisione più giusta da prendere.
Io posso solo dirti una cosa, nel mio piccolo: non mollareeeeee!!!
Sei a poco più di un passo dal traguardo, metticela tutta!
Poi vedrai che soddisfazione!
Un mega in bocca al lupo! :D

Anonimo ha detto...

Ciao Tina! Mi trovo in una situazione molto simile; a differenza tua frequento il 3 anno e non penso proprio avrò problemi di svenimenti(... se non agli esami! ;D).Il tuo ragionamento fila ma non ho capito molto la conclusione,o meglio,non mi sembra abbastanza solida per rialzarsi e non voltarsi indietro mai più (perchè in fondo è questo lo scoglio).Spero mi chiarirai meglio il discorso, sarebbe di grande aiuto dato che sto con un piede a medicina e con l'altro in un luogo imprecisato.. giornalismo di moda sostanzialmente e so perfettamente di che scomoda sensazione di precarietà parli. Grazie!P.s Mi piace l'idea di dar voce ad altri studenti e ai loro dubbi, weel done Simone ;) Sophie

Simone ha detto...

Grazie Sophie, credo che questa sia la parte del blog che dà un po' un senso a tutto il resto :)

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao Tina, io sono un medico pittrice!Mi sono laureata da poco e ora sto per provare il concorso per psichiatria. Se ti piace la psicologia puoi finire medicina e poi prendere psichiatria. Poi puoi decidere di fare una scuola di psicoanalisi come fanno anche gli psicologi, ma con il vantaggio di uno stipendio e molte più possibilità di impiego.Io svengo alla vista del sangue, ma nel mio reparto non ce n'è:)

Anonimo ha detto...

Sono Tina!Grazie a tutti per il supporto che mi state dando...Ieri neanche a farla apposta sono finita nel reparto di chirurgia plastica e mi hanno spedita insieme ad altri in sala operatoria!:-) Non sono svenuta, un paio di volte mi girava la testa e sono uscita a prendere una boccata d'aria!:-)Il problema è forse il peso di tante difficoltà che gravano tutte su di me,perché parlarne con gli altri mi è difficile. Il problema è capire cosa voglio IO, e questo ancora non lo so. Mi sembra di trovarmi imprigionata in un tunnel senza uscita. Sono tornata a casa per il week end, magari ne parlo anche con i miei. Sophie non so dirti di più...Spero di riuscire a trovare presto una soluzione. Stare così male non mi fa di certo bene, non riesco a fare nulla. E se diventassi un medico-scrittrice? Spero di riuscire al più presto a pubblicare le mie poesie. Un abbraccio a tutti. Tina

Sandro Sandro ha detto...

Dai Tina, siamo tutti con te...personalmente ti proporrei di non sottovalutare la proposta fatta qualche post sopra, ossia psichiatria e specializzazione anche in psicoterapia. Medico scrittrice?...una cosa non esclude l'altra, quindi aspettiamo di leggere le tue poesie:-)

Anonimo ha detto...

consiglio anch'io a Tina di fare la specializzazione in psichiatria una volta finita medicina. Potrai lavorare in molti contesti psicologici, soprattutto nelle ASL, è anche più conveniente che fare psicologia (ci sono più sbocchi lavorativi.

Mari ha detto...

Ciao Tina! Io sono alla fine del 5’ anno, e mi sono immedesimata molto nelle lettere che hai scritto.
Al terzo anno anch’io sono andata un po’ in crisi. Vedevo miei compagni che facevano a gara ad andare in sala operatoria mentre io mi tenevo oppositamente alla larga. Vedevo miei compagni che parlavano solo di professori, esami, materie scolastiche e mi facevo problemi perché io avevo anche altre interessi ed altre passioni. Pensavo di essere io quella ‘’sbagliata’’, solo perché non parlavo tutto il giorno di medicina, e non prendevo per oro colato tutto quello che veniva detto a lezione, ma cercavo di arricchire la mia mente anche con altro e trovare altri spunti di conoscenza alternativa.
Non farti influenzare da quello che vedi e senti, ma cerca di concentrarti sul tuo percorso e di trovare ciò che veramente ti appassiona. Io ho capito che non ero portata per le chirurgie e me ne son fatta una ragione. Come te mi piace molto il dialogo con le persone, mi piace ascoltarle, entrare nelle loro vite anche se solo per il breve tempo di una visita in ambulatorio. Ho chiesto la tesi in neurologia e sono felicissima, perché credo sia la specialità che si adatta di più a me!
Medicina ti darà tantissime soddisfazioni credimi, non abbandonare adesso solo perché hai incontrato delle piccole difficoltà. Solo le persone troppo sicure di sé non ne incontrano mai. Ogni tanto invece è giusto fermarsi e chiedersi se quello che stiamo facendo è la cosa corretta. Dovremmo domandarci tutti i giorni perché abbiamo deciso di diventare medici, anche perché a mio modesto parere, più che una scelta di mestiere è una scelta di vita!
In bocca al lupo di cuore

Mari

Sara ha detto...

Ciao Tina,
sono una ragazza di 27 anni. Seguo da qualche tempo il blog di Simone e ho letto la tua storia. Non ho mai commentato ma in questo caso mi sento di dare il mio contributo. Lo faccio perché capisco bene il tuo stato d’animo in quanto in parte il mio percorso di vita e di studio è simile al tuo. Fin dai primi anni del liceo era nata in me la voglia di diventare medico, così una volta presa la maturità scientifica tentai il test di ammissione a Medicina. Il primo tentativo fallì. Mi iscrissi a Biologia per sostenere alcuni esami che mi avrebbero convalidato. La mia determinazione era salda, studiai tanto e al secondo tentativo entrai con un punteggio molto alto. Ero felicissima, piansi per l’emozione. Iniziai questo percorso nel quale credevo profondamente, con l’appoggio dei miei genitori e la stima di tutti gli amici. Fin da subito fu chiaro che la preparazione degli esami avrebbe richiesto tantissime ore di studio e un impegno totale. Questo non mi spaventava, sono da sempre abituata a restare sui libri per molte ore. Il primo anno passò ma già dal secondo semestre con l’esame di Istologia ebbi un crollo. Non ero più sicura di quello che stavo facendo, mi pesava tutto, lo studio mnemonico e fine a se stesso, l’ambiente universitario opprimente, l’inesistente tempo libero. Io sono sempre stata una ragazza con tante passioni, in particolare la scrittura e come te la poesia. Ma con i ritmi di quella facoltà non riuscivo a coltivare nessuno dei miei hobby. Non ero più nemmeno sicura di voler diventare medico, probabilmente non lo sentivo nella mia natura. Nonostante ciò non volli rinunciare subito, affrontai anche il secondo anno ma rimasi indietro di qualche esame che mi obbligò a restare ferma. Qui iniziò per me un periodo molto buio, di intensa crisi. I momenti di indecisione sono stati molti ma alla fine ho deciso di abbandonare. Non ero però nemmeno sicura di dove indirizzare la mia vita a quel punto. Nel caos interiore in cui mi trovavo, e con molte persone vicine che mi davano contro, decisi di provare il test ad una delle professioni sanitarie. Entrai non molto convinta. Nei tre anni successivi ho studiato duramente e un mesetto fa mi sono laureata a pieni voti con lode, ricevendo i complimenti di tutta la commissione, dato che non si vede molto spesso qualcuno con un punteggio di partenza di 109. La mia soddisfazione è stata tanta perché sono riuscita e risollevarmi dopo un periodo duro e facendo affidamento sulle mie forze sono riuscita a raggiungere questo traguardo. Il campo in cui mi sono laureata è molto vasto e ci sono buone possibilità lavorative. Per alcune cose mi affascina, perché è un ambito in continua evoluzione che ti permette di stare molto a contatto con le persone. Tuttavia sento dentro di me che la mia vera strada la devo ancora trovare, molto probabilmente in campo artistico. Magari mi prenderò una seconda laurea….chissà. Come ti dicevo ho tante passioni, non mi manca la determinazione. Intanto sto cercando di pubblicare la mia prima raccolta di poesie. Voglio inseguire i miei sogni. Sono ancora al punto di partenza, forse, ma sicuramente sono più consapevole di tante cose.
Come vedi, cara Tina, le nostre vite per molti aspetti si somigliano. Quello che mi sento di dirti è di scegliere con il cuore. Lo so che non è facile, i dubbi e i ripensamenti saranno tanti ma è giusto combattere per trovare la propria vocazione, quello per cui siamo nati. Non avere paura di niente, del giudizio degli altri, degli stereotipi sociali. Segui la tua voce interiore, il tempo ti renderà ragione.
Chiedo scusa se mi sono dilungata troppo, è un discorso che varrebbe la pena affrontare in modo ancora più approfondito. Auguro a Tina, di cuore, di fare la scelta più giusta per se stessa. La vita è una sola. Dobbiamo combattere sino alla fine per conquistarci la felicità che ci spetta.

Sara

Simone ha detto...

Grazie a tutti per i commenti, come sempre davvero sentiti e interessanti.

Credo che in questo momento Tina stia riflettendo sulla scelta da fare anche con l'aiuto della sua famiglia... e sono sicuro che anche un pochino grazie a noi (ma soprattutto grazie a chi le sta vicino e la conosce di persona) farà la scelta migliore e uscirà da questo momento un po' complicato.

Grazie ancora una volta a tutti quanti!

Simone

Anonimo ha detto...

in quale professione sanitaria ti sei laureata Sara??

Anonimo ha detto...

Sono Tina. Mi sono assentata per qualche giorno per via degli impegni nei reparti. Mari, hai ragione...anche io vedo gli altri colleghi parlare sempre e solo di medicina e mi viene una tristezza pensando che per loro questo percorso di studi dev'essere davvero importante.Allora mi sento inadeguata, fuori luogo. Per me sono importanti tante altre cose che non vorrei trascurare (amicizia, amore,teatro, poesia ecc) e invece mi vedo chiusa in una camera che mi sembra una prigione, a studiare cose che mi piacciono ma che mi pesa tanto dover imparare a memoria cercando in qualche modo di annullare tutto il resto della mia vita e della mia personalità. Oggi ho fatto la professionalizzante di allergologia con un prof. eccellente,sia a livello professionale che a livello umano, e anche solo per un attimo ho pensato che forse tutto quello che sto facendo non è poi così sbagliato. Ero davvero interessata, incuriosita, concentrata ad apprendere il più possibile,ho dialogato molto con una paziente che doveva donare le cellule staminali per la sorella malata di leucemia e ho aiutato una paziente svenuta durante il prelievo. Mi sono sentita migliore, pur non avendo fatto niente di che. Forse il contatto con i pazienti potrà arricchirmi davvero a livello umano. Il mio ragazzo mi sta aiutando a riflettere sulla motivazione che mi ha spinto ad intraprendere questo percorso: la voglia di aiutare il prossimo, l'amore per il prossimo. E mi ha detto una cosa importante: anche se curerò solo un semplice raffreddore nella mia vita, potrò essere fiera di me, per aver dato anch'io il mio piccolo contributo al mondo. Non tutti possiamo diventare grandi chirurghi. Non è il prestigio sociale né il denaro ciò che sto cercando: sto cercando ciò che possa far stare bene me stessa e possa far in qualche modo star bene gli altri.Mi ha anche aiutato a capire che non devo pensare che per diventare medico devo diventare fredda e insensibile (cosa che non vorrei mai che accadesse), bensì devo imparare a mantenere il giusto distacco per poter agire in maniera professionale: solo così potrò davvero aiutare i pazienti. Da un lato vorrei mollare tutto, perché sono esausta, ma dall'altro lato c'è una vocina dentro di me che mi dice di non arrendermi perché qualsiasi cosa si decida di fare nella vita, ci sono delle difficoltà. E trovare una via di fuga come ha fatto Sara non so se mi aiuterebbe: potrei rimanere comunque col senso di frustrazione, col rimpianto per non essere stata abbastanza forte. In questi giorni sto cercando di studiare per i 2 esami di giugno, e poi mi prenderò qualche giorno per pensare ancora sul da farsi. Grazie a tutti....Mari e Sara, se volete contattarmi in privato, mandate una mail a Simone e fatevi dare il mio indirizzo e-mail.

Anonimo ha detto...

Comunque grazie grazie grazie a tutti, nessuno escluso, per il vostro contributo. Siete meravigliosi. In questo periodo ho tanto bisogno di sostegno, affetto, parole di conforto e d'incoraggiamento. E grazie a Simone che mi sta dando la possibilità di confrontarmi con persone che probabilmente non conoscerò mai, ma di cui non mi dimenticherò sicuramente. Con affetto.... Tina

Anonimo ha detto...

Sono una ragazza che si trova nella stessa situazione di Tina...leggo solo ora questi commenti di 2 anni fa e vorrei chiedere a Tina e alle altre persone (come Sara): Come è andata a finire? Cosa fate oggi, a due anni di distanza? Mi sareste di grande aiuto scrivendo le vostre esperienze..è un periodo buio:(
A.

Anonimo ha detto...

Vorrei sapere anche io come è andata a finire!! sono al secondo anno e sono un po' in crisi! :( grazie!

Anonimo ha detto...

E' assurdo come io abbia letto tutto questo di un fiato.
Non so se qualcuno leggerà mai questo mio commento.
Le crisi esistenziali sono una cosa terribile che ti tolgono il tempo di respirare e io ci sono dentro fino al collo, anche se specularmente.
Studio Psicologia da 2 anni.
Amo visceralmente la psicologia e vorrei diventare psicoterapeuta. Amo visceralmente la musica, e vorrei diventare anche un musicista.
Ho tanta paura per il lavoro. Questi due anni di Psicologia sono stati frustranti. Frustranti da paura e dire poco. L'utenza media degli studenti è ridicola e offensiva. Il livello delle materie spesso basso. Io penso di avere grandi capacità cognitive e mi sento un fiume dentro all'alveo di un ruscello. Il mondo psicologico è in crisi più totale di mai in questi anni. Leggo e vedo solo storie di persone frustrate. La realtà è diversa dai sogni. La realtà non sono i sogni. La realtà fa più schifo dei sogni. Ed è vero e bisogna amarla a suo modo.
Come dice Nietzsche: non costruire il castello sulla battigia della spiaggia credendo che sia eterno, non vivendo schiavo delle proprie illusioni.
Costruire i castelli sapendo che verrano invasi dall'onda.
Amor fati.

Medicina per me invece potrebbe essere una strada alternativa. Psicoterapia, dopo Medicina. Ho pensato anche a Psichiatria, ma non penso sia il mio mood.
Ho dato il test per 3 volte.
L'ho passato tutte le 3 volte, compresa questa, e devo decidere tra pochi giorni se iscrivermi.

Ma non ho mai avuto il coraggio di andare.
Non me ne frega niente dei consigli di nessuno, non credo nei consigli né tanto meno nel " credi nelle tue passioni ragazzo, e non farti fermare"..non sono più un bambino.
I "sogni" che spesso si inseguono sono un'illusione del quale si rimane schiavi.

la realtà è fatta di uno stipendio e di un senso di realizzazione che molto probabilmente la situazione disastrata di Psicologia non potrebbe darmi.
La realtà è fatta di soldi.
La realtà è fatta di lavoro.

Non me ne frega niente dei consigli di chi non può capire.
Ma so cosa vuol dire sentirsi completamente al buio, so cosa vuol dire sentirsi completamente soli, so cosa vuol dire sentirsi completamente in crisi e non sapere che posto ti ha riservato la vita.
Ho assaggiato il senso di frustrazione e disperazione e so cosa significhi.

Quindi volevo solo dirvi che vi capisco e vi sono vicino.
L'equilibrio tra "Passione" e "realtà" mi sta facendo andare fuori di testa.
Le persone unilaterali e univoche che parlano solo di una cosa non sono persone, sono risucchiate dalle loro illusioni e ossessioni.
Scopriranno un giorno che la loro personalità costruita su una sola torre è fragile quanto il loro modo con il paraocchi di concepire il mondo.
La crisi che noi viviamo ora la vivranno a quaranta, cinquantanni, quando avranno il tempo di guardarsi dentro e chiedersi chi sono.

Le persone più belle sono poliedriche per forza, naturalmente curiose, creative, e che amano la scienza, così come la sensibilità.
Non sapete quanto mi sono rispecchiato in voi.

Certo questa società iperspecializzata non ci premia, ma forse dobbiamo ricordarci che siamo persone speciali.

Sono arrivato in questo blog perchè avevo da poco deciso su Medicina...poi sul treno ho sentito parlare un ragazzo che si sta laureando.
"E tu, suonavi?"
"Sì, ho dovuto lasciare per l'università"

Mi si è chiuso lo stomaco, letteralmente, e arrivato a casa in presa all'agitazione ho digitato "medicina e altre passioni" ed è uscito fuori questo.
Il che non mi è servito assolutamente a nulla ed è stata un'ennesima compulsione, ma mi ha fatto sentire vicino ad altri esseri umani.

Buona vita a tutti e buona vita anche a me.








Anonimo ha detto...

(sono sempre quello di sopra)
Che poi coltivare le proprie passioni in che modo, lasciandoli uno spazio ridicolo, residuo, un giardinetto di un'ora e mezza alla fine della giornata, un hobby sacrificato, un cuscinetto di salvataggio...Coltivare il giardino, pulire la macchina, salutare i vicini.


Oppure il narcisismo proprio di certi medici, che forti della propria grandezza intellettuale-cognitiva si sentono tutto, all-round man, grandi medici, grandi artisti, grandi scienziati...e probabilmente non sono neanche mezza cosa di una sola cosa di questa, ma è soltanto, tutto un magnifico castello di cartapesta, abilmente costruito, per mantenere la propria autostima alta e intatta contro la vita.

Di una donna, la Medicina, che mi sembra ti possa dare tantissimo, ma è come se ti chiedesse la tua anima in cambio.


Non so, sono nichilista e disperato in questi giorni, e molto arrabbiato con una vita che mi ha messo davanti a una scelta che mi sembra più grossa di me. Spero siano solo i lamenti di un adolescente in difficoltà, più che gli ultimi sguardi puri sulle sporcizie che gli altri si portano dentro per sopravvivere, e sui loro piccoli ingranaggi sporchi di una falsa immagine di sé, grande e onnicomprensiva, che è soltanto l'ultima delle illusioni.




Simone ha detto...

La medicina ha tolto tanto tempo e tanti interessi anche a me. Ma, devo dire, diventare un dottore in questi anni é stata la mia passione.

La soluzione al tuo dilemma, insomma, forse è questa: cercare una strada che ti dia un lavoro e che ti appassioni.

Certo è difficile, anche impossibile per qualcuno. La vita funziona così.

Simone

Anonimo ha detto...

Vorrei rispondere allo studente di Psicologia che ha scritto questi due ultimi messaggi con la mia esperienza, molto vicina alla sua.

Sono una ragazza di 20 (quasi 21) anni. Ho frequentato, l'anno scorso, il primo anno di Psicologia. Quest'anno sono passata a Medicina. E mi trovo nel bel mezzo di una crisi.

Avevo deciso di cambiare per vari motivi: le maggiori possibilità lavorative e retributive, la qualità della formazione, la possibilità di riavvicinarmi comunque alla mia passione specializzandomi in Psichiatria ed esercitando Psicoterapia (a cui uno Psichiatra è abilitato, o nella quale un qualsiasi altro medico può comunque specializzarsi perchè ha accesso alla scuola), la possibilità di sfruttare tutte le mie capacità e metterle a frutto in un lavoro gratificante (cosa che psicologia, ad oggi, sembra non poter rendere possibile), la possibilità di approcciarmi in maniera più approfondita e completa all'ambito neuroscientifico.

Ero consapevole del fatto che Medicina include un ventaglio di materie e ambiti completamente esuli dal mio interesse così specifico, ma ero decisa a fare il "salto", a migliorare la mia condizione, a lasciarmi alle spalle tutta l'insicurezza e la frustrazione che implicava la mia scelta di fare Psicologia: professoresse che pensavano io fossi sprecata a farla, il fatto che sia una facoltà considerata dai più con sufficienza, le magre prospettive di impieghi seri e gratificanti, a fronte di anni di studio e spese economiche non indifferenti.

Quindi, quando ho passato il test di ammissione, pensavo che finalmente i miei problemi fossero finiti. Invece mi sbagliavo. Già dal primo semestre ho cominciato a vivere questa esperienza come sotto anestesia, come se fosse qualcun altro a viverla per me. Ho cominciato a rimanere indietro con gli esami, anche se quelli che ho sostenuto li ho sostenuti con successo. Da Febbraio ho cominciato ad avere crisi periodiche di rifiuto allo studio, e da tutto il mese di Maggio ad oggi non ho praticamente più aperto libro a parte che per un piccolo esame.

Non mi era mai successo niente del genere e non so cosa fare. Sicuramente tutto ciò è frutto di più fattori, ma non riesco a capire quanto peso abbia Medicina in sè in quanto mi sta accadendo.

Il mio ambito di interesse mi è chiaro, pertanto le mie alternative sono: continuare Medicina o tornare a Psicologia.
E non riesco a scegliere nè di fare una cosa nè di fare l'altra, sono bloccata, ho paura dei possibili rimpianti o fallimenti futuri.

Caro Anonimo, mi piacerebbe poter entrare in contatto con te per sapere cos'hai deciso di fare alla fine e per confrontarci in queste nostre situazioni che, per certi versi, sono incredibilmente simili.

Anonimo ha detto...

Ciao ragazzi!
Sono una studentessa di Medicina, e come alcuni di voi ho passioni letterarie che mi riempiono l'anima e le giornate spesso. L'equilibrio tra piacere e dovere e' sottile, ognuno ha il suo, ciò che conta e' non perdere mai quello sguardo aureo sul mondo, un po' distaccato, ecco quello serve per vedere meglio le cose, un po' da lontano per poi tornare di nuovo a vivere la pienezza della vita con ritrovata gioia.

Freshman year never ends ha detto...

Sto provando amore puro per quello che leggo

Anonimo ha detto...

Ciao,
ho letto con grande interesse la storia di Tina e seguo con altrettanto interesse il tuo blog, e volevo chiedere a Tina, se per caso leggerà questo commento, che decisione ha preso alla fine, oppure a te Simone se hai ancora il suo indirizzo email per poterla contattare, mi sarebbe molto di aiuto! Vi ringrazio!!

Anonimo ha detto...

Ma speriamo di non incontrare mai uno di voi come medico! Siete troppo indecisi vi state facendo mille pippe perché convinti che poi dopo avete soldi lavoro ecc...ma solo a questo pensate? E allora fate gli imprenditori. La poesia la psicologia e che schifo le tracheotomie...bah!

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,ho letto con grande interesse tutti i commenti. Anche io studentessa di medicina,al quarto anno,anche io con qualche crisi alle spalle.io,non avevo mai pensato di fare il medico. Medicina pero rappresentava una sfida personale credo,credo che superare il test dopo anni in un liceo di provincia in cui figli di si ritrovavano.magicamente la media stratosferica a fine anno (e non io)rapresentasse una rivincita personale. Un guardate,ce l ho fatta,e ce l ho fatta non perche son figlia di ma.perche sono brava. Dovendo essere onesta,non mi sono mai chiesta nulla,mai fatta domande circa il fatto che volessi davvero fare il medico. Era una sfida,e così l ho vissuta. Purtroppo sono un'amante delle sfide,purtroppo mi interstadisco e a quel punto non ascolto nessuno. Mi ha colpito il commento superiore che diceva "è come se vivessi in anestesia,come se vivessi il sogno di un altro" sono parole che esprimono benissimo come.mi sono sentita anch'io tanti anni a medicina. Ho tirato avanti,la sfida erano a questo punto gli esami,li facevo,li superavo con voti alti studiando meno dei miei colleghi,e le lodi e l orgoglio dei miei familiari tiravano su il mio alter ego. Io,che amo.le sfide e DEVO(purtroppo) a tutti i costi riuscire in quel.che faccio,ho continuato a studiare e studiare rinunciando a tanto,a tutto,il voto alto era la mia ossessione,era diventato lo scopo di vita. Fin quando poi,forse un po piu matura e finalmente onesta con me stessa ho realizzato tutto quello scritto finora. Era solo una sfida,alla stregua di una partita di playstation. È difficile essere totalmente onesti con se stessi. Purtroppo quando l ho relizzato ero gia al secondo anno,volevo con tutto il cuore lasciare,credetemi,ma la cosa che mi ha frenato era il cosa avrebbero pensato gli altri. Ma.soprattutto,mi sarei sentita una perdente,una non in grado di vincere le sfide,questo non era neanche lontanamente plausibile per una seminarcisista. E cosi son rimasta,continuando a studiare e ad andare avanti bene,ma dentro morivo ogni giorno di piu. A tutto cio devo aggiungere che all universita ho avuto problemi con coinquilini con cui non volevo vivere,ma ero obbligata a starci. Insomma,tutti gli ingredienti per una perfetta gabbia! Ero davvero morta dentro,finche,un giorno,è arrivata una mail di un professore che mi proponeva di partecipare a un intercambio oltreoceano di un semestre. Ho accettato senza pensarci. Sono rinata. I mesi piu belli della mia vita,e li mi sono riaccesa,studiavo anche con passione,la facolta non mi sembrava neanche la stessa. I.mesi piu belli della.mia vita. Poi,purtroppo,son dovuta tornare e qui non era cambiato nulla. Fortunatamente,ero cambiata io. Il contesto,purtroppo,la fa spesso da padrone,non riusciamo a discernere completamente una cosa.da quello.che c'è intorno. Qui il contesto faceva e fa schifo,e purtroppo in questo contesto rientra l università di medicina,che ne ha preso tutti i connotati negativi.
Quell altro contesto,magnifico,gioioso,pieno di VITA,ha reso.tale anche l università.
Spesso è un cambiamento cio di.cui abbiam bisogno,guardare le cose da un'altra prospettiva. Io,sono ancora conscia del fatto di aver scelto questa università per i motivi sbagliati,ma adesso ho una luce diversa dentro. Adesso.vedo meno.nero,il mondo mi appare piu sensato. In un altro contesto mi sono.innamorata della medicina. La vita non è un tutto nulla,è piena di sfacettature,il modo in cui viviamo una cosa dipende da tantissime varianti. Se non stiamo.bene in una situazione,è nostro diritto cambiarla. Ora che sono quasi al termine,guardandomi ondietro penso che avrei dovuto avere il coraggio al secondo anno di lasciare una cosa che mi ha svuotato l'anima per anni.ora che ho una visione un po piu globale penso che la vita è davvero una opportunita per fare quello che ci fa stare bene. Avrei voluto tanto che la me di oggi avesse incontrato la me del secondo anno per dirgli queste cose.

Gio ha detto...

Ciao! Sono uno studente del IV anno di odontoiatria nella stessa situazione. L'ultimo commento sembra scritto da me. Se ti interessa parlarne contattami a giobor94@gmail.com.

GIAMPIERRE ha detto...

ciao, io al contrario dei commenti sopra , avrei voluto fare medicina e cambiare vita. Poi le circostanze, la.paura l'indecisione mi hanno spinto a non pensarci più. All'apparenza sembrava funzionasse, ma ogni giorno penso a come sarei stato medico a cosa avrei potuto fare ed ottenere in più dalla vita. A 35 anni penso ancora che sarebbe stata la.svolta della mia.vita.
Non si può continuare a paragonare ogni cosa a quella strada non presa. Mi sta diventando davvero una ossessione. A vostro parere è fattibile iniziare a questa età? Arrivare a 45 anni se tutto va bene? Questa mi occupa i pensieri. Lasciare tutto per questo sogno cmq adolescenziale. Mi farebbe piacere un vostro parere argomentato. Grazie.
GIAMPIERRE

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti! Spero che qualcuno legga questo commento! Vorrei un parere: sono al V anno, ma come esami sono ferma al primo.il ritardo è dovuto principalmente a problemi d'ansia diagnosticati,non al poco interesse per le materie. Non riesco più a studiare e non capisco se è perché non è la mia strada o perché ho paura di non essere all'altezza. Come si fa a chiarire un dubbio del genere? :)

Anonymous ha detto...

La vita a volte può essere divertente, un minuto è bello e il minuto successivo è completamente diverso. Io e il mio coniuge abbiamo vissuto una vita molto bella prima del caos inaspettato, una vita senza difetti o diffidenza, fino a quando non abbiamo avuto problemi con il sostegno dei nostri figli, ha smesso di pagare e ha trovato un'avventura fuori a flirtare con la sua casa matrimoniale prodigando tutto ciò che abbiamo sofferto e per quello che abbiamo lavorato sul piacere inutile ho sentito questo vuoto dentro di me non avevo idea di come aiutare a salvare la mia unione con lui perché non tornava a casa, stava fuori fino a tardi, beveva, fumava fa ogni genere di cose lui mai fatto ... Ma grazie all'uomo che ha portato gioia con stabilità a casa mia, il dottor Egwali, un uomo di buone opere, è così reale e accomodante perché ho provato e mi sono fidato ... Parlagli delle tue paure e sarai felice di averlo fatto. WhatsApp o Viber +2348122948392 o via e-mail dregwalispellbinder@gmail.com