30/04/12

Riflessione su questo blog.

Spero che ciò che scrivo sul mio blog non faccia lo stesso effetto!
Questo blog è nato, quando ho smesso di scrivere e di fare l'ingegnere, per parlare del mio percorso e della mia nuova "carriera" da studente di Medicina.

L'idea era - come già fatto con altri miei vecchi progetti - di scrivere le mie esperienze per poi, a un certo punto, riportare tutto in una sorta di libro/raccolta.

Non che poi mi aspetti che i libri che nascono così abbiano un qualche appeal o interesse, ma nel mio modo di vedere le cose da ex-scrittore che ero, il libro come oggetto "conclusivo" era sempre una sorta di traguardo a cui puntare.

Ecco: io credo che questo percorso di cambiamento sia terminato già da tempo. Penso che lo scorso anno, tra la semeiotica e la prima volta in sala operatoria, ho sentito chiaramente che ero lontano da ciò che ero e che facevo prima, e che il mio percorso per quanto ancora lungo si era in un certo senso già concluso.

Credo che da quel momento in poi questo blog abbia perso un po' di senso: lo so che ora è importante capire se mi laureereò davvero, e cosa eventualmente vorrò fare dopo. Però quel bisogno di cambiamento, quella ricerca di un me stesso diverso da quello che scriveva tutto il giorno e che timbrava e firmava qualche pratica quando era il momento, è terminata già da un bel po'.

E ora continuo a portare avanti con piacere il racconto dei miei esami, e sono assolutamente felice nel pubblicare le esperienze di altre persone e di dare un consiglio a qualcuno, quando capita. Ma in questo cambiamento è stato coinvolto anche il mio modo di approcciarmi alla scrittura e a Internet, e se devo essere sincero non do più a questo spazio l'importanza che gli davo prima.

Sui blog di vecchi amici o di persone che incrocio online noto alle volte la ricerca di ricaclare - in piccolo - una sorta di modello televisivo o giornalistico o comunque comunicativo. Articoli scanditi settimanalmente, pubblicità e iniziative ben presentate. Interviste, twitter, facebook e tutte le pubbliche relazioni di questo mondo.

E sono cose che faccio pure io (twitter l'ho appena messo!) ma devo dire senza un vero entusiasmo: che se pure avessi 20 commenti a post, invece di 10, cambierebbe in ogni caso veramente poco. Non è che stiamo sul Messaggero o su Repubblica, dove mi leggono 500mila persone e devo propormi con un certo stile e in un certo modo, non so se rendo bene l'idea.

Per me il blog ha senso se c'è un qualcosa da raccontare. Cioè io svolgo una certa attività fuori di qui (nel mio caso, parliamo dell'università) e poi torno qui e ve lo racconto. Tenere il blog per il blog e iniziare e finire ogni percorso esclusivamente nello stesso posto non mi pare interessante, o almeno credo che lo fosse a suo tempo quando Internet pareva essere l'alternativa a giornali ed editori tradizionali ma adesso - per me - non lo è più. Internet si è diluito in infinite possibilità, e se nel suo complesso la rete è una cosa fantastica e per certi versi più importante del libro, non è però neppure la stessa cosa.

Insomma questo studio, questo aver tagliato i ponti con cose che mi pesavano e non mi davano soddisfazione, alla fine mi ha cambiato davvero e - credo - per il meglio. Oggi mi sento una persona più serena. C'era una sensazione che provavo ogni tanto e che mi trascinava giù come un macigno, e anche se può capitarmi di stare incazzato o di passare qualche momentaccio anche adesso, quella sensazione non la provo più da anni.

Soprattutto oggi i miei "bisogni" sono diversi e molto più concreti e realizzabili. E se per stare così ho dovuto tagliare un bel po' anche di questo spazio, be' sono convinto che ne sia valsa la pena.

Simone

8 commenti:

Temistocle Gravina ha detto...

Bene, un post che fa il punto della situazione. E mi sembra che tu sia soddisfatto del presente. Penso che (almeno dal mio punto di vista) sia anche questa la funzione del blog: non il diario quotidiano dove scrivi quanti uccellini si sono posati sulla tua finestra e quante belle cacchine hanno fatto; ma un posto dove riversare gli stati d'animo importanti; raccontare, come nel tuo caso, i momenti in cui si percepisce una svolta nella vita. Spero che questa riflessione non ti porti alla fine a ritenere inutile il blog (anche se è nel tuo diritto farlo!), anche perché a noi, dei fattacci tuoi, interessa sempre, ricordatelo!

Simone ha detto...

Tim: sì sono stanchissimo ma soddisfatto. Penso che le cose andranno ancora meglio quando scenderà il carico di studio e potrò concentrarmi un po' di più su tutto il resto.

Sto pensando di andare avanti comunque fino alla laurea (eventuale), per cui potrai impicciarto ancora per un bel po' :)

Simone

Un Soccorritore ha detto...

Ritrovo nelle tue parole anche dei pensieri miei, il blog per raccontare qualcosa che si vive al di fuori, documentando anche il cambiamento che può apportare alla nostra vita quel "qualcosa" che si va raccontando.
In fin dei conti il bello di essere l'autore di un blog è che non sai mai davvero come andrà a finire la storia :-)

Engelium ha detto...

Esperienza molto comune direi... alla fine siamo molto meno "particolari" ed unici di quanto non crediamo :)

Penso che le cose andranno ancora meglio quando scenderà il carico di studio e potrò concentrarmi un po' di più su tutto il resto
ahah!!! XD

Tu non sai di cosa parli :P ... non ho mai avuto così poco tempo come da quando mi son laureato... e non potrei essere più felice ;)

Agroterapista ha detto...

Seguo il tuo blog da un anno ormai e credo che in certi momenti sia stato importante per portare a termine il mio secondo percorso universitario. Il 17 aprile mi sono laureato in fisioterapia (seconda laurea) e gli interventi su questi blog (sia tuoi che di altri "ospiti") mi hanno fatto sentire meno solo in questa impresa.
Obbligatorio è quindi ringraziarti.

Simone ha detto...

Soccorritore: ah be', come andrà a finire non lo so davvero! :)

Engelium: io pensavo di potermi concentrare su lavoro/reparto invece di studiare... certo non credo che avrò tanto tempo libero :)

Simone

Ariano Geta ha detto...

Beh, in fondo un blog non-professionale non deve neppure porsi certi dubbi: si aggiorna quando si ha tempo e si hanno cose da dire.
Poi, so bene che qualcuno obietterebbe: non vale la pena di tenerlo a queste condizioni... Se uno andasse ad analizzare bene, sono troppe le cose che "non ne vale la pena", però perché porsi dei limiti? E poi, la domanda fondamentale è: il blog da soddisfazione a TE? Se la risposta è "sì", tutto il resto è ininfluente ;-)

Simone ha detto...

Ariano: infatti hai ragione, basta usare il blog per quello che ci si sente.

Simone