Io quando ascolto certa musica pop mi sento di cattivo umore. Cioè, mi hanno spiegato che posso anche non accendere la radio, o sentire altre stazioni dove certa roba non la passano. Però capita comunque di trovarsi in qualche locale dove magari hanno messo il CD, di ritrovarsela in filodiffusione al supermercato, o perfino inserita a tradimento dentro qualche pubblicità che passano in televisione.
Insomma, ritengo sinceramente che sarebbe giusto se l'ascolto di musica pop fosse dichiarato illegale, così da rispettare me e i tanti che la pensano allo stesso modo.
Ancora: l'altro giorno stavo facendo la spesa, e dal reparto frigo arrivava un odore tremendo. Doveva essere uno di quei formaggi schifosi, che piacciono a non so che razza di gentaglia. Ma andate a farvelo a casa vostra il formaggio, no? Se ve ne restate nel vostro appartamento, potete anche mangiarvi tutte le porcherie che vi pare. Ma cosa c'entro, io?
A dirla tutta, sarebbe bene che la Comunità Europea bandisse tutte le pietanze disgustose e maleodoranti: la trippa, la lingua e le lumache che mi fanno senso, tutte quelle porcherie etniche che fanno anche ingrassare, le pannocchie e i caldarrostari che appestano le piazze. Vi rendete conto? Io devo andare al centro, e subirmi l'odore delle castagne alla griglia. Dovrebbero prima cucinare le cose in qualche locale chiuso, magari anche protetto da filtri anti-odore. Poi si potrebbero installare per strada dei gazebo con porte e finestre oscurate, e chi vuole si mangia quello che deve mangiare lì dentro, che io non voglio vederlo.
Un'altra cosa che proprio non sopporto, poi, sono quelli che si vestono tutti eleganti, sempre col completo e la giacca. Vai a una festicciola, o a teatro, e devi sentirti un barbone perché questa gente deve vestirsi meglio di te. È veramente offensivo, non trovate? Però io non sono il tipo a cui piace obbligare nessuno, ci mancherebbe altro! Ognuno deve potersi vestire come preferisce. Basterebbe solo che poi indossassimo tutti delle tute da lavoro sopra il vestito normale: comode, larghe e perfettamente omologanti.
Se vuoi fare il damerino, passi. Però poi sopra ti metti la tuta, e non stai lì a rovinare la vita al resto del mondo con la tua eleganza razzista e insopportabile.
E insomma, sì. Siamo circondati da tanta intolleranza, ma io sono fiducioso. Grazie alle nuove direttive internazionali e al rinato senso di unità e indipendenza dei singoli stati, sembra che qualcosa si stia muovendo.
Tra un po' leveranno i simboli religiosi, che se li vede qualcuno di una religione diversa c'è pure il rischio che ci rimanga male. Anche turbanti, veli e cappelli vari saranno presto banditi, che non è che uno prende e può mettersi in testa quello che gli pare, col rischio di spaventare qualcuno. Verranno banditi i condimenti e i cibi troppo pesanti, che se uno poveraccio sta a dieta e se li ritrova davanti è un po' come prenderlo per il sedere. Oscuriamo i colori sgargianti per rispetto verso i daltonici, e poi via le bistecche, antibiotici e insetticidi: se vuoi uccidere gli animali al paese tuo fai pure, ma io qui di certe barbarie non voglio nemmeno saperne.
E facciamola finita anche co' 'sto cavolo d'inglese, che a me la gente che parla strano mi fa imbestialire. Anche all'università: piuttosto che tante lauree diverse che sono motivo d'intolleranza, dovremmo mettere un corso collettivo unico. E se anche non lo vuoi seguire, perché giustamente ognuno è diverso, il diploma te lo daranno lo stesso... anche se sarà comunque vietato appenderselo in ufficio.
Stacchiamo la TV, con tutti quei canali violenti e razzisti. Cancelliamo i preti e le chiese, i giornali e i politici, gli elettori e chi è contro il governo: se non comandi sei in minoranza, e dicendo la tua offenderesti per forza qualcuno.
E alla fine via Dio, via il sesso, via i vestiti e via le case. Via i pensieri impuri e le opinioni sbagliate. Via queste parole che ho appena scritto e via pure i commenti che vorreste lasciarmi, col rischio di dire qualcosa che potrei non gradire.
Vivremo seduti per terra, davanti a uno schermo bianco, e in mano un telecomando con un tasto solo.
Il nostro vuoto ci renderà identici.
Simone
18 commenti:
La bellezza dei blog è che puoi scriverti addosso quanto vuoi, tentando di reinventarti un mondo a tua misura. E' la vera rivoluzione di questo vuoto mondo, misero filo di voce che ci è ancora concesso di tirar fuori
A mio avviso stiamo assistendo ad una falsa forma di progresso sociale: la tutela estremizzata delle più disparate esternazioni dell'individuo.
A partire da tutti quei neologismi un po' ipocriti e che nella Vita Reale™ nessuno usa, come "diversamente abile" od "operare ecologico"... non che siano un male, intendiamoci, ma vorrei che tale "tutela" procedesse di pari passo col nostro reale atteggiamento verso il prossimo, e non si fermasse, ad esempio, a togliere di mezzo un crocefisso perché "qualcuno", "un giorno", "potrebbe darsi che" ne avesse a risentirsi.
Ma è un discorso lungo, e che è solo collaterale all'argomento di questo post, e quindi la chiudo qui. ;)
Anonimo: dai, forse non ci restano solo i blog!
Cyber: infatti hai ragione. Sono atteggiamenti piuttosto falsi, mentre nella pratica poi se uno razzista era razzista sempre rimane.
Simone
Io sfiderei chiunque a dimostrare con i fatti di non essere razzista in determinate circostanze.
Il razzismo deriva dall'egoismo, e l'uomo è per sua natura egoista, che sia talvolta capace o meno di gesti filantropici.
Il discorso sui crocifissi, che è facile dedurre ha ispirato il tuo post, sarebbe davvero troppo lungo per essere affrontato in un commento.
A me il crocifisso non dà fastidio, e ho persino studiato in una scuola cattolica, pur ritenendomi laico a 360 gradi.
Questo per dire che sono pronto a rispettare le idee altrui anche quando non le sento mie.
Tuttavia sono a favore di una rimozione da determinati luoghi pubblici, perché, proprio parlando di libertà, considero il crocifisso il simbolo di una ingerenza che, secondo il mio modesto avviso, non dovrebbe sussistere.
Sai anche bene che l'estensione del principio a tutte le condizioni da te citate è volutamente iperbolica e inapplicabile, anche se, ragionando per assurdo come si faceva in geometria, non posso darti torto.
D'altra parte a me potrebbe stare sulle palle uno, motivo per cui decido di sparargli.
Qualsiasi legge o decisione che sia, anche "non uccidere", in qualche modo sacrifica una libertà. Bisognerebbe valutare se il risultato che se ne ottiene sia commisurato (tendenzialmente superiore) al vincolo che si impone.
Per questo ritengo che la questione non si possa dirimere con molta semplicità.
Un saluto, dacty
Dacty: probabilmente è giusto togliere il crocefisso anche secondo me. Il problema è che è forse l'ultimo modello eticamente positivo che viene proposto.
Al di là del discorso religioso, che comunque la maggior parte delle persone non abbracciano, il crocefisso in un luogo pubblico trasmette l'idea dell'esistenza di cose "giuste" e cose "sbagliate" anche al di là della semplice convenienza personale.
Tolto questo, quale diventa il "nuovo" modello etico dell'uomo che agisce nel giusto nonostante le conseguenze? Ci restano l'uomo ragno e qualche calciatore.
Simone
Naaaa cosa hai contro le caldarroste?!?
io le A-D-O-R-O!Bellissimo arrivare all'utunno con le piazze che cominciano a riempirsi di caldarrostai*_*
quando a tutto il resto, l'hai detto tu:se togliamo tutto questo sarebbe solo una tela bianca e saremo forse solo un po' più infelici di ora.
ciao^_^
Il "problema", secondo me, Simo, è che il crocifisso (come del resto qualunque altro simbolo, religioso o meno che sia) trasmette valori distinti a seconda di chi lo osserva, e sulla base degli eventi specifici ai quali si desidera associarlo.
Per un cristiano il crocifisso è ad esempio simbolo di libertà (dal peccato, ma non solo), di sacrificio, di amore, ecc.
Quindi trasmette valori etici positivi.
Un'altra persona (volendo magari forzare un po' il ragionamento) potrebbe dire che il crocifisso è il simbolo delle Crociate o dell'Inquisizione, e associarlo quindi a eventi storici in cui, in nome di una religione, si sono ammazzati innocenti. Di conseguenza potrebbe affermare che un simbolo di questo tipo turba la sua coscienza perché trasmette valori negativi.
Io non mi sognerei di far rimuovere un crocifisso perché lo associo alle Crociate, però se qualcuno (in tutta coscienza e senza secondi fini pretestuosi) mi dicesse di pensarla così, non mi sentirei di dargli torto.
Un altro esempio classico è quello della svastica, una croce celtica che in origine era associata alla fortuna e a eventi ben auguranti.
Però, visto che questo simbolo è stato adottato dai nazisti in tempi recenti, ormai tutti noi lo guardiamo come emblema del male.
Questo per dire che il significato, più che nel simbolo stesso, sta forse negli occhi di chi guarda.
Poi, secondo me, quanto alla rimozione dei crocifissi dalle scuole, c'è molta politica di mezzo che ha ben poco a che fare con convinzioni religiose o autentiche ragioni di coscienza.
Ciao, dacty
Un appunto lessicale a margine: ho notato solo ora che tu scrivi "crocefisso", io invece "crocifisso".
Sono entrambe dizioni corrette?
Il correttore ortografico non me le segna, però non è che mi fidi molto. ^^
A essere onesto, nutro qualche dubbio più sulla mia...
Ciao, dacty
Ah, un'ultima cosa... oggi mi perdo i pezzi per strada.
Alla tua domanda "cosa ci resta, tra i modelli etici positivi" mi piacerebbe tanto poter rispondere, ma temo di non essere in grado.
Forse il coraggio di chi muore ancora per la libertà in Stati di oppressione civile e sociale.
Ciao, dacty
Dacty: croci o croce, credo vadano bene entrambi.
Qualsiasi comunicazione è dipendente dall'ambiente e da chi la riceve, non esiste alcuna soluzione a questo problema ma non si può certo smettere di comunicare.
Ovviamente non si può mettere un simbolo o un messaggio senza prima (o dopo) spiegarlo, ma questo ovviamente fa parte del "lavoro" di scuola e insegnanti.
Simone
Scusa il post fuori dalla righe Simone ma, da zia, mi chiedo: che ti è successo?
insomma...quale episodio c'è sotto al post?
La Zia in pensiero.
Niente zia, è solo una riflessione sul tema del momento... E poi mi giravano un po' che sul blog di luca mi hanno cazziato in 1000 per aver dato un'opinione poco uguale alle altre. Ma tutto a posto non preoccuparti!
Ho letto solo adesso i commenti sul blog di Luca (quelli relativi al post "incriminato").
Figo, posso averlo anch'io il buono omaggio per tre insulti? ^^
Scherzi a parte, secondo me è più stimolante parlare con chi la pensa in modo diverso, anche se magari alla fine ciascuno rimane della propria idea.
Forse discutere con chi la pensa allo stesso modo è solo più gratificante, ma anche meno coinvolgente e dispendioso.
Ciao, dacty
Intendi dire i commenti a proposito della Corrida?
E va bè, che dirti se non guarda e passa?
In teoria ciascuno dovrebbe poter dire la sua, anche se può non piacere o se sembra poco politically correct.
E poi i buonisti dell'ultima ora sono un tantino ridicoli (mi riferisco ovviamente a quelle ragazze che ti hanno dipinto come un mostro... rompipalle sì, ma mostro no! ^_^)
Dacty: ok, lascio il buono anche a te.
A me la discussione sta bene, è che su Internet ho sempre la sensazione che la gente mi tratti da idiota e mi girano... e sì puoi rispondere che se ho sempre questa sensazione un motivo ci sarà, ma poi te lo scalo dal buono! ^^
Alex: tra l'altro io non ho mai detto che la corrida fosse giusta, ho detto che ne avevo parlato da un punto di vista diverso (che nessuno credo è andato a vedere ^^).
Vabbe' ma così riprendiamo a litigare su 'sta cosa e non mi va, che poi hanno tutti ancora il buono per insultarmi e vengono qui e mi fanno nero, per cui parliamo del muro di Berlino adesso che metto online il nuovo post. E no non ho detto che era giusto il muro di Berlino, non cominciamo!! ^^
Simone
Ma secondo me il muro di Berlino non era poi questo gran male!
:)
Io vado matto per le opinioni contro. A volte rischio persino di sostenerne una per il puro gusto di averla, non perchè ci credo davvero.
Bel post, bel blog, bello tutto. Davvero.
Onice: grazie!
Simone
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