20/12/10

Seconda laurea in medicina: la fine degli esami... (del secondo anno).

Come appare penso evidente già dal titolo, oggi mi sono tolto quel mattone di Microbiologia e di virus, batteri, funghi e parassiti almeno per un po' non voglio più sentir parlare.

Cosa più interessante dell'aver superato un esame (a torto) considerato più leggero di altri, è che con Microbiologia ho chiuso con gli esami del primo e secondo anno di Medicina: ho fatto tutte le Anatomie, ho fatto Biochimica, ho fatto Fisiologia e tutto il resto. E questo, nell'ordine di importanza (almeno per me) comporta le seguenti cose:

- Se anche da qui a Settembre non passo più manco un esame, potrò comunque iscrivermi al quarto anno in corso, avendo rispettato le varie propedeuticità.

- Posso iniziare a preparare gli esami del terzo senza pensare a qualche mattone spaventoso che ancora mi sto trascinando dietro.

- Sono (almeno sulla carta) ancora perfettamente "in pari" con il mio presupposto di laurearmi nella prima sessione utile del sesto anno. I primi appelli del terzo anno infatti iniziano adesso, e almeno teoricamente potrei togliermi tutti gli esami che ho da dare e iniziare il secondo semestre senza nulla in arretrato.

Questo come dicevo però tutto teoricamente e sulla carta, perché ovviamente per studiare Microbiologia ho mollato del tutto Fisiopatologia Generale... e a prepararlo in poco tempo la vedo dura.

E vabbe', insomma, vedremo. Comunque sono contento e soddisfatto, e vedo che piano piano le cose vanno avanti.

Mi rendo conto anche che un post come questo può sembrare un po' troppo compiaciuto o auto-celebrativo, per cui aggiungerei un paio di cose: intanto, paragonato agli altri studenti di Medicina (quelli bravi) io sono comunque una mezza pippa con una media così così e un futuro da medico piuttosto oscuro e misterioso. Cioè, per chiarire, se ambissi a fare il neurochirurgo con i voti che ho preso finora potrei già lasciar perdere visto che sotto alla media del 30 certe specializzazioni te le sogni.

Poi è anche vero che le cose vanno abbastanza bene, e lo scrivo anche solo perché mi fa piacere farlo. Ma tutto è anche sempre nell'idea di raccontare il mio percorso a chi magari sta facendo una scelta simile, e non sa bene come regolarsi.

Insomma, io taglierei corto con le ultimissime considerazioni: sono passati praticamente tre anni da quando ho deciso di iniziare Medicina come studente anziano, e poco più di due dall'inizio vero e proprio.

Sicuramente io ho avuto più fortuna di altri e più possibilità di altri, avendo la situazione familiare e lavorativa che ho e senza troppi impegni e responsabilità da portare avanti oltre allo studio, e mi sono trovato la vita molto più facile.

Se dovessi dirvi che non è stato faticoso mentirei comunque di brutto. Oggi per dire sono distrutto, ho la tosse, ho sonno e scrivo come in trance dopo 6 ore di attesa prima di finire l'esame. Se dovessi dirvi che è stato difficilissimo, impossibile e che io sono un eroe mentirei ancora: alla fine è un impegno serio, ma preso come si deve e sacrificando un po' di fine settimana, vacanze o uscite serali è possibile e si fa, anche se l'età non è più quella "giusta".

Tra tutte le mie aspirazioni, i miei interessi e le mie passioni, quella che ne ha risentito di più è stata sicuramente la scrittura. Se vi dicessi che non mi manca per niente, e che un po' non rimpiango i libri che forse a questo punto non scriverò e pubblicherò mai, di sicuro sarei un ipocrita. Però, davvero, se ripenso a tante cose di quando facevo lo scrittore 10 ore al giorno (mentre scrivevo Primo Mazzini era così) e avevo questa fissazione quasi folle per blog e link e tutto il resto... be' quella vita no no, non mi manca per niente. Magari scriverò altro quando avrò più tempo, e magari scriverò anche meglio. Ora, per il momento, mi occupo d'altro.

Tornando indietro, se dovessi scegliere se ricominciare da capo o mollare tutto, credo che rifarei tutto quanto con molti, molti, moltissimi dubbi e preoccupazioni in meno. Alla fine mi aspettavo molto peggio, e tanti problemi che mi immaginavo erano solo auto-costruiti e non è che fossero poi così reali o determinanti.

Come dicevo tempo fa, lo ripeto ancora: è come se avessimo una sorta di istinto sballato che ci dice che certe cose sono impossibili e infattibili anche quando invece sarebbero facili. Una specie di malattia che ci lega davanti a questi schermi del cazzo, a lamentarci di problemi che non abbiamo realmente il bisogno di risolvere e a vivere una vita che in fondo non ci piace e non desideriamo.

Pensateci.

Simone

28 commenti:

Temistocle Gravina ha detto...

E' tutto vero quello che scrivi. In fondo noi non abbiamo problemi 'veri' da risolvere tipo: a cosa devo rinunciare di indispensabile per poter pagare la rata a fine mese? la nostra società induce in noi tanti bisogni non solo inutili, ma anche 'irreali' nella doppia accezione di 'non reali' e di 'assurdi', appunto 'fuori dal mondo reale'. Forse questo gioco del SB potrebbe servirci a ripensare alle cose essenziali, a ciò di cui avremo veramente bisogno. Poi penso che è comunque un gioco da fare davanti a "questo schermo del cazzo" e allora mi rendo conto che è un altro modo, forse, per evadere dalla raltà quotidiana.
Temistocle
(comunque stracomplimenti per il curriculum studentesco! Forse non potrai accedere a qualche specializzazione ultraspaziale, ma sarai un buon medico se lo spirito è questo!)

Simone ha detto...

Tim: esatto, il bisogno irreale di un telefono con un accesso a internet più veloce, o di software per moritorare meglio le visite al blog.

Poi non è così semplice liquidare le cose come superflue o perdite di tempo. In fin dei conti la vita è fatta anche di questo, di divertimento e di momenti in cui pensare ad altro.

Quello che non mi piace è quando l'altro prende il sopravvento. Passare più tempo su internet che a lavoro, dare più importanza al marketing di un libro o di un prodotto che al suo effettivo valore, la burocrazia che impedisce che un qualcosa venga costruito perché una firma è fuori posto...

Alla fine costruiamo e creiamo cose per stare meglio, ma c'è un limite oltre il quale il "meglio" diventa un pantano e ci affoghiamo dentro. Purtroppo mi pare che siamo in pochi a parlare di queste cose, per cui evidentemente è una sensazione mia e tua ma ad altri non sembrerà così.

Il SB è una bella idea che anzi credo possa avere anche un seguito interessante e importante. Ma come già detto altre volte i rapporti con alcune persone ormai si sono incrinati e ho pensato che non fosse il caso di "imporre" la mia presenza.

Simone

Temistocle Gravina ha detto...

Scusa se parlo di cose che non conosco e 'mi faccio i fatti tuoi', ma scrivere un 'tuo' racconto, sul 'tuo' blog su qualcosa che ha per argomento una storia di sopravvissuti, penso non pesti i calli a nessuno. Ci può anche essere gente (per esempio: io) a cui farebbe piacere sentire la tua campana della storia, che non sarebbe poca cosa.
E mi scuso ancora per l'intromissione.
Temistocle

Simone ha detto...

Grazie Tim, sei davvero gentilissimo... tutto sommato il post sugli zombi dell'altra volta era già un po' il mio "punto di vista" sulla cosa. Un racconto serio non so se mi verrebbe, non è che sia troppo nelle mie corde ^^.

Simone

Anonimo ha detto...

Niente è complicato se ci cammini dentro. Il bosco visto dall'alto è una macchia impenetrabile, ma tu puoi conoscerlo albero per albero.


Tieni duro!... ti leggo qualche volta perchè mi piace quello che scrivi e sprattutto perchè spero di studiare medicina tra 2 anni, anche se sarò già in ritardo di 5 anni sulla tabella di marcia.... ma chissenefrega!

Buone FESTE (se ci credete)!


ciao!

Simone ha detto...

Grazie, buone feste anche a te! ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Caro Simone...
Mi chiamo Riccardo ho 37 anni e...scoprendo casualmente il tuo blog ne sono rimasto piacevolmente colpito.
Mi sono laureato in lettere 10 anni fa circa e dopo due master (marketing e qualche anno dopo, restauro dei beni culturali) mi sono iscritto ad architettura (ora sono alle prese con chimica, materia che mi ha fatto 'incrociare' il tuo blog).
Innumerevoli tempeste di dubbi e ripensamenti mi accompagnano in questa mia nuova e recente avventura: spasmi, sofferenze, preoccupazioni per il futuro...ma l'architettura è la materia che ho sempre sognato.
Insomma avrai capito che ci sono dei fattori che legano le nostre esperienze. E sapere che c è addirittura chi dopo ingegneria ha scelto medicina...beh...mi rinfranca tanto della mia scelta (giustificata anche da un assegno di ricerca nella medesima facoltà...)
Mi piacerebbe continuare ad oltranza...scegliere addirittura il prossimo corso...ma l idea di dovermi impegnare in un 'doveroso' lavoro, rende (quasi)ridicola pure l'attuale scelta di architettura.
Pur non avendo impellenti problemi economici, mi sento in dovere di 'sistemare' l'aspetto su cui naturalmente l'uomo si identifica: il lavoro. Ti scrivo tutto ciò ovviamente perchè vorrei un tuo parere su quest ultima affermazione-vincolo che porto con i miei pensieri mentre studi..chimica. Ciao!

Simone ha detto...

Ciao Riccardo! Intanto scusa se ho aspettato tanto a rispondere, ma come dicevo anche in altri commenti per fortuna a Natale sono stato un po' lontano dal PC.

Il tuo discorso sul lavoro è importante, e sinceramente ho difficoltà a dare un'opinione su due piedi. Magari potrei inserire il tuo messaggio in un post qui sul blog, dire la mia e magari aspettare anche di leggere il punto di vista di qualche visitatore.

Così al volo comunque ti direi che sono in difficoltà: da un lato credo che un adulto debba essere economicamente indipendente e in grado di "produrre" qualcosa, dall'altro credo che lo studio preso seriamente sia assimilabile a un qualcosa di produttivo, anche se è su un piano diverso.

Insomma forse ti ho già risposto, ma aspetto di sapere che ne pensi riguardo a quel post.

Simone

Riccardo ha detto...

Ciao Simone e grazie per la risposta.
Beh come scrivevi anche tu in effetti a parte ogni ragione oggettiva rispetto alla questione di cui parliamo, c'è anche una situazione soggettiva. E' ovvio che se sono oltremodo 'facoltoso', il lavoro può attendere. Ma io non lo sono per cui parto da presupposti pressochè diciamo 'comuni' di liquidità :)
Tornando all'argomento principale, ritengo che in genere ognuno di noi debba trovare la sua dimensione anche sul lato formativo; quella più congeniale, quella in cui si sente realizzato. I tempi e i modi...sono ovviamente importanti..quindi magari una persona per controbilanciare e contravvenire alle sue rinnovate istanze formative (in avanzata età), dovrebbe per esempio svolgere un attività part-time liberandosi magari dalle imposizioni dell''IO'' e del SUPER-IO...la mia è una delle possibilità/ipotesi.. :) aspetto magari le vostre :)

Simone ha detto...

Riccardo: come già ti dicevo intendo parlare un po' meglio di questo argomento. Non ho capito se per te va bene che io riporti il tuo messaggio... in ogni caso non è necessario visto che è un tema che si può introdurre in tanti modi.

Ciao!

Simone

riccardo ha detto...

Certo, scusa, pubblica pure il messaggio!

Dama Arwen ha detto...

Straquoto soprattutto la parte finale del tuo post.

Sai cosa mi hai fatto tornare alla mente? il racconto "IL COLOMBRE" di Dino Buzzati... se non lo hai fatto, te lo consiglio!

Riccardo ha detto...

...Dama scusa..leggevo il tuo post...a 'cosa' o a 'chi' ti riferivi?
Comunque raccolgo il tuo invito a leggere Buzzati...e mi fai pure venire in mente il 'Deserto dei Tartari'...

Riccardo ha detto...

ps. ciao Simone,
sai, pensavo...stamattina ho letto di una facoltà, che già conoscevo, ma mi ha fatto venire in mente il tuo blog. Ingegneria bio-medica...ci hai mai pensato prima? Così, giusto una curiosità...

Simone ha detto...

Riccardo: eh... ci avevo pensato. Poi al pensiero di iscrivermi nuovamente a ingegneria non ho dormito per 2 notti di fila, e ho cambiato idea.

Simone

Riccardo ha detto...

..capisco.
..cioè..non capisco...ma...cmq..avrai di sicuro le tue buone ragioni...

Cmq..intanto proprio oggi ho superato il mio primo esame: chimica! :)

ps. la mia responsabile di dipartimento (ho un assegno di ricerca nel settore restauro) mi ha fatto una strana osservazione nel complimentarsi per l'esame. Del tipo : ''bravo bravo....e poi sai ad una certa età...è di sicuro più difficile!''.
Ho pensato tra me e me...''..ad una certa età???!! cioè? ma perchè a 37 anni si è già in invecchiamento cerebrale??''Beh mi auguro proprio di no!
Se qualcuno ha nozioni di qualsivoglia tipo in merito a ciò....sarei curioso di sapere se in effetti a 35-40 anni non hai più il cervello da 20enne...

Simone ha detto...

Quello che intendo e' che non credo che abbia senso una seconda laurea in ingegneria se quello che faccio adesso come ingegnere non mi soddisfa...

Riguardo l'età, io ho effettivamente grosse difficoltà a memorizzare ma forse era così anche prima... comunque passati i 20 anni la mielina delle spine dendritiche dei neuroni si e' completamente formata, per cui forse non e' che uno si e' giocato il cervello ma imparare cose nuove potrebbe essere più difficile. Tutto in linea teorica comunque, ma forse prima imparavo un po' più rapidamente. Tu non hai questa sensazione?

Simone

Simone ha detto...

E complimenti per l'esame!

Simone

Riccardo ha detto...

Ciao e grazie della breve, e per me difficilmente comprensibile, spiegazione circa il possibile ''invecchiamento del cervello''.

Sulla questione della capacità di memorizzazione...beh..non nascondo che per assimilare, devo ripetere, per così dire, un numero svariato di volte e il ricordo per altro decade con una certa rapidità, ma nel complesso non percepisco ''enormi differenze'' dai ventanni agli attuali 37.
Grazie, il prossimo è un pochino più tosto ''analisi matematica''...povero me! :) tu ora che prepari?
By

Simone ha detto...

Riccardo: pensa solo che in testa hai come un circuito che con gli anni diventa meno elastico. Non è una cosa negativa in assoluto, ma io credo di aver avuto un grosso calo passati i 30 anni ^^.

Ora mi faccio qualche giorno di vacanza e poi inizio a preparare Fisiopatologia generale. Analisi può essere un problema, forse ad Architettura non rompono come in altre facoltà ma probabilmente dipende che professore ti capita. In bocca al lupo!

Simone

Riccardo ha detto...

..grazie, la metafora è di sicuro più chiara..Io non ho così vividi ricordi di quando studiavo/memorizzavo nel decennio dei vent anni...ma sono sicuro che la ''motivazione'' ti dà una marcia in più nello studio.

Su matematica penso che abbia ragione tu. Devi sicuramente investire tempo ed energie nel cercare di capirla, ma i prof, almeno questa è l'impressione, non sembrano particolarmente accaniti. Cmq l'esame è fra 20 giorni circa...vedremo...
Goditi la vacanza e buono studio per il prossimo impegno d'esame :)

getzabel ha detto...

ciao simone!!!!! anche io studio medicina..... e ho 34 anni.
in questi anni ho perso i genitori.... ho avuto due figli... mi sono sposata... mi sono trasferita da un paese di un lago del nord a una bianca e solare città pugliese. Ho fatto tanti sacrifici. studio cercando di non trascurare i miei pupi. so cos'è la sofferenza ma anche cosa significa un sorriso....cosa vale imparare a vivere giorno per giorno... l'importanza di tendere una mano... oppure di aggrapparsi ad una mano tesa.... sono in super ritardo ormai e questo è un prolema che fatico ad accettare.... però mi do da fare. ora sto studiando neurologia. aspetto il giorno in cui mi siederò di fronte al professore che ormai non conosco più. aspetto il giorno in cui la prima domanda sarà....signorina come mai a quest'età siamo ancora qui????

Simone ha detto...

Getzabel: mi sembra che la risposta saprai darla benissimo. ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao Simone, come stai?
come vanno i tuoi studi di fisiopatologia gen.?
Io appena qualche giorno fa ho superato analisi 1 :) sono contento. Ma mi chiedo sempre cosa farò da grande...ora seguo le mie passioni ma...forse una stella polare è necessaria...

Un saluto anche a Getzabel (forse Isabella o Graziella.. :). Un saluto ed un incoraggiamento per i tuoi studi! Coraggio!
Magari nonostante l'età (io sono cmq più grande di te) potresti fare 'ricerca' e pervenire a qualche scoperta importante. Mai dire mai!

Ciao Simone

Riccardo ha detto...

ps. L'anonimo di cui sopra sono io, Riccardo! :)

Bum Bum ha detto...

Se la mielina delle spine dentritiche a 20 anni si è ormai completamente formata allora quando ci siamo iscritti all'Università a 19 anni avevamo già tutti dei problemi a memorizzare, quindi non cambia niente se si inizia a studiare dopo il diploma oppure a 35 anni ;-)

Bum Bum ha detto...

A me viene da pensare questo: se "passati i 20 anni la mielina delle spine dendritiche dei neuroni si e' completamente formata, per cui ... imparare cose nuove potrebbe essere più difficile" significa che, quando a 19 anni abbiamo iniziato l'Università, avevamo già tutti problemi/deficit di memorizzazione.
Dunque studiare quando si hanno 35 anni e studiare quando se ne hanno 20 non presenta nessuna differenza fisiologica ;-)

Simone ha detto...

Può darsi... forse a 20 di neuroni ne hai di più! ^^

Simone