07/06/12

Seconda laurea in Medicina: cosa farò dopo la laurea?

Sono ancora molto lontano dalla fine degli studi e da questa benedetta seconda laurea.

Intanto devo ancora dare troppi esami del quarto anno. Poi mancano quinto e sesto, e dopo la discussione della tesi ci saranno quei mesi di tirocinio e ancora l'esame di Stato. Il dopo laurea insomma è un periodo ancora fumoso e che si vede lontano e distante dopo ancora troppo studio e troppe rotture di palle da sopportare.

Però, insomma, io ci sto già pensando da un po': e dopo, che faccio?

Non è una decisione facile, ma è un qualcosa che bisogna considerare già da adesso perché la scelta del reparto dove fare la tesi implica quasi sicuramente la scelta dello (stesso) reparto dove puntare a una specializzazione.

Solo che io non so ancora che specializzazione farò, se mai ne farò una, e se ci mettiamo anche il fatto che in alcuni reparti dove pensavo di voler andare non mi sono nemmeno trovato così tanto bene ecco che mi ritrovo - a 37 anni suonati - a non aver ancora capito che medico voglio essere.

La mia idea era quella di fare il dottore che sa un po' di tutto. Il tizio che gli telefoni alle due di notte per un mal di pancia o che ti passa a visitare quando hai la febbre o ancora che se devi operarti o se hai qualche problema che non si risolve in quattro e quattr'otto sa dirti a quale specialista rivolgerti e magari ti segue durante le varie visite e le procedure che seguiranno.

Questa era insomma la mia idea di medico di base, completamente smontata dalla realtà della medicina odierna: per gli altri dottori se solo nomini medicina di base sembra che hai insultato le loro mamme defunte, sbiancano e quasi gli viene un mancamento.

I medici di base che ho conosciuto (lo so che sono qualunquista, ma è l'esperienza che ho avuto io) nella sala d'attesa si ritrovano quotidianamente una decina di vecchiette che non hanno nulla e vogliono solo parlare con qualcuno, e quando arrivi tu che forse potresti avere qualcosa manco ti guardano ma ti fanno il foglietto per la visita specialistica e vaffanculo... che c'hanno troppo da fa' per dare retta a un paziente singolo in particolare.

Allora l'idea, una delle idee, sarebbe quella di imparare a fare il medico sul serio specializzandomi in medicina interna, medicina d'urgenza, un master da qualche parte... insomma diventare capace al di fuori del pezzo di carta in sé, e poi lavorare magari nel privato. Ma è tutto vago e fumoso e alla fine sembra più un progetto campato per aria che una realtà attuabile.

Aggiungerei inoltre che la medicina interna - pur essendo forse la medicina migliore da un punto di vista delle conoscenze - la trovo di una pesantezza assoluta con infiniti libri da sapere a memoria e pazienti sempre più anziani e malandati che poveracci devi seguire senza poi cavare alla fine della fiera un vero ragno dal buco. Cioè, anche il mio post sulla medicina interna non se l'è filato nessuno! È proprio un settore un po' palloso, la verità è questa.

La medicina di urgenza è più interessante. O forse lo sarebbe, visto che è forse l'unico reparto dove ancora non sono riuscito a mettere piede per un tirocinio di prova. Stanno così incasinati che è un problema pure dire a uno studente "vieni, mettiti lì e non rompere i coglioni", come fanno invece negli altri reparti. E io dovrei chiedergli la tesi senza manco sapere di preciso cosa mi aspetta in anticipo?! Che confusione.

Dall'altro lato ci sono - perdonatemi il termine - le specializzazioni un po' più semplici. Sto parlando della chirurgia, e dico semplici non perché fare il chirurgo sia facile, ma perché hai la possibilità di concentrarti su poche patologie e tutto sommato le cose da ricordare come si deve sono in quantità limitata.

Cioè a medicina interna 10 pazienti hanno 10 malattie e 10 terapie diverse. A Urologia, se sei l'urologo che cura la prostata, su 10 pazienti 9 hanno problemi alla prostata e uno sta lì perché il medico di base s'è sbagliato a scrivere il nome del reparto sull'impegnativa e adesso al paziente poverino chissà che gli succede.

Però la chirurgia ha tutta una componente pratica che (come diceva qualcuno nei commenti passati) mi interessa evidentemente più di altre... ma è anche un grosso ostacolo: al Policlinico i chirurghi che operano non hanno meno di 50, 55 anni. Se loro hanno iniziato il loro percorso appena finite le superiori, ma che cavolo posso combinare io che ho iniziato 15 anni dopo? È una semplice questione di pratica e del tempo necessario ad accumularla, che probabilmente non c'è.

Il fatto è che i pazienti hanno diritto a essere operati dalla persona più abile e con maggiore esperienza. E a parità di età questa persona - probabilmente - non sarò mai io.

Aggiungiamo pure che di fare il chirurgo non me la sento nemmeno così tanto, che è una responsabilità immensa e secondo me se lo vuoi fare devi essere un tipo molto, molto molto molto ma dico davvero molto meno ansioso di me. O almeno credo, visto che è un qualcosa che puoi sapere davvero solo quando ti ci metti ma - per come è costruita questa facoltà - una volta che inizi anche solo per fare una prova poi cambiare strada in corso d'opera è davvero un casino.

Insomma, dopo la laurea: cosa farò?

Per il momento l'idea è di partire con l'internato per la tesi in medicina d'urgenza, all'inizio del quinto anno, per poi vedere se mi va di continuare in quel reparto oppure se mi converrà scappare appena si voltano un attimo. Di chirurgia invece mi limiterei a seguire qualche ambulatorio nell'ambito dei vari esami, tanto per avere un minimo di conoscenza delle varie patologie e dell'approccio a esse.

Poi ci sono altri progetti e altre idee che potrei affrontare e vedere a cosa porteranno: in fin dei conti sono sempre un Ingegnere (almeno se il timbro non scade dopo troppa inattività) e ho anche delle visioni un po' strane del mio futuro dove non è necessariamente scontato il fatto che io eserciti come medico: esistono anche la ricerca, o tanti ambiti dove conoscere la medicina può essere importante anche senza doverla necessariamente praticare.

Di idee e di interessi ne ho tanti, e mi piacerebbe anche provare più di una cosa: tutti i reparti, la ricerca, l'ingegneria in campo sanitario, il chirurgo, aprire una ONG, fare il medico di famiglia... ah e lo scrittore, sì: un giorno, potrei voler riprovare anche con quello.

Alla fine il mio guaio è sempre stato che vorrei fare tutto... e come per tutti quanti, il problema vero non è voler fare le cose o saperle fare. Bensì, semplicemente, riuscire a dedicargli abbastanza tempo.

Simone

11 commenti:

Eilan82 ha detto...

Ah, come ti capisco! -_-'
Anche io sono tra quelli che vorrebbero fare tutto, solo che purtroppo non si può e quindi tocca accontentarsi. >_>'
Il mio consiglio, comunque, è intanto di frequentare sicuramente i tirocini negli altri reparti (hai visto mai che scopri qualche altra cosa che ti piace :P ) e poi l'anno prossimo cominciare a tirare le somme... che dici? ;)

Engelium ha detto...

bella riflessione... molto comune a chiunque si avvicini al traguardo visto che sta cacchio di università non ti permetterà dietrofront (non facilmente almeno) una volta presa una decisione..

Mi permetto però di dissentire sulla tua (ed un tempo anche mia in realtà) idea del medico di famiglia... personalmente sono infatti convinto proprio del contrario in quanto, durante i miei tirocini, ho avuto a che fare con dei veri e propri "tuttologi" ... cioè il mio pensiero era sempre "ma come cacchio fanno a sapere tutte ste cose diverse se io dopo 2 giorni aver dato la materia le ho già rimosse?" ... diagnosi che spaziavano dalla dermatologia all'oculistica come niente fosse O_o

E poi rimane l'immenso lavoro di gestione quotidiana del paziente (pressione, diabete, colesterolo, ecc...) che se fatto per bene (ovvero con registrazione dei dati e analisi continua dei risultati raggiunti, EBM, ecc...) da anche delle grandi soddisfazioni :)

Si son rimasto a dir poco estasiato dai miei "tutor" in quest'ambito lo ammetto, e se ci avessi avuto a che fare qualche anno prima probabilmente avrei seguito quel percorso (ma mai dire mai! ... la specializzazione in fondo resta ancora un miraggio)

Anonimo ha detto...

Già, il guaio di voler far tutto e soprattutto di essere portati a fare più cose. Ci sono delle personalità "ricche", forse tu sei una di queste, io lo ero (definita così da uno psicologo), che avrebbero bisogno di più vite per realizzare tutte le parti di sè!Io vorrei essere interprete, traduttrice, psicologa, insegnante d'inglese, scrittrice, pittrice. Come si fa in una vita sola? E poi bisogna anche trovare un mestiere con cui campare. Mi fa piacere leggere di un altro come me, vedo tutti così ben indirizzati sui propri binari che mi sento un'aliena.

Simone ha detto...

Eilan: sì... è che per alcuni reparti 2 anni di frequenza sono il minimo, per cui si perde un sacco di tempo a cambiare idea!

Engelium: però quando nomini la medicina di base i "dottori" si scandalizzano... e pure quei tutor che sanno tutto magari prima si erano specializzati in qualcos'altro? Comunque non l'ho ancora escluso del tutto!

Anonimo: io dallo psicologo non ci vado che non voglio proprio sapere cosa può dirmi!!! :)

Simone

Temistocle Gravina ha detto...

E se provi con giurisprudenza? almeno lì ci sono due grossi rami: civile e penale, e da qualche parte ti sistemi!

Simone ha detto...

Tim: sì, non ci avevo pensato: una bella terza laurea dopo la seconda e prima della quarta. Ma alla quinta laurea mi pagano almeno la pensione con tutte le tasse universitarie che ho cacciato? :)

Simone

Temistocle Gravina ha detto...

@ Simone: certo! basta riscattare tutti gli anni accademici fatti e ti ritroverai con una ventina d'anni di anzianità!

Anonimo ha detto...

Ciao! Sono quella che ti vede come chirurgo o come futuro medico di base.

Il mio consiglio è semplice semplice, fai quello che più ti somiglia. Non ho letto tutti i commenti..magari qualcuno mi ha preceduta.

ps. Io ho una stima infinita dei BRAVI medici di base. Sono così in pochi ad essere preparati umanamente e materialmente. ps...ma i bambini non ti piacciono? Il pediatra è il loro medico di base: 2 piccioni con una fava!
Romi

Anonimo ha detto...

va dove ti porta il cuore...
casomai la scelta finale sarà una terza che non avevi neanche considerato!!1

Sandro Sandro ha detto...

Ciao Simone, volevo farti una domanda...Quando hai deciso di iscriverti a Medicina hai preso in considerazione i costi che avresti dovuto sostenere?...ti chiedo questo perchè, riflettendo sulla mia possibile iscrizione a Medicina all'età di 29 anni, il problema dei costi mi sembra quasi insormontabile, e se poi ci aggiungo che non ho un risparmio e che per i prossimi 6-7 anni la mia situazione economica andrà sicuramente peggiorando( super enalotto escluso) io non vedo una valida via d'uscita. Che mi puoi consigliare?

Simone ha detto...

Sandro: be', io mi sono iscritto sapendo che dal punto di vista economico potevo farlo. Purtroppo Medicina è una facoltà impegnativa e lavorare per mantenersi e studiare è complicato... anche se so di per certo che qualcuno lo fa (puoi cercare Max/Massimiliano tra le varie esperienze).

Di sicuro puoi provare con un part time e iscrivendoti come studente lavoratore. Ci metti più tempo e paghi meno tasse, già è un qualcosa.

Se no devi decidere se i sacrifici economici (tipo restare o tornare a vivere dai tuoi e lavorare quel tanto che basta per pagare le tasse universitarie) sono accettabili e se preferisci studiare rispetto a un'indipendenza economica.

Di sicuro non puoi fare Medicina E avere chissà che carriera o rientro economico. Io la mia laurea in ingegneria non l'ho più usata e mi occupo di contabilità per l'ufficio di famiglia.

Simone