07/02/13

Il giorno dell'esame.

Parte dell'encefalo che genera ansia durante gli esami.
La sveglia la mattina presto il giorno dell'esame è già di per sé una cosa troppo terribile. Che devi svegliarti ma c'hai troppo sonno, e devi alzarti per forza ma di andare all'esame proprio non ti andrebbe di farlo manco morto ammazzato.

Il giorno dell'esame mi piacerebbe svegliarmi che invece è già il giorno dopo e l'esame è finito, e invece niente: sto ancora nel mio bel lettone che fuori è freddissimo con un sonno che levati, e so con certezza che da lì in poi sarà una lunga - indimenticabile - giornata di merda.

È inverno pieno, e affacciandomi alla finestra vedo che piove pure e insomma - oddio - la morte.

Guido nel traffico con tutto il casino della mattina e della pioggia, e a ogni semaforo provo a riguardare qualcosa su quei cavolo di fogli strasottilineati e scarabocchiati che avrò riletto un milione di volte, ma che tanto non mi ricorderò mai bene come si deve perché non lo so ma al mio cervello proprio non va: è impossibile.

Parcheggio e via con l'ombrello e il freddo e la pioggia e l'infinita serie di fanculo giornata di merda chimmelaffatto fare che continuo a ripetermi da quel giorno del test di ammissione di non so più quanti anni fa.

Arrivo al posto dell'esame e ci stanno un po' di altri studenti, tutti stressati e impanicati e con centomila libri e foglietti e paranoie più o meno inespresse come me. I prof non ci sono e l'aula è chiusa e finisce che stiamo in piedi un'ora prima che arrivi qualcuno. E che gran rottura di palle.

Arrivano i professori: ci stanno il clinico e l'assistente e il chirurgo e poi forse viene il tizio che ha fatto quella lezione ma speriamo di no, che di quella lezione lì nessuno sa un cazzo. Dicono che l'assistente tiene le persone un'ora per uno e speriamo che non chiama me. Il chirurgo invece è quello buono, e speriamo che non arriva pure quello stronzo che boccia tutti che se no siamo fottuti.

Iniziano a chiamare. I nomi scorrono piano piano e il tempo insieme a loro mentre io esco a fumare, poi rientro, poi riesco a bere qualcosa, poi entro di nuovo e poi esco ed entro ed esco di nuovo e insomma seduto fermo non ci so stare. Ogni tanto tra bisbiglii e cose mezze sentite e mezze no esce fuori qualche domanda che non sapeva nessuno ed è un panico di foglietti e cellulari con wikipedie e google vari. Poi magari lo sapevi e non hai capito, oppure hai capito e non lo sapevi uguale... e comunque in ogni caso ormai stiamo qui, vada come deve andare e sticazzi.

Chiamano qualcuno che è poco prima di me. Saranno passate tre ore, ma ormai quasi ci siamo. Butto uno sguardo ai soliti appunti per un ripasso in extremis, ma mi sembrano cose che non ho mai nemmeno sentito nominare e d'improvviso non ricordo più nulla. Se mi mostrassero la mia carta di identità, direi: e questo, chi caspita è?!

Tocca a me, primo orale col primo professore. Vado bene, non benino ma nemmeno benissimo. Gli ho detto un po' di cazzate ma vabbe', poteva andare peggio. Ci possiamo stare.

Torno ad aspettare la seconda interrogazione, e sto a metà tra lo stress del sotto esame e la consapevolezza che ormai è quasi andata. Non so se c'è un nome per questa sensazione di quando un pezzo di esame comunque te lo sei tolto ma non si sa ancora come andrà l'altro. Un mix di ansia e di questa sensazione che forse t'ha detto bene e ce l'hai quasi fatta, quasi. Mi azzarderei a definirlo come un vago ottimismo.

Secondo orale. Qui comincio che è già una schifezza, ma un po' mi riprendo e un po' no e insomma a singhiozzo, con alti e bassi. Mi chiedono una cosa che sapevo fino a 30 secondi prima ma che adesso proprio non m'esce, fanculo a me e alla mia memoria del cavolo ma che cacchio lo sapevo... e invece niente. Per un attimo penso sta a vede' adesso se questo per 'sta cosa mi boccia, però non mi boccia ma insomma manco c'è tutto questo entusiasmo e l'interrogazione finisce così, che so' andato un po' de' merda, diciamo la verità.

Ma la sensazione più bella non è quando ti dicono il voto, o quando torni a casa o quando butti finalmente al cesso quegli appunti maledetti del cavolo. Il bello è quando vedi che ti mettono un voto e che era l'ultimo orale, che vuol dire che l'esame ormai è finito e - vada come vada - sei passato.

Ed è vero che c'è chi alla media ci tiene e tutte quelle storie per la specializzazione e concorsi vari che non vincerò mai, ma io non ho mai rifiutato un voto in vita mia e i giudizi per me non sono dati in trentesimi ma in un semplicissimo passato/non passato facente parte di un insieme booleano.

Passo dal terzo professore, ma questo fa solo la media tra i due di prima. Un voto è un po' meglio, uno è un po' peggio, mi regalano pure qualcosa e tiè: viene fuori un votone. È una settimana che prego che non mi boccino, e poi esce un voto che manco mi meritavo ma nemmeno se proprio studiavo un altro mese ed ero uno normale, di quelli in grado di memorizzare le cose.

Ma c'est la vie: è l'università, e così sono gli esami: una gran fatica di mesi che poi ti giochi tutta in mezza giornata di stress ed eventi assolutamente casuali. Ma quando arriva qualcuno che si vanta di una sua bella laurea cum laude che lui è tanto figo e tanto bravo e capisce tutto lui, pensate sempre che - magari - ha semplicemente avuto un'interminabile serie di botte di culo.

È finita. Verbalizzo, ringrazio, saluto, auguro in bocca al lupo a qualche amico che aspetta ancora nella dimensione del terrore dove vivono gli studenti esaminandi, e me ne vado.

Fuori non piove più. Caffé, sigaretta, finalmente mi rilasso un po'. E un altro esame è andato.

Simone

6 commenti:

Stellapazza ha detto...

quando festeggi col gruppo? :)

Simone ha detto...

C'è un'epidemia di colera per cui la settimana prossima ci si vede!

Simone

Dama Arwen ha detto...

Ebrbavo.
Sai cosa mancava nella tua descrizione?

Specie nell'attesa tra un esame e l'altro, quella sensazione che il metabolismo sia impazzito e ti scappa anche un po' la cacca… ma che è più psicologico che fisico o forse tutte e due, però è così.
Ecco. :-P

Però non vale, alla fine il voto non lo hai svelato!!

P.S. Anche io penso che il voto in sé conti poco… e non è che al liceo, a volte, fosse molto diverso... se a un prof stavi sul cazzo ti dava sempre 4 anche se le cose le sapevi… di contro c'erano quelli che si arrampicavano sui muri pur non sapendo un cazzo e portavano a casa le sufficienze. È sempre - anche - questione di chiulo!

Simone ha detto...

Dama: penso che ognuno metabolizzi lo stress in modo diverso. Io non riesco a stare fermo mentre qualcun altro deve correre in bagno... che poi fa parte di una reazione naturale di tipo attacco/fuga che si attiva di fronte a una situazione che l'organismo interpreta come di "pericolo", visto che in natura possono provare a mangiarti ma di esami per fortuna non ce ne sono :)

Simone

paroleperaria ha detto...

complimenti! :))
anche io non ho mai rifiutato un voto all'università e ho avuto tante botte di culo (altre volte studiavo!)... qualche volta mi sono capitate cose, tipo "spero di prendere almeno 18" e sono uscita dall'esame con voti buoni, addirittura, una volta, altissimi (era l'esame di fisica, che odiavo... 30 allo scritto - per culo e non avevo nemmeno copiato - e 30 all'orale).
Ciao!

Simone ha detto...

Fra: infatti c'è questo aspetto casuale che però complica molto le cose. Cioè se io fossi CERTO di andare bene o di andare male magari non andrei proprio oppure mi presenterei più tranquillo. E invece è sempre una lotteria :)

Simone