27/05/13

Il tempo per studiare.

Attività sociale studentesca: studiare in biblioteca.
La sessione estiva è ormai iniziata da un po': sono già diversi giorni che ho intensificato lo studio (o almeno ci provo) ed ho già passato il primo dei tanti fine settimana sui libri fino a notte più o meno inoltrata.

Il problema - come del resto è sempre stato anche negli anni passati - è che il tempo che è possibile dedicare allo studio è veramente ridotto all'osso.

E non parlo solo per me, visto che da quanto ho visto è un problema di tutti: ti svegli la mattina che già stai in ritardo per la lezione. Vai lì solo per la firma perché magari non potrebbe fregartene di meno, ed è capace che ti ritrovi pure una lezione tale e quale a qualcosa già fatto negli scorsi anni o dove il docente parla parla parla ma poi - se vai a stringere - facevi prima a studiarti le cose sul libro.

Poi c'è la pausa pranzo tanto per farsi un panino, e il pomeriggio capita che hai un paio di seminari semi-obbligatori o un tirocinio o il reparto o ancora un'altra rottura di palle come andare a farsi mettere una firma sul libretto da qualche docente degli esami passati: che senza tutte le firme non ti puoi laureare, ricordatevelo bene e provvedete prima che sia troppo tardi!

E con tutto che io sono fortunato e abito a 20 minuti di macchina dall'università (c'è chi deve prendere un treno) mi capita di tornare a casa che è già pomeriggio inoltrato, se non più tardi. Aggiungiamo il fatto che nella vita di una persona ci sono anche cose come fare la spesa, lavarsi e magari mangiare una volta tanto seduto a tavola, alla fine se nell'arco della giornata uno decide di prendersi un po' di tempo anche per svagarsi o vedere qualche amico vuol dire che - semplicemente - quel giorno, di studiare, non hai avuto tempo.

E allora finisce che il tempo devi inventartelo, in qualche modo:

Sì può semplicemente non andare a lezione. Ma c'è la frequenza obbligatoria, e molti professori controllano o fanno proprio l'appello... e oltre a essere anche una cosa considerata scorretta (la frequenza, ripeto, è obbligatoria) c'è il rischio di ritrovarsi a non poter dare qualche esame, e personalmente io lo sconsiglio e a lezione ci vado - quasi - sempre.

Si può studiare durante le lezioni: ti porti il libro dell'esame che stai preparando (ma vanno fortissimi anche gli esoneri di farmacologia) e mentre i professori parlano d'altro tu studi per i fatti tuoi. Questa cosa non è nemmeno di per sé fuori da qualunque regolamento (in ogni caso, a lezione ci sei) e l'unico vero inconveniente è che poi resti indietro con la materia che - non - stai seguendo... ma che magari recupererai più avanti, durante le lezioni di un altro corso.

Si può rinunciare ad andare in reparto, oppure andarci il meno possibile. Dalla mia esperienza, quasi tutto quel (poco) che so fare come aspirante medico è nato dal reparto, dalle esperienze con la Croce Rossa, dai tirocini quando li fanno come si deve, e solo in minima parte da nozioni apprese in pochi - selezionati - esami: la farmacologia prima di tutto, alcune basi di anatomia e biologia dei primi anni, e poi parte delle patologie integrate. Tutto il resto mi perdonerete ma per me è nulla applicato alla formulazione di giudizi scritti su dei pezzi di carta... che equivale ad altro nulla.

Poi magari ti rendi conto che certe cose che vedi in ospedale le avevi già studiate, ma non è che basti quello perché sui libri è tutto astratto e tutto confuso e tutto sempre e inspiegabilmente importante al pari di tutto il resto: come se l'infarto o l'otite esterna fossero patologie della stessa e identica gravità.

Non andando in un (buon) reparto insomma si rinuncia a migliorare dal punto di vista medico... e io tra l'altro in ospedale mi diverto anche, per cui non me la sento nemmeno: cioè, perché devo privarmi dell'unico aspetto dell'università che mi piace? E insomma, anche qui, niente.

Ancora, puoi studiare la sera, e la notte. E nei fine settimana, e durante le feste. Che poi è proprio quello che faccio spesso io, specialmente quando sto sotto esami.

Diciamo che durante i corsi studio pochino, ma quando sto sotto esame inizio a tagliare uscite, serate, cene, calcetto, cinema e birre varie. Ci sono periodi in cui inizio a negarmi a destra e a sinistra, e chi mi conosce magari lo sa e ci ha fatto il callo e sa che sono fatto così, e per fortuna non se la prende più di tanto quando inizio a sparire.

Altre volte magari studio fino a tardi, arrivo dopo, prendo una birretta e me ne rivado dopo poco che "domani mattina devo studiare", dico. Quando faccio così credo sia il massimo del secchione antipatico rompipalle che se la tira. ;a tant'è: sarò secchione, sarò antipatico e me la tirerò pure... però - magari - prima o poi, riuscirò anche a laurearmi.

Simone

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Simone, è vero, le lezioni pochissime volte ti danno qualcosa in più. Secondo me potrebbero intervenire su questo punto, magari rendere queste lezioni un po più anglosassoni. Qualche volta ti ho scritto e se ricordi come te sono uno studente un po in la con l'età. In questi giorni però più che lo studio mi rende triste un incontro che ho fatto qualche giorno fa. Ho incontrato un amico del liceo che portava a spasso suo figlio. Forse a quasi 40 anni mi rendo conto che sarebbe stato bello essere padre e aver sacrificato tutti questi anni per medicina invece di metter su famiglia è un pensiero che da un po mi sta perseguitando. Scusa se spesso, noi frequentatori del tuo bellissimo blog, ti scarichiamo qualche nostra fissa addosso. Forse lo facciamo perchè spesso, attraverso la tua esperienza raccontata, troviamo la forza per andare avanti. MATTEO

Simone ha detto...

Matteo: di figli e dell'età che avanza avevo intenzione di parlare prima o poi... comunque dedicarsi allo studio è stata una scelta ma non penso sia l'unico motivo per cui almeno io non ho una famiglia mia.

Alla fine ci sarà sempre un qualcos'altro da fare o impegni o lavoro da seguire a togliere parte del tempo per cui forse è solo una questione di volerlo e provarci almeno come si deve... cosa che finora non ho fatto.

Poi ci sono 40enni senza famiglia e che non hanno nemmeno seguito le loro aspirazioni, per cui insomma guardiamo il lato positivo! :)

Simone

Anonimo ha detto...

Ma di cosa vi preoccupate voi uomini? Voi non avete mica problemi, siamo noi donne a farli i figli, e per noi dopo una certa età diventa seriamente un problema, principalmente fisico. Io spero di entrare quest'anno, a 24 anni, di finire ed entrare in specializzazione per i 31..e poi appena mi sarò sistemata spero di poterne mettere in cantiere uno, di figlio. Ma forse non ha tanto senso farsi tutte queste pare. Comunque io ragiono un po' come Simone, voglio fare il medico, anche nell'ambulatorio del paese sfigatello o nell'ambulatorio della Caritas, mi basta aiutare la gente e stare a contatto con chi soffre,, poco mi interessa fare la gara al voto più alto per entrare nella specializzazione figa o fare carriera all'università, preferisco portare avanti la mia vita, e godermi i miei anni..
P.s.: ti seguo sempre ma non commento mai, il tuo blog mi sprona un sacco a studiare per il test, che proverò quest'anno per la prima volta. Ti avevo anchescritto in privato lo scorso dicembre, quando ero ancora indecisa sulla strada da prendere.
Fra

Simone ha detto...

Fra: per gli uomini è molto più semplice, però pure per noi non è che se fai un figlio a 60 anni poi è tutto rose e fiori eh! :)

Comunque io infatti non mi preoccupo... cioè lo faccio ma so anche che finora ho seguito un determinato percorso mentre nei progetti a lungo termine spero di realizzare anche altro. Ci ho messo tanto a trovare una mia strada, e probabilmente arriverò più "tardi" di tanti altri anche su altre cose. Semplicemente, sono un po' più "lento" io :)

Riguardo alla lettera devo rileggerla per ricordare i dettagli... comunque sia finire a 31 anni è una favola altro che a 39 come i vecchietti come me! :) E facci sapere come va il test!!!!

Simone

Anonimo ha detto...

Ridurre un po' le lezioni (e se proprio vogliamo anche l'inutile infinito programma di alcune materie) ed aumentare il tempo dedicato al tirocinio probabilmente sarebbe la scelta più saggia per migliorare e facilitare la formazione dei futuri dottori. Non ho studiato medicina ma non so per quale motivo debba risultare utile studiare diecimila patologie che non ricorderai mai dopo l'esame e che non vedrai per il resto della tua vita... Le releghino alle specializzazioni!
Io sono infermiere ed esattamente come te credo che frequentare il reparto sia molto più formativo. Al di là delle procedure, che alla fine del corso di laurea devi PER FORZA conoscere, le conoscenze me le sto facendo ora sul campo.
Per non parlare delle soddisfazioni che ti prendi ogni volta che termini una "giornata si"=)
Invece molti tirocini di medicina sono delle frequentazioni di quattro giorni in cui guardi uno specializzando lavorare... Quando vedo gli studenti in reparto provo una sorta di tristezza per loro dato che usciranno dal corso con il timore del loro stesso titolo...

Nicolò

Aliprando Guasto ha detto...

scusa che ti chiedo, ma lo leggo da un po' e non ho capito: cosa sono gli "esoneri"?

Nimbus ha detto...

Ciao Simone,
è vero che il tempo non basta mai, che la mole di lavoro è notevole, ma per ora sto facendo studiare la mia ragazza (al VI anno e più giovincella) e sinceramente le materie mi sembrano molto più semplici di quelle ingegneristiche (abbiamo fatto ortopedia e chirurgia plastica, che magari non sono fra le più difficili). fra due mesi ho i test, so che a 29 anni non sarà facile, ma per ora non ho intenzione di smettere di lavorare (ricomincio a luglio, dopo 3 mesi di pausa/crisi) e cercherò di coordinare il lavoro con lo studio, almeno per 2/3 anni. Sarà una faticaccia, probabilmente non metterò su famiglia come Matteo, mi pentirò di nuovi errori, ma pazienza, ho tergiversato fin troppo, prima di fare questa scelta. poi magari non passerò i test e ci rinuncerò per sempre :)

Simone ha detto...

Nicolò: 4 giorni?!? Veramente sono 2 ore, in genere. Il tirocinio te lo fai da solo frequentando fuori dalle lezioni, ma ovviamente ti fai il mazzo doppio.

Aliprando: un esonero è una prova che vale come parte di un esame ma non viene verbalizzata. Farmacologia da me è divisa in 10 parti (esoneri): ne prepari una, ti prenoti, va
i all'appello e fai un primo esame. Poi la seconda, la terza e fino alla decima e quando hai fatto 10 esoneri il prof ti fa la media finale e ti verbalizza l'esame.

Rastanguria: ortopedia e chirurgia plastica sono piccolini... non esiste nemmeno l'esame di ortopedia si fa insieme ad altre 2 materie, lo stesso chirurgia plastica è una parte di dermatologia. Gli esami del secondo anno sono i peggiori, quelli del quinto e del sesto hanno il problema che sono tanti (17 in 2 anni) e fatti da più materie unite.

Ma non ti fare 2000 seghe mentali: vai e spacca tutto!!!

Simone

Silvia ha detto...

Sono d'accordo, le lezioni non servono a un piffero...servirebbero forse se fossero collegate in modo molto più stretto ai tirocini...magari a casi clinici incontrati in reparto, o comunque se fossero organizzate in modo completamente diverso e molto più interattivo. Quanto al tempo libero, temo che la situazione resterà drammatica anche dopo laurea e abilitazione, il lavoro del medico è quasi a tempo pieno (ma alla fine anche un chirurgo, che è capace di restare in ospedale dalle 7.30 del mattino alle 21.30 di sera, riesce a farsi una famiglia)...Però almeno c'è un compenso! Lo studente lavora gratis!! :D

PS:Ma come firme sul libretto? Non fa fede il libretto on-line? Informati bene perchè io ho perso un sacco di tempo ad andare a cercare i proff nell'ultimo mese prima della laurea (mi mancavano tredici firme) e alla fine avevo faticato inutilmente perchè bastava che tutto fosse convalidato on-line....;)

Simone ha detto...

Silvia: sì, le cose non migliorano mai! :)

Da noi ci sono dei crediti (si chiamano ade) che vanno fatti tramite lezioni e seminari, e quelli servono e bisogna farsi mettere troppe firme!

Simone

Aliprando Guasto ha detto...

certo che ci sono veramente tante differenze tra un ateneo all'altro!

Ogni ateneo (e a volte pure le singole facoltà e corsi di laurea) addotta delle regole differenti dall'altro, dalla registrazione dell'esame, alla modalità di esecuzione di questi, ai programmi...
Addirittura a volte la verifica varia nello stesso anni di corso, passando da un esame che prevede unicamente le "crocette" ministeriali, a un esame con 7 orali...

ecco un altro motivo che renderebbe ingiusta la valutazione di determinati esami a livello nazionale quando in una facoltà un esame può essere un mattone e nell'altra molto più semplice, e viceversa.
In un ateneo un esame è monografico, nell'altro è un modulo in un corso integrato...

Simone ha detto...

Nella riforma conterebbe la media non i singoli esami, tra l'altro pesata sui voti dell'ateneo (anche se alla sapienza per esempio ci sono 5 canali e vale il discorso che fai tu). Resta il fatto che non è proprio giusto per me valutare solo i voti perché in dottore 'bravo' è anche altro...

Silvia ha detto...

Mmmh, speriamo che nel valutare la media "pesata sui voti dell'ateneo" tengano conto di eventuali trasferimenti...non sempre la media è il frutto di esami svolti nel medesimo ateneo! :)

Simone ha detto...

Silvia: non lo so... ma 'sta cosa della media pesata è strana infatti :)

Simone