06/12/09

I pesci del comandante.

Quando facevo il militare, imboscato in realtà all'interno del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, uno dei miei compiti di maggiore importanza era quello di accudire i pesci che abbellivano l'ufficio del Comandante.

Cioè, chiariamo: di acquari coi pesci, in caserma, ce ne stavano due. Il primo, quello che serviva a fare colpo sui visitatori, era enorme e zeppo di pesci tropicali, esotici, coloratissimi e comunque estremamente costosi. A quello non ci era nemmeno concesso avvicinarci, e la cura della fauna ittica ivi contenuta spettava a un Ispettore: un pompiere ingegnere laureato, specificatamente preposto al compito in questione.

Il secondo acquario era la più classica vaschetta da due soldi del cazzo, con un minimo di filtraggio dell'acqua, ricambio dell'aria e qualche piantina di plastica messa lì tanto per fare la scena. Tra le centinaia di cose assurde che mi toccava fare come pompiere, (e delle quali quasi nessuna lontanamente correlata allo spegnimento del fuoco) c'era appunto quella della manutenzione dell'acquario numero due. Non per niente, ero già un ingegnere abilitato e iscritto all'albo pure io: non vorrete mica che prendano il primo che capita?

E fin qui non c'è veramente molto d'interessante, o divertente. Questo lo ammetto. A parte forse quando io e l'altro Vigile Volontario Ausiliario (volontario nel senso che - volendo - avremmo potuto fare il militare obbligatorio in una caserma dell'esercito, e non per forza lì dentro) ci incollavamo 100 Kg di damigiana per rabboccare la vasca tra imprecazioni e smadonnamenti vari.

Molto più interessante, fu il primo giorno successivo al congedo del VVA anziano che andavo a sostituire, assumendomi così per la prima volta l'intero onere e la completa responsabilità di tutte le operazioni da svolgere. Ed eccovene il resoconto:

Sveglia alle 6, o alle 6 e 30 (sono passati quasi 10 anni, che volete che mi ricordi?). Colazione, bagno e tutte le routine mattutine di rito. Divisa da pompiere (quella da rappresentanza con la giacca e la cravatta) e poi scarpinata fino alla metropolitana.

Alle 7 e mezza precise e spaccate sono già in caserma. Apro la Segreteria, accendo le luci e i PC, poi entro nell'ufficio del comandante e - finalmente - eccoci faccia a faccia: io da una parte, i maledetti pesci del cavolo dall'altra.

Prendo un pizzico di mangime. Lo butto sulla superficie dell'acqua, e vederli mangiare mi dà una sensazione piacevole. Passeremo insieme i prossimi 6 mesi, e io sento già di essermici affezionato. Certo coi pesci tropicali enormi e coloratissimi dell'ingegnere preposto sarebbe tutta un'altra cosa, ma del resto a me nemmeno mi pagano e dopo il congedo mi manderanno a cagare. Che volevo, adesso: pure i pesci fighi?

Sono perso nelle mie riflessioni, quando... eccola lì! Una sorta di mostro della palude poco più grande di un pugno di cellule, che prende e salta fuori dall'acquario. È una specie di pallettinina pelosa, come adagiata sulla coda di uno dei pesci più piccoli. Era il segno della morte.

Mi tornano alla mente le raccomandazioni del Vigile Volontario Ausiliario Anziano:

«Se vedi una specie di muffa, metti il disinfettante. Altrimenti, i pesci muoiono tutti».

«Ok» ricordo di aver risposto. «Ho scalato palazzi con quelle scalette coi ganci, che Dio solo sa perché non sono cascato di sotto. Sono pronto a gettarmi tra le fiamme e a calarmi dagli elicotteri. Che cavolo ci vuole a dare il mangime a quattro pesci?»

Prendo un bel cucchiaione di antimuffa per pesci (ok: non lo so che cazzo era), lo porto sopra la vasca e poi lo butto giù, nell'acqua. Tutto insieme.

In contemporanea, facendosi spazio tra i neuroni ancora mezzi addormentati, le parole del Vigile Volontario Ausiliario Anziano mi tornano alla mente di nuovo. Soltanto che sono un po' più chiare:

«Se vedi una specie di muffa, metti il disinfettante nel dosatore automatico. Altrimenti, i pesci muoiono tutti».

Nel giro di un paio di secondi, l'acqua della vasca divenne completamente marrone, e i pesci scomparvero in una nube scura dall'aspetto letale. Preso dal panico, iniziai ad affannarmi attorno all'acquario nel tentativo (assolutamente sprecato) di vedere qualcosa. Mi domandai se quel muoiono tutti si riferisse al fatto di non mettere per niente il disinfettante, o al fatto di metterlo tutto insieme come un coglione, devastando il Ph della vasca.

L'acqua era così densa che pareva un Milk Shake: come poteva esserci ancora qualcosa di vivo, lì sotto? M'immaginai mandato in una caserma punitiva piena di nonni cattivissimi che odiavano i romani imboscati nei Vigili del Fuoco. Forse sarei finito a togliere le mine nella giungla o - che cavolo ne so - a sorvegliare gli ingressi dei McDonald vestito da pagliaccio durante le manifestazioni dei G8.

Magari i pesci si erano semplicemente sciolti nel disinfettante, e non ci sarebbero state prove della mia inettitudine acquaristica. O forse, chi lo sa: se metti 100 volte la quantità di medicinale richiesta, la malattia guarisce semplicemente più in fretta. Del resto, perché dovrebbe funzionare diversamente?

Mentre ero ancora lì che cercavo di raccapezzarci qualcosa, la porta dello studio si aprì e - come del resto era ovvio, data la mia sfiga - entrò il comandante. Mi ricordo che lanciò uno sguardo sinceramente sconcertato all'acqua marrone dell'acquario, ma era talmente impegnato da qualche provvidenziale cataclisma disastroso da lasciarmi perdere per dedicarsi al telefono. Io dissimulai il mio stato di colpevolezza in maniera estremamente astuta (semplicemente, feci finta di nulla) e scappai dall'ufficio abbandonando i pesci al loro triste destino.

Adesso vorrete sapere che fine fecero quelle povere bestie... magari per accendere una candela per loro, o per denunciarmi a qualche istituto per la protezione dei pesci pompieri. Io immagino che mi converrebbe non aggiungere altro, ma visto che - in fin dei conti - nessuno mi ha mai chiesto di scrivere neanche fino a qui, direi che tanto vale aggiungere anche la tragica conclusione della vicenda.

In realtà, almeno sul momento, i pesci sopravvissero tutti. Non so se fossero comunque intossicati e prossimi a un'inevitabile dipartita, o se in effetti la mia azione non sia stata poi tanto grave come avevo creduto. Il guaio è che era sopravvissuta anche la muffa assassina, e la vita (o quello che ne rimaneva) dei pesci del Comandante si trasformò rapidamente in una versione ittica di La Cosa dall'altro mondo. Ma anche Terminator rende bene l'idea.

Credo che il contatto con ettolitri di disinfettante avesse selezionato la muffa perfetta, o qualcosa del genere: praticamente ogni giorno c'era un pesce che si ammalava, e il giorno dopo era già schiattato. Lì per lì, il Comandante non si accorse di nulla, perché i pesci erano tanti e le vittime erano rapidamente fatte sparire con un metodo di alta veterinaria marina (il classico sciacquone del bagno). Quando però il numero prese ad assottigliarsi il Comandante si fece sospettoso, e iniziò a guardare storto sia il suo acquario quasi deserto, sia noi Ausiliari che gli giravamo intorno. Ma alla fine, voglio dire: se ci teneva davvero, al suo acquario, non avrebbe dovuto affidarlo a me già in primo luogo. A dirla tutta, non me lo sarei affidato nemmeno io.

Alla fine rimase un solo, singolo, unico pesce superstite. Credo anche che si fosse ammalato di muffa della morte, ma che dopo un po', incredibilmente, guarì. Certo che era davvero brutto: aveva le pinne mezze spellacchiate, nuotava tutto storto e credo che gli mancasse anche un occhio. Eppure era ancora vivo, e rimase l'unico occupante dell'acquario almeno fino al mio congedo, dopo il quale non lo rividi più.

Ogni tanto ci ripenso, a quel pesce. Chissà come si è sentito, nel vedere tutti i suoi compagni cadere a quel modo? Chissà cosa avrà pensato di me e degli altri pompieri, che per semplice inettitudine non sono riusciti a fare nulla per arrestare quella tragedia? Alla fine era un po' come l'eroe dei film: dopo che sono morti tutti, ha lottato col cattivo, e l'ha anche sconfitto.

Magari, passato il mio congedo, si sarà finto morto facendosi trovare a pancia all'aria. Avranno tirato lo sciacquone anche per lui, e avrà lottato nelle fogne con alligatori e topi giganti, per poi giungere finalmente al mare. Lì si sarà fatto magari una nuova famiglia, lottando contro squali e meduse, tritoni e aragoste, motoscafi e sottomarini.

Poi, un bel giorno, io deciderò di andare al mare. A Fregene. Farò il bagno nell'acquaccia marrone, simile a quella dell'acquario in quel giorno drammatico. Nuoterò nel mio stile sexy, ignaro di tutto, spruzzando l'acqua e rilassandomi. Poi, inaspettatamente, mi sembrerà di sentire una specie di formicolio. Un solletico, come se qualcosa mi stesse nuotando attorno alle punte dei piedi.

«Ma che cos...?!» farò appena in tempo a chiedermi, subito prima di sparire di colpo sott'acqua.

E lui avrà avuto la sua vendetta.

Simone

10 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Sono queste storie a farmi capire che ho avuto un gran... fortuna a fare il militare nell'arma degli esonerati... Quello strano osso che mi spuntava all'altezza del ginocchio é stato provvidenziale, non per niente prima di operarmi ho aspettato di avere la certezza assoluta che l'esercito non aveva più bisogno di me...

Riccardo ha detto...

da premio strega :D

Simone ha detto...

Ariano: non lo so... cioè, il militare è stato una fregatura e una perdita di tempo dal primo all'ultimo giorno. Però almeno era fare qualcosa. Voglio dire, senza il militare avrei passato 12 anni nella stessa scuola, poi 5 anni all'università e poi una vita col lavoro che mi ero "scelto" senza sapere nulla del mondo "vero".

Sicuramente insomma quell'anno me l'hanno praticamente bruciato così, però non credo che sarei entrato in Croce Rossa e tante altre cose se non l'avessi fatto.

Tanta gente che conosco invece non è uscita mai da un certo binario, non so come spiegarlo meglio in 2 parole. Magari ci scriverò un post.

Riccardo: esagerato! ^^

Simone

La Zia ha detto...

...ed è per questo che ora hai scelto la...FACOLTA' DI MEDICINA???

Secondo me hai gustato il potere di vita e morte sugli esseri viventi...SADICO!

La Zia che ci scherza su.

Mr. Lunastorta ha detto...

Bel post! ^_^

Simone ha detto...

Zia: io non avevo alcun potere... gli davo il disinfettante e tutto, ma i pesci morivano lo stesso!

Lunastorta: grazie!

Simone

Unknown ha detto...

bel post!

sono d'accordo con chi dice che a certe cose il militare serve

soprattutto nel nostro paese di mammoni casa dipendenti che si staccano dai genitori a 30 anni (o nel paese di genitori figlio dipendenti che se li tengono stretti a casetta che la mamma come cucina lei non cucina nessuno etc etc)

io l'ho vissuta in parte, la vita di leva, in una capitaneria di porto, e alla fine quei 10 mesi via da casa, a contatto forzato con altre persone, a pulire cessi e lavare centinaia di piatti, e andare in discoteca fino alle 3 per montare di guardia alle 4,... mi sono proprio piaciuti...

poi ho avuto fortuna di finire in un ufficio di gente davvero in gamba, uno dei pochi dove si lavorava davvero, sarà che c'erano tanti furlani eheh...

ovviamente ci potrebbero essere altre esperienze, al posto del militare, che ti insegnano a vivere in certi modi, che nella vita bisogna saper fare anche i lavori di merda... ma è un discorso lungo e articolato... magari Simone ci scriverà un post ;-)

Simone ha detto...

Matteo: sono contento che questi post piacciano... piano piano sta venendo fuori un taglio diverso da quello di qualche tempo fa, ed era quello che speravo.

Riguardo al militare penso che scriverò altre cose, anche se sempre nell'ottica di qualcosa di (spero) divertente che è successo a me.

Simone

bruscar ha detto...

Divertente.
Mi hai fatto venire in mente quando ero carabiniere ausiliario ed uno dei miei assurdi compiti era quello di riempire periodicamente la piscina dei pesci rossi giganti in piazza d'armi con la manichetta antincendio.
Una volta mi ero rotto di fare 'ste robe ridicole tanto che ho sbroccato ed ho detto al Masups di farsele da solo (masups: maresciallo aiutante sostituto ufficiale di pubblica sicurezza).

Simone ha detto...

Leo: eheh, Masups. Certo che gli piacevano un saccogli acronimi... speriamo che non ti abbiano consegnato! ^^

Simone