Ora qualcuno mi dirà che pubblicizzo sempre i libri della Delos, e in effetti è un po' vero. Che ci crediate o no, in questo caso la cosa non era assolutamente voluta e anzi sarei stato ben contento se questo libro fosse stato edito da qualcun altro. Il fatto è che Nessun uomo è mio fratello - vincitore del Premio Odissea - fa aprire una riflessione che a me interessa, e che casualmente coinvolga il mio editore (col rischio che qualcuno se la prenda e che mi tocchi pure litigare) è una semplice casualità.
Chiarisco che non l'ho letto, e non so nemmeno se lo farò (ho il libro di Anatomia accanto alla tastiera che mi dice: ma che cazzo perdi tempo col blog? Guarda che non mi finirai mai, ah ah ah!)
La storia comunque - da quanto ne so - parla di un mondo in cui la gente nasce non ho capito come predestinata a diventare una vittima o un carnefice, e poi ovviamente qualcuno farà qualcosa per cui accadrà qualcos'altro degno di nota. Ok, non lo so tanto di che parla 'sto libro. Sulla copertina c'è un tizio nudo con le catene: si parlerà di un mondo in cui fa caldissimo e la gente si raffredda con delle sciarpe di ferro congelate? Direi che è l'ipotesi più verosimile.
Tolto il piccolo particolare della trama, la cosa degna di nota del libro è che Clelia Farris aveva già vinto il medesimo premio (prima chiamato Fantascienza.com) diversi anni fa con un testo intitolato Rupes Recta, del quale tra l'altro ho sentito parlare benissimo.
Fa riflettere insomma il fatto che, dopo aver vinto un concorso, l'autrice abbia dovuto ri-vincerne un altro per pubblicare un testo analogo con il medesimo editore. E questo non vale solo per la Delos: se date uno sguardo in giro, ci sono tanti scrittori di fantascienza che hanno vinto altri premi, ma che poi non si vedono più arrivare in libreria con qualcosa di nuovo.
Adesso io non sono tanto esperto di editoria, e ignoro i retroscena reali che ci sono dietro a tutte le pubblicazioni (magari l'autrice ha semplicemente deciso di partecipare soltanto a premi letterari, per cui tutto il mio discorso varrebbe davvero poco).
La verità, però, è anche che un libro di fantascienza, scritto da un italiano, non se lo compra nessuno. Se per lo meno ci appiccichi sopra il bollino vincitore del premio X allora non dico che il libro si venderà, ma forse puoi sperare che qualcuno si interessi un pochettino ino ino, facendo magari rientrare l'editore almeno delle spese di stampa.
Se fossi un autore di fantascienza, a questo punto, potrei anche fare un discorso polemico che in realtà ho scritto e cancellato, perché non ne valeva tutto sommato nemmeno la pena. Mi piaceva solo far presente questa cosa anche a chi legge questo mio blog, e sentire magari la vostra opinione.
E poi è un bel po' che non scrivo fantascienza, per cui - tutto sommato - forse non è più nemmeno un problema che mi riguarda. Mi dispiace soltanto un po' per l'autrice, che non la conosco ma che immagino abbia faticato un sacco per arrivare in libreria. Anzi, no: Clelia tutto sommato alla fine ha vinto. Addirittura due volte.
Per cui in ogni caso il suo libro me lo compro. E sono davvero contento per lei.
Simone
18 commenti:
Se il problema sta solo nel cognome, basta usare uno pseudonimo.
Simon Navarry come ti suona? Magari qualcuno ci casca e compra il tuo Primo Mazzini.
Però è meglio che cambi anche il titolo, mi sa.
First Mazzin, però...
Io col cognome - come dico sempre - sono anche fortunato: spesso mi scambiano per uno spagnolo, o ancora meglio sudamericano, e perciò si credono che scrivo bene.
Comunque di fantascienza ormai si trova pochissimo anche di autori stranieri.
Non che me ne importi poi più così tanto (almeno adesso, visto che sto seguendo altri generi... come le materie di indirizzo medico) ma vedo quasi solo i soliti Asimov e compagnia bella o i romanzi dei videogiochi, e mi viene solo da sbadigliare.
Simone
Mazzin Prime, and the room out of time. Written by Simon M. Mc Navarrs
In effetti, suona troppo meglio dell'originale.
Simone
In effetti questa cosa qui me la ero chiesta anch'io a proposito del premio urania (ma perche' uno che ha vinto deve partecipare di nuovo per pubblicare).
Invece poi hanno cambiato le regole, e li' non puoi partecipare se hai gia' vinto. Non che la cosa ci riguardi, ovviamente :D
Io ho già clonato lo pseudonimo di uno scrittore inglese di cui non si conosce il vero nome (Andy McNab).
Quindi potrei firmare i miei lavori come Alex McNab II (che dà pure un tocco nobiliare, io che sono filo-asburgico da sempre).
Sgerwk: ah, all'Urania non puoi nemmeno ri-vincere. Insomma 1 libro e basta pure se sei una specie di Philip Dick? ^^
Alex: effettivamente molto azzeccato come pseudonimo, secondo me.
Simone
Ciao Simone.
Quale onore e stupore essere l'argomento di un tuo post.
In merito alla questione dei concorsi, hai ragione, per gli autori di fantascienza ci sono poche possibilità di farsi pubblicare.
Per gli editori ricevere un romanzo di fantascienza (italiana) equivale a vedersi arrivare una bottiglietta con sopra un teschio e due ossa incrociate, e la scritta: veleno.
Tra Rupes Recta e Nessun uomo c'è stato un intervallo in cui ho cercato di farmi pubblicare qualcos'altro, a mezzo tra il fantasy e la fantascienza, ma non ho avuto riscontri. Solo una casa editrice mi comunicò che avevo superato la prima fase di lettura (probabilmente il detector sintassi) ma non sono andata oltre.
Sono entrata nell'ottica di idee che è meglio partecipare ai concorsi dove, almeno per senso del dovere, qualcuno è costretto a leggerti e, se hai la fortuna di piacere, a caldeggiare l'ingresso del tuo romanzo in finale.
Non c'è molto altro da fare, almeno io non saprei cos'altro fare.
Ciao
Clelia Farris
@Simone
Se hai gia' vinto mandi i successivi romanzi direttamente in redazione, dove vengono valutati separatamente dagli altri. Che poi e' quello che auspicavi, credo.
Ovviamente la cosa non mi riguarda :(
@Clelia
Non avrai partecipato anche quest'anno, spero! Lascia qualcosa anche agli altri, su. :D
Clelia: io ho avuto le tue stesse esperienze, credo. Anche per me l'unica risposta è stata un aver passato la prima selezione (magari è lo stesso editore?) mentre per il resto il silenzio totale. È veramente un peccato, perchè una collana di titoli italiani di fantascienza, magari romanzi brevi, sarebbe proprio una boccata d'aria fresca. Io adesso vado in libreria e mi capita invece di non trovare nulla di stimolante. Sarà che sono strano io?
Grazie davvero per il tuo commento!
Sgwerk: ah così mi piace. Ma sei sicuro che valutino ed eventualmente pubblichino almeno gli ex vincitori. Io conosco editori che roba di fantascienza italiana, pur avendo varie collane del genere (con autori stranieri) nemmeno la vogliono sentir nominare.
Simone
Parlavo sempre di Urania. Se la fantascienza non la pubblicano li'...
Comunque, sono riuscito a ritrovare la comunicazione:
http://blog.librimondadori.it/blogs/urania/2008/07/07/editoriale-del-mese-luglio-2008/
(sta scritto a seconda meta' del secondo paragrafo)
Simone, la casa editrice era la Flaccovio e devo dire che sono stati molto corretti, facendomi sapere che non avevo superato la seconda fase di selezione.
Anch'io non trovo nulla di stimolante in libreria, né italiano, né straniero. E non pretendo alta letteratura, vorrei una buona mediocrità.
Grazie a te per la segnalazione, ti leggo con una certa assiduità e con molto divertimento. Ciao.
Sgwerk, no, tranquillo, quest'anno niente romanzi brevi, solo cose lunghe e impossibili da piazzare.
Sgerwk: ho visto. Quello che mi chiedo/chiedevo è se poi per davvero ci sia uno spazio almeno per gli ex-vincitori (tipo un numero di Urania all'anno) oppure no. Poi come dicevi tu non è certo un problema che ci riguarda, purtroppo... ^^
Clelia: sono contentissimo di sapere che mi leggi. Il mio era la Nord, dove pare che sia stato "segato" da un editor dopo che la forca caudina redazionale aveva detto che il testo andava bene. Il bello è che era Mozart di Atlantide, che secondo me è molto meno leggibile di cose che ho scritto dopo... ma per le quali non ho più avuto grosse risposte.
Confermo che è comunque un piacere quando "interagisci" con qualcuno, anche se poi il libro non viene accettato. Se non altro si capisce almeno cosa non funzionava.
A me piacerebbero più storie originali, fantastiche o meno, ma comunque legate al mondo moderno, che un po' sono quelle che scrivo io (senza sentirmi più troppo legato alla fantascienza).
L'ultima cosa del genere che ho trovato, a pensarci, è "Actarus, la vera storia di un pilota di robot" di Claudio Morici. L'ho letto questa estate. Leggero e divertente. Ora nello stesso scaffale ci stanno i romanzi di World of Warcraft.
Simone
A dicembre e' uscito "Il quinto principio" di Catani (vincitore della prima edizione del premio).
Che poi vale per due, essendo 500 pagine. :D
Dimenticavo: non credo che ci sia uno spazio fisso per gli ex-finalisti, ma non penso nemmeno che sarebbe comunque una buona idea. Anche perche' gli puo' capitare di pubblicare qualcuno che non ha mai vinto (vedi Tonani).
Salve a tutti!
girellavo qua e là e sono capitata su questo post che non solo mi vede totalmente d'accordo, mi demoralizza nel caso avessi mai voluto scrivere di fantascienza, e mi convince a cercare il libro di Clelia!
Bello questo scambio di battute sul tuo ottimo post!
Sto scrivendo un articolo sullo stato della fantascienza contemporanea nel mare magnum della narrativa Y/A, avete detto degli ottimi spunti, magari verrò a farvi delle domande!
Scrivo per Future Shock, lo so che come rivista è a sé (fantascienza umanistica ecc.), però se non altro ha alle spalle vent'anni d'esperienza e il direttore ne sa parecchio di sf. E poi è utile sentire un'altra voce oltre Fantascienza.com ^-^
Ciao Simone e ciao Clelia!
Ciao Elisabetta, puoi contattarmi quando vuoi!
Simone
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