08/02/10

Come inventare una storia - 4: Tutto quello che non funziona in Avatar.

Finalmente l'ho visto pure io, e chiariamo subito: secondo me questo Avatar è un gran bel film. Mi sono divertito molto durante le seppur lunghissime 3 ore di proiezione, gli effetti speciali e la grafica 3D sono qualcosa di mai visto prima, e tutto sommato consiglio a tutti di andarlo a vedere.

La mia insomma non è una critica alla qualità della pellicola, che reputo decisamente sopra la media di quello che si vede in genere al cinema, ma vuole essere un'analisi delle cose che secondo me non hanno funzionato a dovere più che altro per capire meglio come si scrive un film del genere e migliorare - magari - anche un po' la mia scrittura.

Allora iniziamo: tutto quello che non funziona in Avatar.

3D: il 3d con gli occhialini è semi-fantastico. In questo film, a tratti, non riuscivo a capire cosa fosse vero e cosa fosse disegnato al computer, segno che anche la profondità visiva contribuisce ad aumentare il senso di realtà.

Il problema del 3d, però, è che hanno fatto un film con effetti grafici mai visti prima, ma indossando gli occhialetti è come se ci mettessi sopra una pellicola scura che si mangia tutti i colori.

Ora tante persone non sembrano notare questo difetto, ma l'ho notato io come mi ha detto di averlo fatto anche un sacco di altra gente. Probabilmente è la tecnologia 3d usata nelle sale qui a Roma che non è al livello di quella usata in altri cinema magari americani (credo sia l'IMAX), dove avranno proiettori più potenti e occhiali fatti in maniera da non scurire la pellicola. Non lo so. Comunque il risultato finale è che abbiamo un film 2D con colori vivi e luminosi, oppure un film 3D coi colori piatti e la luce fioca tipo che fosse girato tutto nella penombra. Due versioni monche, insomma, perché a entrambe manca qualcosa.

Personalmente, insomma, questa fissa di fare tutti film in 3 dimensioni mi sta piuttosto antipatica, perché le pellicole semplicemente non si vedono bene. Immagino che la colpa sia di quelli che si scaricano i film senza pagarli, che hanno costretto i filmografi a inventarsi una cosa (il 3d) che è un po' più complicata da scaricare e vedere sul televisore di casa. O forse non è questo il vero motivo, non lo so. Speriamo almeno che adeguino presto le sale e i proiettori, o che semplicemente questa moda del cavolo passi.

La storia: ora, secondo me, ci sono due storie in Avatar. La prima è il mondo ricreato al computer, con tutte le piante e gli animali e gli omini blu alti 3 metri, ed è meravigliosa. Ci si perde nella fantasia del regista, e la prima ora e mezza è come un sogno a occhi aperti.

La seconda trama è il classico: i cattivi vogliono distruggere la natura, e i poveri indigeni si ribellano guidati da uno dei cattivi che è diventato buono. Un po' come balla coi lupi o l'ultimo samurai o altre robe del genere straviste e strariviste e purtroppo anche stranoiose.

La cosa fa riflettere, perché Cameron non è certo uno sprovveduto e in una produzione da 300 milioni di dollari non si capisce perché non sia stato possibile tirare fuori qualcosa di meglio. Evidentemente la (seconda) storia è così perchè così funziona meglio. Il film piace a più persone ed è un grande successo ai botteghini.

Insomma la visione di Avatar mi fa pensare che a volte sia meglio scrivere peggio, alla faccia di tante regole di scrittura o di tanti libri letti e riletti da cui imparare. Probabilmente Cameron è così avanti che bisognerebbe dare retta a lui e smetterla di cercare trame interessanti o storie in cui i personaggi siano verosimili e le situazioni risultino originali. O forse - in questo caso - nessuno se l'è sentita di rischiare con una storia difficile avendo investito così tanti soldi. Che poi, tutto sommato, mi pare anche una scelta sensata.

Le cose che proprio non mi vanno giù di Avatar: ora ok per la storia un po' scontata. Però alcuni passaggi lasciano davvero perplessi. Ne cito alcuni, e scusate gli spoiler (ma tanto ormai l'avrete visto quasi tutti):

1) Il capo dei cattivi sta parlando con la dottoressa. Poi di punto in bianco prende una specie di sasso che fluttuava su un tavolino (??) e spiega che loro sono lì per prendere quel minerale che vale non so quanto più di qualsiasi altra cosa esistente nell'universo. Questo, dal punto di vista narrativo, è un cosiddetto infodump. Un modo per dare informazioni al lettore (in questo caso spettatore) in fretta e senza inserirle davvero nella storia.

Questo non è bellissimo per la coerenza della trama, perché la dottoressa sa già perché si trovano in quel posto e non c'è motivo che qualcuno glielo spieghi come se parlasse a una rincoglionita. Ma qui ok, la cosa ci può ancora stare: magari davvero la dottoressa non sapeva ancora i veri motivi della missione, e poi allungare ancora il film per spiegare una cosa che poteva essere detta in un discorso rapido poteva annoiare. Per cui, fino a qui, passi.

2) I pupazzoni giganti protagonisti stanno volando in groppa a dei cosi alati. A un certo punto si vede un altro coso alato molto più grande e cattivissimo, e uno dei personaggi dice al protagonista che: solo una persona ogni non si sa quanti mila anni riesce a cavalcare uno di quei cosi, e sarà il prescelto acclamato dal popolo e bla bla bla.

Ovviamente tempo mezz'ora di film e il protagonista volerà a cavallo del mostro gigante su cui solo il prescelto di cui sopra poteva salire. E tutto bello e tutto giusto e saggio, ma chi è che non se lo aspettava? Confesso che il coinvolgimento qui è un po' calato.

3) La dottoressa sta per morire, e durante una cerimonia per provare a salvarla il capo degli omoni blu alti tre metri se ne esce dicendo: magari lo spirito della foresta la farà entrare definitivamente nel suo corpo da Avatar. Accennando insomma che una cosa del genere si potrebbe effettivamente verificare.


Ora, dopo questa frase buttata lì tra l'altro senza un vero motivo, come potevamo aspettarci che sarebbe finito il film? Il problema non è che la trama sia solo una scusa per gli effetti speciali (che per un film come questo a me va benissimo) ma che ogni evento della terza ora è stato anticipato durante le prime due con frasi buttate lì dai personaggi senza motivo e senza nessuna capacità di generare tensione o di lasciare aperti dubbi o possibili colpi di scena.

E il film è scritto un po' tutto così. Un personaggio dice: ah, questa cosa è impossibile e non l'ha mai fatta nessuno, e cinque minuti dopo arriva il protagonista e la fa in maniera goffa e scontata e soprattutto noiosa.

Come già detto prima, però, non è che si possa avere il dubbio che Cameron sia meno di un genio e che non sappia cosa sta facendo. Evidentemente generare tensione in un certo modo o creare una trama più completa non è stato giudicato interessante ai fini della creazione di un prodotto cinematografico valido. Andrà a finire che se scrivi un libro con pochi infodump e senza spiegoni o colpi di scena o deus ex machina sbucati dal nulla ti diranno che non sei capace a scrivere, e noi scrittori emergenti dovremo adattarci a riempire i nostri testi di personaggi che ti dicono come finisce la storia ancora prima di arrivare a metà perché se no poi in fase di valutazione ci scarteranno tutti i manoscritti.

L'intervallo: ora non mi prendete in giro: il film è un prodotto commerciale, e costruito seguendo specifiche e sacrosante esigenze di profitto. La durata è compatibile alla durata di un film standard, se vuoi un film per ragazzi non puoi metterci scene troppo spinte, la storia è costruita anche pensando al 3D e a quello che vedranno gli spettatori e così via di seguito per tanti, tantissimi particolari.

Allora perché non s'inventano qualcosa anche per l'intervallo? In Italia un sacco di cinema tagliano il film a metà, per consentire magari alla gente di andare in bagno o di prendersi qualcosa da bere. A me sembra giusto, penso che avvenga anche in altri paesi ed è anzi una cosa da raccomandare a tutti i proiezionisti, visto che 3 ore di Avatar senza pause possono anche lasciarci secco qualcuno.

Ma allora perché i registi non s'inventano una scena un po' più lunga, una pausa, una scritta "intervallo" come ai bei tempi, piuttosto che lasciare a qualcuno la libertà di tagliare il film come gli pare, magari nel mezzo di una scena d'azione?

Sinceramente non me lo spiego. O comunque, sì, forse sono io che sono ipercritico su tutto, e vedendo un film mi metto a rovistare in mezzo a ogni minimo difetto. Però che non si pensi a cose così importanti, dopo aver pensato davvero a tutto, lascia un po' perplessi.

In ogni caso, ripeto, se ancora non l'avete visto vi consiglio con tutto il cuore di andare al cinema a vedere questo Avatar, meglio se in 3D. Vi sembrerà davvero di viaggiare in un altro mondo.

Specialmente nei primi 90 minuti.

Simone

24 commenti:

Mirco ha detto...

Sono d'accordo su tutto ciò che hai detto. La trama è di una semplicità sconcertante e l'effetto 3D (che io ho visto per la prima volta) è stato bello, ma limitante. Sia perché come hai detto tu i colori vengono falsificati (e per questo motivo col cavolo vado a vedere Alice in 3D) sia perché a parte la profondità di campo non ha dato nient'altro.
E' un film che va visto al cinema e in 3D senz'altro, almeno per poterlo raccontare ai nipoti così come i nostri nonni ( o genitori) adesso ci raccontano di quando hanno visto Via col vento in Technicolor.

CyberLuke ha detto...

Quello che penso di Avatar l'ho detto, nonostante sia consapevole di ritrovarmi in una minoranza di ottusi che non ha compreso il 'capolavoro'.
Concordo anche su parecchi dei tuoi punti.
E mi auguro che il futuro del cinema non sia affatto il 3D, perché le prime a farne le spese saranno – come giustamente paventi – le storie.
Incrociamo le dita.

Dama Arwen ha detto...

Non l'ho ancor avisto (e per motivi personali non so se lo vedrò mia, anche se vorrei). Ho saltato la parte "Spoiler". Non mi ero resa conto mai (in altri film tipo era glacia e e viaggio al centro della terra) che gli occhialini scurissero la pellicola. Ci farò caso la prossima volta. Qualcuno mi dicva che la trama ricorda Pochaontas...

Simone ha detto...

Mirco: infatti credo che in un cinema "IMAX" con lo schermo curvo e gli occhiali grandi sarebbe tutta un'altra cosa. Magari in futuro ce lo ri-proporranno anche così.

Cyber: tra l'altro riflettevo che il realismo visivo da centinaia di milioni di dollari non si accosta a un realismo della sceneggiatura, che sarebbe gratuito.

Per dire è difficile che uno su una sedia a rotelle, poveraccio, non abbia anche problemi di altro genere e che tutto si risolva nell'infilarlo nel coso per connettersi agli avatar insieme agli altri.

O ancora che le persone si vestano e parlino in un certo modo su un pianeta lontano. Dopo 5 anni di viaggio vanno lì e non c'è manco un negozio? E nessuno ascolta musica, fa qualcosa la sera... ?!

Cose come full metal jacket stanno su altri pianeti. In Avatar sembra tutto vero ma è spesso come un foglio di carta, e mi chiedo cosa valga la pena di rendere più reale e cosa invece tanto vale che rimanga accennato.

Dama: la trama è l'ultimo samurai con copiati anche i difetti nello spoiler e i medesimi colpi di scena e ora non ricordo se anche il finale.

Secondo me è un copione "standard" che girerà tra i registi quando devono investire tanto e hanno paura che la storia non piaccia.

Simone

Roberta la Dolce ha detto...

Alla fine l'ho visto anch'io... e che dirti... sono uscita parecchio perplessa dalla sala.
Il 3D mi è piaciuto meno di quello dei trailer di "Alice", la storiella, beh, è proprio una storiella senza pretese, gli stereotipi non si contano e il protagonista è espressivo come una bistecca
Poi mi sarà sfuggito qualcosa, boh... però la prima impressione è questa: molto rumore per nulla (o poco).
Pioggia di Oscar? Doppio boh.

Melian ha detto...

Dunque,
il film non l'ho visto e non credo che l'andrò a vedere, il 3D non mi attira, ho ancora un ricordo di uno Squalo in 3D e mi basta.

Per la storia: non mi stupisce che sia così semplice perché più una trama è semplice, in più vicina agli archetipi, più funziona, e infatti piace a tutti.

Il trucco secondo me è sempre la semplicità per far sì che un prodotto funzioni col grande pubblico.

L ha detto...

Io adoro Avatar e, letto il titolo del post, sinceramente mi aspettavo la solita sequela di fesserie che vanno di moda ora nei blog: un'analisi da quinta elementare in cui si tratta Cameron con saccenza, come se tutti fossimo grandi critici o cineasti.
Ma il post è andato proprio nel senso opposto, e mi è piaciuto.

Il mio parere è che qualcosa che non funzioni negli spettatori perché, come nei film storici o in quelli biografici, in Avatar non bisogna fissarsi sul "come va a finire": quello non conta, bisogna osservare gli strati dela narrazione. Qualcuno si è chiesto come andava a finire "La passione" o "300"?
Avatar è un film che pretende appunto un'analisi stratificata, su cosa chi siano i na'vi e i marine nella nostra società, quale sia il nsotro rapporto con la natura, con la religione e con la tecnologia. E con la vita, e altro ancora. Non parlo di farsi giri mentali come se fosse un "m'illumino d'immenso", ma di un'insieme di idee che la storia stessa sprigiona in manera chiara e che non possono essere ignorati. Se nello scontro finale tra Jake e Quaritch si fosse vista più la rappresentazione dell'uomono-macchina contro l'uomo-bestia, della società moderna che è sempre mediata dala tecnologia, piuttosto che uno scontro dove bisogna vedere chi vince o chi perde, magari si sarebbe capito meglio il film. Si sa che vincono i buoni, d'accordo, ma c'è anche altro, avendo le capacità di vederlo. Infine, non bisogna mai partire dal'assunto "è un blockbuster holliwoodiano quindi è una cagata commerciale, fatta per fare soldi" perché si imboccherebbe una pessima strada.

Simone, permettimi una divagazione teorica: c'è qualcosa di più orribile di un'opera d'arte che "funziona", cioè che è funzionale a qualcosa, che è un mezzo con uno scopo, uno strumento?

Simone ha detto...

Roberta: eddai non esageriamo... comunque ovvio che fosse tutto marketing, ma non è questo disastro anzi! Solo appunto lascia perplessi la storia.

Melian: dici una cosa verissima. Il problema è che a tratti non è un semplice archetipico, ma è un semplice che vira pesantemente verso il banale e retorico scontatissimo. Comunque sì la storia nel complesso "piace" proprio perché ci si può riconoscere e immedesimare in ogni risvolto.

L: secondo me gli stai dando uno spessore e dei contenuti che non pretende nemmeno di avere. Io non ci ho visto nessun messaggio sociale a parte l'ovvio (e ipocrita) discorso ambientalista e antimilitarista che altri registi hanno trasmesso in maniera troppo più raffinata.

Già Miyazaki che nemmeno mi piace tanto ha raccontato la stessa storia nella Principessa Mononoke (c'era proprio un albero della vita da difendere, se non sbaglio) solo con uno stile meno fracassone e senza spiegarti parola per parola cosa stava accadendo sullo schermo.

Poi il finale sarà anche l'unico "possibile", ma a livello narrativo ci si arriva perdendosi per strada tutta la tensione. O per lo meno per me è stato così.

Simone

Simone ha detto...

L: comunque, per chiarire e come dicevo nel post, il film è bello proprio per la "storia" che c'è dentro al di fuori della trama vera e propria e su questo mi pare che siamo daccordo.

Per quella cosa dell'arte "funzionale", sinceramente non ti so dire. Secondo me ci sono molti capolavori che nascono su commissione e allo scopo di accontentare un "cliente", e altre cose analoghe che invece sono spazzatura. Magari non dipende da quello.

Simone

Dama Arwen ha detto...

Io adoro Miyazaki.
era un Dio Cervo, protettore della vita della foresta, non un albero, In Monoke Hime.
Se non altro, per quanto lo si possa amare o meno, Miyazaki non è mai buonista, non è mai scontato.
Il lieto fine c'è, ma sempre a caro prezzo, con sofferenza morte e maturazione. Con un immensa distruzione dietro. Il modo secondo me è molto diverso dai soliti che siamo abituati a vedere nei film americani.

@ Melian (bel nick! ;-))
Credo che gli affetti 3D di Avatar non abbiano nulla a che vedere con quelli dello squalo...

@ L: il tuo nick name viene da "Death Note"?

Simone ha detto...

Dama: guarda, Totoro è stupendo e mi piacevano tantissimo Lupin e Conan. Poi è diventato troppo introspettivo/complicato o non lo so cosa, e i suoi ultimi film li trovo davvero pesanti con tutti messaggi nascosti che forse ci sono o non ci sono o li capisce soltanto lui. Comunque appunto Mononoke un pochino ricorda Avatar, e c'è pure il protagonista "malato" che fa un viaggio e poi zzzzzz....

E cerca di scoprire tutto quello che puoi su L! ^^

Simone

paroleperaria ha detto...

io non l'ho visto e non sono proprio ansiosa di vederlo. omoni blu e cosi alati non mi attirano troppo!!! :))

L ha detto...

Simone: guarda che le idee non le ho viste solo io. Su internet trovi miriadi di siti che ne parlano. Prova a leggere le recensioni sul pregevolissimo spietati.it.

Io non credo che il film offra messaggi, tantomeno ambientalisti o antimilitaristi. Penso che il suo obiettivo sia dare la visione di un'alternativa di vita per l'uomo. Lo offre senza necessità di complicate analisi: mostra degli uomini che vivono in ambienti grigi, alla ricerca di danaro e risorse, poi tratteggia i na'vi e il loro mondo colorato, attaccato ai cicli e ai ritmi naturali. Da loro anche la morte viene accettata, e la società ha un valore reale di vita condivisa tra individui. La loro religione non è altro che quella naturalistica di tutti i popoli cosiddetti "primitivi", sempre sbeffeggiata dall'uomo moderno che erge la Ragione a dio assoluto, ignorando che la vita occidentale non è di certo più bella, più piena o più degna di quella di un aborigeno o di un nativo americano. Poi fare un elenco dei contenuti non ha senso: li svilirebbe e basta. Bisogna sentirli guardando il film.


Quando sono uscito dalla sala, con la testa che scoppiettava e il mondo che mi appariva diverso, ho sentito due signore che dicevano:
- Mah, una schifezza.
- Sì, io l'avevo capito dall'inizio che si mettevano insieme.
- Anch'io. Andiamo a prenderci un caffè.
Mi sono cadute le braccia.


Sono convinto di avere colto solo una piccola parte del film. Per esempio mi ha lasciato stranito la scena in cui la scienziata passa un frutto a Jake inserito nel suo avatar, con tutta la natura attorno. C'era puzza di citazione biblica. Non vedo l'ora di rivederlo in dvd per divertirmi un po'.


Sul funzionamento di un'opera: se una ditta chiede a un artista di creare un logo, non ne uscirà un'opera d'arte. Se gli chiede di costruire la sede della ditta, magari sì. Un'opera d'arte deve avere come fine l'arte stessa, non soldi, vendite o, peggio di tutto, un messaggio. Poi che venga pagata da qualcuno mi pare opportuno, non capisco perché dovrebbe essere un problema.


Dama Arwen: sì, l'ho preso da Death Note.

Simone ha detto...

L: è vero che il film mostra una società alternativa interessante, ma resta una rappresentazione superficiale e non verosimile che non mi ha portato personalmente a grosse riflessioni.

Poi ripeto che comunque il bello è proprio questo e che il film va apprezzato anche al di là della trama, ma non credo che tra qualche anno qualcuno guarderà questo e non il seguito che già mi pare che stiano iniziando a produrre.

I discorsi sull'arte virano facilmente sul personale o sul filosofico. Io non sono in grado di inquadrare i prerequisiti di un'opera d'arte, ma nemmeno me ne preoccupo tanto. Tempo fa accostavo la cappella sistina alla pubblicità delle gocciole, se non ricordo male... ^^

Simone

Dama Arwen ha detto...

A me l'idea dell'intervallo "studiato" piace.
In giappone è così: da brava malata di anime, so che là studiano il momento del taglio degli episodi dei cartoni (e credo sia altrettanto in TF e film) con un ministacchetto di fine e aggancio. Senza che il taglio risulti sconclusionato e fastidioso

Melian ha detto...

Scusate, non per far piombare il livello della discussione, ma dopo aver letto tutto sono seriamente tentata di andare a vedere 'sto film! :) ma avrei una domanda a voi che avete già indossato i famosi occhialini: si possono mettere sopra gli occhiali?

@Dama: grazie Undòmiel!

La Zia ha detto...

@Melian: da Zia quattrocchi ti rispondo che si possono indossare sopra gli occhiali. (solo che dopo 20 minuti hai un crampo che ti parte dalla punta del naso e arriva alla base della nuca.
roba da nulla)

@Simone: ottima analisi del film, avevo le stesse obiezioni!!!

Simone ha detto...

Dama: sì è vero, lo stacchetto nei cartoni "corti" lo vedo sempre. Una cosa analoga al cinema sarebbe simpatica, magari fatta con una certa fantasia.

Melian/Zia: io non porto occhiali (anche se l'età avanza) ma anche altre persone dicono che mettere gli occhialini sopra è possibile anche se fastidioso.

Meglio se hai le lenti a contatto, e sempre nei teatri IMAX (che a Roma non ci sono) gli occhiali 3D sono più grossi e credo che "inglobino" meglio quelli da vista.

Comunque se ti dà fastidio puoi toglierti gli occhiali per qualche minuto durante la proiezione e poi rimetterli, il film comunque resta abbastanza "visibile" anche senza al limite pare un po' fuori fuoco.

Simone

dactylium ha detto...

Scusa Simo, mi spiegheresti per cortesia cosa si vede esattamente con questi benedetti occhialini 3D?

Cioè, si ha una sensazione di estrusione dal piano dello schermo? E questa estrusione ha punti di contatto col piano oppure le immagini sembrano aleggiarci di fronte? O magari altro?

Perché per me il 3D è un'altra roba, che penso abbia poco a che fare con queste proiezioni.
Voglio dire, in un contesto 3D autentico, posso girare intorno a un oggetto e vederlo da ogni lato...

E poi perché 3D?
Non dovrebbe essere 4D?
Il tempo è una dimensione, è un film, non una foto...

Va be', se ti va di spiegarmi a parole come funziona, te ne sarei grato.

Per inciso, io Avatar non l'ho visto, né in 2D, né in 3D, né nelle dimensioni extra.
E dalle mie parti, l'intervallo nei multisala non esiste più (e ancora non ne capisco il motivo).
Così, se ti scappa, la tieni per 3 ore e non riesci più a concentrarti nemmeno sulla più banale delle trame...

Ciao, dacty

P.S.
Ottimo post e gran bella analisi (pur vista dall'esterno).

CyberLuke ha detto...

@Dactylium (e a chiunque se lo stia chiedendo): in poche parole, il 3D impiegato in Avatar differisce da quello visto finora in altri film per il senso di profondità che comunica, piuttosto che l'estrusione verso lo spettatore.
Un approccio molto diverso, più elegante e meno da luna park, a mio avviso.

Simone ha detto...

Uhm... io ricordo in America di aver visto un film in 3d che usciva dallo schermo e pareva "vero". Credo fosse l'imax.

Con gli occhialini (credo real 3d) qui a Roma si vede tipo che una cosa sta davanti e un'altra sta più dietro, ma tutto "incorniciato" nello schermo del cinema.

Poi non lo so tanto spiegare, non fai prima ad andare a vederne uno? ^^

Simone

dactylium ha detto...

Grazie Cyber e Simo!

Adesso penso di aver capito.
In pratica è come se si vedessero più piani di sequenze sovrapposti ognuno a profondità diverse.
Il tutto, immagino, legato con un certo amalgama che "inganna" l'occhio, senza distacco apparente.
Almeno ora mi sono fatto un'idea.

Ciao, dacty

P.S.
E non mi dire che non lo sai spiegare, Simo.
Che scrittore di fantascienza sei? ^^
E poi volevo risparmiare i soldi del biglietto... ;-)

Mr. Lunastorta ha detto...

Io odio il 3D!

Dato che sono miope e non vado d'accordo con le lenti a contatto sono obbligato a portare due paia di occhiali, che già non è un gran piacere... Come se non bastasse, dopo 30 minuti di film, i miei muscoli oculari cominciano a contrarsi per lo sforzo. Arrivato alla fine del film esco dalla sala barcollante e ci metto almeno un'oretta a riprendermi.

Spero quindi che sia una moda passeggera o che venga introdotta una tecnologia per avere un effetto 3D nativo senza occhiali!

Per il resto, sono d'accordo su tutta la linea.

L'infodump mi ha lasciato abbastanza scandalizzato (possibile che non ci fosse un modo più elegante per presentare la situazione?) e gli intervalli che interrompono a caso il film, magari in un punto saliente, sono una bella rottura!

Anonimo ha detto...

Salve mi chiamo Roberto.

Anche se leggo questo post con qualche giorno di ritardo vorrei esporre la mia opinione.
Credo che esista una differenza sostanziale tra scrivere un romanzo e un copione cinematografico.

Premetto che il film mi è piaciuto ma soprattutto perché è uno spettacolo per gli occhi.

Dal punto di vista della storia, il film è debole su più fronti.

Il messaggio di fondo disegna una società alternativa che a dispetto di quanto si vorrebbe far credere è già vecchia e nella storia dell'uomo ha già fallito e diverse volte. L'unico elemento di novità è costituita dal fatto che questa società è "interfacciata" alla rete globale. Praticamente sono degli elfi con internet.

All'inizio del film ci viene presentata Pandora come un'inferno dove al confronto i luoghi dove i veterani avevano combattuto erano dei giardini con le giostre.
A metà del film invece gli uomini del cielo avevano spazzato via l'insediamento dei Na'vi con una facilità estrema.
Alla fine del film i Na'vi vincono ma per farlo devono riunire tutte le tribù del pianeta e l'albero sacro che "non interviene mai" chiama a raccolta tutti gli animali del pianeta per (scusatemi l'espressione) "salvarsi il culo".

Per quanto riguarda la dottoressa e il famoso minerale, io non ci vedo alcuna debolezza. La dottoressa sapeva benissimo che erano lì per quel minerale. Tuttavia gli Avatar erano stati "progettati" per risolvere la questione in modo pacifico cercando di convincere i Na'vi a trovarsi un altro insediamento. Il personaggio della dottoressa secondo me funziona molto bene. Lei ragiona da scienziata. Perfino mentre muore pensa all'idea di "prendere campioni".

Sui colpi di scena sono d'accordo, non ce ne sono. Tutto viene annunciato con largo anticipo. Però stiamo parlando di un film e dell'esigenza di farlo rientrare in tempi ragionevoli e il regista ha scelto di dilungarsi molto sulla rappresentazione della società Na'vi.

Ciao,
Roberto.