02/07/10

Il blue ray, e il pesce che vive in verticale.

Per il mio compleanno, alcuni amici mi hanno regalato un nuovissimo lettore Blue Ray.

Eh vabbe', del mio compleanno potrebbe importarvi poco. Troverete però interessante come il caso abbia voluto che - non appena messe le mani sulla nuova tecnologia capace di rendere bella anche la pellicola più ignobile (a me sto film me pare tanto na bojata! Però ammazza come se vede da paura: speramo che er seguito lo fanno in treddì!) - il BlockBuster che ho avuto per anni dietro casa abbia deciso di chiudere e di lasciarmi senza niente in Acca Dì da vedere. Manco Mezza dì (quello con gli occhialetti con una lente nera, così ci vedi da un occhio solo) o Un Po' Più Dì del normale. Niente di niente.

Ma io i film in Bassa Dì non li voglio più vedere, per cui ho deciso che se anche nessuno me li affittava, allora qualche Blue Ray me lo sarei comprato. Entrato in uno dei mega-negozi che vanno tanto adesso (era la Feltrinelli), mi sono trovato di fronte a una scelta davvero vasta: c'era il film con gli zombi che uccidono tutti, e poi dopo un po' tornano e uccidono tutti di nuovo (non per niente parliamo di zombi), ma forse era troppo impegnativo. Poi c'era quello del tizio ombroso che si innamora di una tizia che si innamora di lui e allora è bello perché tutti si amano e poi parla d'amore e c'è tanta gente che si ama e si vuole bene, ma poi non so perchè ho pensato che era meglio di no.

C'era la serie TV dello psicopatico che massacra gli psicopatici, poi c'era il film dello psicopatico che massacra la gente con la mannaia, quello che massacra la gente con la motosega e quello che massacra la gente mettendola nelle trappole col pupazzo che dice: ah ah ah, se non riesci a risolvere l'enigma morirai! Poi la gente risolve l'enigma ma il pupazzo la uccide lo stesso e poi ride: ah ah ah! E a quel punto gli spettatori hanno tanta paura. O almeno, credo.

Ma di cosa stavamo parlando? Ok, tra tanto sesso e massacri ho deciso di puntare su una cosa diversa dal solito: un cofanetto della BBC con dei documentari in alta risoluzione. Costano più del lettore che mi hanno regalato, ma forse vedere la natura un po' meglio grazie alle nuove tecnologie ha più senso di vedere una cosa finta che poi, in alta risoluzione, ti sembra solo più finta ancora.

E insomma mi sono visto 'sti documentari. Cioè, ne ho visti un po', che in totale saranno 10 ore e se perdo 10 ore per fare qualsiasi cosa non passo più nemmeno un esame.

C'era il documentario sulle scimmiette e sulle sequoie giganti, anche se a tutti gli effetti mi sfugge come siano riusciti a collegare le due cose. Poi c'era quello sul deserto coi leoni che mangiano gli elefanti oppure gli elefanti che calpestano i leoni che se li volevano mangiare (a seconda di come vanno le cose). E poi c'era un altro documentario sugli animali degli abissi oceanici.

Nel filmato c'era una specie di polipo-mostro che quando ti vede si illumina tutto tipo un albero di natale, e allora la gente si mette paura (a 100 mila metri sott'acqua, vabbe'). Poi c'era una specie di squalo lungo 50 metri che esce sulla spiaggia e si mangia i bagnanti che prendono il sole, e il Mediterraneo ne è pieno.

Ok questo non c'era e me lo sono inventato. Però c'era una cosa molto più inquietante: una specie di aringa lunga mezzo metro, che a 5 mila metri o non so quanto di profondità, nel buio completo, si mette in verticale col muso verso l'alto e le fauci spalancate ad aspettare che dalla superficie gli caschi direttamente in bocca qualcosa. Sta così anche per giorni, senza muoversi mai.

E le domande che subito uno si pone, sono:

- A quella profondità è buio e non si vede niente: che cazzo ne sa il pesce di dove sta l'alto? Magari resta tutto il tempo con la bocca aperta, ma verso il basso, e muore di fame.

- Ma quanto accidenti è inutile la natura? Voglio dire: tutta 'sta storia degli amminoacidi, dei batteri, della lotta per la sopravvivenza e dell'evoluzione, per tirare fuori quel coso stupido che sta lì fermo e non fa niente di niente? Poi dopo un po' arriva il polipo-mostro che se lo mangia, e buona notte ai pescatori.

E poi, visto che il mio ruolo di scrittore qualunquista me lo impone, la domanda che arriva subito dopo (e che appunto mi impongo di girare a voi) è: quanto di quel pesce si ritrova anche in noi?

Certo che lo so che non passiamo la vita a bocca aperta, aspettando che qualcosa ci caschi dentro (anche se a qualcuno magari piacerebbe). Però ci sono anche tanto fatalismo, tanta noia e tante attese protratte senza motivo. Io vedo tanta gente che sta lì - in senso figurato - ferma e buona, e se gli domandi il perché ti risponde - sempre in senso figurato - che aspetta. Aspetta il momento buono, aspetta il colpo di fortuna, aspetta di stare meglio o aspetta chissà cosa: magari non lo sa nemmeno lui cosa aspetta a fare, ma aspetta lo stesso e basta.

Per me aspettare vuol dire anche uscire tutte le sere per tornare distrutti e non ricordarsi nemmeno che siamo andati a fare. Passare giornate davanti a TV e videogiochi. Desiderare oggetti tecnologici e costosi come se dovessero cambiare la nostra vita. Spendere tempo a scrivere ma scrivendo tanto per, solo per non annoiarsi.

Oddio, troppa retorica. E tutto per parlare di un lettore Blue Ray! Allora riassumo e chiudo, che poi divento pesante: secondo me c'è una vita che ci capita addosso, e una che dobbiamo andarci a cercare. Ma forse è proprio nella nostra natura l'atteggiamento di accontentarci di sopravvivere, perché in fondo la vita funziona così.

E poi, soprattutto, il senso finale di quello che volevo dire: sì, l'HD e anche il cinema in 3 dimensioni sono fantastici. Però se il film era una boiata - per quanto uno la riempia di effetti speciali, roba in alta risoluzione e dimensioni mai esplorate - sempre una boiata rimane. Ci vorrebbe piuttosto una tecnologia in grado di migliorare i contenuti, e non semplicemente la loro presentazione: prendi una storia stupida, schiacci un tasto e - automaticamente - diventa più interessante.

La prossima volta, come regalo di compleanno, speriamo che mi regalino quella.

Simone

6 commenti:

Erika ha detto...

Accidenti lo voglio anch'io un ragalo così! Almeno la smetterei di subire delusioni costanti! Hai proprio ragione: un film può avere tutti gli effetti speciali che ti pare ma se fa schifo non c'è storia. Sarebbe come agghindare per bene una donna brutta, puoi metterle tutto il cerone che vuoi tanto resta sempre un cesso!!! ^.^

CyberLuke ha detto...

Una macchina simile forse c'è già, e siamo noi stessi.
La nostra selettività, il nostro gusto, la nostra sensibilità.
È vero, non migliorano ciò che è brutto, inguardabile o illeggibile o inascoltabile.
Ma fanno da filtro, e fanno passare solo il "meglio".
Che poi è un meglio relativo, ma sempre "meglio" di niente.

Quanto all'aringa apparentemente scema, non sono d'accordo: come diceva mia nonna in carriola, la Natura non fa niente di sbagliato.
Se l'istinto di quella bestia gli dice di fare così, ci sarà un buon motivo, puoi starne certo.
Il guaio di noi umani è che pensiamo che questo posto sia fatto a nostro uso e consumo... e magari è così, finché non arriverà qualcuno più furbo, o più forte, o più cattivo.
Buonanotte.

Simone ha detto...

Erika: sì, l'effetto è più o meno quello.

Cyber: l'aringa non è scema, fa quello che deve fare. Quello che viene da chiedersi è il motivo di tanto "impegno" per un coso che poi sta fermo e immobile sott'acqua e al buio. Ovviamente non mi aspetto che una risposta ci sia... o che la domanda sia del tutto pertinente.

Lo strumento che rende le cose più interessanti ecc ecc volevo tenermelo per uno sproloquio futuro... e così farò. Comunque si chiama "cervello". "Noi stessi" più o meno è la stessa cosa, ma non voglio accettare il fatto che mi hai anticipato ^^.

Simone

Mr. Lunastorta ha detto...

Sarebbe un'invenzione bellissima! =D Anche se mi domando: troppa perfezione non guasterebbe?

P.s: la serie di documentari è Pianeta Terra? Se la risposta è sì: ottima scelta!

Mirco ha detto...

Aahhaha! Bellissimo post :D
Quella dell'aringa è una metafora bellissima. O esiste sul serio?
:D
Proverò a tenere il portafogli aperto, vediamo se ci casca dentro qualche banconota

Simone ha detto...

Mr. Lunastorta: sì sono proprio quelli!

Mirco: esiste davvero, sta nel documentario di cui parlavo. Poi è anche una metafora... io spero che mi cada in testa Biochimica.

Simone