Dopo tanto sentirne parlare, finalmente trovo qualcuno che mi fa provare la nuovissima novità della Apple: come avrete intuito, sto parlando dell'Ipad.
L'ipad dal vivo è un aggeggio rettangolare... e fin qui, me l'aspettavo. Tuttavia l'aspetto vero e proprio è un po' diverso da come me l'ero immaginato, forse perché quello vero ha la custodia mentre in foto l'ho sempre visto senza. Lo schermo è fantastico, un bel contrasto, coloratissimo, navigare su Internet non è mai stato così piacevole. Come lo tocchi e lo ruoti lui si gira appresso a quello che fai te (?) si aggiorna, scorre, sfoglia, lampeggia e sbrilluccica. Io sono abbastanza concreto nelle mie opinioni: costerà un botto e non ho ancora capito a cosa serve, ma in effetti è davvero bello.
Insomma ci gioco un po', e poi decido di visitare il mio blog. Questo qui che state leggendo voi, intendo, non gli altri dodici abbandonati in giro per la rete: chissà come si leggono gli ebook? Mi chiedo. Vado sulla barra di destra, clicco sul gatto che cadde dal sole, scelgo il formato epub e... impossibile aprire il file selezionato. Ma che... ?!
Provo con altri libri, ed è sempre lo stesso: impossibile aprire il file. Le versioni pdf le legge e si aprono e tutto ok, ma gli epub invece no. Penso che si debba prima scaricarli sul computer, poi girarli su itunes e alla fine portarli sull'ipad. Almeno credo, perché io roba della Apple non ne ho e non so bene come funzionano in genere 'sti cosi che producono loro.
Da persona che passa ore e ore davanti al PC, il fatto di fare un paio di click in più non è che mi disturbi più di tanto. Però se non hai un computer sotto mano o se sei uno di quelli che compreranno l'ipad perché trovano che usare un computer sia troppo complicato (il target principale di questo strumento, almeno a detta di qualcuno) gli epub miei non te li potrai mai leggere, a meno di non riuscire a renderli disponibili su qualche negozio online.
E io m'immagino già commenti del tipo: ah ma io vorrei tanto leggere qualcosa di tuo! Soltanto che navigo con l'ipad, e gli epub non me li apre.
Se non altro, sarà una scusa diversa dal solito.
Simone
8 commenti:
ahahahahah... hai ragione ^_^ Gli ePub non li legge "direttamente". Bisogna scaricare l'applicazione iBook (o qualcosa del genere, non ricordo il nome originale), quindi passarli da un PC all'ipad attraverso iTunes.
In alternativa c'è l'applicazione "Stanza", quella che già utilizzavo sul mio iPod Touch, che permette l'upload del file da PC a iPad (o ipod Touch) attraverso il Sync con una applicazione per PC (e Mac/ e Linux) gratuita.
A oggi, lo ammetto, l'iPad mi stuzzica ma credo abbia un grosso limite: La dipendenza dal PC.
Senza un computer da tavolo uno non può:
1)
Aprire/scaricare i file ePub trovati in rete... se non quelli acquistati dall'apposito store.
2)
Fare gli aggiornamenti di sistema... ci vuole per forza iTunes.
3)
Boh... non mi ricordo più.
In circolazione ci sono prodotti alternativi con il Sistema Operativo Android (Google), che fanno ciò che fa l'iPad e non dipendono da un PC.
Si aggiornano via reti wi-fi gratuite o tramite il 3G, aprono di tutto (basta scaricarsi l'applicazione giusta) etc etc.
Certo non sono belli come l'iPad ma... non si può avere tutto dalla vita e, comunque, i gusti son gusti, magari a qualcuno potrebbero piacere di più i prodotti con Android sopra.
L'idea del Tablet in stile iPad secondo me è geniale ma, ha il limite della dipendenza da un PC. Un iPad potrebbe essere il sistema ideale per avvicinare a internet una persona che non ha un grande feeling con i computer. Con la sola spesa dell'iPad, uno potrebbe navigare, avere una posta elettronica, cadere nella trappola dei social network, fare anche un po' di work-office (con gli applicativi giusti)... fare tutto senza avere un vero pc e... in modo molto intuitivo.
La dipendenza da un pc ne ammazza un po' lo scopo... se ho già un pc, che me ne faccio dell'ipad?
^^
Secondo me, invece, è perfetto per chi non è "esperto": per aggiornamenti e cose tecniche puoi sempre portarlo all'assistenza, e tu non devi mai metterti lì a trafficarci e diventare pazzo.
Bisogna semplicemente capire cosa si vuole e cosa si ha veramente tra le mani, tutto qui. Io poi per anticonformista come sono, ora che vanno gli ebook penso di tornare ai libri "veri" ^^.
Simone
Monnezza. Non lo vorrei neanche in regalo.
Portare l'iPad in un Apple store a ogni aggiornamento di sistema? Non so mica se te lo possono fare. Così come iPod e iPhone, anche l'iPad è strettamente legato al PC con cui viene accoppiato la prima volta. Se viene collegato a una macchina che non è "la sua", o non fai l'aggiornamento, o lo ripristini come fosse appena stato acquistato (perdendo così tutti i dati personali e quant'altro).
E' questo il problema dell'ipad, ovvero quello di cui mi lamentavo più sopra, non è indipendente. Ha bisogno di un PC per vivere... cosa che invece non accade per i dispositivi che usano Android come SO.
Monnezza: be', io sinceramente se me lo regalassero non mi dispiacerei ^^.
Glauco: non sapevo che funzionasse così, grazie!
Simone
Anche io lo accetterei volentieri come regalo... :)) però, anche se sono una abbastanza "tecnologica", non so perché queste cose non mi attirano!
Gloutchov ha posto l'accento sul suo limite (per ora) più grande: la dipendenza, almeno all'inizio, da un PC (o da un Mac).
La verità è che iPad poteva esserne libero, ed essere un prodotto di un Futuro Ideale.
Ma Apple ci deve fare i soldi anche dopo con questo coso, non solo quando te lo compri: ed ecco che è legato a doppio filo con iTunes.
Funziona bene anche così, ma... peccato.
In un Mondo Perfetto™, iPad non avrebbe bisogno di niente.
Neanche di noi.
Sì ok tutto vero quello che dici. Però altri prodotti analoghi non sono così blindati, cioè io col portatilino ACER da 2 soldi apro ogni file non c'è qualcuno che controlla dove ho preso gli mp3 o che formato sto usando per salvare gli ebook.
Poi ci sarà il mondo perfetto in cui tutti i libri pubblicati sono scritti da me, ma quello è un'utopia. In una normale via di mezzo io potrei pubblicare un libro l'anno, e la Apple poteva mettere itunes e tutto il resto ma essere anche meno "presente" nel proprio strumento.
Simone
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