16/08/10

Il limbo dello scrittore.

Se guardo il telegiornale, se parlo con qualcuno o se faccio semplicemente un giro per strada, vedo cose che mi sconvolgono. Altre cose mi fanno arrabbiare, altre mi danno fastidio oppure - semplicemente - mi fannno scuotere la testa.

Quando mi sdraio sul letto, quando rifletto, quando penso e rimugino sulle mie idee, sento che dovrei dire qualcosa. Intervenire in qualche modo, o per lo meno esprimere chiaramente un'opinione ferma e decisa.

Penso insomma che il mondo in cui viviamo sia estremamente complesso, e che dovrei - o dovremmo, per farmi i cavoli vostri - sforzarmi di interagire con questo mondo e di lasciare un'impronta, un messaggio, anche solo un minimo segno delle mie idee e della mia personalità.

Poi provo a scrivere con l'idea di incidere, graffiare, dare opinioni anticonformiste e provocatorie... ma ancora non ci riesco.

Io penso di aver smesso di scrivere non perché non mi pubblicavano niente. Non perché i miei libri sono poco letti e il testo con la Delos non ha venduto tanto. Nemmeno perché internet si è rivelato una fregatura e tanta gente mi ha mandato a quel paese o non mi legge semplicemente più.

Io ho smesso di scrivere perché le storie impegnate, provocatorie, incisive e tutto quello che vorrei che fossero di cui ho appena parlato - semplicemente - non mi vengono.

Mi metto lì, per dire, con l'idea di un tizio con un lavoro di merda, solo come un cane e insoddisfatto cronico che però a un certo punto reagisce, prendendo il controllo della sua vita. Però no: non si iscrive all'università, grazie a Dio. Sarebbe più una storia su uno che alla fine fa 3 o 4 cose che razionalmente parrebbero ovvie a chiunque, ma che nella pratica non fa mai nessuno perché semplicemente ci caghiamo tutti sotto. Quante cose ingiuste vedete, tutti i giorni, ma poi non fate un cazzo perchè non vi conviene, perchè avete paura o perché l'abitudine vi spinge a ignorarle? Ecco, lui semplicemente è uguale a noi, solo che alla fine decide che l'ingiustizia non è più accettabile... ma appena si muove tutti pensano che sia diventato pazzo, quando invece è l'unica persona normale.

Il titolo del libro sarebbe proprio qualcosa del genere: l'ultima persona normale, o insomma sulla falsariga. Solo che se mi metto a scriverlo, mi manca qualcosa: cioè, alla fine o non so come chiudere la trama, oppure non so cosa far succedere per "riempire" la storia. Ancora, continuano a saltare dentro elementi fantastici, quando per avere senso la storia di fantastico non deve avere proprio nulla... e poi i libri fantastici non li pubblica nessuno, per cui sarei proprio un idiota a scriverne un altro.

Credo insomma di stare in una sorta di limbo. Ho mollato un genere, ho capito di cosa vorrei davvero parlare, ma non riesco ancora a fare il salto. Forse dovrei semplicemente fare quello che consiglio a chi mi chiede come scrivere un libro: dovrei scriverlo e basta, senza stare qui a farmi le paranoie.

Ma io non sono più l'ultimo dei principianti, e mi sono detto che forse scrivere un libro e basta non è più sufficiente. Magari è ora di scrivere un libro bello, un libro che uno lo legge e pensa: ammazza che libro fico. Come i libri degli scrittori veri, insomma. Non la solita roba che ho tirato fuori finora.

Ma forse non è ancora il momento. Scrivere bene, ma bene davvero, richiede una maturità e una cultura che forse sono lì lì per arrivare, o che forse non raggiungerò mai. Oppure - come il protagonista del mio libro - non ho ancora il coraggio di buttarmi in questa cosa, e semplicemente me la faccio sotto pure io. Non lo so.

Intanto ho qualcosa come 3000 pagine di batteri, parassiti e formule biochimiche da sapere entro un mese, e non è che al momento mi ricordi molto. Per cui diciamo che non scrivo nulla, ma per lo meno leggo (e rileggo) molto...

Che, tutto sommato, non fa mai male.

Simone

5 commenti:

Mirco ha detto...

un racconto "provocatorio" l'ho scritto poco tempo fa e a me piace. Più che altro mi piace l'idea di aver detto qualcosa di utile e per niente buonista o compiacente. Spero di poter scrivere altre cose simili, mi sono divertito.

Per quanto riguarda la scrittura hai ragione: meglio non pensarci troppo e scrivere. Soltanto in questo modo ho finito il mio libro, e adesso che penso troppo a come fare il secondo non riesco neanche ad aprire il word processor. Però, come te, non ho fretta.

Dreaming and running ha detto...

"ammazza questo come scrive fico!", o più o meno è stato quello che ho pensato quando ho letto qualcosa di tuo per la prima volta, sulle pagine del blog di Laura&Lory.
Non posso certo dirti cosa o come scrivere, sono quanto più distante ci sia da uno scrittore, non ho nessuna pretesa di scrivere libri (anche se ne ho scritto uno a quattro mani che non pubblicheremo mai ma che mi incanta ogni volta che me lo rileggo) però leggo abbastanza (e scrivo sì, ma questo per la soddisfazione che procura a me solo).
E posso dirti, caro collega ingegnere, sulla base delle mie personali esperienze solamente queste poche cose:
Intanto "Tu scrivi", parafrasando intanto il titolo di un tuo libro. E lo sai fare, non c’è dubbio, cosa che conta e non poco. Sai perfettamente che in giro c’è un mucchio do "roba" che fa schifo, che qualcuno ha pubblicato e che molti leggono pure, ma non devi rapportarti con loro.
Confrontati con te stesso e basta, è questa la sfida migliore. Stupisciti, sùperati. Scrivi per te solo, per la soddisfazione che questo ti procura e basta, per vedere nascere sulla carta idee, per creare e vedersi muovere quasi autonomamente personaggi e vite sconosciute e lontane. E se ti procurerà soddisfazione avrai raggiunto lo scopo. Il resto è solo questione di tempo e di fortuna, e noi ingegneri abbiamo imparato bene che la fortuna non esiste ma la Legge di Murphy invece sì.

E se per il momento non ti viene niente, semplicemente non lo fare. Aspetta.
Aspetta, le idee buone possono capitare quando la mente è impegnata altrove o completamente sgombra e non costipata nell’ostinazione di trovarle per forza.
Hai ragione, niente paranoie.
Sai cosa faccio io? Sì, forse lo sai.
Vado a correre :-)
E allora buone corse.

Meequi ha detto...

Ciao Simone ^^
Vorrei dirti qualcosa di incoraggiante, dirti che sei uno scrittore bravo e che di questi problemi non dovresti fartene perché sei capacissimo. E mi è venuta una domanda: come valuti la tua bravura? Cioè sei più soddisfatto se - esempi - un tuo libro è molto scaricato, un utente lascia un bel commento, molti utenti lasciano commenti (tralasciando il 'bel') o se rileggendo un libro piace a te o cos'altro? So che è difficile valutare sé stessi, lo chiedo proprio per questo.
Comunque giorni fa ho riletto Primo Mazzini e mi sono divertito di nuovo un sacco :) è il libro che in assoluto mi fa più piacere leggere. Sarà solo il mio modesto parere che non conterà poi molto però mica è una cosa di tutti i giorni scrivere un libro che poi sarà il preferito di qualcuno a cui piace leggere :)
Ho voluto provare qualche tempo fa anche qualcosa di genere diverso, senza elementi fantastici, come hai detto tu. Ho letto Un posto nel mondo di Fabio Volo. Segue il modo di pensare che ho io in questo periodo e fa anche ridere, così è finito anche questo fra i miei libri preferiti. Se dovrei dire come si riempie la storia ora come ora non saprei che dire, mi è rimasta impressa solo l'idea di fondo, il fatto che c'erano battute divertenti e che qualche personaggio nel corso della storia ha perso la vita (cosa che a me mette sempre angoscia e quindi mi colpisce).
Insomma secondo me se vuoi scrivere qualcosa di diverso basta che credi di poterlo fare e poi - giustamente - ti ci impegni e lo fai.
Poi volevo dire un'altra cosa. Ultimamente mi sono messo in testa di voler fare il regista (quindi non più scrivere romanzi, ma sceneggiature) e praticamente le storie che mi vengono in mente sono tutte adatte a scriverci un romanzo (come forma, non come effettiva bellezza) ma difficilmente a fare una sceneggiatura. Ne deduco che il fatto - per me come per te come per chiunque - è che, visto che c'è una sorta di abitudine a un certo genere, distaccarsi non è una cosa immediata, considerando anche che hai da studiare.
Concludendo: credici e continua a pensare a come riempire quello che ti manca e col tempo ti arriverà: non esiste che non ci riesci! ;)
(Avrei scritto semplicemente 'credici e aspetta' ma mi sembrava troppo statico e comunque l'ha già scritto qualcuno prima).
Ciao!

Simone ha detto...

Mirco: infatti pensarci troppo è controproducente. Sarebbe da pensarci il "giusto", se mai fosse possibile ^^.

Dreaming: grazie per i complimenti, non so se me li merito davvero però fanno piacere. Il fatto di confrontarsi con la propria scrittura può essere uno stimolo importante, ma credo che il rischio sia di limitarsi a questo: scrivere solo per noi e confrontarci solo con quello che scriviamo noi o con il solito "gruppetto" di amici. Alla fine la scrittura richiede anche un confronto con altri, che possono dirci che quello che scriviamo gli piace, che li interessa oppure che li annoia. Poi certo c'è anche un fattore per cui se io scrivo qualcosa che mi sembra "riuscito" allora sono soddisfatto, ma in troppi si limitano a quello e io lo trovo sbagliato.

E pure io vado a correre, è lo sport che di gran lunga preferisco.

Meequi: essere il preferito - o uno dei preferiti - di chiunque, è anche più di quello che uno spera quando scrive qualcosa. Diciamo che come incoraggiamento insomma sei andato alla grande! ^^

Comunque non sono scoraggiato. Sinceramente ora mi sembra naturale non seguire tanto la scrittura e occuparmi più di altre cose. Anzi, forse mi scoraggerei davvero se mi sforzassi di scrivere trovando magari frustrazione in qualche risultato scadente.

Poi dalle mie parole forse traspare una certa delusione, e questo è vero. Sono deluso da tante persone, posti "virtuali" e situazioni che inizialmente sembravano poter offrire molto di più. Purtroppo uno come me che si lascia trasportare facilmente poi è anche facilmente disilluso, sono fatto così. Ma non sono scoraggiato, anzi: le cose stanno in un certo modo e va bene. Ora si va avanti.

Simone

Anonimo ha detto...

Io di solito scrivo di getto.. è la cosa migliore!Un sorriso!