16/02/11

La narrativa come creatività malata?

Per l'esame di Patologia e Fisiopatologia Generale, dobbiamo (possiamo? Bo', meglio farla) portare una tesina su un argomento del corso a nostra scelta.

Ora io per fare questa tesina mi sto spremendo molto. Vorrei fare bella figura, vorrei portare qualcosa di non troppo scontato e ovviamente vorrei anche riuscire a prendere un bel voto. O un voto decente, o almeno a livello della sufficienza, ecco.

Per fare questa cosa ho iniziato ad appuntarmi le idee sul libro mentre studiavo. Ora dovrei decidere definitivamente l'argomento, mettere insieme il materiale, scrivere la presentazione, sistemare il tutto e cercare in tutti i modi di non annoiare il professore o chi verrà ad assistere all'esame. Il rischio più grave di tutti, infatti, è che il docente si rompa le palle di starmi a sentire, mi interrompa e vada avanti con l'esame facendomi 100 mila domande.

Nel fare questo lavoro, mi sono reso conto di quante analogie ci sono con la scrittura, in tutto questo.

Se scrivi un racconto devi trovare un argomento interessante. Devi avere una storia da raccontare, poi devi documentarti, mettere insieme il materiale, scrivere tutto e anche preoccuparti di stile e presentazione... perché se il lettore si rompe le scatole allora sei fottuto.

Solo c'è un ma. Un sacco di ma, veramente:

- Il contenuto di un racconto non nasce sempre sulla base di contenuti reali (una malattia e la sua eventuale cura) ma anche sulla base di parametri prestabiliti da un editore, da gusti personali o da semplici suggestioni momentanee date da cronaca, pubblicità, o altre storie che al momento hanno successo.

- Intrattenere il lettore è primario rispetto al contenuto, e non più semplicemente funzionale a un buon esito della comunicazione.

- Soprattutto, molti pensano di scrivere per raccontare quello che si sentono dentro, come una semplice espressione artistica interiore, piuttosto che qualcosa rivolta verso l'esterno e verso chi legge.

Qualcuno verrà a dirmi che scrivere la tesina per Patologia non è come scrivere un racconto, ma è diverso: diverso perché una cosa è un lavoro per un esame, tutt'altra cosa è un'attività creativa fatta allo scopo di realizzazione personale, alla ricerca del bello e delle emozioni.

Eppure a me preparare questa cavolo di tesina piace. Mi gratifica, voglio che piaccia, mi sento messo alla prova... insomma io tutta questa differenza non ce la vedo. Arrivo a dire che sto utilizzando la stessa tecnica e i medesimi processi mentali. Soltanto che poi se leggi un capitolo di un libro di medicina finisce anche che hai imparato qualcosa (se leggi la mia tesina, magari, non è detto ^^). Se però leggi un racconto su qualche roba inventata e senza senso diventi esperto di invenzioni senza senso anche tu... e poi nient'altro.

Ma insomma, ok, il punto non è distruggere la narrativa, ma fare un distinguo.

Secondo me c'è una narrativa cattiva, la creatività malata del titolo. Raccontare storie stupide e senza scopo, senza contenuti, senza idee, senza studiare e insegnare nulla. Qualcuno potrà obiettare che c'è anche spazio per divertirsi e pensare a cose meno importanti... ma io penso che questo è vero soltanto in parte:

- Un po' perché, come ho spiegato, scrivere una cosa seria o un racconto idiota richiedono più o meno lo stesso lavoro.

- Un po' anche perché non è che viviamo tutti per sempre e abbiamo tutti infinito tempo a disposizione, per cui potremmo impiegare meglio quel poco che abbiamo.

- E infine si può scrivere una cosa intelligente, profonda e valida, e in grado anche di intrattenere. Non è che una cosa debba perforza escludere l'altra.

Insomma, mi domando: si può parlare di narrativa buona? C'è una scrittura paragonabile allo studio? Ma certo che c'è. Tutti quei libri, quei film, quelle storie che rielaborano la realtà e propongono delle idee, delle soluzioni. La scrittura che ti insegna a pensare, che ti aiuta a capire e a prendere delle decisioni. I libri belli, puliti, intelligenti, che te li ricordi anche 100 anni dopo averli letti.

Secondo me c'è una narrativa sana, anche se a volte mi pare che sia un po' schifata da un sistema che è andato un po' fuori controllo fatto di politica, marketing, arroganza, superficialità e cento altre cose che servono all'opposto della comunicazione. Però dovremmo - scusate, qui nessuno è obbligato a fare nulla - potremmo comunque provarci: scrivere per intrattenere e allo stesso tempo mostrare qualcosa di vero, sincero e importante.

Ecco, mi rendo conto che non è una cosa da tutti. Creare una scrittura sana capace allo stesso tempo di arricchire e divertire è un obiettivo ambizioso. Magari non ne sarò mai capace, nemmeno dopo una vita di studio e pratica e tentativi andati male.

Però, insomma... l'idea sarebbe quella.

Simone

11 commenti:

paroleperaria ha detto...

Tra la narrativa "buona" ci metterei anche quella che fa sognare...
Per la tua tesina, in bocca al lupo! :)

Simone ha detto...

Fra: vero. Ma se ti fa sognare evidentemente un contenuto c'è, anche se forse è su un "livello" diverso.

Crepi!

Simone

Temistocle Gravina ha detto...

Sono d'accordo con te, sulla narrativa buona e quella cattiva. Per questo motivo, forse, in quasi ogni mio lavoro c'è un'impegno sociale (almeno spero) di analizzare un fatto, una società, e attraverso il protagonista darne un giudizio.
Temistocle

Simone ha detto...

Tim: sì, su questo argomento credo proprio che la vediamo allo stesso modo!

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao Simone,
per la tua tesina hai pensato ad un argomento che ti riguarda? cioè magari qualche patologia (spero piccola) che ti è più o meno familiare?!!
In fondo la scelta dell'argomento non è così vitale,il tuo successo è già rinchiuso in quel "mi gratifica"," mi piace".
Per la narrativa concordo totalmente..ma ad oggi "serve" far credere che tutto il sistema sia malato.
PS: per favore..niente anamnesi via web!! :)
gresy

Simone ha detto...

Gresy: tempo che mi laureo magari via Web faccio tutta la visita! ^^ Scherzo... credo! ^^

La tesina ancora non l'ho decisa. Forse una malattia del cavolo presa a caso, oppure proverò a fare un discorso sulle malattie iatrogene parlando un po' di tanti argomenti... ma rischio di incartarmi e fare una figuraccia, per cui non lo so ancora!

Grazie!

Simone

Dama Arwen ha detto...

Quoto "Fra"

Io ritengo la lettura una passione. Che sicuramente può anche "insgnarmi" qualcosa, essere arguta e intelligente. Ma per il MIO personalissimo modo di vivere e vedere le cose, per me deve essere svago, evasione, divertimento.
Tutto il resto mi annoia terribilmente, tutto il resto mi fa rimanere attaccata a questa realtà che io rinnego. Forse è per questo che amo tanto (MA NON SOLO, EH!) il Fantasy.

Simone ha detto...

Dama: ma ami il Fantasy, nel senso i libri tipo vampiri vs zombie o il Fantasy tipo La storia infinita... o tutti e due magari?

Poi certo se cerchi una fuga dalla realtà è un discorso diverso, io invece non vedo tanto la scrittura in questo modo anche perché poi tra stampe, blog, accessi, commenti, concorsi e tentativi di pubblicazione la "realtà" bene o male (più male, visti i risultati di questo periodo ^^) mi tocca sempre prenderla in considerazione.

Poi io ho anche ammesso che mi piace studiare... sono da ricovero insomma.

Simone

Dama Arwen ha detto...

Il fantasy tipo "Il Signore degli Anelli" che (solo) proprio fantasy non è?

COme ti dicevo non solo, eh… la letteratura CONTEMPORANEA vampirica x me equivale alla MERDA (twilighit e co).

Adoro anche i trhiller polizieschi, ho letto almeno 40 libridi Agatha Cristie, tutto tolkien, Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, I Pilastri della Terra tra le cose che mi son rimaste + impresse. Tra i "clasisci" adoro Cime Tempestose... insomma son di gusti strani. Cmq ho adorato anche La Storia Infinita, ma il fantasy che incarna gli stereotipi di mondo medievale con tutto il contorno annesso è quello che decisamente mi affascina di più.

Simone ha detto...

Dama: ok, ma allora mi pare che più o meno siamo d'accordo. Cioè hai nominato tutti bei libri (a parte le cronache che - ammetto - non ho letto) che hanno una profondità che va oltre la semplice storiella scritta "tanto per".

Poi se il signore degli anelli ti ha divertito... ok, allora sì hai gusti stranissimi ^^.

Simone

Ariano Geta ha detto...

Non saprei che dire.
L'intrattenimento allo stato puro è... intrattenimento allo stato puro, quindi non ha l'obbligo di avere dei contenuti profondi o comunque di insegnare qualcosa.
Poi è ovvio che Pirandello è alta letteratura mentre Sophie Kinsella è roba che una volta letta non ti lascia nulla, ma hanno due scopi diversi.