03/05/13

Perché una seconda laurea in medicina? 1: Un taglio col passato.

Parlo di tagli e metto le forbici: fantasia, zero.
"Perché ti sei iscritto a medicina?"

Questa è una domanda che mi è stata fatta spesso, in questi anni. Eppure, in tutto questo tempo, non c'è mai stato un vero post o una vera discussione sul perché di questa scelta.

Chi trova il blog sa che facevo l'ingegnere, ma che adesso studio medicina senza una apparente ragione sensata e razionale. Anche perché - tutto sommato - il senso e la ragione, una scelta del genere, spingerebbero a non farla.

Prima di iniziare a fare un (credo) lungo elengo di motivi, ragioni o semplici scuse del perché o percome mi sono rotto di fare l'ingegnere (probabilmente in un prossimo post) voglio chiarire un punto: molte persone arrivano a una seconda laurea o come diretta prosecuzione della prima (finisco di laurearmi nella facoltà X, e poi inizio la facoltà Y che mi interessa di più), o come una sorta di crescita o approfondimento all'interno di qualcosa che fa già parte della loro vita quotidiana: da ingegnere divento anche architetto, da infermiere divento dottore, da chimico faccio ingegneria chimica, eccetera eccetera.

Il mio percorso è un po' differente da questi: io mi sono laureato in Ingegneria Civile, ho fatto l'ingegnere per diversi anni, e a un certo punto ho lasciato la vecchia professione per ricominciare da zero. Comunque sia, insomma, io per un po' di anni e con alti e bassi l'ingegnere civile l'ho fatto davvero, con tanto di corsi ed esami di abilitazione vari post laurea.

Se pensate che, prima di rimettermi a studiare, ero anche una sorta di scrittore con un libro pubblicato e troppi romanzi autoprodotti (nel senso che io volevo fortemente lavorare nell'editoria, e ho provato per molto tempo a farlo) mi sembra chiaro che - nel mio caso - ci sia stato un taglio forte con quella che potremmo chiamare la mia vita passata che, per molti altri che si trovano in una situazione simile alla mia di essere studenti passati i 30 anni, magari non c'è necessariamente stato.

Ovviamente non è che io sia impazzito da un giorno a un altro, puntando a caso un qualsiasi settore che mi allontanasse dalla mia noiosissima professione passata: essendo da tempo un volontario della Croce Rossa, da ingegnere/scrittore che ero ho avuto numerosi contatti con l'ambiente medico e con il soccorso, e mi sono reso conto con il passare del tempo che la medicina mi pareva più interessante di tante altre cose.

Anche il fatto che - come studente - abbia scelto il settore della medicina d'urgenza dove frequentare e fare la tesi, nasce chiaramente dal fatto che è con quel tipo di medicina che ho avuto spesso a che fare prima di decidere di cambiare strada. Ma se devo essere sincero (e onesto), io facevo e faccio ancora un pochino di volontariato, ma non posso certo dire che si tratti di un'attività che mi impegna per chissà quanto tempo o che riempia chissà che parte della mia vita.

Era - ed è anche oggi - un interesse importante, ma non ho mai pensato "ora mi laureo in medicina per trasformare in lavoro quello che faccio come volontario". Non so spiegarlo in poche rige, ma rimanere anche come medico a fare parte dei volontari mi farebbe sempre e certamente piacere. Fare altro e con altre funzioni - invece - non lo so.

Iniziando a studiare medicina, poi, io puntavo principalmente a qualcosa di un po' diverso: come la medicina interna o la medicina di base. Mi piaceva e mi piace ancora l'idea del medico professionista che riceve nel proprio studio, che è piuttosto differente da quello che può essere invece un dottore che lavora in pronto soccorso. E tutto sommato è sempre quella un po' la mia maggiore ambizione.

Nel settore dell'emergenza, invece, adesso ci sto piano piano ricadendo un po' per caso, un po' per attrazione naturale, e un po' perché mi pare semplicemente un ambiente molto più stimolante di altri per imparare davvero a fare il dottore. Ma appunto non ho lasciato l'ingegneria perché mi piaceva l'ambulanza, e volevo fare il medico di quel settore. È stato più un insieme di fattori che un po' sono dipesi da me, e che un po' invece sono arrivati per i cavoli loro.

Arrivo a dire che a me - tutto sommato - non importa molto dell'emergenza in sé. O meglio mi importa eccome, ma mi piacerebbe occuparmi anche di altro. Ma se la scelta è stare 2 anni in sala operatoria a reggere i ferri per fare il chirurgo, in una stanzetta a scrivere cartelle per fare l'internista, ad accodarmi a giri visite con 40 persone in certi reparti o a infognarmi in qualche ambulatorio a vedere sempre la stessa patologia per tanti altri indirizzi... be': almeno, dove sono capitato io c'è quel minimo di varietà in più che potrebbe - un domani - portarmi a diventare un medico un po' migliore. O almeno la mia speranza è questa.

E insomma: perché questo taglio? Cosa non mi piaceva dell'ingegneria e di tutto quello che facevo prima (compresi i miei romanzi) e cosa mi ha attratto fino a questo punto nella medicina?

Tante cose. Ma, come dicevo, per ora ho parlato abbastanza e - se siete arrivati fino a qui - mi scuso tanto ma non posso scrivere un post lungo 100 mila caratteri e che non leggerebbe nessuno (vi ricordo che non faccio più lo scrittore! :).

Per cui, insomma, il resto lo rimandiamo alla prossima volta.

Simone

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei un grande! coraggioso e determinato come pochi! in questo periodo nel quale tanti, troppi, si lamentano delle poche opportunità il tuo è un esempio di come, se lo si vuole davvero, la vita la si può cambiare..

Lettore affezionato ha detto...

Bravo Simone a rimetterti in gioco. Non è facile. In bocca al lupo a te e a tutti quelli che decidono di cambiare e di seguire un sogno,

Lettore affezionato

Simone ha detto...

Grazie a tutti! Ma non mi merito tutti questi complimenti, davvero!! :)

Simone

Sera d'estate ha detto...

Innegabile che tu abbia avuto coraggio nelle scelte che hai fatto. Quindi i complimenti te li meriti.

Dama Arwen ha detto...

:-)

Anonimo ha detto...

Altro che medicina, la tua è un evidente vocazione religiosa! :)

Simone ha detto...

Folgorato sulla via di Damasco? :)

Anonimo ha detto...

Ciao Simone, ho trovato il tuo blog per caso...Mi chiamo Francesco 29 anni, da 3 giorni non dormo : ho superato il test di ingresso a medicina. Sono attualmente farmacista e sto studiando x trasferirmi negli USA come farmacista appunto, ma dopo questa notizia mi fermo, provo seriamente questa avventura. Nella vita ho capito che le grandi soddisfazioni arrivano dopo tanto tempo e sacrifici. Ora mi sto godendo i sacrifici cominciati anni fa, fra 10 anni mi godrò quelli cominciati ora. Chi ti dice che sei un pazzo, ha ragione. Un pazzo positivo, come mi ritengo anche io, bisogna avere una qualità non innata ma costruita nel tempo per fare queste scelte: la pazienza. E l'aspirazione non di arrivare sopra a qualcuno ma di andare oltre qualcosa. Ci aggiorniamo!

Simone ha detto...

Francesco: complimenti, e in bocca al lupo! :)

Simone

Anonimo ha detto...

Sono un laureato in dirittura d'arrivo di un dottorato (mi manca meno di un anno alla conclusione). Mi piacerebbe iscrivermi ad un corso di laurea che non c'entra una mazza con quello che ho fatto finora, un po' perché non so se troverò mai lavoro con quello che ho fatto (son "filosofo"), un po' perché non so se nemmeno voglio trovare lavoro in questo campo, un po' perché ho una passione latente che mi porto appresso fin dai tempi del liceo e non vuole proprio andarsene (l'architettura).
Leggendo la tua testimonianza una domanda mi sorge spontanea: come fai a vivere a 30 o più anni studiando e non lavorando??? (domanda rivolta anche al medico farmacista)

Simone ha detto...

Io lavoravo a tempo ridotto nello studio di famiglia, ovviamente avendo una situazione favorevole é stato più facile. Ora lavoro come medico specializzando.