20/01/14

Quando l'ansia pre-esame ci blocca: la situazione di un lettore del blog.

Unico modo per sperare di superare un esame: andare farlo.
Riporto questo intervento arrivato tra i commenti a un vecchio post.

L'autore non si firma, ma credo che racconti un problema molto diffuso e comune a molti altri studenti:

"Ciao Simone, leggo spesso il tuo blog.

Anche io come te ho studiato ingegneria (per soli 3 anni). Non avevo passato il test di ammissione a medicina e mi ero arreso, ma poi mi sono deciso a riprovare e sono entrato.

Forse sarebbe stato meglio fallire anche la seconda volta: sono al quinto anno, ma devo fare gli esami del secondo.

Purtroppo studio per un esame, ma pochi giorni prima - provato dall'ansia e dalla scarsa autostima - rimando. Non sono mai stato bocciato, ho la media del 29.7 ma ormai sono bloccato...

Pongo 2 domande:

- Simone, hai mai provato qualcosa di simile?

- Secondo te, a 27 anni (II anno) devo rinunciare?"

Io ho già dato una mia risposta. Mi farebbe piacere che qualcun altro - passando da queste parti - provasse a dire la sua.

Simone

35 commenti:

Simone ha detto...

La mia risposta sarebbe questa:

Mi spieghi che te ne fai di 29,7 di media se poi non ti laurei? Anche io ho l'ansia pre-esame come tutti, ma vado e li faccio e se prendo un brutto voto o mi bocciano amen, cose che capitano.

Insomma no non devi abbandonare. Impara a pretendere un po' meno da te stesso, e cerca di capire che abbandonare un percorso piuttosto che accettare un risultato inferiore alla perfezione non ti porterà da nessuna parte.

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao..

Io penso che mollare non abbia senso, non tanto per la quantità di esami dati, ma per il percorso interiore che si è fatto per arrivare ad iscriversi a medicina dopo aver provato altro. Che senso avrebbe provare a laurearsi in qualcos'altro ormai?

Una strategia per uscire da questo vicolo cieco secondo me sarebbe scegliere degli esami meno "importanti" degli altri, per contenuto e numero di crediti, ed iniziare a preparare quelli, avendo la tranquillità di poterli dare ed accettare un voto basso (sulla propria scala di valori). Ovviamente si tratta di fare una scelta ragionata sugli esami che ancora mancano.

Una volta messo un certo numero di crediti in saccoccia e avendo ripreso la mano con gli esami, si può pensare di lavorare bene su esami più importanti, mirando ad un voto alto.

Magari accettare o addirittura "scegliere" che un esame sia preparato in fretta e quindi magari abbia un voto basso non è semplice, ma sei in una facoltà con un numero sterminato di esami, ne puoi anche fare tre o quattro in maniera "scialla".

In bocca al lupo,

Tartaruga

Marta ha detto...

Io penso che ansia pre-esame e bassa autostima siano due cose diverse e che forse il termine "ansia pre-esame" sia un po' l'etichetta che ti consente di dare un nome ad un qualcosa che ti sta mettendo molto in difficoltà e che ti porta ad evitare una componente della tua vita che evidentemente per te è molto importante, cioè i tuoi studi. E' evidente che sia importante, da come ci sei arrivato; nonostante tu abbia provato a cambiare strada, poi ti sei voltato e sei tornato indietro per raggiungere quello che volevi. Hai passato il test e poi ti sei bloccato. E' una cosa che ho già sentito…che dico, vissuto.
Io sto combattendo contro esami arretrati; ho passato qualche anno a pensare e dire in continuazione di aver sbagliato strada, di aver fatto spendere soldi ai miei per niente. Ho pensato ogni giorno, con tutta me stessa, di non valere un tubo. Per me era molto difficile pensare il contrario. Perché pensare di valere andava a minare un sistema difficile di rapporti con me stessa, in cui io ero sempre quella inferiore. E chiamavo tutto questo "ansia pre-esaeme".
Ho capito tutto questo facendomi aiutare; ad un certo punto ho cominciato ad avere attacchi di panico e questi mi hanno permesso di intraprendere un cammino psicologico.
Non dico sia la strada giusta, ma una strada possibile.
Qualunque cosa tu scelga, sceglila con la consapevolezza che la tua scelta non dipende dalle tue scarse capacità. Perché avrai anche fatto gli esami dei primi anni, ma quelli li hai fatti bene. Quindi sei capace, a fermarti probabilmente è altro.
In bocca al lupo per tutto.
Marta

Anonimo ha detto...

*ciaf ciaf* <---rumore degli schiaffi

Rinsavisci!!!!

Premesso che la media poco importa. Nel senso che un medico bravo non è fatto di voti ma di capacità umane e curative, conoscenze cliniche e perspicacia (per non dire che deve avere c--o, dote a volte importante per formulare la diagnosi corretta)...
Un medico non vive di voti e di esami universitari. Un medico è tale perché ha passione e vuole dedicarsi a un lavoro che lo soddisfi personalmente e che gli consenta di percepire uno stipendio. La vita di un dottore non è un continuo esame difronte ad una commissione!! E' stare con i pazienti, curare, interessarsi, tenere il naso fra i libri per rispolverare vecchie conoscenze perse in chissà quale anticamera del cervello, data la mole di libri-appunti-slides che deve in continuazione rivedere (non si studia solo per esami). E se tu, caro anonimo, credi di poter essere un buon medico grazie a delle doti che senti di avere, allora sei sulla strada giusta. Se credi che invece sia un esame del secondo anno a dover DETERMINARE LA TUA VITA E LA TUA CARRIERA, allora pensaci su... Se hai optato per Medicina lasciando ingegneria e sei andato avanti con lo studio è probabile che la passione ci sia, oltre a un po' di sale in zucca=) Pensa agli enormi sacrifici che hai fatto nel corso di 5 lunghi anni e pensa di doverli gettare al vento solo perché hai paura di un "fallimento"... E non credere che una bocciatura significhi così tanto... Capita a tutti!

Nicolò (il non medico ma pur sempre sputazentenze=D)

Manuela ha detto...

Ciao Simone,
Come Marta, anch'io ho vissuto una simile esperienza. Io e molti altri. Una delle qualità di internet, quando è usato bene, è che permette di rispecchiarsi in esperienze altrui e realizzare che non si è soli, che molte cose sono risolvibili e che, lavorando sulla propria resilienza, si può ripartire.
A causa della mia insicurezza a parlare con una persona competente non ho mai prenotato un incontro con uno psicologo. Forse, però, avrei dovuto perché ne sarei uscita molto prima.
Io posso dire di aver trovato molte risposte nelle parole altrui, nelle pagine, nei blog creati da persone che hanno voluto condividere consigli ed esperienze e che sono consapevoli del fatto che chi passa dei periodi di "black-out", intrappolato in pensieri negativi e non costruttivi, non è affatto uno stupido ma una persona capace e intelligente le cui capacità si sono ridotte ai minimi termini una volta che questo circolo vizioso ha preso il sopravvento. Spesso ci chiudiamo molte porte da soli, a causa degli scherzi della nostra mente ma, una volta svincolati, il nostro potenziale si può esprimere veramente.
Ogni settimana visito una serie di blog cui sono affezionata: oltre a questo, per esempio, efficacemente.com, dove ho trovato vari consigli, dai più semplici ai più impegnativi da mettere in pratica per ritrovare disciplina, metodo e sicurezza. Il mio consiglio è di affrontare il problema con la consapevolezza che si tratta di qualcosa di non insormontabile ma che si deve affrontare affinché non possa intaccare più la fiducia nelle nostre capacità e nei nostri obiettivi, per quanto realizzarli richieda pazienza, costanza e..sì, tempo. Anzi, proprio per questo bisogna mettersi in sesto. Trova i tuoi riferimenti, nei libri, su internet, ammetti tutto ciò che non va, con te stesso, ad alta voce, se puoi contatta uno psicologo per un incontro preliminare, spesso gratuito..metti in moto questo circolo virtuoso con accorgimenti e azioni a volte semplici o apparentemente banali, a modo tuo. Gli scivoloni, le battute d'arresto, i malumori, i commenti altrui, tutto questo resterà ma, come ha fatto spesso Simone, ammettere gli errori e riconoscere gli ostacoli sarà un gran passo avanti che ti permetterà di affrontarli, renderli più concreti e minimizzarli quando sarà il caso - come i commenti che ti dovrai sorbire sull'età e il tempo che è passato e la situazione lavorativa in Italia e quant'altro. Sono attorniata da persone ultra-trentenni che hanno lasciato il lavoro o non si sono visti rinnovare il contratto e che, con l'appoggio dei genitori, si sono iscritti a un secondo corso di laurea per darsi altre opportunità. Le esperienze di vita sono così varie....
Come ho letto poco fa per caso sul web, cerca di allontanarti dalla "mentalità competitiva" che risucchia tutte le energie, che non ti arricchisce mai nel lungo periodo e che ti fa osservare, in modo distorto, la vita degli "altri", e cerca di concentrarti solo sulla tua "mentalità creativa", creando valore, per te stesso e per gli altri. Il tuo percorso è solo tuo, unico, e ogni pezzo del puzzle comporrà la tua, vita: unica, appunto.
Sarai sempre attorniato da qualcosa che ti vuole affossare, fuori e dentro di te. Se ti impegni a rafforzare l'altra mentalità, vedrai che, conquista dopo conquista, passo dopo passo, la negatività sarà sempre più innocua.
C'è chi ha avuto un percorso lineare di studio e non ha mai avuto occasione di dubitare delle proprie capacità. Ma, come mi ha detto una mia amica poco tempo fa, già laureata, dal curriculum eccellente e ora bloccata a causa di una serie di colpi bassi, "quando tutto fila liscio, quando diamo il massimo di sé e niente ci blocca, in realtà diveniamo più deboli, perché diventiamo impreparati ad affrontare ostacoli futuri, fuori dagli schemi, imprevisti". Vedrai che tra un po' il periodo che stai vivendo si tramuterà in un'esperienza fruttuosa.
Un saluto a tutti quelli che seguono il blog e a te, Simone, grazie mille.
Manuela

Dario Tobruk ha detto...

Ciao Simone, seguo da un paio di anni il tuo blog, periodicamente direi, un po' come quando si vuole incontrare un vecchio compagno di scuola e incuriosirsi su cosa stia facendo di bello, ed in seguito voler sapere come stia procedendo il tutto.

Con disinteressato affetto ;)

Io sono un infermiere, e come te e come mille altre persone che si incontrano tra queste righe, anch'io voglio cambiare percorso, fare qualcosa di diverso, appena appena aver iniziato quello nuovo.

Ma non è importante il mio percorso ma bensì volevo chiederti, visto il tuo punto di vista ormai autorevole dato che hai praticamente cambiato vita, cosa secondo te, ci porta tutti(o molti (o quei pochi pazzi!))

a voler cambiare tutto?

Cosa ci spinge a rischiare tutto per un intenzione, un obiettivo, magari un sogno? Oltre alla risposta ovvia che inseguiamo un sogno, dove hai trovato la forza di concretizzare con fatica qualcosa che per sua natura(il sogno) è con alte probabilità effimero e illusorio?

Cosa spinge le persone a voler buttarsi dal primo precipizio che si incontra durante una lieve passeggiata in un sicuro sentiero di montagna?

Simone ha detto...

Grazie davvero a tutti per i commenti, molto belli e penso anche confortanti per chi si trova in una situazione analoga. Il nostro "collega" anonimo li leggerà di sicuro, e se vorrà rispondervi ovviamente mi farà piacere.

Dario: buttarsi in un fosso e cambiare lavoro non sono proprio la stessa cosa, dai! :)

Credo che a un certo punto mi sono detto che 6 anni erano tanti, ma che comunque questi 6 anni sarebbero passati sia studiando per diventare chi volevo essere, sia continuando a fare qualcosa che non mi piaceva.

Insomma tra la certezza di quello che non volevo ritrovarmi a fare a 40 anni e il dubbio di cosa sarebbe successo cambiando, ho pensato che mi sarebbe convenuto a quel punto cambiare.

Simone

Nimbus ha detto...

io non vedo il perché di questa ansia da prestazione. si raggiunge una preparazione soddisfacente, si va all'esame, ci si difende e si passa la materia. non è il 24 o il 30 e lode a fare la differenza, è quello che hai capito che farà la differenza in futuro.

Simone ha detto...

Nimbus: a parte che a Ingegneria potevi pure aver studiato, ma sbagliavi qualcosa allo scritto ed era finita, non tutti sanno dire quando la loro preparazione è "sufficiente".

Per molti studenti l'esame comprende lo studiare fino a pochi minuti prima dell'interrogazione, e insomma giocarsi settimane di studio in pochi minuti.

Altri sono insicuri e hanno "paura" dei professori... e comunque dal quarto anno in poi è raro che una buona parte degli studenti di medicina accetti voti sotto al 28 per cui se non è 30 e lode è già un fallimento.

Ora poi col concorso nazionale e il taglio alle specializzazioni inizieranno a rifiutare i 30 e 29 sarà motivo di disperazione, per cui immaginati che stress agli esami! :)

Simone

Dario Tobruk ha detto...

Per Simone e Nimbus, dal mio piccolo punto di vista, per un medico la preparazione sufficiente deve essere quasi l'onniscienza!

E lo dico perché al contrario di altre professioni in cui se non sai o non sai fare qualcosa magari hai un intervallo di tempo ragionevole per aggiornarti o ripassare...

purtroppo(o per fortuna) un medico in certi casi come quelli in emergenza non può esimersi da essere in grado di fare diagnosi e diagnosi differenziale, e in genere farlo in fretta.

Il problema è che, da quello che ho visto io, questo livello di preparazione si raggiunge solo con il tempo e l'esperienza.

Quindi penso che la preparazione sufficiente che un medico dovrebbe avere è il limite fisico, cognitivo e umano che il medico stesso è in grado di raggiungere negli anni della sua formazione.

Nimbus ha detto...

Dario, fondamentalmente la pensiamo nello stesso modo: io però in questo momento mi limitavo a parlare degli esami. Una preparazione "sufficiente" per me non vuol dire "vado a vedere se mi va di culo", bensì "ho un'idea chiara e globale della materia, inoltre so pure una discreta quantità di minuzie, adesso devo mettermi alla prova e dimostrare di avere capito".

Una volta laureati e avviati al lavoro, non ci si può esimere dal costante aggiornamento, ma questo vale in moltissimi campi, ingegneria compresa. Come dici bene tu, serve l'esperienza, ma questa arriva col tempo. Inoltre l'onniscenza è inarrivabile, ragion per cui esistono le specializzazioni, che ti permettono di concentrarti su settori limitati, in modo da potere sapere di tutto un po' e moltissimo di qualcosa.

Simone ha detto...

Secondo me il dottore che riconosce al primo sguardo uno scompenso cardiaco piuttosto che un infarto o un ictus o il chirurgo bravo a operare non lo fa sulla base di cose che ha studiato sui libri ma grazie al semplice fatto di essere stato lì a vedere quel tipo di pazienti per molto tempo.

Non so se era quello che volevate dire anche voi... comunque la preparazione dei medici neolaureati è al di sotto di pessima (e mi ci metto anche io) e prendono quasi tutti 110 e lode. Per cui c'è un qualche problema: o gli esami sono troppo facili (vero) o gli esami non sono collegati al lavoro che poi fa il medico (vero anche questo).

Io credo che i dottori più bravi, quelli che cioè vedo in reparto e ammiro e cerco di imitare, sono quelli che dimostrano di:

1) Saper accettare che qualcuno gli spieghi qualcosa di nuovo.

2) Sapersi aggiornare ed eventualmente abbandonare sistemi e metodi che già conosciamo per cose nuove che offrono maggiori possibilità.

3) Rimanere appassionati del proprio lavoro.

Purtroppo al contrario trovate e troverete tanta gente preparatissima e coltissima (nei limiti del loro campo incredibilmente ristretto) ma più impegnata a timbrare il cartellino e a sentirsi "meglio" dei colleghi che a fare effettivamente qualcosa di concreto.

Insomma parliamo di "onniscenza", quando invece serve solo una sana e salubre normalità.

Simone

Anonimo ha detto...

Stai studiando in una facoltà nella quale non sarà determinante il voto di laurea.capito?ripeti,tipo mantra,non sarà determinante il voto di laurea...eppoi,siamo sicuri che la tua debolezza sia il voto? Credimi lavoro con medici mediocri da 110 e lode e con dirimenti dottori che all'uni erano massa e sono fenomeni clinici...vivere richiede molto più che respirare...forza amico mio!!!coraggio!!!

Anonimo ha detto...

Purtroppo a quanto ho potuto vedere anche gli stessi professori contribuiscono alla "fissa" per il voto alto. Quando ero al primo anno un professore disse apertamente che ci consigliava di passare il suo esame con un voto dignitoso (che per lui equivaleva ad un voto non inferiore al 27), altrimenti avremmo avuto poche possibilità di entrare in specializzazione. Un secondo professore all'orale mi chiese se 28 mi andava bene o se volevo un'ultima domanda per tentare di arrivare a 29. Io dissi che mi andava bene (perché ero distrutta e volevo solo andarmene). Lui mi ha risposto: "hai ragione, tanto per la specializzazione 28 o 29 danno lo stesso punteggio!" Io non sono assolutamente d'accordo con questo sistema ed all'inizio ne sono rimasta scioccata. Tutto questo non fa altro che alimentare ansie e nevrosi.

Nicoletta

Anonimo ha detto...

Forse,come dice Simone, si sta creando tra gli studenti una sorta di ansia/competizione crescente (con conseguente rincorsa al votone) dovuta al fatto che ci sarà (credo) questo taglio delle specializzazioni con un concorso che non saprei dire se meglio/peggio di quanto visto sinora.
Anche io vorrei conseguire una seconda laurea in medicina, ma è evidente che la situazione occupazionale futura non ha proprio delle "gioiosissime" premesse per chi voglia poi trovare lavoro in ambito specialistico....
Per quanto riguarda l'autore del post, mi sento di dirgli che non è assolutamente tardi per rimettersi al passo, deve solo uscire dallo stallo psicologico e guardare AVANTI, accettando inizialmente anche qualche voto non altissimo e presentandosi con una preparazione magari non maniacale (parlo per esperienza personale :) )
Stefania

Valerio ha detto...

Concordo con Simone, la visione di Tobruk mi pare un tantinello televisiva...e al massimo vale per i medici che lavorano alle emergenze, che saranno il 2-3%, e anche lì si applicano comunque dei protocolli algoritmici; ciò non toglie che la professione di medico, per la sua natura, sia forse la più delicata che c'è; poi ci sarebbe da chiedersi se oggi esista ancora il "medico" o esistano solo i vari specialisti (ivi compresi, a modo loro, i mmg); per quanto riguarda il post iniziale io credo che imporsi di andare all'esame alla data programmata, a costo di rimediare una brutta figura, sia vincente (anche perché l'impossibile di non avere vie di fuga ti sprona a studiare).

Valerio ha detto...

Impossibilità

Nimbus ha detto...

che i voti di medicina non abbiano senso, si capisce assistendo ad un esame... professori che si scusano perché non possono mettere più di 27-28... ad ingegneria c'era gente che stappava champagne per un 18, su (io stesso ho preso un 21 ed un 22 e non avrei mai detto di no, nel caso di quelle due materie)

Anonimo ha detto...

La cosa peggiore che ho visto comunque sono gli studenti che pregano (letteralmente) il professore per un voto in più... c'è gente che non ha davvero dignità... a questo punto ho stima maggiore per chi rifiuta il voto (ovviamente non parliamo di 18) e si presenta all'appello successivo. Forse il ragazzo "bloccato" è stato spaventato da questo clima insalubre che, come molti altri hanno sottolineato, in altre facoltà non esiste. Io consiglio di decidere quanto prima le date degli esami e di presentarsi comunque (vedrai che questo ti motiverà a studiare). Dai sempre il meglio senza pensare ai voti degli altri e vai avanti per la tua strada! Sei ancora giovane e hai tutto il tempo per un nuovo inizio

Nicoletta

Nimbus ha detto...

sì, ho già assistito anche io a queste scene, anche accompagnate da pianti. il problema è che sono più interessati al voto che all'avere capito. e magari poi se ne vantano pure!

Simone ha detto...

Riflessioni interessanti, sulle quali penso di scrivere il prossimo (o uno dei prossimi) post.

Simone

Anonimo ha detto...

Sono in una situazione analoga (al II anno di medicina, bloccato del tutto), con l'unica differenza che sono effettivamente iscritto al II anno ed ho "solo" un esame in arretrato... Ma sono del tutto bloccato. La mazzata l'ho avuta la settimana scorsa: avevo studiato duro per un esame discretamente semplice, solo scritto (l'unico di tutto il corso), puntavo ad avere un voto alto. Eppure ho preso 25. So che non si tratta di un voto brutto, anzi (io stesso per altre materie sarei felicissimo di un 25... ma anche di un 22, talvolta); il problema sta nel fatto che tutti, e dico tutti, sono andati benissimo (su 70 esaminati solo 9 bocciati e poi tutti dal 27 in su)... tranne me. Mi sento del tutto idiota. Eppure per questo esame avevo studiato, mentre molti altri no e, nonostante questo, hanno superato brillantemente la prova (che non avessero studiato molto lo so per certo dal momento che, entrando in aula, mi avevano chiesto alcune cose basilari della materia). Ora mi sento idiota. Ho un altro esame la prossima settimana, questa volta piuttosto pesante, e zero voglia di studiare, pur dovendo farlo dal momento che non apro la materia da quasi una settimana. Non ho voglia di fare nulla, più studio e peggio vanno le mie prove... Sto seriamente meditando di abbandonare gli studi, meglio ora che più in là. Scusami se il mio post non ti sarà d'aiuto, sappi solo che ti sono davvero vicino... Capisco la sensazione che provi, perfettamente. Tieni duro, provaci, almeno tu.
In bocca al lupo

Anonimo ha detto...

ciao simone
alla veneranda età di 36 anni tra qualche mese mi accingo al test di ammissione a Medicina..sara' che si sta avvicinando il giorno del test, sara' che mi sento sempre piu' preparato e quello che mesi fa mi sembrava un utopia oggi mi sembra piu' alla mia portata, fatto sta che oggi sono assilito dai dubbi.
sinceramente...bene che mi vada mi laureero' tra 8 anni ( in 6 anni non ce la fa nessuno), quindi a 44 e avro' esaurito tutta la scorta di denaro messa fin d'ora per mantenermi..anche se entrero' poi in specialità e quindi per qualche anno avro' un reddito, alle soglie dei 50 anni chi cavolo mi assumerà?
ok che i concorsi pubblici non hanno limite di età..ma diciamoci la verità.la precedenza la avranno sempre piu' giovani

attendo consigli...anche nudi e crudi
grazie ragazzi

mario

Simone ha detto...

Anonimo: hai preso 25 a un esame. I tuoi amici - a parte quelli che sono stati BOCCIATI - hanno preso un voto vagamente migliore del tuo, per cui stai valutando di abbandonare gli studi.

Mi sembri più il solito anonimo che passa a prendermi in giro. Se così non fosse, chiaramente il tuo ragionamento non ha senso per cui studia e vai a fare l'altro esame.

Mario: dopo la specializzazione non potrai fare altro che il precario in qualche struttura privata o nel pubblico con contratti a termine e senza garanzie per un futuro, pensione o lavori più stabili. Come qualsiasi altro medico di qualsiasi altra età :)

Simone

Anonimo ha detto...

ammazza simone...che ottimismo

mario

Anonimo ha detto...

Anche nella mia magistrale di economia in molti continuano a rifiutare voti anche buoni e a ripetere lo stesso esame più volte. Per me è una cosa da fare solamente se non si perde tempo con altri esami, altrimenti ci si "invecchia" all' uni, si continuano a pagare le tasse e, cosa ancora più importante, si sostiene il costo opportunità non indifferente del mancato guadagno per lo stipendio che si percepirebbe poi lavorando. Stefano. Ciao Simone, continuo a leggere il tuo blog e a trovarlo sempre più interessante.

Simone ha detto...

Mario: dai scherzavo, ma l'idea era quella: nel senso che non credo proprio che sia l'età sia un problema. Poi la situazione italiana è quella che è, ma appunto è un problema che vale per tutti non per chi come noi è più "grande".

Stefano: sì, infatti è una cosa che succede un po' in tutte le facoltà.

Simone

Unknown ha detto...

ti posso capire benissimo perchè anche io mi sono trovato nella stesa identica situazione con lo svantaggio di aver iniziato il corso con alcuni anni di ritardo. lasciare l'università è una tua scelta devi valutare quali sono per te le priorità sia nell'immediato che nel futuro. se hai voglia e spirito di sacrificio puoi tranquillamente farcela ma non sarà facile...sarà ancora più difficile perchè lo stare indietro porta degli svantaggi relativi al corso (lezioni, tirocini ecc) ma se sai che per te ne vale la pena allora potrai superare qualsiasi cosa. ora se vuoi andare avanti l'ultima cosa è farsi prendere dalla fretta tanto il tempo perso perso non lo recuperi ma neanche prendersela comoda...bisogna mettersi sotto e sapere che per i prossimi 4 anni tutto il resto dovrà passare in secondo piano e lo studio sarà il tuo primo pensiero. detto questo se sei disposto a fare questi sacrifici allora in bocca la lupo...altrimenti pensa subito ad una strada alternativa da percorrere ed auguri per tutto!
per quanto riguarda l'ansia pre-esame cerca di capire che medicina (come molti altri corsi di laurea) gli esami per essere superati non basta studiare ma occorre capire come superarlo...in quanto se per alcuni esami ti puoi permettere di studiare tutto il programma ed impararlo per altri è impossibile (ed a volte inutile)se vuoi rimanere nei tempi. e poi a volte gli esami vanno anche affrontati con intelligenza; sono tanti quelli che studiano solo gli argomenti che chiedono spesso e saltano tutto il resto, ed a volte tutto il resto può essere anche metà del programma. può non sembrare una cosa giusta perchè penserai che così non impari quello studi...ma in effetti ti renderai conto cmq poi che tutto quello che hai studiato ti servirà ben poco nella professione medica. con questo non voglio dire che devi andare a fare l'esame sperando sulla fortuna ma solo che a volte bisogna farsi furbi ed andare cmq avanti!
ciao

dc ha detto...

1)età:tutta fuffa,la crisi degli ultimi anni ha rivoltato l'ambiente come un calzino,vero che ci sono i giovani,ma vero che il sistema è cambiato e oramai si guarda per tutti a corsi e preparazione(da un lato viva dio)e ci sono scuole di specialità che se ne infischiano dell'età(anche hanno bisogno di denari per vivere e un iscritto è pur sempre una retta a fine anno)
2)voti:carissima/o hai preso 25? ottimo fatti sto conto:io fare FIRMA con sangue se mi dicessero oggi"non scendi sotto il 25 da qui a fine studi"..concordo con Simone,o hai sparato per prendere per il culo o devi rivedere pesantemente la tua idea di scuola-esame-voto...(oddio ricordo una scena isterica di una per un 28 e il fidanzato che la consolava...li avrei presi a calci entrambi).

Unknown ha detto...

Ciao a tutti.
Io sono entrato a medicina un anno e mezzo fa, e in questo tempo ho dato tutti gli esami scritti che si potevano dare.
Il problema è che non ho ancora dato un orale, sì avete sentito bene.
Ho un blocco, al primo orale che è istologia ho rimandato non sentendomi sicuro. Mi ritrovo al secondo anno con istologia fra 1 settimana e consapevole di aver studiato un sacco e di non ricordare niente.

Simone ha detto...

Unknown: gli orali li odio pure io... l'unica è andarci e subire il supplizio, fattene una ragione! :)

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti! Sono l'autore del post da cui è partito tutto! Per prima cosa ringrazio Simone e tutti voi per i consigli e l'invito a non mollare! È stato un'anno duro, ho avuto momenti supernegativi e la voglia di mollare era tanta... ne sto uscendo a piccoli passi, un'esame dopo l'altro e il ritmo aumenta da se. Devo dire che ho -finalmente- capito che il voto non indica il valore di uno studente o di un medico! Purtroppo l'ambiente che esiste nelle facoltà di medicina non aiuta le persone ultracritiche ed ossessive come me. Sappiate che i vostri commenti sono stati importanti: mi avete ridato serenità, coraggio e voglia di non fermarmi! Grazie ancora e scusate se solo ora trovato il coraggio di scrivere! In bocca a lupo a tutti voi! Vi auguro il meglio!

Ciao Simone!

Simone ha detto...

Ciao!! Felicissimo per te... e grazie per essere tornato a dirci come vanno le cose!! :)

Anonimo ha detto...

Maggio 2015,
forse sembrerà senza senso ma sono ritornato qui. Le cose vanno bene, gli esami rimandati sono un ricordo. Spero che anche per voi vada tutto bene! Ciao ragazzi! Ciao Simone!

Simone ha detto...

Ciao! Grandi notizie, grazie!! :)

Simone