12/05/14

La noia prima della tempesta.

Lo studio ai tempi che non si poteva cazzeggiare su facebook.
Giornate un po' tutte uguali, ultimamente:

Poche lezioni, qualche turno in ospedale, piano piano vado avanti con lo studio... e mi annoio.

Trovo noioso studiare cose che non mi interessano o ri-studiare cose già ri-studiate, e che magari non mi interessavano già da prima.

Noiosette lezioni e tirocini, che sono più una prova di sopportazione del tedio piuttosto che uno strumento per imparare.

Un pochino noioso - e non l'avrei mai detto - anche l'ospedale e il pronto soccorso: alle volte vado lì, e mi rendo conto che se c'è da fare qualcosa che già so fare allora mi ci metto, altrimenti sto un pochino troppo sulle mie.

Sto lentamente facendomi assorbire dallo spirito del "faccio sempre le stesse cose", e non va bene.

A pochi mesi dalla laurea dovrei cercare altri stimoli e imparare sempre di più. Frequentare qualche reparto diverso, studiarmi qualcosa di nuovo da provare ad applicare nella pratica, fare domande e rompere le palle a infermieri e strutturati, prendermi i libri e studiare le cose che non mi insegna nessuno.

Ma spingersi "oltre" quello che passa il convento richiede impegno e dedizione, e ora l'impegno è finalizzato a finire gli esami e tutto il resto passa in secondo piano: posso studiarmi un libro su - che ne so - la NIV, quando ho ancora il libro del prossimo esame mezzo intonso che mi aspetta? Sarebbe assurdo.

E così, grazie a questi giorni di stallo, credo di aver capito un po' di più su come funziona il lavoro del medico: allla fine una volta che sei laureato e lavori ti piazzano in una stanza a fare 1 cosa, e devi essere tu a spingere e scalpitare per imparare altro e uscire dalla semplice routine.

Penso ci siano 2 tipologie di dottore. O di infermiere... o di qualsiasi altro lavoro, a voler ben vedere: quelli che si sbracano sulla prima sedia che trovano, fanno quello che gli chiedono i superiori e inventano scuse per scaricare il da fare sugli altri o si arrovellano su assurdi dilemmi etici pur di non uscire dal microcosmo delle 3 solite minchiate che sanno fare.

E poi quelli che si interessano. Si muovono, si appassionano e fanno le cose perché sì, perché gli piace. E questi magari si prendono i cazziatoni, ogni minuto c'è il cretino di turno che va a rompergli le scatole, i colleghi li odiano e il capo non li sopporta... ma alla fine chissà perché quando c'è qualche casino da risolvere passa sempre tutto nelle mani loro.

Io vorrei essere un dottore come questi ultimi, certo. Chi non lo vorrebbe, almeno sulla carta? In teoria siamo tutti bravi ed eticamente perfetti ma poi, nella pratica... è tutta un'altra storia. Sarà veramente così, insomma? Posso solo dire che lo spero.

E vabbe'. Mi annoio, mi pare che si sia capito. E quando mi annoio escono fuori 'ste pippe mentali che non ci sto tanto dietro alla fine nemmeno io.

In ogni caso, tra un paio di settimane scarse ho il primo esame. Poi un altro esame. Poi un altro esame.

Poi devo preparare la presentazione della tesi, stampare e rilegare, sistemare 10 mila rotture di palle burocratiche e avere un esaurimento, 2 ulcere e un caso di delirium. E questo sempre nella migliore delle ipotesi.

Viva la noia, insomma. E finché dura, godiamocela.

Simone

28 commenti:

valerio ha detto...

un po' quello che dici è vero, però il fare due/tre cose dipende anche dal fatto che è ormai accertato da studi su studi che nella sanità "la pratica fa la sicurezza" (un ospedale che fa 10000 cesarei l'anno ha sempre una % di complicanze inferiore a quello che ne fa 500, e così il singolo professionista); quindi ci sarà sempre chi è più aperto al confronto e a interessarsi, ma le due/tre possono diventare cinque/sei, e magari posso per mia cultura interessarmi anche di campi contigui al mio, ma alla fine più di tanto non posso pensare di spaziare se non come orientamento culturale in generale

Anonimo ha detto...

domanda (una curiosità): su internet puoi trovare una buona fonte di informazioni per aumentare le tue competenze e migliorarti rispetto a quello che ti propone l'università? Laura

supersimo ha detto...

Il fatto e' che prima dovresti impratichirti nelle tue
Solite mansioni e poi puoi spaziare in altri campi.
Ormai il sapere e' così dilatato che i "super specialisti" non sono interscambiabili.
Un neurochirurgo non potrebbe fare il cardiologo,e viceversa.
Un po' come le nostre cellule,altamente specializzate,non possono rigenerare,mentre quelle "banali" della coda di lucertola,lo fanno egregiamente.;-)
In effetti,questo comporta un tantino di noia.
Del resto,nonostante quello che crede "la gente",non e'
Che se sei medico puoi curare tutto (dal linfoma al callo),e comunque,non con la stessa bravura.
Ecco il perché delle specializzazioni.
Ovviamente questo non può fare da pretesto per un medico che nn sappia eseguire un prelievo o una RCP:un minimo sindacale e' necessario.
D'altra parte ogni specializzazione e'ulteriormente divisa in sottospecializzazioni,tipo il neurologo esperto in stroke,quello esperto in disturbi del movimento ecc (fino ai paradossi statunitensi di dentisti solo esperti in estrazioni di ottavi o solo endodonzisti).
Come notava G.B.Shaw:"sappiamo sempre più di argomenti sempre più piccoli.finiremo col sapere tutto...di niente"!;)

Simone ha detto...

Valerio: certamente parlando di interventi o procedure o terapie importanti ci sarà quello più esperto che sarà sempre più bravo, occupandosi magari solo di quella cosa.

Io però penso più a competenze di carattere generale e ancora a livello di uno studente o medico neo-laureato.

Per dire ancora non so mettere i punti, non saprei impostare una NIV, non conosco i dosaggi per le terapie di ipertensione o diabete... insomma cose che invece bene o male non richiederebbero il professionista super esperto.

Laura: sì su Internet trovi tante cose. Per esempio sull'ecografia vedo video e tutorial su Youtube oppure ho applicazioni sul tablet per fare pratica con l'ECG.

Anche emogas, suoni cardiaci e polmonari... tante cose invece durante l'università si fanno pochissimo, solo in via teorica o proprio per niente.

Supersimo: un po' come dicevo a Valerio, non pretendo di saper fare cose che "riassumano" più specializzazioni. Ma c'è un vasto campo di saperi "intermedi" che credo con l'applicazione possano far parte del bagaglio di chiunque.

Simone

supersimo ha detto...

Beh leggo ora quello che intendi per saper "fare".
Purtroppo l'università non ti da una preparazione davvero pratica,devi guadagnartela sul campo (personalmente post laurea ho continuato a frequentare l'ospedale.aggratis,naturalmente).
Un'amica mi diceva che suo padre,quando erano piccoli,esigeva che i suoi figli fossero in grado di guidare (in età pre patente) e sapessero fare le iniezioni.nn chiedermi perché.:)
Ad ogni modo un medico dovrebbe saper suturare e fare iniezioni.x le suture:procurati portaghi ,pinzetta ecc e esercitati a suturare fogli di gomma,tipo palloncini (io usavo la diga dei dentisti).e'vero che non c'entra gran che coi tessuti ,ma ti da quella sicurezza necessaria per farlo su paziente.
Non credo serva conoscere un gazzilione di punti,basta sutura incavigliata e punti staccati.poi vai spedito.altro trucco stupido ma utile:usa bisturi ad impugnatura tonda e non piatta.a volte il risultato e'dato dall'esperienza,a volte dall'usare lo strumentario adatto.le arance per esercitarsi a suturare le ho trovate inutili,alcuni suggerivano cosce di pollo,ma la consistenza dei tessuti non quadra (eppoi sprecare il cibo mi repelle).

supersimo ha detto...

Per le punture,non c'è arancia che tenga.devi farle e basta.
La prima l'ho fatta ancora da studentessa,a mia mamma.
Per paura di farle male ...le ho fatto male.
Il giorno dopo,quando l'ho raccontato depressissima,una compagna di studi mi ha detto di aver fatto di peggio su sua madre.
Non capacitandomi di come si potesse peggiorare la cosa,mi ha detto:quando mia mamma ha detto "ahia"...ho estratto l'ago senza averle iniettato niente,così ho dovuto rifarla.
Insomma,nessuno e'perfetto.ma non perderti d'animo:nonostante gli esordi pessimi,ora -a detta dei pazienti-pare che spesso nemmeno sentano l'ago.e faccio il dentista,x cui le iniezioni le faccio nella sensibilissima mucosa orale.basta esercitarsi e in poco tempo ci si "bravizza"!;)

Simone ha detto...

Supersimo: per i punti ho già l'occorrente, e ho fatto prove su manichini, pollo, garze eccetera... ho pure fatto da assistente qualche volta, ma ancora non li ho messi mai fisicamente io.

Le punture ne ho fatte 2-3, è che in ospedale comunque si fanno raramente e mandiamo quasi tutto endovena.

Grazie per i consigli!

Simone

Anonimo ha detto...

Leggi gli ecg,stancati di ecg,refertali gli ecg
e poi?
Impara a tenere in mano una sonda x eco,visualizza bene gli organi,TUTTI.Devi vedere prima tanti organi sani x distinguere il patologico..
e poi?
ripeti tutto ancora e ancora..
Con gli ega come va?Cause di squilibrio,valori anomali,trattamento..
Sono pressoche' sicuro che stai in alto mare (noto che medici con anni di lavoro sulle spalle fanno un po di confusione((riesco a notarlo persino io pensa)))..
Noia??Certo..ma tra un bel bel po..


Un infermiere che ti segue e ti stima.

Valerio ha detto...

Impostare una terapia cardiologica o contro il diabete non lo inserirei tra le cose banali (a meno che non si è internisti,diabetologi,cardiologi o simili, e qui torniamo al punto di prima). Diciamo che al medico non specializzato è (o meglio: "può", perché parecchi specialisti diversi non lo saprebbero fare) richiesto di sapere come gestire un attacco acuto di ipertensione (cioè dare un calcioantagonista o un diuretico di emergenza), e al limite sapere che le biguanidi (in genere metformina) danno meno problemi con le ipoglicemie, ma parliamoci chiaro, se fossi in un contesto diverso (tipo missione in Africa) ok, ma nell'Italia del 2014 è chiaro che sarebbe sconsiderato non dire "ok fatti vedere da uno specialista".

Valerio ha detto...

Certo dopo la crisi ipertensiva un monitoraggio e un ace-inibitore di "accompagnamento" al giusto dosaggio glielo puoi, e probabilmente devi, dare. Ma poi sempre dal cardiologo lo mandi (fermo restando che per seguire il paziente lo dovresti vedere più volte, monitorare, magari con un holter, etc...).

Anonimo ha detto...

ciao simone, mi spiace sentirti un po' abbattutto; probabilmente senti di essere arrivato alla fine e anche se da un certo punto di vista non vedevi l'ora, dall'altra ti aspiace un po' abbandonare l'ambito universitario..puo' essere?
volevo chiederti una cosa:
ho letto su internet un report sui medici americani (o forse inglesi, non ricordo piu'), che parlava di un alto tasso di depressione e suicidi nella categoria.
Ora capisco che un medico posso aver orarie responsabilità importanti pero'..non credevo si arrivasse a sto punto.
Tu che frequenti da un po' gli ospedali del nostro belpaese hai notato questa insoddisfazione anche qua?
ciao, alex

Simone ha detto...

Infermiere: be' sull'ecografia ho fatto la tesi e un pochino ci so fare. Il problema è che per studiarmela meglio adesso dovrei farmi i vari corsi e seminari, ma è roba da post laurea e ora non ne avrei il tempo.

Su emogas mi pare di cavarmela... ci sono invece patologie di cui non ricordo nulla ma che faccio, studio quelle invece che per gli esami?

Grazie davvero, da me ci sono degli infermieri fantastici. Magari fossero tutti come voi.

Valerio: se stai facendo la guardia o sei uno specializzando in reparto, l'infermiere viene da te con le analisi o con il valore della pressione e ti chiede di modificare la terapia o di dirgli quanta insulina deve dare eccetera.

Visto con i miei occhi, ma io non saprei che rispondere.

Alex: un po' annoiato, non proprio abbattuto! Sicuramente un po' mi dispiace anche lasciare (di nuovo!) l'università e soprattutto il reparto che frequento.

Dei suicidi in America non so nulla. Penso che se fai il dottore magari trovare qualche sostanza tossica o velenosa sia molto più facile, però :)

Simone

Valerio ha detto...

si...io pensavo che tu volessi impostare la terapia definitiva del paziente e poi seguirtelo da solo...e questo è un po' più complesso (anche se non impossibile)

Simone ha detto...

Valerio: diciamo che quella è una cosa che vorrei saper fare sul lungo termine... intanto inizierei per gradi.

Simone

Anonimo ha detto...

Non c'entra niente con questo post, ma quando farai un libro di carta stampata di questo tuo fantasmagorio blog? correrò a comprarne 654 copie.


adoro leggerti!

Valeria

Anonimo ha detto...

Solo per dirti che lo ''sgomento'' di noi neolaureati in medicina di fronte alla pratica medica dopo anni di libri è un male comunissimo. Purtroppo il sistema formativo in Italia è questo!
Confermo anche io che un ottima fonte di sapere medico pratico proviene dagli infermieri i quali veramente dovrebbero entrare a far parte del corpo docente in un corso di laurea in medicina e chirurgia. Nel reparto cerco sempre di stare appiccicato a qualche infermiere.
Matteo.

Simone ha detto...

Valeria: eh, la carta stampata richiede un editore vero, e io non è che abbia mai avuto questo successo nel mondo editoriale :)

In futuro penso di fare almeno un ebook raccolta con tutti i vari tirocini... poi si vedrà.

Grazie!

Matteo: senza gli infermieri dove finiremmo?! :) Occorre un post sugli infermieri... presto lo scriverò!!! :)

Simone

Anonimo ha detto...

ciao Simone! ...pensavo...in relazione al sempre maggiore numero di anziani nel ns paese, non sarebbe prevedibile che si creino dei posti nella specializzazione per geriatria secondo te? non ti piacerebbe? (...io mi son trovata + volte di fronte ad anziani famigliari messi male e avrei tanto voluto aiutarli ma non sapevo come...secondo me sarebbe bello, ma tutto è soggettivo...) Cecilia

Simone ha detto...

Pazienti anziani ne troverai in tutte le specializzazioni. Geriatria in più si occupa di patologie specifiche degli anziani come le demenze, di riabilitazione eccetera... non mi piace molto devo dire. :)

Valerio ha detto...

Magari tranne pediatria.....;-)))

Simone ha detto...

Già, a pediatria in genere no... ma ci sono pazienti curati per malattie pediatriche che continuano a essere seguiti anche da grandi, a volte :)

Simone

Anonimo ha detto...

....ah...beh..se non ti piace..! in ogni caso sarebbe logico (e auspicabile) secondo me che aumentino i postiper geriatria...con tutti questi poveri anziani..!! tra l'altro credo che per curarli occorra appunto sentire una particolare predisposizione e credo che chi fosse specializzato in questo ambito potrebbe garantirla maggiormente.. Cecilia

Simone ha detto...

Cecilia: certamente c'è un enorme bisogno di medici che si occupino di persone anziane. Il medico geriatra è un po' il "coordinatore" della salute di queste persone, ma in geriatria si parla di "valutazione multidimensionale" e ci sono tante altre professionalità importanti che possono contribuire come i fisiatri, i nutrizionisti, i fisioterapisti, i neurologi e molti altri.

Grazie per i tuoi commenti :)

Simone

Anonimo ha detto...

grazie a te per il tuo blog! :) Cecilia

Francesco ha detto...

Sono arrivato per caso sul tuo blog e penso di salvarlo per leggere i tuoi post. Purtroppo ti rivedo in tutti quei tirocinanti medici del sesto anno che incontro nei reparti, sembra che a loro tutto interessi fuorché fare i medici, ed è spiacevole. Tu potresti uscire dal coro perché forse non sei figlio di medici e studi per diventarlo nonostante facessi altro nella vita. Ci aggiorniamo, un Infermiere.

Simone ha detto...

Francesco: la "vita" dello studente di medicina tirocinante e laureando è talmente piena di cose da studiare, impegni, lezioni e pastrocchi burocratici che alla fine è facile perdere per strada l'idea che si fa tutto per diventare dottori finendo per concentrarsi solo sugli impegni del momento... che magari non hanno molto a che vedere col fare realmente il medico.

Spero che il blog ti piacerà, ciao e grazie per il commento!

Simone

Dama Arwen ha detto...

Per me sei solo staaaaanco!

Simone ha detto...

Dama: aivoglia!! :)

Simone