14/10/10

L'uomo è ancora vivo.

Alle volte vado a letto con un senso di angoscia, e poi non riesco a dormire.

Penso alle notizie di questi giorni: una ragazzina alla quale un parente ha tolto tutto, dei militari morti in guerra e una violenza quotidiana che lascia esterefatti. Ancora, rivedo malati e pazienti studiati a lezione o incontrati di persona con la Croce Rossa: famiglie distrutte, malattie che non lasciano scampo, persone che non hanno mai vissuto altro che la sofferenza.

Mi sembra sempre di più che viviamo in una sorta di illusione: computer, automobili, cinema, divertimenti... alle volte mangio e bevo fino a sentirmi male, e in tasca ho un cellulare che costa come uno stipendio. I miei problemi sono quasi esclusivamente auto-indotti, e vivo senza sentirmi pienamente padrone della mia vita e del mio futuro.

La cosa che mi angoscia è l'atteggiamento che abbiamo. Sveglia alla mattina, colazione, lunga coda in auto fino all'ufficio, accendo il computer, apro Facebook o il blog o qualsiasi altro strumento di comunicazione (anche solamente la bocca) e inizia un piagnisteo totale: il governo non va bene perchè questo e perché quello. L'impasto della pizza non sa più farlo nessuno, e poi è pieno di persone razziste. Chi ce l'ha coi pellicciai, chi odia i terroni e chi detesta la gente del nord. Pena di morte a questo, vendetta a quest'altro e altri slogan razzisti, violenti, stupidi.

L'interazione con la tecnologia ci ha forse illuso che basti volerla, una cosa, affinché si avveri. Se abbastanza persone si lamentano di un fatto, allora questo fatto cambierà, e avremo un mondo in cui vivere meglio.

A me sembra che viviamo in una sorta di isola felice, un mini-mondo protetto e libero in buona parte dalle devastazioni che affliggono l'umanità, ma non riusciamo a fare altro che parlare di problemi reali o inesistenti, lasciandoci affliggere da questi. Indicare e criticare, spesso in maniera qualunquista e ignorante, senza informarci davvero, ragionare e agire sul serio.

Credo che questo problema sia più della rete e della comunicazione in sé, che delle persone. Non voglio pensare che la gente sia davvero e soltanto così come appare quando magari è scazzata e scrive un messaggio al volo. Io voglio pensare che Internet sia la zavorra che rende difficile farsi un'idea diversa dalla massa, i blog siano il gioco a deprimere e mortificare gli altri, che l'informazione sia pervertita al punto da privilegiare quello che distrugge l'uomo piuttosto che quello che lo eleva e lo gratifica.

Ma le persone no. Le persone, nella loro realtà e umanità quotidiana, sono ancora in grado di riconoscere e apprezzare quello che possiedono. C'è gente che si sente fortunata, e felice, e soddisfatta, e riesce anche a fare qualcosa oltre che - semplicemente - a sparlare e sputare sentenze.

E chi prova a fare e a costruire, non sempre ma spesso - o anche solo alle volte - ci riesce anche. Il mondo ha bisogno di questo: di strade, di medicine, di storie che facciano crescere, di ottimismo e di coraggio, di compassione, forza e spirito di sacrificio. E per quanto ogni volta che apro certi siti o che ascolto certi discorsi mi senta spinto a credere diversamente, io penso che il mondo di oggi sia migliore di quello di ieri, e che un domani ancora più vivibile si possa creare.

Perché l'uomo, l'essere umano, il suo spirito, non si lascia annullare dalla sofferenza. Se fosse così l'accetteremmo e basta. Vivremmo la nostra vita di agi e di superfluo come automi senza emozioni, mentre dietro l'angolo c'è qualcuno che crepa o la gente che si scanna per qualcosa da mangiare. Invece siamo tutti ancora in grado di pensarci, di accorgerci che qualcosa è storto, anche a livello inconscio, con quel malessere che ti prende quando non sai perché.

E se ci lamentiamo è anche perché questa cosa ci fa soffrire, perché ci fa stare male. Perché nonostante tutto il pattume e le cose inutili che ci seppelliscono come una colata di cemento - lì sotto - siamo ancora vivi.

Io credo che dovremmo un po' pulirci la testa. Liberarci dai soliti discorsi, dai soliti presupposti. Dal nostro razzismo e dalla nostra supponenza. Dall'arroganza e dalla rabbia. Dall'idea che se piagnucoliamo abbastanza arriverà qualcuno a fare le nostre cose, al posto nostro.

Dovremmo guardare il mondo intorno a noi per quello che veramente è. Cercare qualcosa, anche un qualcosa di piccolo sul quale potremmo agire, e tentare almeno di interagire con esso. Provare a migliorarlo un po', anche un minimo. Con l'umiltà di chi pensa che forse alla fine non succederà nulla, ma che è sempre meglio che star lì a piagnucolare davanti a uno schermo lampeggiante, insieme a persone che nemmeno conosciamo davvero.

Io penso che, dopo, staremmo un po' meno male.

E credo proprio che ci proverò.

Simone

E - alle volte - ci sono anche buone notizie!

6 commenti:

Unknown ha detto...

I minatori sono salvi.

E le cure di bellezza per le loro mogli, che si sono rivolte in massa alle beauty farm alla notizia, gratuite.

Tuo marito e salvo e tu pensi a come apparirai in TV e vai a farti bella.

Anche questo è il nostro mondo :-)

Temistocle Gravina ha detto...

Io sono d'accordo con te. Come avrai visto sul mio blog, ho affrontato proprio ieri un argomento collaterale al tuo, anche se con molto meno ottimismo di te nei confronti della vita. Ma, come scrivevo in risposta a Gloutchov, il pessimismo nasceva da fatti contingenti; il mio era anzitutto uno sfogo. Generalmente riesco ad essere più equilibrato e, come dicevo lì, do sempre un 'anticipo di fiducia' a chi mi sta davanti. In certi momenti è proprio dura continuare a vedere tutto con gli occhi di chi spera e ha fiducia; è pesante, difficile, rialzarsi quando ti hanno buttato a terra a tradimento, anzi forse non ne hai proprio voglia e vuoi crogiolarti nel tuo dolore e nella tua sofferenza, anche se non necessariamente fisica. Anche perché è quando tocchi il fondo che puoi cominciare a risalire.
Temistocle

Dreaming and running ha detto...

L'uomo è ancora vivo. Certo non sta bene, però. Arranca, "abbozza" e si confronta troppo spesso con chi, alla faccia del rispetto, della legalità e della morale trova sempre troppe facili scorciatoie. Ed a questi quasi sempre gli va bene, questa è la cosa che fa più rabbia e che aumenta il malumore.
Forse abbiamo raggiunto un discreto benessere troppo facilmente ma questa di adesso è fatica vera, ti assicuro, lo vedo nel mio studio dove, dopo anni di ONESTA professione stiamo affrontando una crisi reale e per certi versi drammatica, quando devi operare tagli radicali. E fa imbestialire sapere che se fossimo tutti a far fatica, forse la quota procapite si ridurrebbe, e magari neanche di poco.
Ma hai ragione, c'è che in confronto a noi vive un inferno vero. Non serve solo lamentarsi ma occorre agire, con la volontà e l'atteggiamento giusto, partendo magari dalle piccole cose. Ma facendo.
E credo proprio che ci proverò anch'io.
D&R

Simone ha detto...

Matteo: quella cosa l'ho vista anche come segno di dignità. I minatori usciti dalla miniera erano tutti puliti e ordinati, ci hai fatto caso? Evidentemente anche in una situazione del genere hanno voluto mostrarsi in un certo modo.

Tim: sì ho visto il tuo post. Io credo che stiamo degenerando un po' nel pessimismo totale, o nella disfatta a priori o non lo so. Ma non è vero che si stava meglio negli anni 80, o almeno giravano molti più soldi ma non c'era la cognizione dei casini che stavamo combinando... poi stavamo ancora con la guerra fredda e tutto il resto, c'era la minaccia nucleare e non so che altro.

Cioè, questa storia dell'essere pessimisti e depressi è un po' inculcata dai politici che vorrebbero un "cambiamento" (che faccia comodo a loro) da giornalisti ignoranti e anche dai blogger rincoglioniti che la gente segue tanto. Per me - ripeto - per cambiare il mondo devi prima almeno riuscire a distinguere la realtà dalle chiacchiere.

Dreaming: ecco, è vero... ma 'sta scusa dei politici non c'era 40 anni fa? Guardo i film di Totò e sento le stesse identiche frasi. Ora si sanno più cose e ora magari ci incazziamo di più, ma purtroppo rimane solo quello gente che si incazza e straparla e poi niente, perché ormai dire cose superficiali e scontate sembra quasi una specie di sport.

Simone

Anonimo ha detto...
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