10/03/11

Racconto - Primo Mazzini e l'invenzione al volo.

Primo Mazzini e l'invenzione al volo.

Il dottor Mazzini annuì leggermente, e poi batté le mani.
«Che problema c'é se il progetto per la fiera è andato distrutto?» disse. «Inventerò qualcosa al volo, e presenteremo quella. Quanto tempo abbiamo?»

La professoressa Bresson era pallida come uno strofinaccio coperto di farina, appena uscito da un congelatore in un posto nebbioso.
«Il nostro turno è tra cinque minuti!»

Primo fece una faccia come a dire: eh, allora di tempo ce ne abbiamo! Poi si prese la testa tra le mani e iniziò a riflettere, concentrato.
«Un computer portatile che si carica con una pompa da bicicletta» disse.

«Ma è quello che hai appena fatto scoppià» ringhiò l'ingegner Verne, aggiungendo un brutto insulto.
«Sì, sì, lo so. Cercavo solo uno spunto. Un altro computer ma tutto di gomma, così che se anche cade non si rompe?»
«E in cinque minuti io come lo dovrei costruì, mannaggia a te?»

«Va bene» proseguì il dottor Mazzini. «Una lampada a molla? Un tostapane che fa il pane incorporato? Un paio di sci a motore per non pagare lo skipass?»
«La pochezza delle sue idee non finisce mai di sorprendermi».
Tanto per cambiare, il dottor Rex non si lasciava prendere facilmente dall'entusiasmo. Anche il dottor Manfredi biascicò quella che pareva una critica, ma era talmente ubriaco che nessuno capì una parola.

Primo non diede retta a nessuno dei due, e andò avanti.
«Un biglietto del cinema fosforescente, così trovi il posto al buio. Una canna da pesca che fulmina i pesci». Poi saltò su, e batté le mani.
«Degli strumenti da cucina che si collegano a internet!» esclamò, raggiante. «Così quando fai da mangiare puoi dirlo ai tuoi amici online».

«Va bene!» la professoressa Bresson si sarebbe accontentata di qualsiasi cosa, credo. «Va bene, bene bene bene bene. Ora costruiscilo: hai due minuti!»
L'espressione disgustata di Rex ve la risparmio, Manfredi stava per dare di stomaco e Verne scosse la testa.
«E come la faccio io, 'sta roba?» grugnì. «C'avemo due minuti, hai capito?»
«Che problema c'è? Vieni qui, Trevvù».

Tre Vu Cinque – che per l'occasione della fiera fungeva anche da frigobar – scattò tra i tavoli con un rumoraccio da trattore arrugginito.
«Eccomi, dottor Mazzini».
Primo aprì lo sportello sotto al sedere del robot, e tirò fuorì una busta piena di stoviglie di carta usa e getta, di quelle usate per le feste.

«Questo dovrebbe andar bene» disse, osservando un piatto rosso con decorazioni natalizie.
«Ma siamo quasi a Pasqua!» piagnucolò la professoressa Bresson. Invertire le festività, era un evidente ulteriore motivo di stress.
Primo, invece, era tranquillo. Dopo aver preso il cellulare dalla tasca, lo mise al centro del piatto come se fosse stata una cosa da mangiare, e poggiò tutto su un tavolo.

«Ottimo» commentò, osservando la sua creazione con l'espressione più concentrata che potreste mai riuscire a immaginare... ma forse era solo molto assonnato. «Ora non resta che trovare il sistema per fondere questi due strumenti di uso comune, e avremo ottenuto un oggetto completamente originale».
«Nonché inutile» sottolineò Devon.
«E siamo anche perffffffettamente in ouraio (ha detto orario)» concluse il dottor Manfredi, guardandosi il palmo della mano come per legere un orologio da taschino che in realtà non esisteva.

A quel punto l'ingegner Verne si avventò sul tavolo con la grazia di un orso obeso.
«Dai qua» ruggì. «Ce penso io!»
Detto questo prese il telefono, prese il piatto, e li unì con quattro o cinque giri di nastro adesivo da pacchi marrone. Si fermò un attimo a contemplare il suo lavoro, grugnì una mezza parolaccia e aggiunse altri due strati di nastro, tanto per stare sicuri.

«Ecco» disse alla fine, porgendo il risultato al dottor Mazzini. «Fattelo annà bene, che è il meglio che posso fa'».
Primo prese il tele-piatto, la inter-stoviglia o qualsiasi altro nome preferite dare a quell'affare. Aveva un'aria pensierosa. Poi alzò la testa, e guardò i suoi colleghi con un'espressione che diceva: ho davvero il coraggio di presentare questa roba, oppure no? Alla fine, sorrise.
«Che problema c'è?» Disse, stringendosi nelle spalle. «Diremo che questo è un prototipo».

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Su Primo Mazzini ho scritto anche un intero romanzo, lo trovate cliccando qui.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Noooo!!!!
..Li voglio anch'io gli strumenti da cucina online!!!! E che magari mi dicono anche se le mie prelibatezze sono cotte a puntino o mancano di sale...
Dott.Ingegnere perchè non si diletta con le invenzioni? ;)
gresy

Anonimo ha detto...

Incredibile! Il dottor "ma che problema c'è" pieno di idee, sarebbe un ottimo inventore se solo... be', riuscisse a combinare qualcosa ;D
Elly

Simone ha detto...

Gresy: io credo che almeno un frigorifero che va online esista già... le stoviglie arriveranno ^^.

Elly: già, è un tipo un tantino inconcludente, diciamo.

Simone

Dama Arwen ha detto...

Uhm... così pare un inventore stile Paperoga :-P

CyberLuke ha detto...

Ogni volta che leggo le gesta di Primo Mazzini, oltre a divertirmi un mucchio, visualizzo sempre, chissà perché, un occhialuto Adrien Brody che lo interpreta, e non mi è difficile dare un volto a tutti suoi (azzeccatissimi) comprimari.
Credo che, trasposte in una serie tv, le sue avventure avrebbero un gran successo.
E, visto che Simone è troppo modesto per ribadirlo, lo faccio io per lui: scaricate Primo Mazzini e la stanza fuori dal tempo.
È divertente, ben scritto e scorre via come l'acqua. ;)