20/09/11

Videogiochi: Portal - Valve Software

Sembrerà strano parlare di videogiochi in un blog dedicato (almeno nelle intenzioni iniziali) a studio e letteratura, ma visto che di libri parlano un po' tutti, se parliamo di musica sono troppo di bocca buona e il cinema non mi interessa poi tanto, ho pensato che l'intrattenimento digitale (sarebbero i giochetti elettronici) fosse invece un argomento più interessante da affrontare di tanto in tanto.

Penso poi che ci sia un po' un po' "buco" su questo tipo di creatività: se tantissimi amici che ho online parlano di romanzi, film e storie in generale, di siti e blog che parlano di giochi ne conosco davvero pochi. Per di più, in genere sono scritti da persone che danno giudizi secondo un'ottica diffusa che tende a valorizzare prodotti violentissimi oppure indirizzati a un pubblico disposto a dedicare al gioco un tempo e una concentrazione che - in questo periodo della mia vita - trovo personalmente eccessivi e inconciliabili con i miei altri interessi e impegni.

E insomma, io invece vorrei parlare di giochi vecchi e nuovi che - secondo me - hanno aggiunto qualcosa a questo mezzo di comunicazione (perché in fondo sempre di questo si tratta) e che credo valga la pena ricordare e mettere da parte rispetto a tantissimi altri prodotti magari di successo maggiore ma tutto sommato meno interessanti come idee e contenuti.

Parto da questo Portal, prodotto dalla Valve Software, perché oltre a essere uno dei giochi più incredibili che abbiano mai realizzato, proprio in questo giorni sto giocando al seguito... originalissimamente chiamato aggiungendo un 2 alla fine.

Portal 2 è molto carino e tutto quanto, però alla fine è uguale a Portal 1 con la grafica meglio e la storia peggio (come capita spesso con i seguiti dei videogiochi) per cui mi limiterò a parlare di quest'ultimo che ho nominato... cioè il Primo. Portal 1, che poi visto che quando è uscito ovviamente il 2 ancora non c'era si chiama Portal e basta.

La prima cosa notevole di Portal e basta è il suo sviluppo: questo gioco è nato inizialmente come una serie di mappe aggiuntive create da alcuni appassionati per un vecchio sparatutto in prima persona (Half Life 2). I proprietari di Half Life hanno visto il gioco, hanno pensato che si trattasse di un prodotto interessante, e per questo ne hanno acquistato i diritti e hanno deciso di distribuirlo prima allegato al succitato Half Life, e poi come prodotto separato scaricabile da Internet.

La storia è la seguente: vi svegliate dentro una sorta di complesso fantascientifico, che ricorda un po' lo stile di Kubrick e un po' le atmosfere di The Cube (un film di 10 anni fa). Il gioco è in prima persona, però è evidente fin da subito che nel gioco non guidate voi stessi ma una protagonista femminile, tale Chell. La voce anch'essa femminile di un computer vi spiega che siete lì per dei test, e il vostro obiettivo è quello di attraversare una serie di stanze risolvendo dei giochi logici di intelligenza basati sulla fisica.

La particolarità di tutto questo è che avete a disposizione una specie di fucile spara-portali: sparando su delle superfici di cemento potrete aprire dei varchi dimensionali collegati come in una sorta di teletrasporto: aprite due varchi, entrate nel primo che avete aperto e vi ritroverete a uscire dal secondo.

E vabbe', detto così non si capisce una mazza... per cui vi metto un video, che è molto più chiaro di 200 mila parole:


Giocando a Portal vi renderete conto di come questa idea tutto sommato semplice stravolga completamente il genere di gioco in cui questo titolo va a inserirsi: se in un po' tutti gli altri giochi in prima persona vi trovate a girare per dei posti e a sparare alla gente cecchinandoli nel cervello o bruciandoli vivi o mutilandoli nei modi più brutali e poi guardandoli mentre si dimenano morendo in atroce agonia (l'importante è che non ci siano scene di sesso, se no i genitori ai bambini non glieli comprano ^^) qui invece dovete violare letteralmente le leggi della fisica in una serie di enigmi davvero ben congegnati e mai visti prima.

Ma c'è di più: a mano a mano che proseguite verso l'ultima stanza inizierete a domandarvi che cosa vi aspetta realmente una volta risolto l'ultimo enigma, mentre la voce computerizzata che vi accompagna per tutto il tempo si presenterà a voi in maniera amichevole e disponibile, lasciandovi però lentamente intuire che le sue reali intenzioni siano assolutamente diverse.

E se tante volte nelle storie uno arriva al finale aspettandosi chissà che ma rimanendo invece deluso, in questo caso invece è proprio il contrario: quando pensate di aver visto tutto quello che c'era da vedere, ecco che gli ideatori di questo Portal vi dimostrano ancora una volta che con un po' di idee e con zero risorse (ricordo che il gioco nasce come rimaneggiamento di un motore grafico creato da altri) si può tirare fuori qualcosa di molto più interessante rispetto alla solita roba noiosa che trovate nei negozi.

Spoiler sul finale!!!

Arrivati all'ultimo enigma GLaDOS (l'intelligenza artificiale che vi ha accompagnato per tutto il tempo) dichiara che il test è concluso, dopo di che cerca di uccidervi gettandovi in un inceneritore. A quel punto non vi resta che provare a fuggire attraverso le strutture che si trovano dietro le stanze dove si svolgono i test, e il gioco prosegue cambiando completamente ritmo e ambientazione tra cunicoli, impianti e strutture metalliche che compongono l'architettura del luogo dove eravate rinchiusi.


Ovviamente alla fine raggiungete GLaDOS, c'è uno scontro finale e il gioco termina che riuscite finalmente a scappare che qualcuno vi prende e vi riporta dentro (il finale è stato cambiato per il seguito, ma come dicevo non è che la storia di Portal 2 - seppur buona - sia altrettanto affascinante).

Il tutto è concluso da una sigla di coda molto divertente e ben realizzata, che dà ancora di più la sensazione di trovarsi di fronte a un gioco che riesce continuamente a uscire dagli schemi del genere, dall'inizio alla fine.

Fine spoiler finale.

Questo gioco, in conclusione, oltre a essere divertente (cosa direi necessaria, trattandosi appunto di giochi) dimostra anche una serie di cose:

- Per fare un bel gioco non serve investire chissà che in motori grafici proprietari o in filmati e animazioni precalcolate.

- Si può fare un bel gioco anche vendendolo a basso prezzo (su Xbox lo scaricate per 12 euro. Su PC e Playstation immagino costi uguale).

- Si può raccontare una bella storia anche attraverso un videogioco.

- Se parliamo di giochi elettronici, i seguiti sono generalmente migliori degli originali...

Anche se in questo caso specifico, non mi pare che sia andata effettivamente così ^^.

Simone

5 commenti:

Giacomone ha detto...

Sì, sì, ma tanto HALO è meglio...!!!!! ^^

Giacomone ha detto...

Sì, sì, ma tanto HALO è meglio...!!!! ^^

Mr. Lunastorta ha detto...

Me l'ero perso: devo assolutamente provarlo! :-)

Narratore ha detto...

Da grande appassionato di videogiochi (in casa ho una cosa come quindici consolle, tutte perfettamente funzionanti e attive) devo dire che Portal è stato uno dei miei preferiti.
Come dici tu, non servono budget milionari per produrre un buon gioco (la storia lo insegna) ma basta avere l'idea giusta al momento giusto. Spesso mi ritrovo a giocare a vecchi titoli trovandoli tuttora, anche dopo anni dalla loro pubblicazione, divertenti e godibili come la prima volta.
Che dire? Ottimo post, congratulazioni, soprattutto in questi tempi dove sembra che il mondo dei videogiochi sia monopolizzato da bella grafica e storie blande.

Narratore

Simone ha detto...

Giacomone: NO.

Mr: costa un 12 euro per cui secondo me vale la pena!

Narratore: infatti vorrei parlare di tanto in tanto solo di giochi che (secondo me, ovviamente) si sono distaccati un po' dalla banalità delle cose che si trovano più frequentemente.

Simone