19/01/12

Università dopo i 30 anni: una riflessione tra Ingegneria e Medicina.

Il fatto che l'ultima sessione di esami non sia andata proprio brillantemente, alla fine è stato un po' come una specie di passaggio al Pit-Stop: ho sfasciato una gomma, mi sono dovuto fermare un attimo e - per forza di cose - mentre i meccanici facevano il loro lavoro ho avuto un minimo di tempo per riflettere.

Ammetto che l'esempio è stato terribile, ma non mi viene proprio nulla di meglio. In ogni caso, in questi giorni ho realizzato che ormai qualcosina - in ambito medico - inizio a saperla. Non dico che potrei fare cose per conto mio, o che sappia riconoscere questa o quell'altra patologia. Non ho l'esperienza per fare diagnosi, non so dare un farmaco o fare un prelievo venoso o nemmeno mettere i punti.

Insomma sono lontano da potermi chiamare dottore (per non dire che non so fare proprio una mazza). Però, se mi guardo intorno, quanta gente c'è che ne sa più di me? Cioè: se andassi a un convegno a presentare una ricerca, o se lavorassi in una società farmaceutica, come mi vedrebbero le persone che avrei di fronte? Gli esami di base li ho dati tutti, insieme anche a qualcosa di più specifico per questa o quell'altra specializzazione. Alla fine, se mi presentassi come ingegnere che conosce anche un po' di medicina (ammetto che esperto mi suona davvero troppo pretenzioso come termine) chi avrebbe mai qualcosa da ridire?

In questi quattro anni, ho avuto professori che erano biologi, chimici, matematici... ho incontrato anche qualche inegnere: pochissimi (uno o due) ma comunque c'erano. Tutte persone che avevano inserito in qualche modo la loro professionalità all'interno del settore medico, e che erano entrati a far parte del gruppo dei miei docenti.

Nessuno di loro si è posto il problema di prendersi altre lauree, o di fare medicina (inteso come professionista abilitato) piuttosto che limitarsi a insegnarla. Quello era il loro ruolo, e gli sarà sembrato sufficiente.

La domanda che mi faccio, la riflessione del titolo del post, è: sono ancora a metà strada, oppure potrei pensare di essere già arrivato a qualcosa anche io? Sto seguendo un percorso che non mi ha ancora dato nulla, o magari un risultato l'ho già raggiunto?

Quello che credo di aver capito, anche nella maniera confusa con cui lo sto raccontando a voi, è che io voglio finire questa facoltà, e voglio diventare un dottore.

Il dubbio che mi rimane, è se quello che conosco e che sono adesso può già avere un ruolo, una professionalità e un'utiltà da qualche parte. Se posso insomma permettermi di sentirmi già arrivato a qualcosa, o se sono semplicemente uno studente come tanti altri.

E ancora - e questa è difficile - mi resta da capire cosa saprò fare, potrò fare o dovrò fare veramente, una volta che questo percorso sarà terminato.

Simone

5 commenti:

paroleperaria ha detto...

Come tu stesso hai detto, sei un ingegnere con competenze (immagino notevoli) in medicina... a qualcosa sei arrivato di sicuro. Magari potresti lavorare nel campo della ricerca, tipo biotecnologie...
Ma il punto, secondo me, è dove vuoi arrivare tu. Tu vuoi fare il dottore. Continua con la determinazione che stai mettendo fino ad ora e arriverai dove vuoi :)

StellaPazza ha detto...

Ogni tanto nella vita ci vuole un pit-stop, tanto per capire dove si è arrivati e dove si vuole andare. Sarebbe troppo facile e quasi priva di gusto cominciare una corsa e finirla senza intoppi, no?alla fine, quando arrivi al traguardo, è una vera conquista, qualcosa che hai raggiunto coi gomiti, sudando sette camicie e col coltello tra i denti. Io ti immagino a metà scalata, fermo a guardare giù, tutto quello che hai fatto, e poi a guardare su, la meta che è già più vicina rispetto alla partenza. Lo sai che per salire molto in alto in montagna ogni tanto bisogna ridiscendere per acclimatarsi e abituare il corpo al cambiamento di pressione? Ecco, questo è quello che stai facendo. Sicuramente non sei alla vetta, ma prima o poi ci arriverai. Quello che hai fatto finora è un gradino senza il quale non puoi arrivare in alto. E una volta arrivato in alto, alla laurea, sarà solo un altro gradino, molto alto, ma sempre un gradino. Non ti fermi mica, una volta che hai il pezzo di carta in mano! dovrai specializzarti, e poi aggiornarti, informarti, studiare caso per caso che sarà sempre nuovo e diverso. Non porti dei limiti, pensando che dopo la laurea non avrai più niente da fare/pensare/decidere!

Simone ha detto...

Fra: grazie. Speriamo di arrivare non proprio con l'affanno però ^^.

Stella: ecco, l'idea che dopo la "fine" si ricomincerà tutto da capo mi preoccupa un po'. Però in fondo è così per tutti, alla fine si fa anche quello.

Simone

Anonimo ha detto...

sei arrivato a qualcosa perchè hai giù una formazione alle spalle, ma un qualsiasi studente al 4 anno di medicina non è arrivato a NULLA se consideri che deve ancora laurearsi e specializzarsi ( e solo alla fine della specializzazione sarà davvero capace di far e medico...).Non per avvilirti ma sai quanti studentelli di medicina mi devo sorbire che già dal 3 anno credono di poter dispensare consigli?___ io che ho quasi finito una semplice professione sanitaria sento di sapere fare delle cose nel mio campo, ma io sono un operAtore e non ho altre pretese. Mentre gli studenti di medicina SPESSO sono un po' troppi pieni di sè. Detto questo, credo che al 4 anno di medicina tu ti possa un po'sentire come un biotecnologo medico ( seppur con meno nozioni riguardandi le tecnologie biomediche....) ma comunque a un buon livello di conoscenze scientifiche, non mediche.

Simone ha detto...

Anonimo: dici cose interessanti. Per le prossime volte potresti inventare un soprannome, così ti si riconosce in mezzo agli altri anonimi? ^^

Questa cosa del sentirsi o meno questa o quell'altra "professione" non mi convince troppo. Cioè, sembra sempre che uno valga meno di un altro a seconda degli studi che ha fatto.

Ovviamente senza una laurea di qualche tipo non hai combinato nulla anche dopo 10 anni di università. Ciò non toglie che uno studente del terzo che ha già fatto cardiologia o qualche esonero di farmacologia potrebbe dire la sua con cognizione di causa... anche se io nei panni di un professionista non mi azzarderei mai a dargli retta semplicemente perché non mi fiderei ^^.

Simone