23/11/12

I colleghi antipatici.

Studente saccente con l'Harrison incorporato.



Su Facebook, capita che alcuni compagni di corso si lamentino - in modo generico - di come certi studenti siano un branco di palloni gonfiati che si danno un sacco di arie, e che non sono disposti ad aiutare nessuno: né i loro pazienti, né tanto meno i colleghi, che sono visti più come futuri concorrenti che altro.

C'è da stupirsi? Direi di no: il giorno che entri a Medicina lo fai dopo aver passato un test considerato la concezione più elevata dell'umano ingegno dopo lo sbarco sulla luna e la serie TV del Trono di spade. E nonostante il significato prognostico nullo di tale test è già plausibile che un adolescente - magari già un po' montato di suo - solo per averlo superato inizi a credersi il nuovo luminare della scienza moderna.

Poi Medicina è un po' strana. Cioè a Ingegneria per fare un esempio ti insegnavano che dovevi stare zitto e fare bene il tuo lavoro, che chi stava sopra di te (professori, committente, geometri e periti industriali, il lattaio, l'omino che controlla il contatore del gas... insomma chiunque) poteva cazziarti e insultarti quanto gli pareva e tu dovevi fare pippa.

Cioè una buona parte del lavoro dell'ingegnere consiste nel fare la cosa necessaria in mezzo a un branco di coglioni che ti gridano contro e cercano di sabotarti e che poi a lavoro ultimato ti tratteranno anche male, mentre a Medicina invece impari a restare sempre un tantino distaccato: i pazienti li prendi, li spogli, gli metti le mani addosso, decidi cosa li affligge, decidi la terapia e se poco poco hanno qualcosa da ridire significa che sono dei gran rompicoglioni, mentre tra te e loro c'è sempre un camice bianco che - in un certo senso - vi separa.

Che poi la realtà non è questa: ci sono tanti dottori bravissimi e umilissimi che con i pazienti sono degli angeli scesi sulla terra. Ho visto professori fare da cavie per i propri alunni, o specialisti con gli occhi lucidi per una brutta notizia da dare a un paziente. Però da studenti - e per certi studenti direi - l'idea che sei un po' stocazzo può piano piano prendere piede, e a quel punto ritornare sui propri passi è davvero difficile.

Capita poi che questo atteggiamento sia un po' orizzontale, all'interno dell'ospedale, e che non coinvolga cioè solo i dottori e gli studenti di medicina:

Per dire: ho conosciuto iscritti a varie professioni sanitarie che - dopo due mesi di reparto - non ti fanno un favore manco morti perché una volta un dottore gli ha risposto male e adesso ce l'hanno con tutti, oppure perché magari c'è qualche documento che spiega cosa devono o non devono fare e loro si rifiutano di muovere un dito più del dovuto.

Cioè cazzo io a 37 anni mi prendo le pressioni di tutti i malati, provo (sigh) a fare i prelievi, vado nell'altro reparto a sviluppare gli emogas (da noi non c'è la maccina) faccio gli ECG, sistemo le cartelle se c'è da farlo, seguo i professori da tutte le parti in caso gli serva qualcosa... ma che cavolo sto lì da 1 mese e quelli mi insegnano cose che da altre parti semplicemente mi sognavo. Ci sta che provo almeno un po' a prendermi anche qualche rottura di palle e rendermi utile, no?

Invece arrivano questi ragazzini di 12 anni col camicetto appena comprato, il professore più bravo dell'ospedale con 2 pazienti instabili da seguire gli chiede se per favore gli fanno una cosa e quelli "no, non è compito nostro".

Oppure vai nell'altro reparto, trovi una cosa tutta sporca di sangue (!!!) invece di farti gli affari tuoi che tanto le malattie se le prendono loro dici a uno "scusa, qua è tutto sporco di sangue non so magari gli diamo una passata col disinfettante?" con tutta la cortese sottomissione che ho appreso nel rapporto con i geometri del Comune.

E quello "chi sporca pulisce, io non faccio il cameriere, il disinfettante sta lì e puoi usarlo da solo".

Che se andiamo a vedere io lì sono solo uno studente, per cui tutto sommato non c'è nulla che sia veramente compito mio e se lo faccio lo faccio altrimenti amen: ci sarà qualcun altro che deve effettivamente occuparsene lui.

Solo che il non fare è l'anticamera della mediocrità. Prima non fai perché non vuoi, poi dopo un po' perché non sei proprio capace, e alla fine nemmeno te lo chiedono più perché nessuno si aspetta una risposta positiva. E lo stesso penso che valga per i futuri medici arroganti, che finché non escono dal tunnel mentale di sapere tutto loro è difficile che arrivino poi sul serio a fare chissà che cosa.

Che se sei scostante e antipatico e nessuno è felice di lavorare con te ci mettono poco a farti da parte. Hai le tue mansioni, entri e esci dai tuoi turni e dopo 30 anni stai ancora lì da solo in una sorta di reazione granulomatosa della società nei confronti degli stronzi.

La verità per fortuna è che di persone davvero antipatiche e scostanti, all'università come nella vita in generale, ne trovi giusto un 10-20%. Io con i miei colleghi mi sono trovato sempre benissimo, magari perché vendendo "da fuori" certe cose mi sembrano già più normali e me la prendo di meno... chi lo sa? Comunque insomma questa critica vale solo per una minoranza dei dottori o futuri tali, mentre il grosso generalmente si comporta in maniera per lo meno accettabile.

E poi trovi gente come questo signore sulla sessantina: lo vedo ogni tanto che porta le barelle, pulisce i malati, rifà i letti, chiacchiera coi parenti degli ammalati, porta i prelievi in laboratorio... fa un po' quello che serve al momento, insomma.

Sulla targhetta attaccata al camice c'è scritto che è un volontario di non so quale associazione che non mi ricordo, che c'ha un nome strano.

L'altro giorno c'era un paziente che stava malissimo: respirava male, acidosi, cirrotico, edemi da tutte le parti. Non si poteva muovere, non ce la faceva manco a stendere le gambe per quanto gli faceva troppo male tutto, e se ne stava accucciato nel letto tra tubi e fili di ogni genere, solo e dolorante.

Arrivata l'ora di cena il signore di cui parlavo si è messo lì, e con una pazienza che io non potrei avere lo ha aiutato a mangiare quello che poteva essere il suo ultimo pasto a questo mondo.

Credo che nel farlo non si sentisse 'sto grande dottore incompreso, e nemmeno il primo della classe o il salvatore dell'umanità. Sono anzi sinceramente convinto che - di certi discorsi - non gliene fregasse davvero un cazzo.

Simone

21 commenti:

Temistocle Gravina ha detto...

Penso che avere la puzza sotto il naso sia qualcosa di congenito, ma certe situazioni favoriscano il proliferare dei batteri della malattia. E, in quanto malattia trasmissibile, basta poco per ritrovarsi con un'epidemia quando le circostanze sono propizie. Detto questo, rompe e non poco trovarsi gomito a gomito con signorini schifiltosi e precisini, i quali abisognerebbero di una terapia orale: un bel "ma vedi di andare a aff..."!

Simone ha detto...

Sì credo sia congenito, e va benissimo anche la terapia che proponi! Comunque come dicevo per fortuna la maggior parte delle persone che incontro sono molto diverse :)

Simone

Fabio ha detto...

Ciao Simone, grazie per le esperienze che condividi, come sempre hai descritto un quadro molto reale della situazione. Io sono ancora al secondo anno, ma qualche luminare sta già nascendo anche nel mio corso.
I peggiori però sono i paragoni interfacoltà, a medicina ci son le menti più brillanti e le ragazze sono più belle...

Simone ha detto...

Fabio: vero, i paragoni con gli studenti delle altre facoltà sono sempre terribili! :)

Simone

Anonimo ha detto...

Il fatto è che a tutti quanti gli iscritti di medicina capita prima o poi (ed è una certezza matematica) durante il loro lungo percorso di studio di ricevere un grande "ooooooohhhhhhhh" di stupore quando rispondono alla domanda di parenti,vicini di casa o conoscenti: "ma quale facoltà frequenti?".Quindi se uno è un pelino narcisista il gioco è fatto...dopo tutto il resto è una conseguenza.
Silvia

Simone ha detto...

Silvia: hai proprio ragione, il consenso di chi ci sta vicino può seriamente danneggiare delle menti già propense all'autocompiacimento :)

Però pensa che ogni volta che conosco persone nuove o che si va a qualche festa si finisce a parlare di me e della mia seconda laurea e tutto il resto... io insomma dovrei essere il più megalomane di tutti!

E a pensarci bene magari un pochetto lo sono, eheh :)

Simone

Anonimo ha detto...

Sì, per forza finite a parlare della tua scelta, perchè il tuo è un caso "sui generis"..magari a te ti fanno "ooohhhhhh" nel senso di "ma quanto pazzo sei alla tua età?"...
:-D
Ed io, se fossi al tuo posto, risponderei con questa bella poesia che conoscerai sicuramente e che ad un certo punto dice così:
"Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati."
Mi è capitato di rileggerla proprio stamattina per caso e mi sei venuto in mente tu!ciao!
Silvia

Simone ha detto...

Ahah, sempre meglio che morire velocemente no?! :) scherzi a parte molto bella e molto vera, non so se sono io perché mi sono sempre in fondo fatto aiutare e ho sempre comunque sfruttato (positivamente!) possibilità che avevo. Comunque è in ogni caso grazie :)

Simone

Anonimo ha detto...

Curiosità mia: per quello che hai potuto vedere, gli infermieri o aspiranti tali come sono? Più "modesti" o hai visto casi di megalomania anche tra loro? :D

Josh

Simone ha detto...

Josh: io col 99% degli infermieri vado d'accoridssimo, alcuni sono anche alla Croce Rossa e mi spiegano un sacco di cose! Altri addirittura mi danno del lei perché ho il camice e i capelli semi-bianchi e mi imbarazzo tantissimo! :)

Poi anche li vale lo stesso discorso, ci sono quelli che partono con l'idea che essendo medicoo studente di medicina ti sei montato la testa e li vorresti prevaricare (cosa che non mi sognerei mai!) e appunto quel "puliscitelo da solo" era da un infermiere.

Non penso dipenda tanto dalla facoltà scelta insomma, è il carattere che uno si ritrova a pesare più di altre cose.

Simone

Anonimo ha detto...

Certo naturalmente ti sei lanciato con un paracadute, ma questo non significa che tu non ti sia comunque gettato in un'avventura audace..piena di soddisfazioni ma anche di momenti difficili!!poi penso che più che ad essere tu megalomane, è la gente ad essere curiosa e in cerca di scazzinamento!E questo è vero anche nel caso che tu fossi veramente megalomane :-D ciaoooo Silvia

Stellapazza ha detto...

La scorsa settimana mia madre è stata ricoverata, per fortuna è rimasta solo due giorni al CTO. Però nonostante vogliano chiudere quell'ospedale, nonostante gli scioperi e tutti i blablabla del caso, nell'assurdo si è trovata bene. I medici sono stati molto gentili con lei (che, hanno detto, era il caso più grave al momento), e anche quando hanno visto me e mia sorella preoccupate, ci hanno spiegato tutto con termini facili (non tutti sono capaci di comunicare...). Gli infermieri sono stati molto gentili, tanto che mamma si è commossa nel salutarli quando è stata dimessa. E la ciliegina sulla torta, un volontario con la faccia di Babbo Natale, che aveva precedentemente portato i giornali gratis a tutti i malati, l'ho ritrovato che dava informazioni davanti al Cup, che pareva un girone infernale. E stava là dalla sera prima, o almeno aveva fatto tardi perché l'ho visto a mezzanotte e poi il giorno dopo alle 11. Io farei un monumento a queste persone, e spero che tutti i fighetti schizzinosi che incontri si sveglino e diventino come quelli là.
Stella

Simone ha detto...

Verissimo Stella, è pieno di persone disponibili. Magari tra gli studenti l'atteggiamento è ancora un po' infantile ma poi migliora? O i rompipalle vengono pian piano fatto fuori?! :)

Simone

Anonimo ha detto...

Io qualche mese fa ho avuto entrambi i genitori in ospedale in contemporanea, per problematiche diverse ma entrambe gravi. Sono stati in 3 ospedali ed io ho parlato con tutte le equipe mediche possibile, ho trovato disponibilità e supporto da parte di tutti loro. Mi hanno aiutato tutti, disponibili a spiegarmi ogni cosa, a venirmi incontro (pure il primario ha interrotto le sue visite per venirmi a parlare!) e a creare una sorta di invisibile alleanza per riuscire a gestire la situazione al meglio. Sto parlando di sanità a Bologna, non so come sia altrove, ma qui ho trovato veramente bravura ed umanità messe insieme. Almeno nei miei confronti mi hanno proprio aiutato tutti i gradi di medici dallo specializzando al primario.

Anonimo ha detto...

Grazie Simone per le belle e vere esperienze che ci racconti...grazie davvero. Mi conforta leggere certe cose e sapere che non sono l'unica a ritrovarmi in certe situazioni..:)In ogni caso la prima parola da tenere presente è la parola UMILTA', sconosciuta a molti....essere medici o studenti di medicina non significa essere degli esseri superiori, anzi....Io mi sento come gli altri e ogni giorno piena di paure e insicurezze per quanto questo mestiere sia impegnativo soprattutto dal punto di vista umano. Può essere facile fare diagnosi, ma prendersi cura degli ammalati è davvero un compito importante, in cui bisogna farsi carico di tanta responsabilità per cercare di alleviare la sofferenza altrui. Roberta

Simone ha detto...

Avete proprio ragione: ci vuole anche molta umiltà e per fortuna c'è tanta gente infermieri medici o professionisti del settore che riescono a metterci anche quella! :)

Io però a forza di complimenti e commenti positivi ormai me la tiro... ma vabbe io sono un caso a parte :)

Simone

Unknown ha detto...

Di gente così c'è ne in ogni campo sul serio...
Io non so come facciano quei medici, ma soprattutto laureandi in medicina che non hanno il senso del dovere.... Io attualmente non studio medicina però vedere un uomo o una donna, o un parente che magari è afflitto mi sento di dare una mano come posso... anche una parola di conforto. Forse proprio per questo non sono proprio tagliato per farlo... forse dovrei essere più "duro"

p.s. in che senso "venendo da fuori", scusa non sei di Roma?

Simone ha detto...

Fuori dell'ambiente medico.

Anonimo ha detto...

non ho una buona opinione dei medici italiani, sembrano più atteggiati a star che professionisti seri e umani
trattano i pazienti come se fossero dei cretini ignoranti
torna a fare l'ingegnere ti prego, gli ingegneri che ho conosciuto (tanti) erano sempre così persone a modo e intelligenti ma semplici e umili, tutto il contrario dei medici (italiani, perchè poi l'estero è un'altra storia...)

Anonimo ha detto...

sì va beh il medico in famiglia, le famiglie più ignoranti e di bassa estrazione considerano un alieno lo studente di medicina, se sei un momentino più evoluto la vedi come una professione cme un'altra
infatti loro si indispettiscono molto quando vedono persone informate e colte
io faccio il veterinario per dire, è proprio un altro mondo, non mi permetterei mai di avere certi atteggiamenti con i miei clienti, ma scherziamo

Simone ha detto...

Anonimo: è vero che tanti medici sono un po' arroganti, ma trovo difficile attribuire determinati pregi o difetti semplicemente al tipo di studi universitari che uno ha fatto... anche perché io a questo punto ho i difetti di tutti?! :)

Simone