09/01/13

Il turno in pronto soccorso.

Ruolo dell'anestesista è ricordare il nome di ogni apparecchio.
La cosa non era né attesa né voluta, ma in ogni caso è successo che - per motivi di turni da coprire, cambiamenti di fine anno e festività varie - il mio professore è stato spostato dal reparto al pronto soccorso. E io mi sono ritrovato in sala rossa con lui.

La sala rossa sarebbe la parte del pronto soccorso dove arrivano i pazienti in condizioni più gravi. Di fronte ci stanno delle stanze con i pazienti ortopedici e chirurgici, e subito a fianco una specie di mini-terapia intensiva con gli anestesisti barra rianimatori.

E ok. Vi racconterei la mia esperienza partendo da un inizio per poi arrivare a una fine, ma in pronto soccorso non si inizia e non si finisce mai ed è tutto un ripetersi continuo di una serie di eventi e operazioni mescolate e sovrapposte.

Per spiegarmi meglio, a suo tempo vari professori e studenti più anziani (inteso come data di iscrizione all'università) mi avevano detto "il pronto soccorso è un casino". E "casino" è a tutti gli effetti la parola più adatta.

Arrivi insomma che cè già un paziente da visitare, altri due sotto terapia, nella saletta accanto gli anestesisti intubano qualcuno, altri pazienti parcheggiati nelle varie stanze e tutti da vedere, misurare, controllare e cercare di piazzare in fretta in qualche reparto perché più passa il tempo e più le barelle si accumulano e dopo un po' succede come quando giochi a Tetris e muori.

Io aiuto gli specializzandi a prendere una pressione, che è brutta. Poi faccio un elettrocardiogramma che non ci piace per niente. Misuro la temperatura a uno che ha 40 di febbre. C'è una signora con 180 battiti cardiaci a riposo. A un'altra serve un emogas ma l'arteria è piccola e profonda e debole e prenderla è un casino e nel sangue troviamo più anidride carbonica che nella Beltier di Fantozzi.

Porto un signore alla TAC per un sospetto ictus. Torno su, e ce ne sta un altro. Scendo di nuovo alla TAC per quest'altro sospetto ictus, ritorno su, e ce ne sta un altro ancora. Sto un'ora insomma a fare avanti e indietro e ogni volta che torno c'è un paziente nuovo. Non finiscono mai, sembra un film di guerra dove il nemico però non sono i vietcong o i nazisti ma i grassi e il sale di troppo che hanno teso un'imboscata alla popolazione italiana durante il cenone di capodanno.

E in tutto questo bisogna scrivere le cartelle, trasferire i malati, parlare al telefono, litigare coi colleghi, discutere coi parenti... il Pronto Soccorso sembra un posto fuori dal mondo dove se guardi fuori ti sembra che gli altri si muovano tutti al rallentatore. Mi vengono in mente reparti dove vedevi pazienti in 10 persone e a sentire il torace stanno lì a colpettare piano piano col dito e fanno respirare il paziente 28 volte perché forse c'è un impercettibile crepitino e allora tutti lo vogliono sentire e col crepitino del polmone di un paziente sanissimo ci stiamo fino a domani.

Questo pare il livello hard che se c'era qualcosa e l'hai sentito lo scrivi sulla cartella e vai: avanti un altro. Se non l'hai sentito te lo sei perso e avanti un altro lo stesso. Se perdi mezz'ora a prendere la pressione non è che stanno tutti ad aspettare te. Fare un elettrocardiogramma non vuol dire: "facciamo l'elettrocardiogramma tutti insieme e poi domani i cardiologi ci portano il referto". Qui l'elettrocardiogramma ti sbrighi a farlo anche da solo, e se aspetti il cardiologo per capire se è o non è un infarto stiamo messi davvero, davvero male.

Nella parte dei chirurghi, in tutta la mattinata, mettono 4 punti a un signore e richiedono una gastroscopia per un vecchietto. Ma se venivano a darci una mano, non aveva tutto assolutamente più senso? E poi magari alla gastroscopia il paziente ce l'accompagnavo io, e andavamo pari. Dice che da qualche altra parte funziona così, però da altre parti è meglio cosà per questo questo e quest'altro motivo, come diceva non ricordo quale comico. Io mi seguirò qualche ambulatorio chirurgico per conto mio, e alla fine amen: o così o cosà, spero di riuscire a fare un po' di pratica lo stesso.

Torno a casa che sto a pezzi come mai prima d'ora dopo un internato, ma con le idee un po' più chiare.

In poche ore ho capito perché per imparare vogliono che noi studenti stiamo in reparto e non lì in mezzo alle palle. Capisco che per fare certe cose ti ci devi trovare veramente a tuo agio. E a questo punto appare evidente perché per la scuola di Medicina d'Urgenza ci stanno 5 domande contro le 50 per Cardiologia e le 100mila per fare il pediatra.

Alla fine la scelta è sempre tra ciò che vuoi essere, e ciò che invece ti conviene. E il pronto soccorso è un po' troppo forse per uno studente che deve imparare, troppo forse per chi dopo aver staccato vorrebbe scaricarsi da tutto il lavoro, troppo forse per una professione limitata esclusivamente all'ospedale con tutti gli svantaggi economici del caso.

Il pronto soccorso è un po' troppo di tutto, e in questi due anni spero di frequentare anche reparti e ambulatori più tranquilli dove mettermi con calma a studiare e imparare, perché ora come ora in sala rossa è un po' tutto troppo veloce ed è arrivato un po' tutto troppo presto.

Domani - comunque sia - ci torno.

Simone

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sacrosanto ciò che hai scritto in questo post. Medicina d'urgenza è una specialità dura e poco remunerativa ( spesso non pagano nemmeno gli straordinari). Il più delle volte si viene considerati non specialisti. Quanti cardiologi e anestesisti ci guardano dall'alto in basso e quanti rimproveri si devono subire se ti permetti di chiamare inopportunamente alle 4 del mattino il radiologo reperibile solo perchè ti è venuto un sospetto di aneurisma. Non fatevi ingannare dai telefilm, quelle sono tutte palle! Fate medicina d'urgenza solo se avete una sincera vocazione come fortunatamente ho io ed è per questo che non la cambierei con nessun'altra specialità.

Temistocle Gravina ha detto...

Però, secondo me, sotto sotto, ti è piaciuto, sempre sulla corda e a sentirti parte integrante di una cosa importante. Ah, il comco è Corrado Guzzanti!

Simone ha detto...

Anonimo: io penso che sia un posto ottimo per imparare (anche se la sala rossa forse è troppo per uno studente) e che volendo dividere tra buoni e cattivi i vari specialisti, i medici urgentisti siano nel gruppo dei "buoni".

Poi io forse farò il master ma la scuola vera e propria la vedo dura... e come dicevo nel lungo periodo vorrei forse occuparmi di altro.

Tim: certo che mi è piaciuto, non si era capito? Con tutti i dubbi e le incertezze che ancora mi porto dietro.

Simone

Dama Arwen ha detto...

Il post è riuscito anche ad essere divertente.
più passa il tempo e più le barelle si accumulano e dopo un po' succede come quando giochi a Tetris e muori.

…sembra un film di guerra dove il nemico sono i grassi e il sale di troppo che hanno teso un'imboscata alla popolazione italiana durante il cenone di capodanno

Sono morta io, ma dal ridere.
A me è capitato 3/4 volte di andare al pronto soccorso, per codici verdi.
Andavo là con calma, portandomi dietro una settimana enigmistica per passare il tempo.
La cistite coglie sempre alle 23.00 e quando magari il giorno dopo il tuo medico di base è apeto dalle 16.00 in poi, oppure nei weekend.
Giuro, a me è sempre capitato così.
Spreco di soldi pubblici? Forse…

Probabilmente stare al pronto soccorso è una specie di volontariato, come fare i vigili del fuoco (sottopagatissimi) e cose così.

In effetti dalle tue parole sembra che nonostante ci siano mille casi diverse sia quasi impossibile imparare perché non si ha il tempo di chiedere, riflettere, capire e apprendere.
Ma quindi non capita mai che tutti gli specialisti abbiano i turni al prontosoccorso? a random?

Simone ha detto...

Dama: in realtà puoi imparare ma devi trovare il momento giusto per chiedere, e poi secondo me dipende da quanto sai già in partenza.

Per il resto tutti gli specializzandi "girano" qualche volta in pronto soccorso - credo - ma in genere se sei uno specialista in un dato settore ti chiamano quando sei di turno e serve una consulenza e non stai fisso lì.

Per dire se sei un neurochirurgo difficilmente stai in pronto soccorso, ma se sei di turno e gli servi magari ti chiamano, scendi a fare la visita e te ne torni in reparto.

Fissi in PS ci stanno solo chirurghi di urgenza, medici di urgenza, internisti (visto che fino a poco tempo fa i medici d'urgenza manco esistevano) e anestesisti. Dico "credo" appunto perché l'organizzazione è veramente un po' caotica e ancora non mi sono tanto orientato.

Simone