13/12/10

Studiare e lavorare: l'esperienza di Massimiliano.

Qualche giorno fa ho pubblicato una email che evidenziava i problemi e gli interrogativi di una persona (ma che immagino siano condivisi da tanti) che si trova a dover decidere se iniziare o meno un percorso difficile come Medicina, avendo già una prima laurea e un lavoro fisso.

La lettera in questione, e una mia breve risposta, la trovate qui.

Quella che segue adesso è invece la risposta di Max, un altro collega ingegnere che studia Medicina (ma quanti siamo?!) e che si è trovato a dover conciliare esami, frequenze e lavoro. Questa volta io non aggiungo nulla, ma vi lascio direttamente a lui.

Studiare e lavorare: la risposta di Massimiliano.

Hola regas,

Scusate il ritardo (ormai Simone mi conosce); dunque, dunque andiamo per ordine:

Medicina, soprattutto i primi anni (ed in particolare il 2 anno) è parecchio pesante, non in termini di difficoltà in se, ma delle materie studiate. In pratica, nella didattica medica (almeno qua), ti insegnano mille cose sperando che dopo aver dato l'esame te ne ricorderai 5-7/100.

Particolari insulsi come la febbre di Carion, i granuli del Birbeck o particolari sulla struttura terziaria del vaso chilifero diventano dettagli importantissimi. Passati i primi due anni ci si trova ad approcciarsi con materie cliniche e medici (difficilmente ricercatori) forse la quantità in se di roba aumenta pure, ma diventa più gestibile rispetto alle sfacchinate di anatomia.

Venendo a noi, posso darti la mia esperienza: lavoro come ingegnere part-time/ full time (in teoria 24 ore allo settimana, ma spesso straordinari e menate varie aumentando anche di molto il conto, direi una media di 28-30 ore a settimane); sono riuscito a farlo impiegando senza troppi problemi la guerriglia burocratica (firme del mio gruppetto in aula, professore che mi è venuto un po' incontro, aiuto anche da parte del capo quando dovevo preparare esamoni).

Non è semplice, ma neanche impossibile: tutto sta nel crearsi un gruppo di riferimento abbastanza combattivo; su questo sono stato abbastanza fortunato visto che mi sono trovato in corso con altre ragazze già laureate in farmacia e quindi è risultato molto più semplice sia come
termini di età che di obiettivi (abbiamo tutti il problema del lavoro quindi chi andava firmava per quattro e gli altri a rotazione; ora onestamente non rompono più con ste cose).

Dovessi veramente frequentare tutto-tutto sarebbe impossibile con un lavoro, nonché inutile a mio parere (ce poco da spiegare di anatomia umana); dovresti già iniziare a cercare di capire la politica sulle frequenze per elaborare una strategia di contrattacco. Mollare poi il lavoro, per me, non ha senso, molto meglio metterci un po' di più, ma avere un certo know how lavorativo nel caso le cose andassero storte.

Per il punto affettivo devi vedere te, come la vede la tua compagna, cosa volete fare, le tue/vostre condizioni economiche ed anche (brutto da dire, ma è meglio saperlo fin da subito) che comunque avresti più difficoltà rispetto ai ragazzini ad entrare nelle specialità più remunerative.

Se potessi tornare indietro lo rifarei, ma forse con ritmi un filo più blandi.

Hola

6 commenti:

Giordano ha detto...

Non centra nulla il mio commento col tuo post, ma avendo raggiunto il tuo blog tramite il corso avanzato per scrittori emergenti, mi andava di commentare.

Ao, siamo tutti un pò scrittori emergenti, anche commentatori emergenti, ma in fondo quel che ci manca sempre un qualcosa da dire :)

Simone ha detto...

Tante volte mi sa che chi ha qualcosa da dire s'intimorisce e non scrive nulla! ^^

Simone

Giordano ha detto...

Mi par giusto. Però cavolo, ho scritto in un itagliano pessimo...

Ieri sono andato alla ricerca del tuo libro (io scrivo) in libreria: mi han risposto che l'avevano ma (aimè!) era finito.

... significa che sei un autore che vende, o che più semplicemente ne avevano una copia una e l'hanno già sbolognata al primo che l'ha scambiato per il seguito di "io uccido"?

:D

(che poi a me i libri scritti da quell'autore fanno hahare)

Simone ha detto...

Significa solo che purtroppo il libro inizia ad avere la sua "età" e molti librai non lo tengono più. La via più facile credo sia ordinarlo dal sito della delos! E comunque grazie, nel frattempo puoi "consolarti" con alcuni dei miei ebook magari ti piacciono anche più del libro! ^^

Simone

Anonimo ha detto...

Un piccolo commento al post.
Sono un medico da 10 anni e come tutti i miei colleghi conosco i sacrifici e le soddisfazioni del mio mestiere.
Mi ha molto infastidito la testimonianza di Massimiliano. Non certo per la scelta ammirevole di una seconda laurea, ma per la superficialità con cui lo racconta. Insomma, chi se ne frega se a medicina c'è l'obbligo di frequenza, mi faccio mettere la firma; chi se ne frega se quando devo studiare di più, salto il lavoro, il capo capirà; chi se ne frega se ci sono altri 100 coglioni che si prendono la briga di rispettare il tetto massimo di assenze, vuol dire che non sono sufficientemente furbi; ecc.
Non è intelligenza né furbizia un modo di vivere così, ma faciloneria.
Sono il primo ad ammettere che spesso è inutile la frequenza, ma in un Paese democratico ci sono delle regole e esistono per essere rispettate, non aggirate, altrimenti addio civiltà. Concludendo, se c'è la volontà di fare medicina come prima o millesima laurea sia per amore e rispetto, e il rispetto è verso tutti non solamente verso il paziente, ma verso chiunque ti è vicino. Se non si capisce questo, beh risparmiate pure la retta dell'università!
Saluti.
Davide

Simone ha detto...

Davide: grazie dell'intervento, che trovo condivisibile. La professione medica ha anche un aspetto etico che effettivamente è importante.

Credo però che tu sia un po' ingiusto nei confronti di Massimiliano, che avendone l'occasione si è preso la briga di raccontare la sua esperienza in modo schietto e non ipocrita al solo scopo di essere magari di aiuto a qualcuno.

Altra gente che racconta di voler "salvare il mondo" poi non ha voluto parlare su questo blog per lasciare dei consigli, e il discorso sulle firme se davvero hai fatto medicina sai che è un po' più complicato di così.

Comunque davvero c'è bisogno di sentire anche altre campane, per cui la tua opinione mi sembra importante e motivata e ti ringrazio. Se vuoi, ti invito a dire la tua anche sull'argomento di cui stiamo parlando in questo momento (studiare e/o lavorare) in "cima" al blog.

Simone