17/05/11

Qualcosa a cui aggrapparsi.

Se fai una vita al di fuori di certe regole o seguendo dei comportamenti generalmente criticati, lo sai bene anche da te che corri dei pericoli davvero grossi. Mica ti serve che te lo spiega il dottore. Però non tutti gli appartenenti a una cosiddetta categoria a rischio si prendono automaticamente l'epatite C: ci vuole chi te la passa, ci vuole la situazione sbagliata, e ci vuole insomma un bel po' di sfiga.

Poi non è che - necessariamente - l'epatite C deve diventarti cronica e non andarsene più. Anche qui, tra guarire e non guarire, c'è di mezzo una certa sfortuna che non capita necessariamente a tutti.

Ancora: non è che l'epatite virale ti porta per forza rapidamente a una cirrosi epatica. In effetti le possibilità sono elevate, ma puoi anche prendere i tuoi farmaci e bene o male camparci fino a una certa età, senza grossi problemi o momenti di crisi.

E infine non è che a tutti i malati di cirrosi viene anche un tumore. C'è una percentuale di casi in cui questo si verifica ma - come ho detto - non succede sempre, e comunque non in tempi brevissimi.

Eppure è venuto fuori che una paziente che ho conosciuto durante il tirocinio ricade proprio in tutti i sotto-gruppi di colpi di sfiga elencati qui sopra. Come se non bastasse, non è che l'esito di un cancro al fegato è sempre tale e quale per tutti: magari lo scoprono presto, te lo tolgono e ti è andata bene. Oppure invece sei ancora più iellato, e quando arriva il risultato della risonanza magnetica è troppo tardi e non ti operano nemmeno.

Così a questa persona non rimane che starsene un'altra settimana in ospedale: il lunedì dopo andrà in visita da un altro specialista, e questo gli dirà se c'è almeno qualcos'altro da tentare, oppure no.

Martedì sono in reparto. Butto un'occhiata al letto della paziente e vedo che è ancora lì, anche se mi aspettavo che l'avessero dimessa: chiedendo informazioni scopro che il consulto è stato fatto, ed è risultata inseribile in un programma di chemioterapia sperimentale, con dei nuovi farmaci.

La chemioterapia sperimentale. Che se solo ci pensi ti vengono i brividi, ma se ci pensi un altro po' è comunque molto meglio di niente: ti svegli la mattina, e sai che sei malato. Però hai i tuoi farmaci da prendere, le tue analisi da controllare, e i tuoi dottori da sentire per sapere come vanno le cose.

Sai che sei malato, ma almeno hai qualcosa alla quale aggrapparti per arrivare fino al giorno dopo.

E puoi ancora pensare che magari, se Dio vuole... chissà.

Simone

4 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Vengono i brividi solo a pensarci, ma presumo che quando uno ci si trovi dentro sia automatico - appunto - "aggrapparsi" a quel che rimane. Il fondo l'istinto di sopravvivenza è l'emozione più potente che sostiene una persona nel corso della sua vita.

CyberLuke ha detto...

La speranza è un motore potentissimo, e basta davvero poco per metterlo in moto.
Si può fermare, ma non per sempre.
E a volte, è sufficiente la speranza di poter sperare.

Anonimo ha detto...

Voglio riportare una piccola cosa a tutti quelli che hanno letto questo post (e a chi l'ha scritto)
Qualche anno fa il mio papà si è ammalato di epatite C (come non si sa ma non importa)
E ok, quasi ci lasciava la pelle, ma poi si è curato e ora sta benissimo.
ciao

Simone ha detto...

Certo, l'epatite C può anche guarire seguendo una cura adeguata. Ogni caso, ovviamente, può essere diverso. Grazie!

Simone