15/11/13

Università dopo i 30 anni: tra lezioni e tirocini.

Sconforto collettivo per l'ennesima lezione sul LES.
I tirocini del sesto anno di medicina, funzionano che bisogna frequentare per una settimana il reparto relativo a ognuna delle dieci - circa - materie che stiamo seguendo.

Bello, no? In teoria, sì.

Nella pratica, tolti qualche docente e ambulatorio particolarmente interessante (per i quali in genere trovate un raccontino sul blog) è capace che non ci si fila nessuno e stiamo lì ad annoiarci e ad aspettare che arrivi un'ora in cui appaia particolarmente verosimile che "dobbiamo andare a lezione", mettere l'eventuale firma di presenza e andare via.

Mi è capitato pure di essere io a spiegare un paio di cose agli altri studenti, perché già le avevo viste in reparto da me e loro no. Ma vi pare normale? E invece sì, purtroppo sì: è l'assoluta normalità.

I corsi del sesto anno - invece - sono una sorta di permutazione degli esami degli anni passati. Argomenti veramente nuovi ne avranno fatti sì e no una decina su più di cento e passa ore ormai spese sui banchi, e di quante volte abbiamo rivisto tubercolosi, reflusso esofageo o connettiviti varie ho perso il conto ormai da anni.

Tanto per farvi capire: l'altro giorno arriva un docente, e ripete una lezione che lui stesso aveva tenuto anni fa (utilizzando le stesse identiche slide!) Poi a un certo punto arriva un altro professore, vede che in aula a seguire siamo tipo in 20, e s'incazza da morire minacciandoci di ripercussioni, vendetta, morte e - soprattutto - tremende difficoltà aggiuntive in fase di esame.

Ma che ci posso fare io se la gente si è rotta le palle e all'università manco ci viene più? Se non altro, se la prendessero con loro e non con me e i pochi sfigati che ancora frequentano.

Riassumendo il tutto: al tirocinio ci annoiamo, a lezione siamo quattro gatti, e il più delle volte uno si ritrova a domandarsi: "ma che ci sono venuto a fare?"

La risposta è che in tutta questa enorme baracca sul punto di sbriciolarsi che è il sesto anno di medicina, ogni tanto arriva il professore bravo che fa una lezione che ricorderai, o al tirocinio ti capita qualcuno che ti spiega una cosa nuova che ti resterà impressa per tutta la vita... anche se magari è una cosa tremendamente sbagliata, nel caso che te l'abbia spiegata io.

È tutta una questione di essere nel posto giusto al momento giusto, insomma. E visto che i momenti giusti sono decisamente rari, l'unico modo per beccarne qualcuno è esserci - praticamente - sempre.

Lo studio della medicina, arrivati a questo punto, è un po' come una di quelle presse giganti dei film che schiacciano le macchine riducendole a dei cubi di metallo: io ci butto dentro una giornata di 12 ore, e ne ottengo in cambio un cubettino di qualcosa che forse quel giorno mi sono riportato a casa da mettere al pizzo, nella mia collezione di giornate spiaccicate tra tirocini e reparti vari. Anche se non sempre l'impegno che uno ci ha messo appare proporzionale al risultato prodotto.

Simone

4 commenti:

Nimbus ha detto...

Che bello, fai le stesse considerazioni che faccio io! Solo che io le faccio da matricola che segue le lezioni del secondo anno e mi dico: anatomia è inutile seguirla, la darò fra quasi un anno, non mi piace ed è alle 8.15, quindi seguo solo biochimica, che è bellissima, ma solo quando c'è la prof comprensibile =)
Diciamocelo: è una facoltà un po' del cazzo. Un conto era essere in facoltà alle 8 per seguire analisi o elaborazione numerica o rete internet e veramente avresti voluto fare una statua ad eterna memoria della chiarezza del professore. Un altro è sentire qualcuno che legge delle slide, che sa ogni singola parte del corpo a memoria, che ti dice che all'esame devi sapere tutto, anche se è impossibile (e ridacchia). Insomma, seguire è un optional e adesso capisco perché molti amici andavano a farsi firmare il libretto dei tirocini senza frequentarli.

Simone ha detto...

Eheh, già un po' è proprio così... anche se questa cosa è più evidente adesso. Ai primi anni almeno io avevo difficoltà a capire cosa studiare di preciso per i vari esami e seguire mi è servito. Più avanti per semeiotica e altre materie più pratiche se i professori sono bravi penso ti aiutino molto a capire come funziona una visita o un reparto... ma ora è tutto un po' già visto e sentito come spiego nel post.

Discorso diverso per la frequenza in reparto per la tesi o per imparare davvero qualcosa (tempo ulteriore rispetto ai tirocini obbligatori) che per me è fondamentale e per assurdo è l'unica parte che non ha una frequenza obbligatoria.

A ingegneria seguire analisi o fisica era fondamentale. Poi però pure lì arrivato al quarto anno che aveva corsi annuali... seguire sei mesi certe materie che ho trovato semplicissime è stato un po' assurdo secondo me.

Simone

Simone ha detto...

Comunque se devi dare anatomia tra un anno è ora che inizi a studiare! Ehehe scherzo... quasi :)

Simone

Dama Arwen ha detto...

Ecco, questo è uno di quei post che mi fanno gioire per NON aver frequentato l'università… ma si può perdere tempo così? per la burocrazia che ti obbliga a frequentare tirocini in cui nn impari nulla e on vieni cagato, rifare le stesse lezioni 200 voltee professor frustrati?
No grazie, non fa per me…