Chi segue questo blog e magari è interessato alle mie vicissitudini come autore (a questo punto credo che ci sia anche qualcuno a cui interessa più il mio percorso universitario ^^) avrà visto benissimo che è un po' di tempo che parlo di inviare manoscritti, pubblicazioni, editoria e cose del genere.
Insomma è un bel po' che non parlo di scrittura in sé e per sé, limitandomi all'aspetto più pragmatico (per non dire anche di basso livello) di quella che io ritengo essere la normale attività di un autore.
Il fatto è che ho l'impressione che la cosa stia magari non tanto allontanando qualche amico/lettore (spero che quando c'è un post più interessante tanta gente torni comunque a leggermi) ma sicuramente dando un certo fastidio a più di una persona.
A partire da chi mi dice che non dovrei pensare a pubblicare ma solo a scrivere, passando per chi vuole convincermi che tanto è inutile anche solo perderci tempo, e fino ad arrivare a chi mi consiglierebbe di lasciare semplicemente perdere la scrittura per dedicarmi piuttosto alle corse dei cavalli, mi pare comunque che il mio comportamento degli ultimi tempi sia stato non solo semplicemente frainteso (perché a me tutto sommato non è che pesa così tanto stampare un po' di manoscritti e spedirli) ma soprattutto visto come una deriva negativa da autore-scrittore a autore-piagnone che non fa che lamentarsi di (supposti) insuccessi e fallimenti vari.
Esempio lampante di questa situazione è il commento di un'amica del blog, che vi riporto insieme a quella che è stata la mia risposta.
Dilva: hai mai pensato di accontentarti di tutto quello che hai "FATTO"?
Insomma caro tu scrivi, e l'hai pubblicato il libro, e c'è gente che ti conosce... nella rete è famoso il tuo blog...
Questo è quello ti vogliono dire gli "Scrittori Famosi" come li chiami tu...
credi in ciò che fai, credici e non arrenderti, e accontentati di quella piccola cerchia di persone che ti leggono. Se non sei famoso non è perchè non scrivi bene o che altro, se non sei famoso è perchè magari non scrivi quello che piace alla "massa", non scrivi quello che piace ad una percentuale altissima di persone in italia, in europa e così via...
Smettila di dannarti per sta cosa!
Accontentati di quello che hai, perchè purtroppo sono solo quelle le persone a cui piace quello che scrivi.
Sappi che l'editore pubblica in base a ciò che i lettori richiedono, e se non richiedono ciò che scrivi tu che ci vuoi fare?
Devi scrivere quello che piace alla massa?
NO!
Dunque scrivi quello che ti piace scrivere, e manda pure i tuoi racconti agli editori, ma piantala di dannarti per essere pubblicato...
Questo vuol dire credi in ciò che fai, e senza pensare di dover piacere ad altri o di essere pubblicato. Ciò che conta è lo scrivere in se, e se ti leggeranno 100 persone invece che 4 milioni, cosa cambia?
Soldi?
Fama?
Cosa?
Dimmi.
Devi crederci ed essere sicuro di te e non pensare a quello che sarà, tu fallo, se funziona ok se no, fregatene.
Facendo così esalti solamente la tua insicurezza, devi essere sicuro di te, e devi piantarla di scrivere post del genere, sul problema che non ti pubblicano. Altrimenti i lettori non leggeranno neanche più il blog capisci?
Ciò che conta è lo scrivere in se, il resto è letteratura :)
ciao e rifletti...
E questa è stata la mia risposta:
Ci avevo pensato. Cioè, immaginavo che qualcuno mi avrebbe cazziato perché - anche se non era quella l'idea - in questo post sembra che mi stia ancora lamentando perché non mi pubblicano, eccetera eccetera.
Il fatto è che c'è una serie di incomprensioni di fondo:
Prima di tutto, non voglio diventare famoso. Dico che voglio pubblicare i miei romanzi, e tanti mi rispondono che sono un montato a voler diventare famoso e tutto il resto.
Io voglio pubblicare i miei stupidi romanzi, punto. Poi venderò come vendono tutti gli scrittori che pubblicano i libri e che non si fila molto nessuno, ma di diventare conosciuto e noto non è che non me lo aspetto, ma non ci tengo proprio perché la gente famosa è spesso infelice e depressa e stanno tutti a rompergli le scatole.
Poi il mio è ANCHE il blog di uno scrittore. Conosco scrittori che hanno blog pure loro, e sui loro blog scrivono le cose che fanno.
Uno ci racconta che sta presentando un libro.
Uno ci racconta che il suo libro vende bene.
Uno ci racconta che odia gli scrittori emergenti, e che l'editoria italiana fa schifo.
Uno ci racconta che ha mandato dei manoscritti, e che sta chiedendo in giro qualche consiglio, che però non capisce tanto. E questo sono io.
Non capisco che c'è di strano. Cioè, dovrei mandare i manoscritti e non dirlo? Dovrei affrontare delle difficoltà e tenermelo per me?
Quando ho pubblicato Io scrivo l'ho detto a tutti e ho postato anteprime e informazioni varie. Ora parlo di quello che faccio adesso, che è l'università, lo studio, le storie che sto leggendo e anche il lavoro di manoscrittura che alle volte è faticoso.
Quello che noto è come una sorta di repulsione, da parte di molti. Visto che è un casino pubblicare i romanzi dovrei semplicemente arrendermi come hanno fatto un po' tutti, e non sforzarmi di raggiungere un obiettivo.
Davvero, credete che per altri sia stato diverso? Adesso uno della Delos ha avuto un successo enorme, ma non v'immaginate del culo che s'è fatto per anni? Le litigate, le porte in faccia, i libri scritti sotto pseudonimo per vendere di più e tutta la trafila di rito?
Io lo faccio perché lo voglio fare, perché non vedo il senso di fermarsi a metà senza spingere un altro po' sull'acceleratore. E no, non ci vedo questa fatica indicibile e stressante che vede qualcuno. Per me la scrittura è sempre e comunque fatica, non è un gioco ma è una parte della vita e nella vita io cerco di ottenere certe cose. Poi che non arrivino può accadere, ma chissene frega scrivere non è l'unica cosa importante che faccio, e questa è solo una fase della scrittura che magari presto o tardi passerà pure.
Simone
Ok. Ci tenevo a rendere pubblica questa risposta, e ringrazio Dilva per avermi concesso di riportare il suo intervento.
Chiarisco e sottolineo di nuovo che non mi sento nemmeno minimamente uno scrittore fallito, come dice invece qualcuno su Anobii. Lo scorso anno ho pubblicato il mio primo libro, l'università è andata benissimo (che non c'entra tanto con la scrittura, ma è sempre una cosa che in qualche modo ricollego a questo blog) ho scritto altre cose di cui vado orgoglioso e mi aspetto, con un po' di fortuna, di pubblicare presto qualcos'altro. Se poi non accadrà non me ne frega niente, si vede che doveva andare così. Amen. Intanto almeno ci avrò provato.
In ogni caso mi dispiace molto di aver dato un'immagine tanto negativa, e mi scuso sinceramente con chi segue questo blog e che magari si è un po' rotto le scatole di certi discorsi. Per il futuro mi sono ripromesso di scrivere molto di più e parlare di scrittura molto di meno, e la prima cosa che è venuta fuori è il post/racconto di qualche giorno fa, che trovate qui.
Se non lo avete letto, spero che vi distrarrà da queste chiacchiere davvero noiose... e mi auguro soprattutto che vi piaccia.
Simone
9 commenti:
Ciao Simone queste chiacchiere non sono noiose: però credo, sì, che tu abbia rovato il modmo giusto.
Ribadire che sei ogni tanto uno scrittore emergente nei tuoi post e intervallarlo con racconti di vita vera, quotidiana, da te v issuta e narrata in maniera accattivante e impeccabile, non può far altro che attirare la persone, invogliarle a leggere quello che scrivi.
A scaricare i tuoi e-book.
Ad infilarti pian piano nel cuore delle persone che ti leggono a partire da qui.
^_________^
Un abbraccio
:-*
Tu non sei noioso, io ti leggo sempre :D
Seguo molto la tua carriera universitaria e il resto.
Quello che ho detto è un resoconto obiettivo di quello che fai, in qualità di critico, un po' per spronarti. Forse qualcuno dirà ma chi è lei per doverti spronare?
Sono una tua lettrice, se non lo faccio io chi deve farlo? :P
Le critiche mie spero siano costruttive.
Comunque tu sai cosa penso di te, sai che ti stimo tantissimo per le tante cose che fai, magari io riuscissi a fare tutte queste cose assieme. Io ho una vita incasinata tu te la sei organizzata bene invece...
^_^
Ciao Simone!
Dico solo che - per esperienza - parlare troppo di scrittura in termini personali annoia i lettori.
Va benissimo presentare i propri lavori, anche in corso d'opera. Va meno bene lamentarsi troppo (o, nel tuo caso, anche dare erroneamente l'idea di farlo).
In fondo il vecchio blog aveva successo per i toni scoglionati ma ironici, dove sembrava che non te ne fregasse granché di farti pubblicare, bensì di farti leggere (che sono due cose diverse).
Secondo me devi solo riprendere un po' di sponteaneità. Alcuni post sembrano davvero troppo forzati. I tuoi migliori sono quelli che scrivi in maniera "sciolta".
Te lo dico da amico, eh, non come critica ;-)
In culo alla balena, come sempre!
Dama: grazie davvero, un abbraccio anche a te!
Dilva: quello che mi hai detto mi era parso costruttivissimo... tant'è che ho voluto addirittura "fregartelo" ^^
Alex: sì, è vero, ma se dovevo stare tutta la vita a parlare di scrittura col tono da coglione alla fine c'era da spararsi. Cioè, dovevo già fermarmi e riciclarmi da solo? A questo punto meglio avere alti e bassi che solo roba mediocre.
E crepi la balena!
Simone
Scusami èh...
MASTICAZZI? io ce li metto...
E scrivi anche te???
Tu scrivi quello che ti viene scritto... a corto di idee?
Ok va bene, ma porta la tua noia altrove...
Anonimo: be', dopo il tuo arguto intervento pare tutto molto meno noioso! Grazie ^^
Simone
Beh... credo che ognuno si muova verso i propri obbiettivi, tentando di realizzare i propri sogni. Poi ci sono giorni in cui lo sconforto ci cattura, e giorni in cui ci diciamo "machissenefrega"... è normale.
Il tuo blog è bello così... compresi i post in cui sembri lamentarti... non si può (come dici tu stesso) fare sempre i pagliacci e prendere tutto in modo scanzonato! :D
Chi scrive quei commenti è invidioso :)
Questo ad esempio è un post che parla di te, non di scrittura, ed è comunque interessante.
Io personalmente penso che il fine della scrittura sia quello del miglioramento stilistico (cosa prettamente pratica) e arricchimento interiore (roba spirituale, quasi). Per questo non ho neanche tanta voglia di essere letto altrimenti avrei pubblicato (sul mio blog) più cose e avrei tentato più concorsi, e avrei spedito più manoscritti (cioè, più copie dello stesso). L'importante è sentirmi diverso, migliore, ogni volta che riesco a buttare giù qualcosa di buono.
Glauco: probabilmente è come dici tu, ci sono persone diverse e momenti diversi. Grazie!
Mirco: qualcuno invidioso forse c'è davvero, non certo Dilva però che invece è sempre carinissima. E se davvero ti senti migliore dopo aver scritto qualcosa, allora si vede che hai trovato davvero una strada e una passione. Complimenti!
Simone
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